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DOPO TREVISO

Un Manifesto Dei Fasci

Treviso, 15.

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I fascisti hann·o pubblicato nel pomeriggio il seguente manifesto: f< I lascisd oggi hanno voluto · da.ie una lezione,

«Ciuadini!

« A.i sodai distruttori Bergamini, che, con l'animo di g ig lio, bivaccavano nelle loro sedi armati di bombe e fucili e cinicamente domandano pace.

« Anche pci comunisti bianchi sia di monito la nostra dimostra:done di fc-de e di forza.

« Sappiano tutti che noi non sopportialllo, né permettiamo che ai nostri amici di fede siano rivolti insulti, minacce e persecuzioni.

« Noi siamo tutti giurati per la morte per la difesa dell e nostre idealità.

« Noi ai vigliacchi non chiediamo mai pietà, ma mettiamo -nella bilancia il nostro sangue, che anche questa mattina ha tinto di vermiglio le carni dei nostri arditi. Saremo sempre pronti per accorrere in difesa di Treviso. Ricordatelo!»

Gli episodi di Treviso hanno scatenato la controffensiva antifascista, che abbraccia, oramai, tutti i partiti e frazioni di partiti. Se i fascisti del luogo e gli altri ~he mossero verso Treviso, avessero , prima della sped izione, informato l'opinione pubblica italiana, non ci sa rebbe l' attuale can-can antifascista. Erano mesi e mesi che la R.iscoua dell'on. Bergamo sputava calunnie su calunnie cont ;o il fascismo e i suoi uomini. Non era la semplice ed onesta critica alle nostre idee, ma l'espettorazione rabbìosa e stupida di tutti i più f etidi luoghi comuni _del pussismo italiano. Se i fascisti si son decisi all'azione, è veramente segno che 'la misura era colma!

D'altra parte, assistiamo a ima mont.itura colossale. Si parla di « Treviso messa a ferro e a fuoco>>. Dopo di che i morti e i feriti dovrebbero essere migliaia e la città dovrebbe essere ridotta a un mucchio. di fu. manti macerie. Orbene, malgrado i titoloni della Voce, cosid~etta re• pubblicana, di morti a Treviso non cc ne ·sono stati e i. feriti nOn arrivano alla dozzi na e la. metà· sono fasciSti ! Ma bisogna calcare le tinte, battere i colori chiassosi. sul quadro; per stimolare . l'antifascismo d ei repubblicani, che non dimenticano le infamie e le barbarie rosse! De- gna d.i rilievo è anche la diversità nel « tono» delle divecse prot~st~. Le organizzazioni popolari di Treviso gettano fuoco e fiamme e pretende rebbero - paverini ! - le dimissioni dei minis~ri popolari ....

Ma il seg retario politico d el Partito Popolare, don Sturzo, calma i bo1lenti spìrìti dei poco cristiani popolari di Treviso · con questo telegramma doccia fredda:

Partecjpo vostra protesta contro vandalismi a danno Pidve e Uni one dr!l lavoro, Ministro dell'Interno mandato ispettore generale anodare resporisabilità. Occorre riprist ino ordi ne, vita civile, dando esempio volontà pacificatrice, insieme alto zispetto Jibertà. civili e senso dignità. politica contro violenza. Te!egrnfato on. Ferri per inchiesta: Saluti. Segretario politico Sturzo.

Questo telegramma è misurato ed è una lezione contro i demagoghi neri di T1eviso, i quali non hanno mai dimost rato « una volontà pacificatrice». · t i nuti le! n·discorso pronunciato dall'on Bonomi non è un grande discorso ed è. soprattutto deficente in mate ria d i politica estera.

Assaì d ifficilmente si perverrà a disarmare materiaJmente, se prima non sarà cessata· l'infame oper~ di denigrazione del movimento fascista.

D a /{ Popolo · J'Itttlirr, N. 169, 16 luglio 1921, VJII (,).

ROMA. 18, notte.

Notevole nella prima parte è l'affermazione che il trattato di Rapallo dovrà essere eseguito con una maggiore fermezza nella tutela degli interessi _e dei sentiment i italiani, i quali sull'altra sponda del1'Adriatico rappresentano Uf!. patrimonio di civiltà e di cultura; il che significa, a nostro avviso, che lo sgombro della terza ed ultima zona dalmatica non avverrà se prima non siano state applicate da parte jugoslava le garanzie contemplate a favore delle minoranze italiane del trattato di Rapallo.

