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OPERA OMNIA DI BENITO MUSSOLINI
J'on. Gioljtti. Ma, riprendendo il motivo dell'on. Baldcsi, ha aperto molti varchi per l'avvenire più o meno immediato. Traverso tali varchi, l'on. Turati ha fatto passare la sua concezione collaborazionistica. Egli ha prospettato molte ipotesi: da un'allea nza col Gruppo popol are, ad .una vera e propria . pa_rtecipazione _al potere;· da una benev~la attesa verso un nuovo ministero, ad una nuova consultazjone elettorale. Tutto ciò è ancora molto vago, La realtà è che il Partito, nella s ua cnOrff!e · maggioranza, è contrario alla collaborazione, ed i collaborazionist i, fin~ ché rimarran no disciplinati al Partito, resteranno lontani dal banco del Governo.
L'ultima parte del discorso Turati rappresenta un indizio o uno stato d 'animo largamente diffuso soltanto nel Gruppo parlamentare ed in taluni ambienti confederali, ma non segna un principio d i applicazione pratica. .
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Nel complesso, il discorso Turati, mentre approfondisce il solco fra ·socialisti e comunisti, aumenta il disagio tra transigenti ed iritransìgcrlti nel seno dello stesso Part ito Socialista.
Anche quello deU'on. Graziadei non è stato un ~iscorso straordin::irio. la difesa del comu·nismo fatta dall'on. Graziadei è stata assai misurata e parlatnentare. L'on. Gra.ziadei non appartiene al gruppo degli esasperati cerebraJoidi di Torino, che accoppiano _ali! tnostruosità fisica qualità canagliesche di prim'ordine ed una certa posa che fa ridere chi li conosce un po' da vicino. L'on. Graziadei è un comunista «gradualista», tanto «gradualista» da farci ·sapere in piena Camera che il trapasso dall'individualismo economico al collet tivismo economico rich iederà dei secoli e che per giungere al comunismo ci vorranno alcuòe mìgli3ia d'anni. Semplicemente! E dire che i proletari · imboniti d ai professori d_ell'università: comunista tori nese _ credevano già di essere a.Ile soglie del paradisiaco ordine nuovo ! Come esempio di turlupin atura è classica! L'on. Graziadei si è naturalmènte guardato dallo spi_egarci come qualmente il suo « gradualismo » economico possa ttovare estrinsecazioni pratiche nell'attuale periodo di civiltà, Si direbbe che sotto 1a maschera del « gradualista » si riveli il volto del vecchio riformista che in altri tempi si. attèggiò a Bcrnstein del socialismo italiano!
Anche l'on. Graziadei ha reso omaggio all'idea di patria, pur riconoscendola superata; ha d ichiarato, rivolgendosi ai popolari, di non avere mai creduto nella .scuola laica; si è giustificato dalle accuse secondo le quali i comunisti vorrebbero distruggere la proprietà., mentre si tratta di una graduale trasformazione di rapport i. M a chi si attendeva l'esaltazione deIJa dittatura del proletariato alla russa è rimasto deluso. L'on. Graziadei ha prudentem~ate :scivolato su quello scot- tantè terreno per entrare su quello prop riamente politico parlame ntare. Anch'egli ha notato il flirt Tovini-Turati, e ha previsto ..:..... .facile p.co(ezia ! - che la ètisi del Partito Popolare sboccherà fatalmente in una scissione. De1 pari torneranno a ·dividersi i socialisti, perché fra il discorso di BaratooO e quello di Turati il dissenso è insanabile.
L'on. Graziadei ha sollecitato i socialisti ad assumere la loro quota di potere, ad inaugurare insomma anche in Italia l'esperimento socialdemocratico.
In tema di viole_nza, l'on. Graziadei si è abbandonato ad una ingarbugliata disquisizione di ordine teorico, ma il cui nudro sostanziale è questo: che i comunisti non intendono rinunziare nemmeno all'esercizio della violenza individuale; ragione per cui i fascisti d ebbono perfezionare l'inquadramento. d elle loro forze· per essere pronti al momento oppor~no a schiacciare definitivamente la, g rottesca ma~ scherata italiana .d el bolscevismo russo. Da ultimo, l'on. Graziadei h a ~omandato: smobilitando, il fascismi? rimarrà fascismo ? Di questo non si p reoccupi il deputato comunista, Il fas cismo è appena all'esordio della sua esistenza.
Di notevole nei discorsi socialcomunisti la preoccupazione, che si potrebbe chiamare d'ordine nazionale. 1! passato di moda, a Montecitorio, sputare sulla vittoria e rinnegare la Patria!
Da Il Popolo d'llalia, N. 152, 26 g iug no 1921, VIII.
IL FASCISMO DI FRONTE ALLA CRISI*
Subito dopo la breve JeduJa di oggi aJ/a Camera abbiamo inco11trato /!on. }.ftmolini che /arciava Montecitorio. Gli abbiamo chiesto un'intervista !IIJla criJi e · ml/a odierna Iituazione. Sono col pi che con il sole che alle 15,30 allaga Roma1 non è umano dare a dei m ortali; ma i/ «leader>> dei fa.scisti è 11omo· dì tal tempra e d i r«I corteria che ha acceJtaJo unz'dltro il 110Itro- invito. E alt'« hOtel d es Prince!», dove in u1M modeita camera egli alloggia., ci ha f atJo- aic1111e i11Jeresumtì dichiarazioni. Egli ci ha innanzitullo· parlato· d egli echi wizzeri al 1110 diJco rso. . .
