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DA SARZANA A MODENA

L'Avanti / di ieri, con un titolo su sei colonne, accusa i fascist i d i aver ucciso il deputato Di Vag no. Abbiamo letto colla maggiore 3.ttenzione tutte le note e le notizie ri fere ntisi all'assass inio d i Mola di Bari e niente . c'è che comprovi la fondatezza dell'accusa che il giorn ale d el Puf rìvolge al fascismo, italiano Ci manca no gli elementi per escludere in maniera assoluta che g li uccisori del deputato socialist a siano tesserat i dei Fasci. Può darsi che si tratti di iscritti a qualche Fascio pugl iese, ma finora nessuno lo può affermare con sicurezza, perché gli uccisor i non sono staU ancora: identificati. Eppu re il miserabile foglio del Prn, con aria di gesuita e di coccodrillo, ha lanc iato l'accusa infamante, ripetendo qua nto g ià fece per l' autoassassin io del deputato Scarabello e per la t ragica fin e dell'on. Piccoli.

Documentiamo, coll'A vanti.' alla mano :

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« Secondo le ultime notizie, ancora però alquanto Confuse, sembra assodato che subito dopo aver saputo che l'on. Di Vagno doveva tenere i l comizio a M ci la di Bari, non meno di venti fascisti di Conversano si sono recati. in ca.rrozza ·a M ola».

Come ognuno vede, n iente di p reciso, n iente ch e possa autO rizzare il fog lio del P11s a varare l' accusa che i fasc isti hanno ucciso il Di Vagno. In alt re n otizie, l'A vanii! stesso fa ricadere la responsabilità d ell' assassinio su i « vecchi ~eti che da un cinquanten nio sgoverna oo la P ug lja e sulla m alavita pug liese». Rip ortiamo : l'A vdnJi! h a il' coraggio cinico d i affermare di « aver fatto il possib ile per arrestare con una tregua ogni fo rma selvaggia di lotta, per togliere agli ·altri ·ogni pretesto di continuo spargimento di sangue». b falso e può essere ampiame nte documentato colla collezione del giornale. Dal 3 agosto ad oggi, ·il fascismo h a lasciato decine di morti sulle strade e sulle piazze d'Ital ia. meritre il Pus giocava Ja sua sconcia partita doppia, per cui un deputato iscritto regolarmente al Gruppa parlamentare soçialista, è capo d i quegli .arditi- del popolo, dai quali, n~I famoso trattato, il Pus e la Confederazione si dichiaravano estranei. E le Camere del Lavoro, sedi di ritrovo e di armamento d i cotesti arditi? E il contegno di tutta la stampa socialista, che sin d al primo giorno svalU:tava il patto di Roma, tipico l'Avanti!, che paragonava lo stato di necessità in cui s'era venuto a tro\•are il Pus a quello in cui potrebbe trovarsi un galantuomo che cede la sua pelliccia ai banditi, per uscire vivo dalle loro mani, salvo poi a farli impiccare?

« Il D i Vagno si era costituito parte civile n d l'interesse d el contadino assassinato in• Barletta, certo Fonsmorti, contro i fam osi pregiud icati Corvasce ed Altoma re. Il primo soprannominato "Mumeo., ed il secondo " Nuzzala " Questi due p regiud icati capitanavano la malavita al soldo deg li agrari di Terra di Bari ed avevano affi liati in altre località».

Ma l'incertezza delle notizie non impedisce a l g iornale dei' pa rtito , che no n h a p reso ma.i sul serio il t rattato di pacificazione, di inscen are sul cadavere del Di Vagno Ja più oscena d elle speculazioni.

La più abietta· malafede pussista ha fatto riscontro all'atteggia mento leale dei capi del fascismo, i quali sono riusci ti .ad impedi re le sped izioni p u nitive in grande st ile, hanno imposto la p iù radicale epura. zione dei Fasci, hanno e lim inato i violenti senza motivo e senza scopo. Né la malafede del Partito Socialista può essere attenuata dall'Qdiemo untuoso comunicato della direzione del partito, la quale vanta un suo rispetto puramente f <?rmaJe del patto, che, nella sostanza, è stato quotidianamente violato dagli organi maggiori e minori del Pa rtito Socialista.

Prendendo a tribuna il cadavere ancora caldo dell'on. Di Vag no, ìl Partito Socialista ha rinnovato le accuse contro il Governo complice del fascismo -mentre la verità è che da due mesi il GÒvemo è p iut• tosto comp lice del comunismo - e contro la forza pubblica conni · vente col fascismo.

