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FAME E RUSSIA
Quanti sono i milioni di affamat i che attendono; nel riarso bacino del Volga, un tozzo di pane? C'è chi dice dieci mil ioni; secondo altri, tale cifra dev' essere quadruplic"ata; in un dato momento _il numero fan· tastico di cento mil ioni di affamati è balzato sulle colonne dei g iornali. Jn realtà anche questa ultima cifra non è esagerata. I n . Russia tutti soffrono la fame e queili che ne muoiono sono -dieci milioni. 11 nostro scetticismo circa i soccorsi viene giornalmente g iustificato dai fatti. Quando Je catastrofi sorpassano le velocità degli uomini, ogn i volontà s.i spezza Soccorrere in tempo utile dieci milioni di affamati è una impres~ quasi sovrumana. Lo sforzo che si richiede è gigantesco e quando si teng a ·presente Io stato di completa disorganizzazione in cui versa la Russia, nessuno si qieraviglierà se i soccorsi arriveranno troppo tardi o non arriveranno affatto. Quanto agli stati borghesi, essi potrebbero fare molto di più, ma l'atteggiamento insolente del Gòverno dei SoviètJ mette a dura prova una politica ispirata a sensi di generosità e di oblio.
Dal momeoto che Lenin denuncia, in ogni gesto: di soccorso degli Stati borg hesi , una manovra di traditori e di ~peculatori , è naturale che gli Stati capitalistici siano un poco esitanti prima di prendere. grossi impeg ni.
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Intanto il tempo passa, e il ·colera, buon alleato della fame, rìsol. verà il p roblema. Quando. a rriveranno i ·soccorsi, non ci saranno p iù · quelli cui erano d est inati. Ci sa ranno i due eserciti: l'esercito rosso e l'esercito - immane - della burocrazia a divorare i soccorsi eu ropei.
A proposito della catastrofe bolscevica, è sintomatico il contegno dei due quotidiani che in Italia rappresentano il le ninismo più o meno adulterato. L"Ordine N11ovo è assai parco di notizie e quelle· che dà bisogna cercarle. L'Avanti!, invece, suona Je fàofare con grandi titoli su tutte le pagine . ·
I casi sono d ue·: o l'Avi:1nti! crede di riconciliarsi con Lenin; op· pure - ed è più p robabile! - vuole smontare gli ult imi feticismi bolscevichi, disperdere gli ultimi ingannevoli miraggi comunisti e spa· ventare - preFeriremmo l'efficaciss imo men eghino « st remire » - j proletari che lo leggono. L'A vanti!, col rimbombo dei suoi titoli vistos i, ha l'aria di dire : « Avete visto? Vedete ? Ecco il bolscevismo!>>.
Il tentativo di scagionare da ogni responsabilità il Governo d ei Sovièts' a pioposito della care~tia, è puerile. N el numero odierno d el Rùorgimento, è riportato un articolo dell'on. Grimm, deputato bemese, che g ià fece assai parlare di sé per il suo estremismo durante la guerra:
«Certamente - dice !'on Grimm nel B"nu Tagwa,hl - il boJscevi5mo russo-era in pieno fallimento già prima dello scoppio della catastrofe della fame. Già p rima esso aveva dovuto trasforml!-re tutta la sua economia p olitica. Ciò che esso ha fatto, dal principio di q uella trasformazione in poi, altro non è $e non la ricostituzione del capitalismo. Il bolscevismo cerca premurosamente dei crediti all"estero e offre di dare in locazione ai capita listi ested e indigeni le fabbriche, che furono già sod.tlizzat e, le miniere e le foreste; esso ristabilisce Ja · libertà di commercio e il funzionamento d elle banche e cerci dì ricostruire le piccole industrie. Ma mentre ne-I campo economico il bolscevismo ha dovuto capitolare i nteramente, crede di poter mantenere in vigore il suo .sistema po litico, ·che è il sistema di una dittatura di parte e te rroristica. t un·utopia. Non p ossibile sostenere contemporaneamente la ricostituzione economica co·n m ezzi capitalistici e un sistema di governo di "autocrazia", come lo ha d efinito lo st esso Lenin, che non vuol esser legato da nessuna legge. Ma dove si troveranno j capitalisti esteri che vorranno investire i loro capitali in Russia, se non: saranno sicuri da eventuali espropriazioni? Come potranno essere ricostituiti il commercio, le banche e le industrie individuali sé non si ricostituirà la sicurezza legale? t vero, come crede Lenin, che Ja Russia dovrà prima passare inevitabilmente attr.àverso un capitalismo di Stato? Mli. allora la dittatur:i del PartitO Comunista dovià cadere, perché il progettato capitalismo di Stato esige l'istituzione della sicurezza legali-; ciò che non si può conci liare con Ja dittatura ed ì1 terrore. Alla capitolazione economica dd bolscevismo dovrà dunque scg'.uire inevitabilmente quella politica».