- Se flon ci fosse stata crisi - · ci ha" ~eJ/o - mi propànevo di leggere in sede di esercizio provvisorio, o in altra occasione, una dichiarazione con risposta all'invocaz ione fattami ieri dall'on. Giolitti a proposito del cosiddetto irredentismo ticinese. Ho l' impressione che si sia, specialmente nei Cantoni di lingua tedesca, esagerato circa la portata politica delle mie parole. Sta di fatto, e il testo stenografico del mio discorso lo documenta, che .io mi sono attenuto a due cons iderazioni; una di Ordirle dirò cosl geografico, l'altra di ordine politico. Sulla prima è inutile, a mio avviso, fermarsi; sulla seconda tengo a dichiara re ché non ho inteso di inaugurare ·col mio accenno un irredentismo nel senso tradizionale che questa parola offre a noi. Ho voluto richiamare l' attenzione del Parlamento italiano su quel lembo di terra, appunto perché trattandosi, come ha detto l'on. Gioli tti, di un lembo di terra italiana, tale deve rimanere, perché se diventasse invece il vestibolo della penetrazione tedesca in Alta Italia, il fatto fion potrebbe non preoccupare per le sue·possibili conseguenze fu ture la nostra na:i:ione.- Per il mio accenno al Ticino italiano, ho ricevuto congratulazioni dai giovani ticinesi. Permettetemi però di trovare strana e significativa Ja campagna della stampa svizzera tedesca. Ad ogni modo, come vi ho detto, mi riprometto di ritornare sulla questione nelle prossime sedute per chiarirla e definirla.
• Intervista concessa a// Ru to del Carlino, il 27 giugno 1921. (Da TI Rt110 d~J Carlino, N. l '.ì4, 28 giugno 1921, XXXVII)
- Che cosa mi diJe degli elementi a1logeni?
- Non v'è dubbio che la presenza d'un nucleo di tedeschi e d'un nw::leo di deputati slavi alla Camera italiana serve in un certo senso a d ranuna tiizare talune questioni che si ri ferjscono alta nostra Politica estera. In fondo. la presenza di questi deputati è la consacrazione della nostra vittoria militare e !a docwnentazione che l'Italia ha raggiunto quasi ovunque i suoi giusti confini. Ho l 'impressione che i tedeschi specialmente si manterranno sopra una linea di assoluta discrezione. Quanto agli slavi, è già stata notata la differenza di tono fra l'avv. W ilfan (nato a Trieste) e il prete Schcnk , deputato del goriziano. Per il solo fatto che si tratta di nn pretè di religione cattolica egli è più faciJmente assimilabile alle nostre istituzioni e alla nostra civiltà, in- · qu:i.ntoché neffesercizio del suo ministero egli è costretto a guard are a Roma; il che, fra parentesi, potrebbe giovare a confermare la tesi che ho esposto recentemente in Parlamento circa le telazio ni possibi li fra l'Italia laica e il Vaticano. Aggiungo che t ale questione potrà avere nel seguito di questa legislatura sviluppi assai importanti, sui qual i mì permetterete di non- fare anticipazioni.
- Che co1a ne dite del rollabòrazionùmo probabile fra Jocidiisti e popolari?
- Questa faccenda del collaborazionismo è tema dominante di _tutti i discorsi, specialmente nei corridoi; ma pare che si corra troppo colla fantasia. Giova. sempre ricordare che il Gruppo parlamentare socialista è legato con vincoli disciplinari assai stretti al Partito Socialista, il quale, anche attraverso il discorso Baratono, si è dichiarato recisamente contrario ad ogni collaborazione sia con Giolitti, sia con a ltri Governi borghesi.
·CertO nel G.ruppo socialista c' è una. forte m inoranza di" rifo rmisti e organizzatori confederai/ , che sarebbero disposti a mangiare il frutto proibito. Tutto ciò non . può essere discusso .e deciso -che dal prossimo congresso nazionale socialista Se sono i delegati di un partito che vanno al potere, il fatto può avere ripercussioni politiche e storkhe di qualche rilievo; ma se si tratta di individui isolati e scomunicati, il gioco non vale· la candela. D'altra parte si deve considerare che alla sinistra del Partito Socialista vi sono, colle pistole puntate su lla più rigida intransigenza, comunisti . ed anarchici, che cercherebbero con tutti i mèzzi di creare imbarazzi ai governanti socialisti e cerchen:bbero soprattutto·di staccare le masse, le quali, malgrado tanta esperienza, sembrano .a:ncora dispaste a seguire chi promette di più.
Quanto al' flirt socialista-Popolare, esso ha subito un ce rto raff , eddam~nto nella seduta che h a provocato . la ccisi. :E: na:to d' altra parte che i popolari sanò divisi. C'è fra di loro una destra refra ttaria ad ogni collaborazione coi socialisti. Ma a p roposito di collaborazioni o coaliziotli, non bisogna tenec co nto soltanto de~ due partiti organizzati . e dei frammenti di democrazia più o meno sociale; ma bisogna ben pianta!'si in testa· che non si può p rescinde re dalla presenza alla Camera di trentacinque deputati fascisti e che soprattutto non si può non tener·conto della formidabile organizzazioi;ie che ·i fasèisti hanno nel . paese L'on. Giolitti ha parlato ieri di 186 mila iscritti ai fasci. Posso garantire che sono molti di più: forse il triplo; e; quel che più conta, si tratta di forze perfettamente inquadrate, è che perciò rappresentano la forza politica più . potentemente organizzata che ci sia oggi nella nazione italiana.
- - Che cosa dice della rrfo?
