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1 NUOVI ORIZZONTJ DEL FASCISMO*
('I). Su la porJata e sugli f//etti dell'odierno Jrallalo di pacifica· zione, ho vo/uJo 11dire oggi, subito dopo la firma di esso,.. il pemiero del <<leader>> del f,1.JCiJmo italiano1 Benito MuJJolini, il qtld!e mi ha faJto le 1eg11enti dichiarazioni: lo comprendo e mi spiego perfettamente le preoccupazioni di taluni fascisti di particolari regioni : vi sono deg li equivoci che conviene immed iatam ente diradare. li trattato di p acificazione non significa un embraJSom no11s u niversale, an èh e perché ì comunisti non ne hanno voluto sapere ; contro di essi quind i noi dobbiamo· restare vigili ed in arffii. bilitazione di tutta quella parte militante del fascismo nella quale si raccoglie la miglinre giovinezza d ' Italia.
- t inutile diffondersi in valutazioni analitiche delle clausole del trattato di pace. Jo continuo a ritenere che esse segnano Ùna Vittoria per il fascismo italiano e ciò anche per le ragioni che ho esposte in un mio articolo _ sul Popolo d 1Jtalia Certo la p ace poteva ess~re det tata a condizioni più dure un mese fa; prima cioè che la stella del fas~ismo, che aveva brillato per tanto tempo all'orizzonte,· impallidisse un po' per i fatti di ·viterbo, di Treviso e di Roccastrada. Aggiungò anche che il· contegno di taluni fascisti che invece di attendere con riserbo l'esito deHe trattative le hanno svalutate in anticipo con intempestive dichiarazioni, h a pesato non poco sulJe trattative stesse. Io r itengo tuttavia che i fascisti di tutte le regioni, davanti al fatto compiuto, accetteranno il trattato · ed eviteranno di precipitare il fascismo in u na crisi che avrebbe il _risultato di annullare Ja portata pol itica e morale del trattato di p ace.
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Non si <leve pensare che cesserà 1a nostra opposizi~ne teorica e pratica al Partito Socialista, appunto perché intendiamo a ncora di combatterne le dottrine filosofiche ed economiche, nella Joro applicazione pratica, specie se lavorerà sotto la forma di un socialismo- d i Stato . Né si deve pensa re che il trattato di pacificazione significhi la smo.
• Intervista concessa a // Re110 del Carlino, il 3 agosto 1921. (Da Il Reit o del Carlino, N. 186, 4 agosto 192 1, XXXVII). (Il resoconto dell'intervista è pubblicato anche_ su l i Popolo d'Italia, N . 185, 4 agosto 192 1, VIII).
Il trattato di pacificazione risolve la crisi del fascismo, nel senso che l'elemento politico avrà d'ora innanzi la netta e decisa egemonia Sull'elemento dirò cosl « militare»
In altri termini,• le squadre di azione devono essere una emanazione del fascismo, non già una sopraffazione o una sostituzione di esso. E credo che il ,fascismo potrà applicare le sue energie nei campi deJla critka politica, nei campi di tutte le manifestazioni sportive e potrà conservare così tutte le sue caratteristiche di movimento spregiudicato che lo hanno fin qui contraddisti nto.
Il risultato più tangibile della pacificazione è la rottwa del fronte unico che si era venuto formando in questi ultimi tempi contro i ~asc isti, e che andava dai popolari agli anarchici. Due mesi fa la fo rmula poteva essere questa: ·picchiare nel mucchio; oggi doveva essere quella: dividere il mucchio. Questo risultato è ottenuto. I ingenuo crede re che la pacificazione stipulata sulla carta possa divenire un fatto compiuto immediatamente in tutte le regioni d'Italia. E innegabile però che ci sarà la creazione di uno stato d'an imo di pace, che, a poco a poco, ristabilirà l'equilibrio. così potentemente e lungamente turbato.
E da -prev"edere, date le lunghe polemiche che hanno preceduto la firma del trattato di pace, che i comunisti ne approfitteranno per rinnovare le accuse contro gli elementi co nfederali e contro il Partito Socialista. C'è qualche confederale che prevede anè:he,- dopo le incursioni fasciste dei teinpi passati contro le Camere del Lavoro, le inCUrsioni comuni.ste dei tempi futu ri e forse. non tanto lontani.
11 tiattato di pacificazione avrà a nche ripercussioni. all'estero, dove veniva esagerata a colori chiassosi la cronaca ·della situai ione politica interna ital iana. Può anche da rsi che· quC'sta lotta, che ha diviso così ferocemente italiani e italiani, sia stata un segno di grande vitalità e niente .affatto un sintomo di decadenza e di sfacelo. Solo una razza gagliarda e forte, solo degli uomini passionali e devoti a delle idee, potevano così a lungo battagliare. Il risultato può essere paragonato ad una rivoluzione, in quanto ha modifiçato violcÒtcmcnte uno stato d i fatto: liberando l'Italia dall'incubo del bolscevismo e riducendo il socialismo politko dalla sua go_n6atura dì domiri.atore incontrastato, alfa normalità di tutti gli altri partiti pol itici.