Importante, a proposito di Fiume, è l'affermazione che i confini deI1o Stato, e quindi i problemi portuali, saranno decisi in tre. Finalmente si riconosce -e si doveva fa rlo anche prim~ di Rapa11oche lo Stato indipèndente di Fiume non è indipendente se gli si in ibisce di intervenire nella discussione dei problemi che lo riguardano.

NdJ'attesa che si addivenga a lla costituzione di un · Governo fiu· mano regolare, l'importante è che non si commettano atti di violenza cont ro il manipolo che presidia Porto Baross.

Molte altre questioni urgentissime di politica internazionale non sono state ne mme no sfiorate dall'on. Bonoml. Confidiamo che il nuovo ministro d egli Esteri Co lmerà questa lacuna.

La parte econòmico-finanziaria del discorso si riassume in questa linea fondamentale: tutta l'antieconomica e demagogica legislazione fiscale avanzata da Giolitti deve es.Sere riveduta, ed in parte soppressa, perché ha già inferto danni terribili all'economia nazionale.

Jn tem:1. di politica interna, J'on. Bonomi si è diffuso sull'argomento della pacificazione e ha · riafferma~o la volontà del Governo di applicare rigorosamente Ia legge contro le .fazioni in lotta. Non ci abbandotliamo a postillare questa parte del disco rso, poiché le. tratta· tive per la pacificazione non sono a ncora · definitivamente spezzate.

L'ultima parte del discors? è d iretta particolarmente ai socialisti o, meglio, ai «conf ederal i » . Vi è un accenno fugace ai p roblemi chC interessano i l mondo operaio, dalla cooperazione alla creazione di un Consig lio nazionale del lavoro, rui sarebbe delegata la preparazione di tutti i p rogett i di legislazione. sodale, la Camera ha accolto .freddamente jJ discorso dell'oo. Bonomi e, se gli applausi costituissero da soli un indice della situazione, il ministero Bonomi potrebbe già essere ritenuto come liquidato. Ma, data la situazione parlamentare e quella del paese, è assai probabile che il ministero riuscirà a raccogliere una maggioranza che g li serva da viatico fino all'autunno.

Di quì a tre mesi, ad ·opere compiute, Ja ·maggioranza diventerà più solida e più larga o si avrà una nuova crisi, il cui sviluppo e Ja cui soluzione dipenderanno dai congressi dei grandi partitì polit ici, ch e si ~nnunzia no imminenti.

La Destra non ha ancora irrevocabHmente d eciso il suo · atteg· giamento.

MUSSOLINl

Da Il Popolo d'Italia , N. 171, 19 luglio 192 1, VIII.

MuJJolini riferisce intorno alla riunione dei tre direttori della Destra, i quali sono in linea generale ori.entati verso una benevola attesa

Parlano in 1eg11ito vari oratoa1 fra cui gli on. !Anfranconi, Misuri e Sardi .

Una astensione motivala è proposta da Terzaghi.

Ostinelli parla per ricordare soprattt11to- la necessità di pemare alla rico1truzùme economica.

E slato quindi rinaminat o il Jema della pacificazione.

L'on. Mussolini si è diffuso ad i /lustrare la situazione politica, dimo1trando che, se dalla parte avveisaria v i è una sincera disposizione per la pace interna, da- parte fascista non si devon?' frapporre ostacoli.

O viglio dice che nel/iambiente bolognese non si incontrano simpatie.

Pighe1Ji non crede alle fommle .

Terzaghi n on rifiuta le trattative locali, né quelle generali.

Parl,mo quindi Celnia e Misuri, il quale riferisce .rulla pace Jtipu/ata a Foligno dop o lo sbaragliamento degli arditi ro.rsi.

Mussolini si leva nuovamente · a. parlare, dicendo chè la situazione generale_ d~l paese è molto difficile, anche perché sono sopravvenute g ravi difficoltà economiche e sodali. La pace di Foligno è un episodio e pertanto non è suffi.cente per Je necessità del paese. Un'oasi di pace

* Riassunto d elle dichiarazi oni fatte a Roma, nell'aula di Montecitorio riservata àl gruppo parlamentare fascista, la mattina del 19 luglio 1921, durante una riunione del gruppo stesso.