Si n qui· il q-r"imm, la cui pros a stroncatrice ci piace di segnalare a quel povero rimbambito di Costantino Lazzari, che è rito rnato dalla Russia tutto _felice, giuIivo, entusiasta, come.se la Russia fosse .il più fortunato e prospero e libero paese del mondo. n probabile che la capitolazione_ politica del bolscevismo sia _vki na. :e sintomatico l'esodo delle mogli dei signòri commissari. La propaganda pro-affamati del Volga potrebbe essere un p retesto per mettersi in salvo nell'imminenza certa della rovina.
D a li Pop olo d'l r,,lia, N . 194, 14 2gosto 1921, VIII.
L'uomo che fu urlato a Bologna, all'epoca dei furori bolscevkhi, per via dell'imminente millennio; che fu ascoltato a Livorno, quando parecchie illus ioni era no ·ìnelanconicamente dileguate, trionferà certamente al prossimo congressO socialista di Milano.
L'astro di Turati sale all'orizzonte, me ntre altre stelle declinano, fo rse per sempre. N el suo manifesto dell'altro giorno, l'on. Turati non annuncia nuove verità, non indica n'uove strade: è ancora una volta l'esposizione e la d if ~a del ·rif(!rmismo; la difesa, cioè, d ella ·concezione «democratica» del socialismo, in contrasto colla concezione sindacalista e con quella bolscevica. Dal punto di vista della fi losofia, l'on. Turati non è ancora uscito dal chiuso riparo del positivismo; il quale positivismo è un poco rimarginato dall'esito lacrimevole di talune gigantesche recent i esperienze storiche, che hanno mozzato le ali ai troppo trascendenti volo-ntarismi di individui e di gruppi. Anche la volontà umana trova un suo" limite che le è vietato di valicare. Con questa ammissione non vogliamo rimet tere sugli altari il semplice fatto, la semplke materia , la nuda e cruda realtà e bandire lo spirito, per ·ripiombare in pieno materialismo storico o determinismo econoniico che dir si voglia. No. Anche la volontà umana è un fatto, è un quid d i es istenze, è una forza, ma non è la sola; è dall'arititesi e da ll'equilibrio - più o meno instabile - delle forze econOmiche e delle fone spirituali che si determinano e si risolvono le crisi d ella storia.
Tra coloro che dicono l'universo. è spirito e quelli che affermano ' l'universo è materia, v 'è forse il « relativo ~ che respinge e concil ia ad un tempo i due «assoluti » Ma torniamo a più modeste altezze, ai colli dove I montoni turatialli brucano le erbette gustose della . collaborazione.
Partitosi filosofi camente dal positivismo, dove va a finire l'on. Turati? Si potrebbe rispondere ~I banco del Governo, ffia sarebbe unà freddura di dubbio spirito. In realtà, l'on. Turati non è mai ·partito; non può quindi tornare e nemmeno arrivare. Certi complicati itinerari polit ici non lÒ riguard~no. t sempre lui. Riformista da _ tr.cnt'anni. Parlamentarista da sei legislature.