Documentiamo 1~ impudenti aff~ermazioni del foglio: socialista: o: Il " sincero dolore " del presidente del Consig lio dei ministri non d p are eccessivamente sincero. ·Quando si è la sciata mano libera agli assassini in ogni ango lo d'Italia, quando si è lasciato che forza pubblica e magis tratura fossero a disposizione dei fascisti uccisori, non si ha il diritto di deplorare e pia ngere dà.vanti ad una vittima quando centinaia di vittime sono state invendicate, quando è staia incoraggiato. quella organizzazione che preparava gli assassini sotto g li occhi delle autorità »,

E altrove, in uno stelloncino di cronaca' milanese:

« AIJ'infuòri di tutto ciò, ripetiamo, lo stato d'animo d ei lavor at"ori milanesi è quello di tutti coloro che sentono onnai la necessità "di opporsi al dilagare della sangu inosa violenza fascista, che semina il terrore e la morte, ovunque a"ppoggiata dalla più sfacciata connivenza dell'autorità pubblica».

Non erano 3ncora asciugati gli inchiostri di queste parole, chè giungeva notizia del tremendo massacrO dì Modena, nel quale hanno per, dU:to 1a vita quasi tutti i dirig enti del fascismo modenese. Da Sarza~a a M odena : ecço la « compJièità »; ecco la << c'onnivènza » dell'autorità po, liticà. co l fascismò! Selle morti, · decine di f eriti: ecco il prezzo col quale l'on Bonomi ha plaçatO gli -~degni , del suo amico Turati, che si è rivelato, in questa ed· in altre occasioni, quale un torbido, cin ico politiçante, senza un brivido di pèofonda umanità! ·

.. La strage. di Modena è ancora più tragica ·di quella di $arzana. NeIJa città di Lun igiana, la forza pubblica si trovò di fronte ad una spe!iìzio ne· fascista; ma· a Modena .si trattava di una folla innocua, che stava scioglie_ndosi e s i sarebbe sciolta. Si è sparato senza far precedei:è il fuoco da lle i ntimazioo.ì regolamentari; si è sp;irato perché - evi. ·_de ntemente ! _:___ g li ordini , 1cn_uti da Roma si riàssum4?no in una pro. posizione:;:: . dare,·quakhc lezione al fascismo. Il risultato di questi· ordini ·· eccolo .: sette giovinezze stroncate e molti alt ri fascisti feriti.

Non ci i lludiamo. NO. Questo gio\1ane sangue non p"lacherà i no,. stri nemici, i nostri avversari e vecchi e nuovi e nuovisSimi. T utta questa malage~ ia. non troverà lacrime o parole .di commiserazion e per i g iovinetti assass inati a Modena, e proba bilmente continuerà a vomitare contro i morti e contro i vivi Je calunpie infami ch e ·provocano e giustificano ' Ja rappresaglia,

Ma il fascismo è tale una forza, 'tale una passione, ta le, « sop tattutto », un futuro, che diffamazioni e agguati e massacri non possono a rrest.i. rlo . Lo ingigantiscono. Lo rendon o sacro. Gli danno -l'aureola del martiro~ogio. Il dirit to di critica ch e no"i abb iamo esercita"td ed . eserciteremo sul fascismo - diritto al quale h anno rinunciato i vecchi · partiti paurosi di g uardare in se stessi e di scoprire i segni d ella loro decadenza - nòn c' impedisce di vibrare,··nelle grandi gioie e nelle · grandi trist_ezze", coll'anima di qlleUa ·meravigliosa gioventù che s i raccoglie· sotto le nostre fosegne. :B coll'anima percossa dal più fie ro cor· doglio che io m ' inchino dinanzi alle salme d ei fascisti ·assassinati a Modena, .mentre dalle m8.sse di tutti i fa s'Cisti d'Italia - sempre più sfrettamente vincolati e solidali - si leva alto e solenne il fu n ebre « alalà! » di · ~dd_io e di p roinessa ,pei nostri indimenticabili morti.

« IL FASCISMO E GIA UN PARTITO»*

M111so/ini, premeSJo che secondo il Bastianini i Fasci dell'Umbr ia sono favorevoli alla trasformazione e che in tal senso scrive Ferrone per la Toscana e che eguale è jl voto dei Fasci dell' Italia meridionale, poiché il Marsich e il Bolzon non espressero che la loro opinione p ersona le, ritiene che 1a questione è matura.