Nella riunione del gruppo parlamentare fascista del 28 giugno, era stato approvato il seguente ordine de! giorno presentato da Mussolini:

<oc Il GrMJ,po pulament.ire /auis/a d1ma nda al direJJ~io di ùwigiJ..,, Ju/. /'andament o , 111llt1 10J11rione d,Jla friJi 4'/ù"hé q11t1la non Jbouhi in eo-mbinazioni di 11omini o di elementi antinazionali , invira il dire/Iorio a em,vor#f't il Gruppo in u.10 di n, uuità , a risi,dtre in permanenza a Roma dur11111, /11 rrhi » (Da li Popolo d' Italia, Nn, 154, 172, 29 giugno, 20 luglio 192 1, VIII) in mc220 a focolai di guerra non p~ò avere influenza determinante sulla vita nazionale. · Noi accederemo alle trattative di valore conclusivo, per giungere ad · una convivenza civile fra 1c fazioni in lotta, se dalla parte avversaria sarà dimostrata una sincera disposiz ione per !a pace*.

• <( Viene quindi approvato il seguente ordine del giorno presentato dall'on. Coda, con alcune modificazfoni suggerite da Mussolini: ·

« "Il Gruppo parlamentare fascista, considerando che la situazione del paese esige una uegua per dedicare tutte le energie nazionali ai problemi generali della ricostruzione et:onomica e morale e a quello spc<i6co e urgtntissimo della disoccupazione; mentre confida. che uno spirito volenteroso di reciproca lealtà renda possibile ed efficace le trattative' di paci6cazione; riservata ogni decisione concreta al Consig lio nazionale dei F:LSci, esorta nell'attesa tutti i fascisti. italiani ad astenersi da ogni atto di foaa non strettamente 'imposto da una necessità di legittima difesa" • · (Da li Popo/o .d'ltt:tlid, N . 172, 20 luglio 1921, vun.

Alla Svolta

ROMA, 19, noi/e,

L'ordine del giorno che in tema di pacificazione è stato ~otato alla unanimità d al Gruppo parlamentare fascista e che i nostri lettori troveranno nella cronaca parlamentare, è un passo verso la chiarificazione delle responsabilità 1:: stolto affermare che i fascisti siano apriorist icamente contrari a trattative e ad accordi di pace. I voti intran, sigenti di taluni Fasci sì spiegano perfettamente con situazioni locali esasperate da recentissimi e sa nguinosi conflitti. Noi:i si può pretendere dai fascisti . fiorentini, mentre è ancora caldo il cadavere dd povero Foscari, una precipitazione o una accettazione subitanea della tesi che ·chiameremo pacifista, l fascisti non ·sono, non devono essere pregiudizialmente cont rar i alla pace, come non sono e non devono essere pregiudizialmente contrari alla guerra. B tempo di dimostrare coi fatti quello che parecchie · volte fu stamp~to e proclamato: che se g li altri realmente disarmano noi dobbiamo e possiamo fare altrettanto. "E. tempo di mostrare a ll'opinione pubblica italiana, la quale segue in questo momento con una certa ansietà e preoccupazione le sorti del nostro movimento, che noi siamo pronti anche alla pace dopo avere condotto la guerca e strappato la vittoria. Bisogna dimostrare questo spirito di pace e fare ricadere sugli altri tutte le. r~sponsabilità e le conseguenze - d "ordine umari.o e nazionale - che d erivano d al procedimento indefinito d ell"attuale situazione. Se a mezzo di un trattato di . pace o con altri esperimenti si arriva a riportare la compet izione politica su di un terreno di reci proca. civiltà, è un bene per tutti, compresi i fascisti; se a questo non· si a rriva, e per colpa altrui, il fascismo ha la Coscienza tranquilla dinanzi alla nazione e dinanzi alla storia.

Del resto, alla intranSigenza di taluni Fasci più direttamente e sanguinosamente jmpegnati nella battaglia, fa riscontro 1a transigenza di altri Fasci, che hanno già stipulato - come a Viterbo, a Foligno e altrove - dei patti d i pacificazione locale.

Bisogna prescindere dall~ situazioni locali che possono provocare situazioni di trans igenza o di intransigenza per ascendere alla situaziòne ienerale e sintetica del problema e per inquadrare in un eventuale patto nazionale le piccole intese locali.