- Senza peccare di superbia, si può dire che la crisi è stat·a provocata dal Gruppo parlamentare fascista, ed in tema di politica estera. La manovra dei socialisti è. stata evidente. Il discorso d i Treves è stato un camo11flage; in.a in realtà i socialisti hanno \_'·otato contro pèr ragioni d i politica interna. Ma, poiché puntandÒ la carta della politica interna, avrebbero avuto cont raria l'enorme maggioranza della Camera, essi hanno giocato la carta della politica esteia, che ha accumulato coi loro voti i cento voti della coalizione di destra. L'astensione dei fascisti dalla votazione della seconda parte dell'ordine del giorno Turati era abbastanza significativa. Ma i fascisti non potevano, anche a costo di votare con Lenin o col suo piccolo r~ppresentante iri Italia, Nicola Bomba.cci, approvare la politi.ca estera del conte Sforza, che ha barattato nella maniera più scandalosa il Montenegro e che ha ingannato ]a nazione per ben sette mesi a proposito di P_orto Baross . ·De1 resto la stessa democrazia sociale, pur avendo votato a favore, h a parlato contro. E non sono cosl ind iscreto da domandare all 'on. Gasparotto le ragion i della sua tattica. , Circa la successione procediamo per esclusione. Per noi non è nemmeno il caso di parlare di Nitti e di Orlando. L'oca di Salandra non mi sembra ancora venuta (e per qualche tempo non verrà). L'on. De Nicola non è ancora sufficentemente maturo. Se ne potrebbe riparlare in autunno, Con ciò. non voglio negare che l'on. D e Nicola possieda i numeri sufficenti per tenere degnamente la presidenza del Consiglio. Si fa il nome dell'on. Bonomi, ma l'attuale presidente del Consiglio chi ha dietro di sé? Nel paese nessuno o quasi. A meno che non si vogJia considerare come partito la tisicuzza organizzazione politica deJ riformism o italiano. E alla Camera non ha Che ventiquattro o venticinque d eputati, abbastanza melanconici, perché sono tµtti aspi4 ranti o vcdovati insieme del potere. Ni, ·come fascisti, possiamo dimenticare, anché per i vincoli spirituali che ci legano al fiumanesimo e a D'Annunzio, che l'on. Bonomi era ministro d eIJa Guerra quando le truppe italiane attaccarono Fiume.
Procedendo p er esclus ione si arriva a Giolitti; i l .quale è uscito parlamentarmente illeso dal voto d i ieri, inquantoché molti gruppi che hanno deplorato la sua politica estera si sono invece astenuti o hanno votato a favore in temà. di politica interna. Ma pare che il d iscorso pronunciato dall'on. Giolitti non possa ritenersi testamentario ma lgrado il voto che ne seguì. È un discorso che io approvo piepamente in moltissimi punti, specialmente per Ja pa rte che riguarda i provvedime nti fisca li e !'atteggiamen to di fronte agli impiegati riottosi. A nch e l a polemica contro i socialisti fatta da G iol itti è abbastanza brillante. Disapprovo però il parallelo fra il fascismo e l'occupazione delle faObriche L'occupazione d elle fabbrich e era un gesto illegale, mentre il fascismo è una organizzazione squisitamente politica e che fa della politica anche in s~no all'assemblea . nazionale. D el resto qualunque ministero · succeda all'attuale, esso non potrà evadere dall 'attuale situazione di n ecessità : dovrà cioè agevolare l a ricostruzione m orale e politica dello Stato e n ello stesso tempo affrontare la g rave crisi eco. nomica e morale che travaglia il paese,
- I jauiJti potr,mno collaborare a/ Governo?
- In linea di masSima non c'è. niente che· lo vieti. Si tratta d i vedere con chi e con quale programma. E a proposito di programmi, vi prego di ricòrdare che le n ostre preoccupazioni sono sopràttutto in tema di politica estera, come ho, s ia pure sommariamen te, enunciato nel mio discorso.
. E nel caso di una 111a conmllazione.'
- Mi te rrò, nel complesso, alle idee che vi ho esposto.
Abbiamo q11;,1Ji chiesJo ali'0'!· M11ssolini qualche sua impreu ione JUIJ'Pmbiente di .MonJecitorio1 .nuovo per lui. Egli ci ha dello :
- L'ambiente, nel complesso, ànche dal punto di vista architettonico _ e pittorico, non m i piace L'aula è grigia nelle cose e anche un po' n elle persone. Quando si parla, si fa il rovescio di quello che dovrebbe avvenire nella normalità delJe cose. Si parla dal basso· in alto, mentre per abitudine ~avrebbe avvenire il contrario. Sono favore,•o]e all'istituzione di. una tribuna per i discorsi di stile e per evitare le chiacchiere inutili; m entre si dovrebbe parlàre dal banco per l'intervento nelle discussioni. P er quanto riguarda i rapporti con gli altri deputati di altri gruppi, vi dirò ch e il mio è un pessimo temperamento, piuttosto selvatico. Ho fatto podlissime conoscenze personali. Dei socialisti, l'on Bussi ha voluto salutacmi J.'on. Zanibo ni mi ha chiesto un · colloquio per ~armi inforffiazioni sulia situazione mantovana. Niente altro.