Chi ha «girato» in questi ultimi tempi è il P uJ. 11 q ua le è ·pa r- tito dalla rivoluzione e cade nella dforma ; è partito dalla dittatura del proletariato e si immelma ne! più universale democratico dei suffragismi (col voto, cioè, esteso alle donne, e, magari, alla zoologia affine); è partito da Lenin e si ritrova fra le braccia di Turati.
C'è ,chi aspetta il fattaccio della sçissione. B probabile che gli esigenti saranno delusi. Non ci può essere un dramma ad ogni adunata. socialista, malgrado gli impegni presi a Mosca dal triumvirato dei missionari socialisti. Perché il PuJ dovrebbe dividersi? :E .tutt'uno orm:li con Turati e Turati non può spezza~si in due per fare un· piacere ai ricercatori di forti· emozioni. Tutto al più ci sarà un esodo di. gruppetti di sinistra, i quali andranno a rinforzare l'esile Partito Comunista Italiano. Qu~ste previsioni si appoggiano alle constat.azioni seguenti:
L il Gruppo parlamentare socia lista è, nella sua maggioranza. favorevole a T1.:1rati e la corrente intermedia, rappresentata dall'Alessaodri, si butterà all't1ltimo m.inuto d alla medesima partè turatiaòa;
2, la Confederazione Generale del Lavorò segue j tu'ratia~i, rag ion per cui il partito che avrà Jlelle sue file .Tùrati, saià il partito che avrà al suo seg uito Ie imponenti masse o peraie deIIa Confederazione Generale del Lavoro;
3, non c 'è posto in lta_lia per troppi partiti socialisti e comunisti , come avviene in Germania.
L'unità del partito sarà salva, ma sa_rà l'unità turatiana nel partito di Turati. Nessun· dubbio anche che, posto a scegliere fra Gramsci e Turati, mister Serrati non avrà un minuto solo di esitazione 3. imbarcarsi con _Turati Pot~emmo ora « dilettarci » al gioco delle ·ipotesi circa le conseguenze politiche del trionfo della tesi turatiana, ma, non insisti!, remo. Jl trionfo dei collaborazionisti sarà il d isco che segna « via libera » su i binari che conducono al potere, nia non è detto che il co nsig lio· t urat iaoo partirà subito e non è d etto ancora con ch i, visto e çonsideri to che ad un'assu nzione totale del potere nessuno ci pensa e nessu no ci ha mai pensato in Italia, all'infuori del Corriere in un momento di terribile cafard.
Né. bisogna volare colle fantasie e credere che due o tre socialisti al Governo costituiscano i1 toccasana di ·una situazione tremendamente complicata, Noi, ad esempio, vediamo con relativo piacere· il profilarsi dell'eventualità colJaborazionista, per questi motivi. :B opportuno· immette re di quando in quando nuovi el~menti nella. ' circolazìone delle classi politiche che dirigono i destini di una oaziorie. Crediamo che tali elementi, se non faranno , meglio, non faranno certamente peggio di molti ministri di ieri .e di oggi. Infine, il .collaborazionismo costituirà, dopo quello te(?rico, la decisiva disfatta pratica de:l socialismo Sarà, cioè, palese che, giunti al potere, caricate le loro spalle di queJJa pesantissima croce, i ministri socialisti non compiranno prodigi, ma faranno del· l'amministrazione più o meno ordinarìa e magari) s~ non saranrio vigilati, un po' di «camorra.» e dì « nepotismo », il che ·Sarà eminentemente suggestivo per guarire i proletari e mostrare i « purissimi » flagellatori della « putrida- ·società borghese·» sotto la specie non_ della loro dignità, ma della loro umanità e forse anco della loro bestialità.
