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SCOPERTE

A mmettiamo senz'altro che il programma, o, piuttosto, le linee p ro• grammatiche del fascismo pubblicate su queste colonne non rappresentano i l sommo del1a «originalità )>. In ciò hanno .ragione i Cristoforo Colombo ch e si a nnidano nella redazion e del T empo, supplemento romano dell' A JJalto, onde dar modo a Filippo Naldi di appagare le sue vendette miserabili d i natù ra elettorale.

Domand iamo : che cosa sig n ifica « orig inale »? U ria cosa, forse, mai 'detta, mai vista, ma i p ensata, mai fatta? Allora di «orig inale» neJL' universo non c'è che 1a « creazione » ordinati da Dio, secon do si legge nella genes i. Tutto il resto è deri vato. D opo tre o quattro millenni di civiltà, è difficile_ essere « orig inali »- in politica, in arte, in filosofia, in matematica. e in tutto il resto. N on c'è « novità» che non ~bbia d ei precedenti. L'adagio latino Nihil sub Iole è una sintes i di saggezza. E il « nuovo » dovrebbe essere cost ituito dal programma f ascista ? Per quanto orgoglios i, non g iungiamo a simili aberrazioni. N on in tendiamo di avere scoperto l'America e nemmeno la polvere. N o n abbiamo voluto dar fond o allo scibile. N o n abbiamo la p retesa grottesca di, considerarci g li apportatori d i u n nuovo vangelo per Ja salvezza· deg li italian i. Abbiamo il senso del limite, il senso delle possibilità e rifuggiaq:io dai deliri di grand ezza. Aggiung iamo che nessun p rog ramma di nessun part ito pol itico nato o nascit uro è orig inale Mettete a confron to j programmi di tutti i partiti politici italiani, dag li anarchici ai conservatori, e troverete che hanno fr a di loro p unti d i contatto . e p u nti d i assoluta incompatibilità. Dov'è l'orig inalità dei prog rammi socialisti o popolari o democratici ? :e impossibile evita re certe coincid enze. M olti postulati d i natura sindacale del fascismo possono essere accéttati dai socialisti e molte rivendicazioni legislative-sociali ~ei socìalisti non sono osteggiate dai fa ~ isti. Si dirà, dunque, in base a questa pura coincidenza parziale, che i due p artiti si copiano a vicenda, si rassomiglia no, quando .divergo no · inepa.rabilmente in tutto il resto delle concezio ni. polit iche e dottrinali?

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In tema di «riforme», fa scismo, popolarismo e frazioni della d emocraz ia più o m eno liberale si ag itano quasi sullo stesso t ecceno. Ma ci sono fra questi aggruppamenti d ifferenze i nso~mon tabili in alt ri campi, abissi incolmabili. Il fascismo non chiede e non può chiedere un programma. «originale»: è àssurdo. T ende e raggiunge un 'i ndividuazione e basta talora un solo punto di vista, un solo comma programmatico ad individuàre un partito, .a differenziarlo da tutti gli altri. ' ·

Da tutte le sette socialiste siamo frreparabilmente distinti , perché respingiamo ogni e qualsiasi internazio~alismo; ogni e qualsiasi intervento statale neUe faccende dell'economia; ogni e qualsiasi preminenza di interessi classisti , quando danneggiano anche indirettamente la collettività nazionale. E tacciamo, per non dilungarci, di altre differenziazioni minori. T utto sommato: noi ripudiamo la teologia, anzi la t eologia del socialismo e non crediamo all'avvento di una civiltà proletaria. Dalle diverse scuole della democrazia o del liberalismo, ci d ivide la nostra « sopportazione )) di tutto i l su ffragettismo o costituzional ismo scaturito dal 1789; il nostro convincimento della necessità di uno Stato fortissimo e quindi ridottò alle sue funzioni .primordiali poli tico-mora li e di u na politka estera espa nsionista, co raggiosa e italiana. Soprattutto, da queste scuole. logore e logorate, ci d ivide il nostro temperamento. In realtà ciò che d iffe renzia i partiti e dà lor'o sagome inconfondibili non sono le tavole più o m eno effimere delle loro leggi, le fo rmule_più o mè no sterili deJle loro dottrine, ma lo spirito col q uale affrontano i problemi, la dignità e H senso di responsabilità col quale si muove nella vita, il severo controllo di se stessi e dei loro uomini, l'o rgoglio e il disinte• resse della loro fede, la testimonianza diuturna del loro spirito di sacrificio.

Quando ci sia quest'atmosfera «morale» anch e i prog rammi acqui. stano, al di sop ra della lettera, uno « spirito )> che li d istingue e li illumina.

Anche nel caso - e non è - che il programma dei fascisti fo sse uguale o simile a quelli degli altri partiti, · il fascismo ha i << suoi » specifiéi connotati, l a « sua » pa rticolare fisionomia e· l a « sua » anima. E questa che non d eve perire !