Noì ci sentiamo fortissimi per qualità e quantità; n essuno può il• · ludersì di schiantare con la violenza o con l'insidia il nost ro movimento: abbiamo violo. Nessuno può contestafe la noStra vittoria e· po· litica e morale. Mentre la tregua e la pace consacrano la nostra vitto"ria, esse ci permettono di rivedere, migliorare, perfezionare, la nostra organizzazione individuandola e sagomandola sempre più nettamente; ci permettono, ci danno il tempo e la tranquillità necessaria per la elaborazione di un programma di ricostruzione politica ed economica; ci consentono di dirigere verso altre manifestazioni nobilissime - e dello spirito e del corpo - il travolgente dinamismo delle nost re milizie. Potremo anche· dimostrare che oltre alla. Thivenot sappiamo maneggiare le ideè, e che le nostre anime hanno la stessa elasticità dei nostri m~scoli e che coraggio e freschezza ed impeto ed inteJligenza non ci mancano, anche quando si tratti di marciare . nei campi della filosofia o espugnare le città dello spirito.

Ed ancora bisogna far sapere a tutti i fascisti che la nostra non è, non può essere una pa;x que/conque di modiglianesca memoria; che noi non ci faremo a nessun costo mistificare e che anche, domani come ieri, sempre saremo « vigilanti >> sulle fortune della nazione.

Noi · pensiamo ·che i fascisti tutti - dal primo · all'ultimo, qùale si sia l'esito d elle trattative di cui si occuperà nella sua odien:i.a riuniòne il Consiglio nazionale dei .Fasci - daranno prova solen ne del loro spirito di discip lina.

Da li Popolo d'ltalia, N. 172, 20 luglio 1921, Vlll.

Dopo Il Voto

Alcuni giornali di Roma, allo . scopo forse di drammatizzare a lquanto la .loro cronaca, hanno parlato di una tempestosissirria, « agitatissima » riunione del Consiglio nazionale dei Fasci. Niente di più falso. La riunione è stata la più calma di quante furono tenute dall'inizio d ella nostra attività.

Non ci furono incide nti .di sorta; d iscorsi appassionati, ma contenuti sempre in una linea superiore al fatto personale; l'assemblea fu mirabile di compostezza, di serenità, di equilibrio; come è stata mirabile la prontezza cOlla quale; dalle più lont~ne region i d ' Italia, si è accorsi all'appello di convocazione.

Almeno dal punto di vista della d iligenza , della assiduità e della resistenza lo stato maggiore dell'esercito fascista· funziona. Diciamo intenzionalmente «resistenza·», perché la discussione, cominciata alle 21, si è protratta fino alle 4 del mattino; e quando i delegati sono usciti dai saloni dèll'hOtel BriJtol, gentilmente concessoCi, i chiarori delJ' alba si delineavano aJl'orizzònte.

Fin qui la cronaca, che può inte~essare, ed interes~a certamente, il nost ro pubblico, in quanto gli d imostra che non prendiamo deliberazioni ·affrettate. Data la delicatezza estreina degli ,argomenti e d ato che ci troviamo sul terreno delle trattative, non ci è concesso d are il testo stenografico dellà. dis"cussione e nemmeno un ampio resoconto. Ciò potrà avvenire a situazion e chia rita in un tempo o nell'altro Ci limiteremo a nota re ch e ancora una volta il fascismo è stato unani me.

L'ord ine ·del giorno Mars ich, convertito all'ultimo momento iri una dichiarazione di Voto alla quale si associarono due o tre delegati, non è antagonistico a quello d.i Mussolini.

la riunione è stata «unanime» nell'affermazione ·che occorra sfabilire sollecitamente condizioni di tranquillità in tutto H paese Il dissidio si riferiva ai mezzi: e cioè mentre Mussolini e l'enorme maggioranza dei delegati ritenevano non inutili, 3. scopo di pacificazione, trattath1e dirette coi partiti avversi ed eventualmente anche 1a stipulazione di un vero e proprio trattato di accordo, l'esigua ·minoranza, rappresentata dall'avv. Mars ich , considerava le trattative e gli accòrdi superflui ai .fin i della pacificazione, la quale dovrebbe risultare d al-

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