Richiamare le valutazioni del 1919, come h a fatto q ua lcuno ricordando le origini del fa scismo, che non volle essere un partito po· litico, fa onore agli studìosi del nostro movimento. M a nel 1919, con ·quarantadue Fasci, l'orìzzontc era più breve, Si trattava di porre un argine al movimento dissolutore ed est rémista che imperversava nel paese, Oggì H fascismo è già un partito, e. con un Gruppo parlamentare, un Comitato centrale, una Commissione esecutiva, un Consiglio nazionale e le Federazioni, e non differisce che nello· spirito dalle altre organizzazioni politièhe. Non è fascista temere del nostro divenire e diffida re di· ogni novità. L'aristocraz ia d elle nostre dottrine è concilia, bile con la nostra trasformazi9ne in partito; e se i programmi possono qua e là ·presentare coincidenze con quelli di altri partiti di destra o di sinistra, è lo spirito informatore che li differenzi.a inconciliabilmen te. Non è possibile un programma che ba lzi fuori ex n ovo come d alla mente di Giove Ma è «urgente» individuare il movimento ' fàscist a formando il part"ito e passando alla fase delle « re_sponsabiliti collettive», riconoscendo, ·in fondo, un fa tto compiuto, prendendo att O della t rasformazione · che ebbe luogo nella méntalità del fasci smo, nell' ampiezi a della sua organizzazione, nella responsabilità per ogni avveniròento, la quale è andata naturalmente al dì sopra e al di fuori di quelli che furono e non sono più i «capi» del fascismo**.

• Riass"unto del discorso pronunciato a Milano, nella icde. del Pai-tito "Economico sita in piazza del Duomo 2, il pomeriggio del 28. settembre 192 1, durante un convegno delta commissione incaricata di discutere la proposta -'di tra· sformazione dei Fasci di Combattimento in partito politico. (Da I/ Popolo d'lla/ia, N. 233, 29 settembre 1921, VIII). . :

•• Dopo interventi di De Stefani, Bruzzesi, Lupi, Aversa, Sca.ffa, Ma.rsich, « Mussolini trova. " tulle le preou11pazioni di ordine ronsért)(J/ore, da potffJi , iauumere nella diffidenza the si ha di quel ,be può surredere e ddla parola parJito, della q11ale pur si onorano uomini tn1igni e gruppi memorabili nella storùs. del paeu. Ogni nos/ro giudizio non de1.18 esurt inceppato e nn1u11 JenJativo drve u u , • gua,daJo ,on prN1en111a diffidenza. N ella n o11ra nazione sono 1an1e le cose da c0'1'/1trw1re e tanle l e abolite ,he merilan(l di euere rip rere in , onsid erazùme ".

{,( P:ropone quindi il seguente ordine del giorno:

« "La ComN,inione nomi11ata ·Jal ComiJato remrale, rilmila a Jif;/ano il t,iMno 28 uuembre 192 1, eùtminaJa la nuova situazione polili&a itali.ma e internazionale e le , onieguen!i responsabilità,· tenuto , omo del grandioso 1u.iluppo preso dal fa.srùmo i n t utte le regioni d'/Jalia e d elle 111e inh:iative d ' ordine sindacale wn la creazione di leghe e , ooperaJ~ve; presa nozione d elle ·relaziÒni di alomi delegati regionali; affermata la nereuità sempre più urgente di u na precisa differenziazione programmatica, tattica e Jtatutaria; con1ider11to che il f111rùmo ha già ammto nella odierna ro1rit11zic ne la forma di un panito, dedde1 anrhe come ricon ouimento de/l'accennato Jtato di fauo, di p ropo"e al prouimo r.ongru10 nazionale che il m ovimento t11t 11ma il nome di" Pd1'tit,o FastiJta ltalùzn()"; e decide di riconvoc(-!rsi venerdì 30 c. m. per preparare in arm o,rica r ontinuilà con qJlelli di ieri il p rogramma e gli tlatuti per l'a2ione fa.u frta di domani" ». l ' ordine del giorno è' approvato con voti otto rontro sei.

Nella riunione del 30 settembre, in.detta « per preparare i programmi e gli statuti dei q uaJi sari chiamato a giudicare il congresso nazionale dei f asci di Combattimento» , M ussolini interverrà n ella disclisSione tre volte. Ecco i riassun ti dei tre i nterventi.

« Mussolini ritiene che si possa senz'altro discutere, non di un vero e propdo p ro8ramma, ma per fissare le direttive generali programmatiche del fascismo italiano »

« Mussolini si p ropone di pubblicare sul Popolo d'Italia tutti i r isultati delle d iscussioni su l problema in modo da orientare j fascisti. Ritiene d 'altronde che le linee generali possano venir senz'altro fissate, senza tema di vederle . supernte dagli eventi» .

