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GIOIA PREMATURA
L'organo del socialismo ufficiale, che da qualche tempo è tornato· a fare il « russo » con uno zelo di cu i nessuno lo riteneva più capace, è ~utto gongolante di gioia per 1a cosiddetta crisi del fascismo. Es.so ci fa J'onore - veramente inaudito! - di . riportare lunghi brani dei nostri articoli per convincere i lettori tesserati come quaJmente il fascismo sia entrato in agonia. Noi, ·a nostra volta, potremmo, g ettando u n'occhi ata nel campò.. avverso, trovare seri motivi d i compiacimento. Ecco, ad esempio, che assistiamo ad un aggravars i dell'eterna ·cronica crisi del partitone, con una rel ativa nuova terminologia. II duello è ora impegnato fra collabocazionisti e a nticollaborazionisti. In mezzo, a far da mastice, tra coloro che vogliono andare a l potere e quelli che dal potere rifuggono come la peste, d stanno .gfj unitari a.d ogni costo. Il professore Baratono lancia alle turbe il solito professorale manifesto, al quale risponderà l'on. Turati, mentre il cittadino Alessandri si acconcia al ruolo di paciere.
Si può dunque affermare che se i fascisti non .crepano · di salute, i socialisti si trovano in condizioni infinitamente peggiori. C'è chi prevede non una scissione del fascismo, ma una nuova scissione del socialismo italiano. Se l'Avanti! riflette ai casi suoi, senti rà subito che gl i manca ogni motivo decente per darsi alla pazza gioia in vista della crisi del fascismo. L'Avanti! non dovrebbe passar sopra con cosl bril· Jante improntitudine ai giudizi che comun isti, a narchici e sindacalisti hanno emesso sul contegno dei socialisti di fronte alle t rattative di tregua. L'AvanJi! sa benissimo ch e anche ·in mezzo ai socialisti ufficiali acuti dissensi si sono manifestati, dissensi che avranno naturalmente un'eco nel prossimo congresso del Partito. 11 P11s n~n dorme su un letto di rose, Ma soprattutto il nostro contegno è una fiera lezione per i d emagoghi ignobili della parte avversa. Hanno essi mai avuto il coraggio di dire al loro putrido socialismo, al loro cadaverico partito, che è un «residuo», non più una forza, la millesima parte d ella verità che noi ci permettiamo jl lusso di dire ai fascisti italiani? H anno essi mai avuto· il . coraggio di esercitare cosl inesorabilmente il diritto di critica e di autocritica? Ricordiamo che a propos ito di crisi fasc ista c'è un precedente. All'indoma ni della famosa lnt~rvisla sulla .tendenzialità repubblicana, l 'Avanti/ e altri organi del~ l'antifascismo favoleggiarÒno di . rovina, sfacelo e simili catastrofiche castronerie. La tempesta de lla tendenziale repubblicana passò senza ab. battere e senza nemmeno indebolire il fascismo. Può darsi che lo·stesso accada oggi e che i pussisti siano destinati alla più acerba delle delusioni .
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.E assai dubbio che il fascismo non essendo un partito possa dividersi. Fra· noi non c'è una destra o una sinistra. Ci può essere una diversa valutazione di un determinatO avvenimento politico. È già. _ accaduto altre volte. Potremmo citare _quando e come, ~e la storia d el faSCismo non fosse così breve e nella m emoria di tutti. Il fascismo ha sempre superato le crisi senza scfasioni o sbandamenti.
Non _v'è dubbio chè l'aliegrezza, a nche p rematura, dell'Avami! deve imporre :>.i fascisti degni di questo _ nome qualche utile meditazione.. Il tramonto del fascismo sarebbe davvero· la più g rande vitto eia del socialismo. Non che il socialismo italiano sia più capace di grand i gestì - lç> è appena di g randi fras i! - ma potrebbe riprendere un poco della sua antica e lat ente brutalità. E poi ? Jl fasdsmò può finire come organìzzazione, non già come stato d'an imo, tendenza idea le. Se domani" j socialisti tornassero a fare i deHnquenti, un nuovo fascismo sorgerebbe, m_agari con altro nome, ma sempre tale da dar filo da torcere al sovversivismo. Il giubilò dell'AvanJi/, obiettivamente esaminato, è stupido. Sembra il riso di un idiota. Lo scopo è quello di far Comprendere- ai proletari che il trattato di tregua è stato fatale al fascismo e provvidenziale per il socialismo. Noi abbiamo l'intima certezza che le Prossime settimane dimost_reranno esattamente il contrario. Anche pùché il contegno dell'Avanti/ è di un'amb iguità provocante. ·un ,·ec-. chio pro verbio dice che ride ben e chi ride l'ultimo. L'A vanti.' è pfoprio _ sicuro di essere l'ultimo a ridere ? Lo vedremo.