JJ 1101/ro coUoquio con Mrusolini è dJJrato circa un'ora. Ci congediamo da lui ri11olge11dogli 1m'11/tima domanda sulla pacificazione degli animi, Egli ci hà dell_o:
- Ho l'impressione che . questa auspicata smobHitazione si stia iniziando. 11 discorso che ho pi:onundato io e quelli pronunciati ìn altri settori, il voto unanime sulla prima parte . dell'ordine del g iorno Tovini e· talune manifestazioni dei leaders dell'Estrema sinistra a propos ito della nazione, sono tutti elementi destinati a determinare un ritorno alla normalità degli spiriti.
Per quanto rigua rda _ le sedute aila Camera, rion credo che vi saranno molte sedute twnultuose, anche perché durante la discussione dei progetti di legge) i deputati~ esse~do in genere assai poco competenti, lo dimost rano squagliandosi. E poi perché l'atteggiamento dei socialisti è molto mutato. Bisògna convenire che un nuovo spirito ,aleggia nell'assemblea nazionale.
Analisi Del Voto
(Per telefono al « Po polo d ' Italia»)
ROMA, 27, notte.
D ato lo sviluppo preso dàlla discussione sull' indirizzo di risposta al discorso della Corona si · poteva .evitare di ch iuderla co n un voto politico su un ordine ·del giorno? L'on. M eda, all'ultimo minuto, prevedendo quello che è accaduto e preoccupato d i ev ita re una prima, troppo antipatica ·manifestaz ione di « ascarismo >> ministeriale da pa~te del suo Gruppo, h a cercato d i evitare un voto politico che ·implicasse fiducia ·o sfiducia ·al ministero Giolitti. Contro questa tes i è sorto a parlare l'on. Salandra. La Camera, a mezzo del suo pres ide nte, ha bocciato la proposta Meda e si è quindi avutO il voto.
Di una ve ntina di Ordini del gio rno presentati, _ tre soli sono stati mantenutì: quello Tovini, quel~o Turati.Modig liani e quello FederzoniMussolini. - l'ordine del giorno Turati-Modig liani è stato abbinato nella prima parte - perché identica - all'ordine del giorno Federzoni-Mussolini; e su un tale ordine del g iorno s i è avuto il voto politico
L'ordine del giorno Tovini, d ei popolari, è stato votato all'una• nimità nella sua prima parte, che riguarda la pacificazione civile; quanto alla seconda p arte - piuttosto prolissa -non è stata votata perché l'on. Cavazzoni è sorto a dichiarare d i convertirla in semplice raccomandazioni al Governo.
· Hanno votato a favor e di d etto o rdine del giorno, e quindi contro la ' politica estera del ministero Giol itti, i comunisti, i socialisti, i nittiani, i repubblicani e tutta l'Estrema destra (liberali, n azionalisti e fascisti).
La manovra dei socialisti, affi data a quel navigat issimo monteci, to ri~ta che risponde al nome dell'on. Modigliani, era evidente. I socialisti sono contro il ministero per ragioni soprattutto di politica in· terna, n onostante il discorso di opposizione pronunciato in tema dj polit ica estera d all'on Treves; discorso forte ma inficiato d a ll'errore di tutti i discors i che d ebbono servire ad una tesi dì pa rtito. '
Ora, in tema di politica i nterna, d ata la dichiarata astensione deJ. · l'Estrema d estra, i socialisti non avrebbero raggranellato che i loro voti, ~ntre puntando sulla carta della poljtica estera avrebbero trovato adesi,;mi anche, e sì potrebbe agg iungere sopcattutto, fuori. del loro settore. Cosl è avvenuto. 11 ministero ha ottenuto numeticamente una. debolìssima maggioranza, ma quando si tenga conto degli astenuti, della democraZia sociale e del discorso ( di opposizione alla politica estera) pronunciato dall'on. Girardini in nome della democrazia sociale stessa, si p uò affermare che il ministero è stato battuto in pieno. Questo voto, che ha accomunato, per l'eccezionalità delle circostanze, le parti più antagonistiche delia Camera, si presta a qualche altro rilievo.
I socialisti riformisti hanno dimostrato di essere innanzi tutto e soprattutto legati alle ,sorti del loro ministro Bonomi. r1 voto compatto e ministerialissimo di tutta la falange popolare per il ministero è d estina to a raffredd are alquanto il flirt fra il Pu1 e il Partito Popalare. Il debutto della de:mocrazia sociale ·.è stato infelice quanto mai. Di front e alla coesione della Destra, d ei popolarì, dei socialist i, la d emocrazia sociale ci ha offerto l'esilaran te spettacolo di un capo, il Girardini, che parla contro e vota a favore; di un altro capo, il Gasparotto, che pilateggiando si astiene; di molti che votano a favore di Sforza, fra i quali l'Ollandini, che raccomandiamo vivamente . al Fascio di. Spezia. E non sono mancati gli squagliamenti prudenziali. Il Centro s in istro è una specie . di olla podrida, che conti~ne soltanto gli aspiranti al portafoglio o al sottoportafoglio ma idealità p olitiche poche, altrimenti. non si sarebbe visto lo spettacolo di un G asparotto « fiuman ista >> astenersi da un voto che doveva decidere la so rte del conte Sforza.
Anche questo primo voto politico ha dimostrato che in rea ltà s6J e forze p0litiche domi nanti l'assemblea sono i popolari, i sOCia listi, i fascisti, Perché ha:nno forze imponenti al loro seguito nel paese.
Per tutto il resto si tratta d i elem enti frammentari, senza u na b asè programmatica, senza forze reali n eIIa naz ion_e.
L'essenzia le è che la Camera abbia liquidato nella maniera più clamorosa la politica vile e suicida del conte Sforza, tramata _in gran parte di nascosto , al di fuori di ogni controllo parlamentare e popolare.