« Mussolini esclude le possibilità di stati personalistici o collettivisti, in realtà socialistici " Ridllf're /() $/dio alle sue funzioni più importanti e morali.· querlo i il proble ma. Spogliare l o Slato di IIIIJe le 111e funzioni buro«atid1' che , ampie male, S11i prindpi generali - in f.ondo - 1i11mo d'auordo. Si potrebbe fer m11rti JNi po!J11/,iti i11izi11li, we,rhi11ndoli, m ulando/i ed i nt eg rand o/i", Propone, anziché d i fue un programma, "di fa,e uno uhema; 10/tamo do 11rebbe nure d ùruuq da 1u11i ; Faui prima d el ,ong,euo" » (Da li Popolo d' Italia, Nn 233, 23', 29 settembre,, 1 ottobre 1921, VIII). -

Constatazioni

Brevi, come l'ora e lo spazio impongono. I fatti non hanno bisogno di lunghi commenti. :2 soprattutto interessante in questo momento osservare e fissare l'atteggiamento dei partiti nemici, avversari o affini.

L'Avanti/ ha ·vinto il suo macabro terno al lotto. Esso respinge Ja deplorazione che i fascisti baresi hanno levato per l'assassinio di Di Vagno con . un « coccodrilli » categorico. ll foglio del partito non am• mette che altri sia in buona fede. }.-fa poi si l~gna in quarta pagina, in una corrispondenza da Modena, perché i fascisti modenesi non credono alla sincerità del dolore socialista. Se « coccodrilli » sono i fa. scisti di Bari, « coccodrilli » sono anche i socialcomunisti di Modena. In realtà, l'Avanti! continua nel suo d oppio gioco. Non per niente dà ricetto, con lusso di titoli, ai comunicati degli arditi del popolo, i quali « si propongono di intensificare la loro organizzazione>>. Alla testa c'è un deputato socialista: Mirigcino. La stampa romana getta fuoco e fiamme sui fascisti. Don't acte.

Ma si· può prevedere che questa borghesia politicante, fra poco, quando si r iprenderà in Italia la tragedia degli scioperi parziali e generali, dei tumulti, dei sabotaggi; quando questa veramente Vile borgh<!sia vedrà, ad ogni momento; sospesi i servizi pubblici e le piazze e le strade percorse da minacciosi cortei d i teppag lia, si domanderà: dove sono i fascisti? Ma che cosa fanòo i fascisti? I fasci sti staranno alla fin estra, Ammaestrati dall'esperienza, attenderanno che il duello· csiurisca )e forze dei contendenti, per poi gettarsi e schiantare il vittorioso.

La crisi sembra andare fatalmente verso questo sbocco e questa è la direttiVa che ci viene dagli avvènimenti o~ierni ! MUSSOLINI

Da Il P()po/o d'l1alia, N. 233, 29 settembre 1921, VIIJ. 11 -XVII.

Non mai come in questa giornata di pianto e di g loria io ho sentito, con mo r~ificazione~ le deficenze del mio spi rito.

Ogg i vorrei assommare e armonizzare in me le divine facoltà dei poeti, per sa luta re con un epicedio queste··superbe g iovi nezze stroncate da un'oscura e p remeditata tragedia,

I~ fa to, neJla sua tristezza, supera le m ie possibilità o ratorie. Vi parlerò da ~oldato, poiché questi che caddero appartenevano alla mil izia migliore del nostro esercito ; · e da uom o .pensoso no n della sua, ma dell'alt rni u ma nità,

Q uale o nda d i commozione mi h a sopraffatto stamani qu ando ho visitato le salme raccolte nel sonno che non ha risveg lio· e qu ando i feriti, con eJevatissimo morale di guerrieri e di martiri conf essori d i una fede, mi h an no accolto con un « alalà ! » che mi h a scosso l' an imo sino nelle p iù intime fi bre.

E c'erano fra di loro i giovinetti imberbi, dai lineamenti g entili, le primavere sacre del nost rO sangue latino, i ·virgult i sch iett i della no· stra razza. immortale ; e c'era anche un uomo nella p iena. maturità d eg li a nni, che ha visto cadere mortalmente ferito il figlio ed era ma· gni6co d i coraggio e di serenità

N o n un lamento, non u n rimpianto è uscito dalle labbu dei no~ stri fe rit i. C'è in loro l'Orgoglio del buon volon tario ch e è lieto di c~nsacrare col sangue 1a purezza d ella sua f ede.