Il prossimo ottobre si annuncia come il mese de1la pingue - vendemmia turatiana.
Mussolini
Da Il PQpolo d'lktlia, N 195, 16 agosto 1921, VIII.
Nessuno che abbia seguitcr un poco'da vicino le più recenti vicende · del fascismo italiano, può stupirsi all'annuncio che io ho rassegnato _Ie mie dimissioni da membro della Commissione esecutiva dei Fasci ltaJiani di Combattimento. Dimissioni' che manterrò. Tutto quello che è accadu~o in questi ultimi tempi, è una piccola çommedia politica, che si innesta" ad una grande tr;tgedia_ nazionale e umana, il che ci dà motivo di profonda malinconia.
Dopo il voto di Bologna, la posizione di coloro - specie dirigenti - che hanno agito in senso pacifista, è diventata impossibile, poiché sono stati squalificati in pieno, senza remissione, senza nemmeno ammettere ·in loro un po' di quella buona fed e che si riconosce talvolta nei peggiqci avversari; squalificati da un convegno che doveva essere · regionale e che doveva essere interregionale, e al quale chi scrivel'accusato - non fu nemmeno ufficiosamente· o privataffiente invitato. Non rileverQ le miseriole d 'indole personale balzate dalla discllssione '(valga una per tutte: tale signor Crema ~i ha mosso acerbi rimproveri perché non sono andato a fare dei discorsi a Predappio!); ma i precedenti vanno mess.i nella debita luce p er definire le rispettive . responsa-· bilità. Un bel g iorno si ha notizia degli approcci a quattro ·fra deputati fascisti e socialisti a scopo di pace. · La notizia non solleva eccessive emozioni nel campo fascista. NessuoJ leva ta di scudi per strozzare a ll'inizio il tentativo. Anzi. la Commissione esecutiva de i Fasci vota un ordine del giorno di adesione di massima alle trattative, rivendicando a sé - ed era giusto - l'onore e l'onere dì con durle. Anche per questo secondo voto, che pregiudicava oramai irreparabilmente la questione, nessun indizio di sollevazione nel campo fascista
.·La Commissione es_ecutiva, in un terzo tempo, convoca a Roma- il Consigl io nazionale.. Si discute per t re seie consecutive, ampiamente, esaurientemente, sino alla estenuazione e si vota. Ben ventitre delegati contro cinque ~i dichiarano favorevoli alla prosecuzione e alla concJu. sione delle ùattative coi socialisti e coi confederali. Solo a questo punto , dopo quattro settimane· che si parlava di pace, si notano le prime oppo· sizion i e le prime manifestazioni d ' indiscipl ina. Nel momento più delicato delle trattative, uomini che per la loro posizione avrebbero- dovuto imporsi il m ~ssimo riserbo, scrivono lettere sui g iornali, nelle quali svalutano in anticipo ogni patto di t regua o d i p ace ; il, che g iovava ai socialist i e li irrigidiva in posizioni di sempre maggiore intransigenza Si arriva tu ttavia a concluder e, e qui com incia lo spettac~lo triste dd. l' indisciplina fascista . Non vog lio .entrare, in ques to momento, nel merito d el patto. lo credo, e mi riservavo di dimostra rlo in opportuna sede nazionale, Con un'ampia ed esauriente documentazione, ch 'esso costituisce o costituiva u n a g rande,. un'immensa vittoria pe r il fascismo italiano. Comu nque, esso impegnava il fascismo e i fa scisti dovevano rispettarlo. Jl patto mette va alla prova i contraenti. 