Dopo i _discorsi f:ederzoni e Mussolini non è immodesto affermare che la caduta del ministro Sforza si deve quasi esclusivamente al fa4 scismo italiano
La primà. battaglia è ·vinta !
MU S SOLINI D a li Popolo d'ltt1li«, N 153, 28 giugno ,1 9 2l, Vlft
Segni Del Tempo
Lo sciopero .dei minatori inglesi è finito con la dis.fatta completa delle organizzazioni che avevano inscenato il movimento. I l eaders dei minatori accettano, dopo tre mesi di lotta, quella riduzione di s~lari che avevano respinto, e sottoscrivono con ciò la loro resa a discrezione.
Ci fu un momento in cui pareva che questa battaglia di classe dovesse assumere l'aspetto di una crisi sociale-rivoluzionaria tale . da scardi nare dalle basi una delle nazioni più capitalistiche del mo ndo.
Gli esordi dello Sciopero furono contrassegnati da episodi' di violenza che avevano assa i di rado in precedenza accompagnato le lotte economiche del proletariato inglese. Ci furono gesti di violenza e di sabotaggio.' Jn un secondo tempo parve quas i certo· l'intervento a scopo di rincalzo di altre grandi federazion i di mèstiere e si delineò la possibilità di un gigantesco sciopero g enerale, ch e avrebbe paralizzato g ravemente l'economia e la vita inglese, · La _minaccia, che assumeva la preparaz ione paurosa di una catast rofe, dileguò quando i ferrovieri, all'ultimo minuto, disertarono la battag lia. Da quel giorno 1a sorte dei inìnatori fu decisa irrevocabilmente.
La sconfitta li attendeva e tutti i tentativi fatti nel terzo tempo per g alvaniZZare lo sciopero fallirono, mentre i l eaders responsab il i si esaurivano in lunghe, estenuanti trattati ve alla ricerca del compromesso finale.
Il bilancio d ella battag lia si ch iude con un passivo sp1ventoso d a parte dei minatori. Lo Stato, dal· punto di vista politico, ·non ha voluto diminuire la sua efficenza, in q uantoché aveva mezzi ed uomi"ni p er dominare e sch iacciare un' eve ntuale d egenerazione insurrezionalistica dello sciop ero; e , quanto alle g randi società minerarie, al capitalismo, insomma, esso è riuscito ancora ·u'na volta, grazie ali.a sua organizzazione e alle condizioni obiettive di fatto, a jmporre la sua volontà. la disfatta dei minatori jng fesi ricorda per la sua ampiezza quella della ConfedeI"azione G enerale del Lavoro di Francia, altre no n meno · gravi di altri paesi, ed è insieme- uno dei tanti infallibili sin• tomi che caratterizzano l'attuale periodo storico.
Fu detto che il capitalismo comincia adesso la sua .storia e che in og nì caso è ben lungi d all'ave re esaurito il suo comPito;· ora le ero- nache del movimento operaio internazionale di qùesti primi anni del dopoguerra sembrano confermare 1a tesi. Il mondo, è tempo di dirlo o di ripeterlo, va a destra e non ,già a sinistra, come opinano i cervelli anchilosati da vecchie formule. Il mondo va a d estra in Russia - proprio nella Russ ia che pareva volesse aprire l'epoca delle sinistrissime realizzazioni - quando Lenin confessa · , he colla ripristin'ata libertà di commercio rinasce il capitalismo; o quando si reca al Con• siglio_ superiore dell'economia presieduto dal noto Rikoff per garantire i capitalisti a proposito del ristabilimento delle industrie private e dichiarare non ostile l'atteggiamento dei commissari del po-polo e chiedere ai capitalisti una stretta collaborazione. Il mondo va a destra in Germania, dove tutti i p11tsch e scioperi generali comunisti sono pietosamente falliti; dove la vecchia « democrazia sociale », il famoso Stato nello Stato, si ·è frantumato e va frantwnandosi in una serie innwnerevole di partiti e di sette; nella Germania dove con un solo voto di maggioranza è stata approvata dal Reichstag la" sostituzione della bandiera repubblicana tedesca a quella imperiale. Il mondo gira a destra in Boem i.i, in Ung hcrfa, in Romania, in Polonia, in . Francia e in tutte le nazioni d'Europa.
L'evoluzione a ·destra si esprime attraverso ma~ifestazioni sia di indole economica o politica O a rtistica o iriorale. Anche in Italia il mondo gira a destra e basterebbe a do.cumentarlo la crisi préagonica in cui si d ibatte il comunismo indigeno, mentre il . Partito Socialista Ufficiale, stanco di masturbarsi in attesa ·del millennio, ~i ap presta a giacere sul letto della colJaborazione colla ·borghesia.
In realtà, quella che sta inaugurandosi non è un 'epoca dì sOvvertimeriti ulteriori, ma di «restaurazione » . Noi, modestamente, lo sentiamo, più per intuizione che per ragionamento, da un pezzò. Troppo si è distrutto e negato. C'è' stata dispersione enorme di valori morali e oggi assistiamo a forme vere e prop rie di dis.integrazione sociale, che fanno pensare a un crepuscolo di civiltà, Ma l e forze della restaurazione, le forze della vita sono in movimento.