A qu esJo punto ho rivolto a!J' on. M ussolini .la domanda scabrosa.... . pt r la quale, in fondo, avevo 10JleciJaJo l'intervhta: ·
- E quale sarà1 onorevole, il vostro atteggiamenJo personale, qua• /o ra il fascismo, ·nelle sue f uJure ma~1i fesJazio~i locaJi1 d imosJrau e di non voler Jenere fede al patto d i pace da voi f irm at o oggi ?
- :B semplicissimo. Io ho fondato il fascismo il 23 marzo 1919. E mi sia concesso di protestare vivamente contro una lettera dell'Idea Nazionale, secon do la quale il fascismo sarebbe nato a Bolog na alla fine del 1920 ! t falso! Il fascismo· era g ià vivo da sedki mesi ed aveva al suo attivo meravigliose battaglie vinte, a Milano ed altrove; mèn· tre a Bologna il mov imento fasc ista non era stato possibile mai curarlo, malg rado la tenacia veramente stupenda di Arpinati e di pochi altri. Senza l' assassinio del povero Giulio Giorda ni, è lecito p ensare che il fascismo bolognese non sarebbe uscito dai lim iti e dai confini di una modfS ta associazione, senza ripercussioni sens ibili· nelJa vita · locale ed italia na.
Ritengo ch e i f ascisti italiani obbed ira nno, perc:hé c' è u na aristocrazia d ella obbed ienza per coloro che vogliono esercitare l'aristocrazia del comando. In ogni caso, prima di andar"!ene dal fascismo, lotterò tenacemente perché il mio punto d i vista trionfi. N el caso p oi che il fa scismo intendesse battere altre vie, allora io sepa rerò · nettamente le mie dalle su e responsabi lità.
:È ancora presto, fors e, per valutare le conseg uenze storiche dell'atto di pacificazione; è ancora presto , forse, per va lutare questi d ue anni di storia n ella loro portata circa i dest ini del!a nazione; certo è che i fascisti hanno bene meritato della nazione sostenendo la loro purissima e sa ng uinos issima guerra; ce rto è che, dedicandosi ora ad un'opera di ricostruzione nazionale e sociale, saranno ancora uria volta benemeriti delle fort une de lla, Patria,
ALLA PROVA!
JJ trattato di pacificazione mette a ll:1. prova i fascisti, i socialisti e lo Stato. ·Fra qualche tempo, la situazio ne politica sarà chiarita e definita, I fascisti hanno ora la. possibiJità e il dovere di dimostrare ch e la discipli,na nei loro ranghi non è una parola vu~ta di senso; hanno il dovere di dimostrare, con un atteggiamento di vigilante attesa e di d ifesa , ch'essi non intendono - se non vi sono letteralmente costrett.j - turbare in qùalsiasi modo la vita delJa nazione. Fra poch e settimane si vedrà quale fra i due bellig eranti ha acceduto in buona fed e alle trattative e quale no. la nazione avrà allora g li elementi per giudicare e condannaci::. Ma è soprattutto lo Stato che è chiamato alla prova. lo Sfato, e per esso il Governo; si aggfra in una _posizione falsa e ·ambig ua: quella della_ equazione fra fascismo e sovversivismo. La posizioiie dello St?,to che si mette al di sopra della mischia, _ fra coloro che lo vogliono demolire e coloro che lo vogliono restaurare, è per lo meno assutda e insostenibile.
Firmando il trattato di pace, la parte_ fascista s'impegna ad astenersi da qualsiasi gèsto che possa indebolire l'autorità dello Stato. Noi ci mette remo alla .finestra. Dal momento che lo Stato - da noi di· feso restaurato - ci tratta a lfa stregua dei· sovversivi prof essionali, · non s i può pretendere d a noi un atteggiamento diverso da quello che ci proponiamo d i seguire,
Quando lo Stato sa rà, oggi o doma n i, ·nuovam ente alle prese_ coi suoi n emici, noi saremo spettatori della contesa. Delle due l'una: o lo Stato avrà ragione dei suoi nemici o soccomberà. In questo secondo caso, entreranno in scena le nostre forz.e, non -già per tentare di galvanizza re uno Stato cadaverico, ma per schiacciare la parte che ci è nemica e che uscirà un poco esaurita d alla lotta.
L' ult imo episodio della guerra civile avrà così il suo sbocco logico: la conquista del potere da parte dei vittoriosi. Come si ved e, noi giochiamo a carte scoperte. lo Stato italiano provveda. Dopo il ringraziamento che ci ha dato, noi. provvederemo a difenderci, non a difendere degli· immemori e d egli ingrati. lo Stato italiano 'deve contare sulle sue forze materiali e morali. Se le p rime non bastano le aumenti. I dena ri che lo St ato spende md presidiare la sua autorità e nell'osteggiare gli sforzi dei dissolutori, sono spesi benissilllo e ren~ dono, perché una nazione che lavora .tranquillamente, è una ·nazione che aumenta la sua ricchezza.
Jl Governo ha detto: al disopr; di socialisti e di fascisti, a mc tocca il compito di restaurare J'jmperio della legge. Giustissimo. Nelle prossime settimane vedremo il senso e la portata di questo che· appartiene al numero dei luoghi comuni. Vedremo come e qualmente e contro chi sarà stabilito l'imperio· della legge. ·
Taluni indizi · ci autorizzano ad un certo scetticismo. Qllanto ai fascisti essi si tengono inquadrati e disciplinati, nella preparaz ione fervida del nostro domani.
M0US$OL1NI