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POLITICA ADRIATICA

LA LEZIONE DI SASENO !

Un anno fa, bande di albanesi , armate di fucili serbi ò ·francesi) attaccarono Valona e gettarono in mare l'Italia. Non si può ripensare ' senza una profonda melanconia a quella pagina ingloriosa d ella nostra storia politka e militaie; e non si può ancora dire se le maggiori responsabilità cadano su lle spalle dei politici che non previdero m,ùla o dei militari che non seppern creare le necessarie difese di que lla città, ~he persino Wilson aveva assegnato all ' Italia. Ma a un ·dato momento il grido in cui si condensa e si esalta il più bestiale panciafichismo echeggiò nel Parlamento e nel paese: « Via da Valona!». Valona fu abbandonata e a noi non restò che ·salutarla con infinita tristezia, pensando ai gio".ani italiani che avevano lasciato la vita in quelle terre, ai miliardi che la naiione proletaria aveva generosamente profusi per iniziare alla moderna civiltà popolazioni semise1vagge e allo scacco politico, militare, morale che la nostra nazione aveva subito in faccia al mondo.

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Valona fu« evacuata»; il trico lore, che vi aveva sventolato per cinque anni, ammainato. ·Non mancarono, in quella come in altre occasioni, i «consolatori» dì professione. Vi fu chi negò ogni importanza strate• gka e marittima a Valona; altri aggiunse che il possesso forzato di Valona avrebbe nuociuto alla nostra penetrazione economica in Albania; e tralasciamo, perché la noia della rievocazione ci prende, le consolazioni d'ordine minore.

Si perdeva Valona, ma ci restava Saseno, lo scoglio che comanda la baia, perché vi si trova all'imboccatura. Saseno è veramente uno scoglio roccioso, inospitale, completamente d~sabitato. Da un anno la bandiera italiana sventola su Saseno. Ma ecco che il possesso di Saseno da parte deIJ'ItaHa è posto in discussione a londra dai nostri cari, cari, _cari amici «tradizionali» inglesi! Anzi ci viene negato. L'agenzia Reuter, che è l'ag enzia ufficiosa. del Governo inglese, dirama .un comunicato per far sapere come qualmente avendo l'ltalia rinunciato al patto di Londra, non può rivendicare Saseno in base al patto stesso. Il· ragionamento è balordo; degno di quella mentalità, apparentemente leale e jntimamen te sorniona e gesuitica1 ,;;he è la mentalità dei popoli che l eggono quoti- dianamente Ja Bibbia. Jl povero scoglio di Saseno, ultimo avanzo dei nostri infranti ideali albanesi, ci viene garantito dal patto di Tirana, cosi ammonisce gravemente il Corriere, il quale è montato , p er l'occasione, s~i suoi« grandi cavalli» polemici. Vedrete! Dio,. com'è facile e mortificante essere profeti in argomenti di politica estera italiana.

Vedrete che fra l'?{O il trattato di Tirana sarà ·diventato uno straccio di car.ta e che gli 3.Ibanesi si dimenticheranno magari di rivendjcare nei confrorìti degli ingordissimi gred l'Epiro settentrionale, ma vorranno a qualunque costo riavere Saseno. Non per nulla sta avviandosi a Ginevra una commissione di << notabili >) albanesi, allo scopo di presentare a queJ teatro internazionale di politicanti cosiddetti « societaristi » la questione di Saseno. E vedrete - sl, è cérto - vedrete il grande consesso g inevrino sentenziare sdegnosamente che se l'Italia rimane a Sa· seno offende in maniera irreparabile gli immortali principi della giu· stizia, del diritto, d ell'umanità; ragione p er cui l 'lta lia dovrà andar via da Saseno e ritirarsi a Bari, nell'attesa di andar via anche da Bari, quando Dari sarà rivendica ta dagli slavi, p erch é a Bari c'è il grande santuario di San Nicola, che fu in ogni tempo mèt;i dì pellegrini slavi, nonché portatori di bacilli virgola e microbi affini.

Ah sì: l'episodio di _Saseno, comunque finisca , è pieno di signi· ficati e costituisce una dura lezione, che non dovrebbe aqdare perduta. Esso c'insegna che j· trattati, di pace non si svalutano, come sistematicamente e perfidamente ha fatto il Corriere della Sera, attraverso la penna di uno scrittore di dubbia razza, per ben due anni, L'episodio di Saseno c'insegna che il patto d i Londra doveva essere applicato all'ult imo . metro quadrato, prescindendo da Fiume, che non sarebbe mai diventata croata e che alla fin e si sarebbe trovata in una posizione an aloga a quella in cui si trova_oggi, dopo che l'Italia, per; non aver Fiume, h.1 rinunciato a Sebenico, a Valona, m entre gli si chiede di rinunciare a Saseno.

Egregi signori rinunciatari, questi sono i frutti della vostra predicazione stolta e vile. Bevete ora il calice amaro, anzi « amarissimo »~ sino alla feccia; e la feccia si chiama Saseno, 1a feccia è l'estrema rinuncia ad ogoi sicurezza e libertà navale nel basso Adriatico, destinato,, col tempo, a diventare un mare antitaliano. Sulle colonne del Corrier'e deJ/tt Serti stridono parole di questo genere: la contraddizione fra le constatazioni dì fatto e le conseguenze sono patenti in questo brano di prosa. 11 mondo del do_po,guc;m, ~. ed è ve_-

« 11 vero è che il mondo del dopoguerra non consente idillici abbandoni e cieche fiduci e e che la nostra futura politica non dev'essere cercata nell' impulsiva 3.Cquiescenza al programma di un'altra potenza, ma in un'idea. universale e duratura, che si rttliui caso per caso nella conoscenza concreta di problemi )).

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