Multa renascentur. MUSSOLINI
Da// Popolo d' Italia, N. 155, 30 giugno 1921 , VIII:
PREFAZIONE A « BARBARIE ROSSA»•
La documentazionè raccolta in questo volume, per quanto incompleta e frammentaria e senza glosse illustrative, esce dai limiti d ella semplice cronaca per ~ssu rgere_ a quelli della storia. Pagine di storia sono quelle che seguono; pagine di vergogna e di infamia, di fanatismo e di bestia]ità; pagine scritte col sangue e tali da disonorare per sempre il socialismo italiano. I due tristissimi anni seguiti alla nostra meravigliosa vittoria militare sono riassunti attraverso la nuda cronologia ·delle gesta criminali compiute dal gregge dei socialisti. I pastori di questo gregge avevano per lungo tempo magnificato_ l'ascendente educazione civile delJe moltitudini tesserate, mentre, alla realtà dei fatti, l'educazione appalesava una vernice superficiale, sotto la q uale bollivano e fermentavano gli istint i atavici della violenza. Per lunghissimi mesi tutto ciò che ricordava J'Italia e iCSuo sforzo vittorioso fu calpestato e profanato, in una t.regenda pazza di dissoluzione, ment re veni. vam:,, esaltati sino all'.iperbole gli uomini e le idee del socialismo moscovita. La cappa di piombo della tirannia rossa appariva infrangibile e ta le sarebbe perennemente rimasta in mezzo alla passiva rassegnazione universale di tutte le classi e di tutt i i partit_i se i giovani raccolti . nei Fasci di Combattimento non av~ssero im pegnato magn ificamente e mag nificamente vinto la battaglia.
Questa pubblicazione è diretta ai nostri nemici, i qu ali saranno costretti a rispecchiars i n elle l(?rO gesta bàrbariche; ai nostri ·amici, che vedranno in queste pagine raccolta la tempestosa storia del fascismo italiano; agli immemori di tutti i partiti, j quali, ora che il pericolo è definitivamente scomparso, paiono proclivi à. dubitare che sia mai esistito.
Questo libro è 1a rivendicazione stor_ica, solenne e inoppugnabile del fascismo. Dalle sue pagine una constatazione balza chiarissiffia ed, è questa: l'azione del fascismo ha salvato ·1a libertà e le fortufle del popolo italiano!
Mussolini
·• B1trb'ari, rowt. Riammto rronologi,o d elle prindp11li gnta ,omme11e diti Jo,ialisri italiani dal 1919 in poi - Edito a cura del C :[ornitato] C[entrale] dei Fasci Italiani di Combattimento, Roma, (Tipografia Socia le, vfa E. Q. Vi• scònti, 78] , 1921. ~I ·volume uscl nella terza decade di. giugno del i921.
In Tema Di Pace
Malg rado una certa innegabi le recrudes~enza di agguati comunisti - tipici e crudelissimi, fra ,gli altri, quelli di Firenze, d i Carrara· e di Grosseto - noi pensiamo che 1a guerriglia Clvii<: si avvia all'epilogo e che non è lontano il giorno in cui sarà scritta la parola « fine » a questo capitolo delJa nostra storia Non ci riferiamo soltanto alle invocazioni che sono partite dal Parlamento e che h allno u n' impoi:tanza notevolissima; ma a molti . altri ·sintomi che denotano uno stato d'animo generàle, il quale potrebbe essere riassunto in questo semplice dilemma : o si fin isce Ò si va al disastro nazionale .
La g uerriglia civi le non può; non deve dìvenire una specie di caratteristica della vita italiana poiché, se cosl fosse, l'Italia non avrebbe dinnànii a sé il glorioso avvenire di g randezza ·che noi vaghe&giamo e prepariamo, ma un ·avvenire d i tei:i,ebra e di sangue,
D'altra parte. il fascismo ha compiuto quella che sarà" chiamata dagli stOrici una vera e propria « rivoluzione nazionale».
11 bol5:Cevismo alla russa è liquidato. Una o. _due, ·o anche alt re sette possono dedicarsi a predicarlo , ma oramai il Inito leninista è • scomparso dall 'o rizzonte della coscienza proletaria. 1 segni abbondano.
L'It:>.l ia d el 192 1 è fond amentalmente d iversa da ·quella d el 1919. Lo s i è detto e dimostrato miJle voJte . Non b isogna che il fascismo abbia l' aria dì volere monopolizzare esclusivamente per sé il diritto di questo profondo dvòlgimento n az io nale; basta annoverare il fa. Scisma fra le forze p iù potenti e d iscip linate che hanno operato ·in quell a direzione Cosl delimitato il nostro merito, nessun u omo di nessun p artito può contendercelo.
Ora quale panorama ci si p resenta dinnanzi? 1l Part ito Socialista non ha più l'anima di un tempo: ridotto d i ferie, sia d al punto d i vista quantitativo sia da quello qualitativo, esso deve segnare ~I passo. Sulla questione del co11aborazionismo esso si dividerà ancora. Ci saranno fra pochi mesi ben tre partiti socialisti, e quattro anzi, se si mette n el mucchio ·anche il socialismo bissolatiano.
La Confederazione Generale del Lavoro potrà allora spezzare le pesanti ·cate ne che la tengono avvinta ad una sola ·determinata po litica e rivendicare la sua autonomia ideo logica e tattica. da tutti i partiti socialisti e non socialisti.
Questo gesto vorrà dire un !?asso verso la realizzazione dell'unità dél proletariato e· quindi la creazione . di un partito del lavoro, che ridurrà al minimo l'importa nza dei partiti politici socialisti.
Dire che un pericolo << bolscevico>> esiste ancora in ltalia significa scambiare per realtà certe oblique paure. 11 bolscevismo è vinto D i più: è stato rinnegato dai capi e dalle masse.