'B isogna rico_noscere che sino a questo momento j socialisti hanno superato la prova m egl io di noi . Non ci sono s tati fra di loro discussioni -o scissio ni o congressi o requisitorie ; ma un riserbo e un' accettazione del fa tto cÙmp iuto, ac· cettazione resa molto d ifficil e dagli attacchi molto furib on di d ei comunisti· e deg li anar chici, ch e · hanno accu sato il soc ialismo di aver capi· telato a disc rezione d avanti alle. << guardie bia nche » del capitalismo. · Traccia dì queste accuse si trova persi no n el manifesto ch e il Co m itato esecutivo dell'Intè rnaz ionale comunista h a lanciato al proletariato italiano. N el campo fasci sta, il panorama è stato completa mente diverso. Si sono_ improvvisat i cònvegni più. o meno clandestini, co ng ressi r egionali e si è rinnegato il patto di Roma, senza nemmen o d a rs i la brig a di pensare a q ua li g r avissime conseguenze vada incontro il fascism o . I dissidenti doveva no tenere un atteggiamento, un contegno _p iù _ fa. scista: accettare il trattato, tentare di applicarlo, per avere la prova p alese della buona o d e lla m alafede avversaria; e riserva rsi di esaltare o lapi· dare g li u om ini del Consiglio nazionale n ell'adunll,ta naz io nale di R oma}
Così si evitava la crisi del fascism o e si evitava soprattutto il terrib ile vico lo d«o in rui si è cacciato. N on vale la pena d i Sottoporre ad u n lungo esa me l'o!dine d el giorno votato a Bologn a. Rileveremo so lo la patent e contra ddizion e del primo accapo. Dichi ar~re la p rop ria fervida e t enace volont à di pace e po i sputa re sul p r imo tentativo d i realizzarla, è per lo meno assurdo . Perch é la pace, ca ro Oviglio, è quella cosa che o n on si fa o si fa in due, con un ·avversario .che l'ac· cetti, che s 'impegni .ad osservarla, altrimenti è la guerra all 'infinito .
Come real izza rla ora la p ace? Pensate, forse, di poteda e ffettuare attraverso lo ste rminio d ei due milioni di cittadini che h anno votato per il Pm? O non correte jl r ischio di ·cronicizzare la g u erra civile? O l'altro di vedervi rivolta re ccintro l'a nima intera della n az ione ? O . il terzo · rischio di dO\·er «subire» domani una p ace pussista, attraverso u n altro non imp robabile capo volg imento d elle situa2ioni ? E i segni d i ciò non li vedete ? Il fro nte un ico antifascista che il pat to d j Roma spezzava , n on sì ri for mel'à quasi automaticamente doma ni ? Alt ri i nte~rogativi po· tremmo allineare su questo foglio, ma non è necessario Né ci sembra necessario ricordare ancora una volta che il patto dj Roma n on significava smobilitazione fascista o cessazion·e della lotta << po litica » contro il socialismo e meno ancora poteva significare un embra.uom-no111 uflive~ale. Col patto di Roma, il fascis~o poteva tendere a modificare, dove possibile, i caratteri delle sue azioni; tendere a dimostrare non soltanto la sua superiorità pugilistica o bombardiera, ma la .sua superiorità cerebrale e morale. Questo non si è voluto capire. E c'è Stata una strana accelerazione nei tempi della crisi, quasi ci fosse una fretta non meno strana d i dar motivi di allegria ·ai socialisti - è questa la loro prima soddisfazione! - eliminando dal campo chi aveva avuto il cOraggio. di cacciare il f erro rovente nella piaga e dire le dure, ma necessarie verità.
Dopo il "patto di Roma, il partito che avesse dato ferma prova di disciplina un itaria, sarebbe stato in realtà il vittorioso. Il fascismo esce sconfitto da questa prova. Altre pjù ccude ragioni di ciò saranno esaminate · a suo tempo. La partita è Orma i chiusa. Ch i è sconfitto, deve a nda rsene. Ed io me ne Vado dai primi posti. Res to, · e spero di poter res ta re, scm.plice gregario del Fascio Milanese.
Mussolini
D a il Popolo d' llalid, N. 197, 18 agosto . 19 21, Vili.