M U SSO LINI
L'A vanti.' di ieri, che dimostra con sempre maggiore ev idenza d i avere malissimamente inghiottito il rospo del trattato di Roma, con un bd titolo su due colonne, domanda: li fasc ù mo è un partito politicO'? A q uesta domanda sciocca e ingiuriosa al tempo stesso, risponde l'appello lanciato ai fas cisti di tutta Italia; risponde l' atteggiament o dei Fasci, che s i schìerano disciplinat i d iet ro a q uello che fu un voto es plicito e quasi u nanime d el Consig lio n azionale ;· risponde il nostro senso di responsabilità; il coraggio col quale abb iamo affrontato la si· tuaz io ne e sfi dato l 'impopofarità, a viso apeùo, senza n asconderci a far e d ello spirito più o me no d i rapa, in u n a rub rica di varietà « scampo1eggiata ».
Il trafiletto d ell' A 11,mti! di ieri è di una gravità estrema, che va debitamente seg na lata a tuttì, e, in particolar modo, a quei collegh i della stampa romana - citfamo l'Epoca e il Corriere d'Italia - i quali, in base all'o rdi ne del g iorno votato dal direttorio del Fase.io romano, si sono mess i i n catted ra a sermoneggìare sul fas cismo.
Al fascismo -i~a liano diciamo noi parole abbastanza dure per ché ci sia proprio bisogno di u n 'aggiunta da parte di estranei. L' A vanti ! h a il coraggio d i dire che «ci ha messi alla prova» A qua le p rova? In tutti quei luoghi do\•e i social isti non fanno i ·g esuiti, la pacifica· ziooe è un fatto compiuto o sta per compiers i. O ra l'A van1i! pa rl a · di una « imp otenza politi~a » e di « contraddizio ne criminale>>.
C'è d i peggio. L'A vanti .I invoca ch e « là Stato dimostri i suoi propositi » . Qua li ? L' organo del Pus p retende forse lo sterminio dei fascisti da pa rte delle forze di p olizia dello Stato? Ora i fascist i son o _troppo inteJligcnti per cadere in questo agguato politìco -niorale, attraverso il quale il socialismo vorrebbe rifarsi una yerg inità al cospetto dei comunisti, sindaca listi e anarchici.
Ripetiamo lo a ncora una volta e non c'illudiamo che sia l'ultima : abbiamo voluto fermamente il trattato_ di p acificazione e inten d iamo di applicarlo lealmente. La Commissione esecuti va dei Fasci pa rla chiaro. I Fasci , nella loro mag g iora nza, vincendo cert i l~gitt imi stati d 'a nimo, fin ira nno per dare, ancora u na ·volta, un magn ifico spet tacolo d i d isdp lina. I Fasci seg uiranno -ne siamo certi - ·scru polosamente le norme d'azione pratica dettate dal Consiglio nazionale. Noi vogliamo, noi dobbiamo fare In modo che la ragione sia dalla nostra parte; che se il trattato dovrà diventare o presto o tardi un chiffon de pllpie, ciò avvenga per colpa altrui, non per colp~ nostra; noi dobbiamo agire in modo tale che Jo Stato invocato dai socialisti · non abbia akun motivo di intervenire contro di noi; .noi dobbiamo provare e proveremo che gli eventuali fu~uri perturbamenti d elfa 'tranquilJità nazionale non potranno essere attribuiti ai fascisti. La nostra condotta deve costituire per noi un formidabile alibi morale, nell 'evenfoalità di una ripresa della battaglia,
I casi _ sono· due: se la pace ·si realizza, il vantaggio è generale, e per questo nòi insistiamo; se la pace 1_100 si realizza, il fasc!smo non deve avere timqri di sorta, perché sul t ecceno della violenza ha g ià battuto il suo avversario. La situazione è dunque chiara. :E: tempo che tutti i fascisti se ne rendano conto e dimostrino - coi fatti ...,_ di essersi veramente liberat i dalla mentalità d ei vecchi partiti. Pe r dare una disciplina alla nazione, bisogna darla in p rimo luogo a noi stessi.