Cosl stando le cose è nece$5ario che il fascismo orienti la sua attività a seconda delle mutate condizioni di fatto; è necessario che acceda al tentativo' dì pacificazione leale e simultaneo, e ciò anche in·. conseguenza di quanto fu simprc, in molte occasioni, affermato dai dirigenti del fascismo: .e che cioè la violenza fascista era un episodio . non un sistema, e che il fasci smo sarebbe stato lieto di disarmare quando i suoi avversari avessero fatto altrettanto. i:: forse g iunta l' ora di tradurre in concreta realtà queste parole. Pur mantenendolo sempre strettamente inquadrato e . disciplinato, è tempo forse di mettere sul piede di pace il nostro esercito, che l)a vinto in pieno la sua battaglia Esulando dal terreno della violenza, che è antiumana anche quando è chirurgicamente necessaria, il fa~smo ha dinnanzi a sé altri scopi da raggiungere : e politici e spirituali.
Ci sono ancora da affrontare i problemi fondamentali della razza, che è minacciata dalla tubercolosi , da ll 'alcoolismo, da altre morbose degenerazioni, come quel « cocainismo » a proposito del quale si versa no fiumi d'inchiostro col risultato forse di generalizzare il desiderio o -la curiosità; ci sono i problemi dell'educazione delle nuove gt:nerazioni italiane ( educazione 6sica e in tellettuale); ci sono j problemi formidabiJi della nostra redenzio ne all'interno, con l'elevazione materiale e morale delle masse che lavorano col braccio e che bisogna assolutamente inserire intimamente nella storia della n azione; ·ci sono, infine, da agitare e d solve re i problemi non meno fo rmidabili dell'espan· sione ita liana nel mondo e tutto ciò accompagnato d alla creazione d i una casta politica ch e sia all' altezza d ei nuovi compiti stor ici delfltaHa .
Non c'è dunque da teme re e da credere che il fascismo, accedendo interamente e senza sottintesi alla tesi della tregua e della conciliazione, non abbia più niente da fa re e da dire. Anzi la lotta d i ieri è purtroppo da considerare come un episodio della missione del fascismo, il quale, dopo avere luminosa mente dimostrato il cOraggio ed il meraviglioso spirito di sacrificio ~ella gioventù arruolatasi nelle sue schiere, av·rà campo di sfatare in seguito tutte le superstiti d iffa~azioni landategli contro e di provare, jn altre. civili competizioni, che esso è un mirabile, perenne fermento di vita a salvaguardia su. prema della nnione oggi domani e sempre.
Roma. 4.
Questa mattina l'on. lvanoe Bonomi si è recato dal re, al quale ha sottoposto la lista del nuovO gabinetto, che il re ha approvato. Il nuovo ministero si compone_così:
PreJidenza, Interni ed « Interim » degli Affari E.Iteri: Bonomi prof. Ivanoe, deputato;
Calonie: Girardini avv. Giuseppe, ~eputato;
Giiutìzia: Roclinò avv, Giulio, deputato;
Finanze : Soleri avv. M arcello, deputato;
TeJoro: ·De Nava avv, Giuseppe, deputato;
Guerra: Gasparotto avv. Luigi, d eputato;
Marina: Bergamaschi ing. Eugenio, senatore;
J11r11zione : Corbino prof. Mario, senatore;
Lavori Pubblici: Micheli dott. Giµseppe, deputato;
Ind111tria e Comm erdo: Belotti avv. Bortolo, deputato;
Agrfro/Jura: M auri avv. Angelo, deputato;
Lavori e Previdenza sodale: Deneduce prof. Alberto, deputato;
Po1te e Telegrafi: Giuffrida prof. Vincenzo, deputato;
Rfro1tr112ione delle T erre liberate: Raineri .dott. Giovanni, d eputato.
Il preside nte del Consiglio, on. Bonomi, ha as.sunto J'inurim degli Affari Esteri in attesa della risposta del nob. Pietro Tommaso D ella T orretta
Ii nuovo ministero è dunq ue composto politicamente da d ue riformisti : Bo· nomi e Bencducc; 1re popolari: Rodinò, Micheli, Mauri; tre democratici sociali : Gi.rardini, Giuffrida. Gasparotto; tre democratici liberali : Solcri, De Nava, Raineri; un liberale d emocr atico: Be[otti ; d ue senatori: Bergamaschi e Corbi no.
Questa, secondo l'ufficiale comunicato d ella Stefani , 1a lista degii uomif!i che da oggi cominciano a governare l'Italia. .
La perfezione nel mondo è una cosa irraggiungibile, ma questò ministero è la cosa men'o perfetta che sia lecito immaginare. L'on; Bonomi, deciso a comporre un ministero, c'è riuscito; ha cioè allineato in bell'ordine la teoria dei suoi collaboratori: e un ministero è nato. Ma uri ministero non è necessariamente un governo e quello dell'on
Bonomi appare il più defic~nte fra tutti i governi che potevano uscire dall'attuale calderone d i Montecitorio. Deficente per. i nomi: agli Esteri sarà probabilmente il solito diplomatico di carriera che l'on. Bonomi ha scovato dopo aver postulato a tutte le ambasciate d 'Italia. Noi ab·
. biamo ammirato e ammiriamo l'alto pa~riotti smo dell'on. Girardioi e non dim~ntichiamo il discorso coragg ioso in difesa dell'interventismo e· di esaJtaziOne della· vi ttoria pronunciato da lui nel Parlamento d i Cagoia; ma dubitiamo che l'on. Girardini abbia l'energ ia sufficente per reggere il ministero delle Colonie, delle nostre Colonie, che sono poche, ma abbastanza preoccupanti, a cominciare da quella libica.