L'eccidio d eiralt ra sera è ricco di gravi Jnscgnament i. I nostri av· versaci sanno o ra che quando c'è un pericolo da corre re, un risch io da affrontare, una responsabilità da assumere, j capi dal fascismo so no al loro po.Sto

Se il malcostu me degli avversari fosse anche il nostro, nessuno dei dirigenti il fasc ismo modenese sarebbe rim"asto colpito.

Oggi tutta l'Ita lia guarda a Modena e non cr<::do d i commettere peccato se aggiungo che si attende" con ansia ciò che io dirò.

• Discorso pronunciato a Modena, in p iazzà Sant'Agostino, la mattina del 29 settembre 19 21, durante i funerali dei fascisti ('aduti nel conflitto del 26 set· tembre. (Da Il Popolo d'ltali11, N . 234, 30 settembre 192 1, VIJI).

Mi pare di sentire un coro anonimo di mille e mille voci levarsi dalle città, dai borg hi, dai casolari e invocare una parola di pace.

Noi che non siamo d ei barbari,· ascoltiamo questo grido d i pace. la terra, d ar 19 14 ad oggi, ha bevuto tante lacrime e tanto sangue, che nessun uomo degno di questo no~e p uò pensare senza raccapriccio che questo orrore continui.

Ma se pace, 1a pace vera, si vuole, che cosa significa questo rinnovato, diabolico accanimento antifascist a cui assistiamo?

Non pace- sincera vi può essere sino a quando i fascisti saranno chiamati sicari, assassini, assoldat i, compagnie di ventura; sino a quando sa ranno additati come l'oggetto dell'odio e de1la vendetta popolare.

Oh, la tragedia non è locale, ma è nazionale. I protagonisti sono più numerosi, la scena è vasta quanto il territorio della nazione.

· Io affermo ·q ui, io che .non hÒ risparmiato le critiche p iù acerbe a talune manifestazioni del movimento fascista, che il fascismo è nel suo insieme uno dei movimenti p iù disinteressati, più spi ritualistici, più idealistici, più religiosi che conosca la storia italiana ed europea.

Erano dunque sicari di quakuno, difensori di qualche cosa - di un uomo o di un interesse, di una casta o di un privilegio - questi giovani che prima di sigillare le labbra per sempre hanno mormorato, negli spasimi dell'agonia, il grido di << Viva l'Italia! »?

No. Per questi giovani che sono caduti, per gli altri che ri man• ·gono, l'Italia non è la borghesia o il proletariato, la proprietà privata o la proprietà collettiva. L' Italia no n è nemmeno quella che governa o sgove rna ]a nazione e non ne intende q uasi mai l'anima. L'Italia è u na razza, una storia, un orgoglio, una passione; una grandezza . d el passato, una grandezza più radiosa d ell'avvenire.

Con questa fede, per questa fede, voi siete morti ; pe r questo voi siete andati alla morte, come alie << braccia di arridente sposa ».

E no i siamo venuti qui, da·ogni parte d'Italia, a rendervi Onore. I tremo ri dei nostri avversari sono vani. Nessun tumulto, nessuna vio lenza deve turbare né turberl la manifestazione .. odierna, l'estremo onore. I nostri inni echeggiano d alle nostre fanfare. I nostri « alalà ! » si levano solenni in questo dolce cielo di settembre. Li sentite voi ? Forse. Certo.

L'ondata formidabile d ei nostd spiriti d eve incontrare, scalda re i vostri che non sono morti.

Squillano le note di Gio11inezza, l'inno della vitaj ma voi, tra poco, scenderete nella terra negra. Per voi, o ~ari morti, stasera le stelle non avranno p iù brividi d'infinito; il sole d i domani non avrà pìù splen- dori; nelle vostre famiglie si sentirà stasera il vuoto terribile che dà l'estrema dipartita e le lacrime amare· cadranno· nel silenzio.

Sal11ete, morti dilettissiO'lL Noi non vi dimenticheremo. I Vostri nomi rimarranno scolpiti nel nostro cuore profondo Finché un solo fascista ci sarà in Italia, egli trarrà da voi l'esempio e l'auspicio Verrà giorno in cui il nostro èsercito invitto e invincibile strapperà la definitiva vittoria. Allora, o fratelli di Modena, o fratelli caduti di altre città, un fremito improvviso farà sussultare i voshi resti mortali. Converremo allora alle vostre tombe di precur,ori e di avanguardie a sciog liere il voto della riconoscenza e della fed e.

In nome dei cinquecentomi la fascis ti. d' Italia, vi porgo l' estremo addìo.

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