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OPERA OMNIA DI BENITO MUSSOLINI
Però, dal commento dell'Avanti/, traspare che a nche la direzione del partito non è aliena dall'entrare nell'ordi11:e di idee e:he chiameremo di pacificazione.
Quanto alla Commissione esecuti va dei Fasci, l'ord ine del giorno pubblìcato ieri e votato alla unanimità dai presenti (Rossi, ·MarineIIi, Mussolini, Aversa, Besan.a, Aogiolini), precisa nettamente Ja posizione del fascismo italiano. Da tutto ciò risulta che nessun.o ha l'intenzione di p recipitare i tempi, col rischio e pericolo di fabbricare su l~a sabbia e dì aggiungere agli innumerevoli trattati d i pace diplomatièa, ch e non h anno dato la pace al mondo, un altro -trattato che non darebbe - se fosse intempestivo, prematuro e insincero - la vera pace all'Jtalia. In .ogni caso, lo schema d i patto pubblìcato d ai giornal i manca della parte più importante: le condiz ioni o clausole, e non è definitivo circa i mezzi e i modi della esecuzione. Di tutto ciò si occuperà esauriente· mente il Consiglio nazionale del fascismo nella sua prossima riunione di Roma.
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La breve pausa non, nuocerà, perché in questi g iorni 1a recrude· scenza o meno delle violenze costitllirà .un indice segnalatore d ello stato d'animo dei nostri avversari. Riasswnendo:
1. L'avvento di una tregua e d ella'. pace è desiderabile e necessario per vario ordine di motivi nazionali e umani.
2. I fascisti non disarmeranno se non saranno fo rtemente cau telati e- se i . socialisti non accetteranno talune condizioni che i fascisti dovranno avanzare e sostenere.
Da ultimo, una diversa applicazione di q~ello che si suole chiamare il « dinamismo fascist; » non vorrà dire la smobilitazione del fascismo. · Al contrario ! La recent·e agitazione contro il c~ro-viveri ha dimostr ato che i~ fascismo h a ·molte possibilità d'aiione. Non c'è pericolo ·ch e il fascismo resti .... disoccupato; no n c'è pericolo che le n ostre meravigli(?SC legioni non abbiano più n iente da fare.
Qui, su queste colonne, sono stati fugacemente accennati i compiti g randiosi che le ·generazioni fasciste dovranno affrontare; d'altra parte la ·nostra rig ida, controllata, inquadratissima milizia civile non potrà, non dovrà smobilitare, in 9.uanto essa rappresenta la più sol ida garanzia d ella nostra pace. '
Fascismo significa che a mutate condizioni di fatto, nuovi atteggiamenti s'impongono : se non è più ·necessa rio il piombo e il petro lio , bisogna avere il coraggio di riconoscerlo e di agire in conseguenza.
Comuòque, pace o non pace, sin da questo momento bisogna affermare - significativo a · tale proposito il deliberato dei fascisti veronesi! - che la rappresaglia dev'essere adeguata all'ingiuria ricevuta; ch e bi· sogna à.ssolutamente spogliare l'esercizio della nostra violenza da .tutto quanto è personalistico; che bisogna dis~inguere fra le vari~ specie dei nostri nemici i meno pericolosi dai più d elfoquenti, g li ingenui ingannati e i furbi mistificatori.
Due anni di lotte hann~ dimostrato che il fascismo è invincibile. Può essere generoso, perché ha provato di essere forte; può accettare la pace dopo aver dimostrato Òon soltanto la sua bellicosità, ma il più idealistico spirito di sacrificio,
D a Il Popolo d'llalia, N. 160, 6 luglio 1921, VIII
La Scelta
Nel nostro articolo di ieri abbiamo messo a posto le cose, prima che si imbrogliassero maledettamente. Non . esiste un trattato di pace fra fascisti e socialisti; e tanto meno un trattato di pace approvato. Esiste un progetto di accordo. Nient'altro. Prendiamo atto dall'A vanti! di ieri che nell 'ordine del giorno della direzione del partito c'era un errore che capovolgeva il senso del periodo; prendiamo att~ dunque che anche Ja direzione del Partito Socialista ha autorizzato gli onorevoli Zaniboni ed EJlero ad intavolare trattative. Anche la direzione del Partito Socialista non è dunque contraria ad un acco rdo. M a d opo il comizio romano di ieri, ci domandiamo se vale la pena di intraprendere ulteriori trattative. Si è dunque costituito a Roma, col titolo dì Comitato di di fesa proletaria, il fronte unico antifascista, che va dagli anarchici ai repubblicani. Si è t enuto _un comizio, al quale hanno partecipato quegli stessi socia• listi che sembrano vÒgliosi dì pace. In questo comizio hanno debuttato i falsi arditi del popolo, che sono, in realtà, gli autentici arditi dell'immondo Cagoia. Dopo di che si pone ai deputati fascisti il quesito se dopo aver defenestrato da Montecitorio Mìsiano, non sia il caso di ributtare n elle fogne d eJia stessa piazza il porcino basilisco. Se i socialisti fossero stati veramente animati da sensi di pacificazione non avrebbero aderito ad un comizio antifascista. Questo gesto è decisivo. Strappa le maschere. Li rivela nella loro ipocrisia di falsi paci• fisti. Gridano « bono fasci sta » per aver sa lva Ja g hi rba, e po'i piantano il pugnale nella schiena deJl'ingenuo che ha creduto in loro..
Ci sono dei fasci_sti che si sono allarmati, credendo che ì d irigenti avessero precipitato gli eventi. Eh no. Conosciamo i nostri nemici. Niente sarà fatto prima del giusto tempo. Non uno solo dei nostri disar· merà, priina che gli altri tutti abbiano disarmato. Il disarmo è possibile, ma è già inteso che il fascismo non « smobiliterà » mai. Sarà sempre un esercito. Dal piede di guerra passerà a quello di pace, e viceversa; ma sarà sempre inquadrato, disciplinato, prontissimo.
Mentre i nostri nemici si incanagliscono vanamente contro di noi sotto l'egida del ministro dei disertori, il fascismo perf eZiona in tutti ··i sènsi la sua mirabile organizzazione. Si costituiscono le fe d erazioni provinciali, si moJtiplicano ì nuclei, si migliorano i collegamenti, i con· tatti e in genere tU:tto l'attrena.mento spirituale. Ogni manifestazione fascista è grandiosa. , Contro di noi cozzeranno invano tutti i nostri nemici. Schianteremo, quando lo vorremo, il loro fronte unico. Scelgano, dunqu~. i nostri nemici. Siamo pronti alla pa"ce, siamo pronti alla battaglia.
Mussolini
Da Il Popolo d'Italia, N. 161, 7 luglio 1921, VIII.