L'on. So1eri non ha fatto · buona prova come. sottosegretario agli Approvvigionamenti; ragione per cui. passa a reggete Uno dei mini• steri più delicati in questo mome nto: quello delle Finanze.
L'on. Rodinò dalla Guerra passa alla Giustizia, per fare pòsto all 'on. Gasparotto, che vede, rnalmente, réalizzato il suo ideale! Avendo VO· tato « ni » in tema di politica estera; l'on. Gasparotto h a dimostrato luminosamente la sua capacità di" ministro e anche il s uo coraggio di uomo politico.
Non abbiamo il piacere di conoscere l'on. Corbino; abbiamo un sacro terrore dell'on. Giuffrida, pericolosissimo portatore di speciali bacilli micidiali, che hanno nome globale di « socialismo di Stato» ; i veneti dicono molto bene dell'on. Raineri e Jo hanno rivoluto al ministero; l'on. Beneduce ha i numeri, come ingegno e preparazione, per_ assai. vere il suo comf'ito meglio di quanto non abbia fatto l'on. I.abriola; l'on. Micheli ai Lavori Pubblici significa la curée per le cooperative bianche; da ultimo cofltestiamo all'on. Bortolo Belotti le qualità di un buon ministro dell'Industria italiana.
Il Governo può raccogliere una maggioran2a? Si può rispondere affermativamente, in base a calcoli puramente parlamentari, ma in ogni caso si tratta di una maggioranza assai esigua, che non dà assicura· z ioni·· durature. Il dosaggio della partecipazione è stato fatto· con tutte le regole della farmacopea ministe riale. Si comprende che i popolari abbiano tre ministri : ciò è i n relazione colle forze di cui dispongono nel Parlamento e delle altre che raccolgono nel paese. Ma tre ministri per il Gruppo parlamentare ri fo rmista, Che ha ventisei deputati e nes. suna forza politica organizzata nel paese, ci sembrano troppi. Altrettanto dicasi deI!a democra~ia liberale, la quale non ha forze organizzate nel paese; e della democrazia sociale, creata affannosamente dall'on. Gasparotto per àrrivare a un portafoglio intero o magari a un sottoportafoglio." Ma la democrazia sociale nel paese dov'è? :B allo stato di nebulosa o di vaga aspirazione. Come organizzazione non esiste.
Dal punto di ·vista degli uomini, questò ministero è poco sostenibile; dal punto di vista deJle forze reali del p·aese,' esso è campato ·in aria, paiché fascismo e socialismo restano ancora fuori della porta. Si salverà col programma? quello che vedremo alla riapertura· d ella
Camera, Ma: il p rogramma è il meno: ~i sarà la forza e la volontà di realizzarlo? '
Nel complesso, l'impressione è che il mi nistero dell'on. Bonomi è una specie di Governo di ripiego, di transazione, che rimarrà in. p iedi il tempo su fficente per permettere la formazione di un altro· Governo che sia maggiormente. all'altezza d ella grave e perigliosa situazione.
Mussolin I
D a /J Po polo d'Italia, N. 1'.59, 5 luglio 1921, VIIJ.
La Pace E Il Resto
In tema di disarmo e di pacificazione, prima che s i. creino delle leggende, è necessario stabilire, anche dal lato cronologico, la semplice verità d ei fatti,
Primo tempo. Chi scrive queste linee, nel suo primo discorso par· fomentare ripeté ai rappresentanti del socialismo italiano quanto gli organi u fficios i del fascismo hanno detto e stampato mille volte: di sar· mate e noi d isarmeçèmo; ·finitela . di vomitùe calunnie infami ed idiote Contro di noi; smettetela di armare il braccio ai criminali in agguato dìetro le siepi;° rientrate nel campo d ella ragione e della umanità e noi faremo altrettanto perché non siamo degli esteti delfa violenza e dete· stiamo la guerra civile.
·A questo discorso rispose Turati.
In un secondo tempo, due deputati fascisti, gli onorevoli Giuriati e Ace1bo,~e due deputati socialisti, g li onorevoli Ellcro e 2.aniboni, si sono incontrati e· hanno ripreso il tema scottante di attualità. Questi quattro signori non avevano ricevu to mandati precisi per accedere a trattative di sorta: Tinìziativa era strettame nte personale. Dai colloqui e cont atti dei quattro è uscito un p rogetto o schema di accordo, ·che è stato approvato i n tesi di massima da alcuni dei leaders delle opposte fazioni.
I giornali, conosciuta 1a notizia e nel lodevole intento di determinare stati d'animo volti alfa .pace, h anno definito un trattato quello che è un semplice progetto di . accordo; e,· in secondo· luogo, lo hanno annunciato come approvato e ratificato, rilcntre invece gli organi responsabili non si sono ancora pronunciati in inerito.
Ora, rordine del giorno votato dalla direzione dd Partito Socialista e pubblicato dall'Avanti! di ieri, conferma che gli onorevoli Ellero e Zaniboni hanno condotto trattative preliminari; rivela che i predetti deputati hanno chiesto l'autorizzazione del Pia; t;-, infine, annuncia che la direzione del medesimo si è rifiutata di « accordare il chiesto consenso » che gli onorevoli Ellero e Zaniboni avevano invece ottenuto dal direttorio del Gruppo pada~entare socialista.
Ci sarebbe dunque un dissidio fra direttorio del Gruppo parlamentare s·ocialista e direzi~ne del partito.