Mussoljni
Da Il Pop ol o d' halia, N, 191, 11 agosto 1921, Vlll. 7. ·
Sintomi
A sentire ta luni am icì, non ci sarebbe nulla di ca mbiato nella psicologia d~lle masse lavoratrici itàliane. I proletari sarebbero gli stessi che nel 191 9, a pcchi mesi dall'armistizio, tempestavano per le strade cittadine, invocando e credendo prossimo l'avvento del cÒmunismo. Non voler riconoscere Ja mutata realtà - il che impone una d,iversa tattica di combattimento è segn o triste di deficenza spirituale. La realtà è p rofondamente, eno rmemente cambiélta. Ch; fra i sedid milioni di laVo ratori italian i ci siano ancora molt i fa natici, mo lti illus i e molti viole nti, nessuno nega; ma .è un fatto ch e n ell'i nsieme la masSa lavoratr ice italiana è in uno stato d 'an imo comp letamente diverso da quello di alJora.
I 5egni vis ibili di questo cambiamento non mancano. :E assai raro , a Milano e a ltrove, d i trovar e operai che portino ancora il famoso distintivo Con falce e martello; il grido di « viva la .Russia! » non lo si ode più, mentre le terribili descrizioni diffuse sùU'Avanli! circa le condizioni russe sono destinate a gelare i residuati entusiasmi;· Jo stil. licidio degli scioperi politici è< cessato, I sintomi · pi ù cla~orosi dei temp i. n uovi sono nella cronaca di questa settimana·. Si nut rivano - g iu · stamen te -delle p reoccupazioni a proposit.o d i eventuali grandi scioperi d i categor ie. Uno sciopero genera le naz iona le ·è una g rossa nube ch e sorge all'o rizzonte. Parecchie di q ueste nubi si addensavano: tes. sili, meta11urg icì, chimici. La battaglia avrebbe impegnato u n milione e fo rse p iù di o pera i. Ma no n si combatterà, l tessili e i metall urgici hanno raggiunto l'accordo. T utte e due le pa rt i hanno dato. prova di gran de saggezza. E le organizzazioni operaie, accettando una sensibile riduzion_e di .Salari, senza la quale l'industria sarebbe andata verso una crisi mortale ; e le o rganizzazioni padronali, con l'impegno d i rispettare quelle conquiste d'ordine morale che devono essere considerate oramai come un patrimo nio intangibile delle masse lavoratrici. D iciamo - in p a rentesi - che se . nel 1920 gli industri ali metallurg ici ·fossero stati meno intra nsigen ti non ci sarebbe stata, assai prababjlmente, quell'occupazione delle fabbrich e, le cui con~eguenze si fa n no .e si faranllo per lungo temp o sentire. II mancato sciopero dei tessili è dei metallurgici dev'essere considerato come un avven imento confortmte, sia per le conseguenze · immediatc1 sia per . la docuinentàziòne del nuO\'O stato d 'animo delle maestranze.
N on per niente tra j firmatari del manifesto turatiano ci sono j capi della çonfed erazione Generale del Lavoro . Le cause che hanno provocato questo cambiamento socio m ult iple e complesse. Ma non bisogna diment icare l'azione del fascismo. Ciò che accade in conseguenza della rinuncia allo sciopero da parte dei confederali, dimostra pale· semente che è assurdo mettere sullo stesso piano socialisti e comunisti. CJ:ie la d ifferenz a f ra i due partiti non sia in ' tutti i luoghi" marcatissima, com'è, ad esempio, a Torino e a Milano, si comprende facilmente; rria ad ogni giorno che passa sempre più profondo si scava l' abisso che li divi de e che finirà per metterli l'un contro l'altro armati e ndn soltanto d i ordini del g iorno, A meno che certo fascismo intelligente non si adoperi a tenerli insieme, perc-hé ·facciano fronte unico contro di noi. Sta ·di fatto che per il mancatO sciopero dei tessHt i co· munisti hanno lanciato le solite accuse d i tradimento e hanno anche provOCato, in talune località, l'astensione dal Javoro. Questi ep isodi sono destinati a pesare nelle future relazioni fra comunisti . e socia listi.
Gli avvenimenti di questi giorni ci dimostrano che le tesi - già eretiche - del sindacalism9 nazionale sono accettate, sotto la form i". dabile pressione deIIa ·realtÌ, anche ~a colo ro che avevano per relig ione il principio della lotta di classe. L'esperienza odierna dimostra che qualche volta è necessario rinunciare all'esercizio deHa lotta di dasse per evitare la rovina comune.
Mussolini
Da Il P.opolt:, d'Italia, N. 193, B agosto 1921, VIII.