MUSSOLINI

Da li Popolo d'IJalia, N. 246, 14 ottobre 1921, VIII.

Tiro A Segno

Comunismo In Ribasso

Ecco un docùmento. :e una circolare a stampa che. l'Esecutivo comunista di Torino ha mandato ài suoi aderenti:

« Compa.gr;o!

(( la Commissione di revisione d comunica che tu non intendi dare a ttività alcuna nell'op era di organizzazione e di collegamento del Partito Comunista. Ii Partito impone ad ognuno un compito specifico

« I compagni · che rifiutano di esplica re q uel mandato che sarà ad essi affidato, cadranno sotto le sanzioni discip linari del P artito stesso ·Noi · r iconoscendo in te ~n sincero e leale compagno di p rovata fede, ti invitiamo a mantenerti disciplinato agli ordir;i dei Partito del quale sei milite volontario e fedele.

« Attendiamo da te una preci5a dichiarazione in merito; cioè se vorrai accettate quegli eventuali ordini che il Partito intenderà affidarti.

« Sicuri di una risposta affermativa, in attesi: ti salutiamo.

« Per il Comitato esecutivo: il segreta.rio «G. BOERO».

QuCsta circ~lare dimost ra èhe le azioni sono a lquanto in ribasso nel · campo comunista. Era diretta ad un o peraio comunista di provata fed e! Fig wiamod cosa saranno g li altri!

DISCORSI.....

Sono stati annunciati due miei discorsi: uno a Genova, il 30 ottobre; e uno a Milano, il 4 novembre. Si sappia che non parlerò né a Genova, né a Milano..

Punti Di Vista

B uscito ieri l'altro su! Popolo un articolo di Soffici, pieno di svarioni tipografici. Male non irreparabile data l'iritelligen·za dei nostri lettori. Fedeli alle nostre. consuetudini di pubblicare fot'egralmente q uanto · pubblichiamo, abbiamo lasciato aperto lo spiraglio intravisto -dal Soffici verso la fin e del suo articolo. Ci affrettiamo però a soggiungere che dissentiamo nettamente da, lui per ciò che rig uarda il nostro. atteggiamen.to di fronte ai comunisti più o meno pwi, i quali, :da i teorici_. ai pratici, sono' tutti fei=òcem ente antifascisti -e fior fiore· di delinquenti e di carogne.

Il Divorzio

Il Piccolo di Roma, prospettando le conseguenze d i collaborazionismo, sta~pa :

« Che cosa volete, in sostanza, signori collaborazionisti, rossi e borghesi? · Volete l'estensione del suffragio lino ai ragani di quindici anni o I'el9ttivìtà dei grandi nelle ." pubbliche amministrazioni e nell'esercito ? Volete (ma sul serio, on. d eputati socialisti padri di famiglia) il divonio e l'educazione collettivista dei figli?». · ·· · ·

In quanto al dfrorzio, esso non è pr~prio un istituto socialista, ma una conquista squisitamente democratica ormai accettata da tutti i p opoli ci vili, compreso il catto lico Belg io.

Non diamo dunque al socialismo dei meriti che non ha, per quanto l'on. Marang oni abbia fatta sua la riforma dell"istituto matrimoniale che è nel programma dei nostri più illuminati giuristi.

Il Socialismo E La Guerra

L"on. Filippo Crispolti scrive nell'Italia : li stata fatta la verifica dei poteri al congresso ae1 P,n. 't:e sezioni iscritte al partito sono 2834, ma di esse quasi un mig liaio, · e precisamenté 8.50, non si sono fatte rappresentare in alcun modo. Chi sono questi assenti? Chi rappresentano? Che cosa valgono? Disertori o scettici? Non indaghiamo il mistero. ·

(i Ma se alcune guerre sono in realtà cagionate da gare industriali, può proprio dirsi che dove queste guerre manchino l e guerre µon ci siano? Proprio in questi g iorni il fuoco guerresco divampa o è latente in qua.si tutto l'Oriente europeo, dove l'economia è elementar e ed il - r egime industrialistico non si conosce neppure. - E chi ci dice che « l'economia collettiva, cooperàtivistica, Ocomunque si chiami », da sostituirsi, secondo i relatori, all'CConomia vigente, eviterebbe le guerre? A · parer mio le renderebbe più facili, perché se oggi gli Stati subiscono spesso bensl le pressioni industriali, ma non sono rappresentanti espliciti d'interessi, quindi non sentono direttàmente le rivalità internazionali di essi, il giorno che l'economia associativa prevalesse da sola, e portasse la naturale e vagheggiata conseguenza d'aver nello Stato il proprio organo, esso diventerebbe sensibile a tutti i conflitti che nascessero tra il complesso degli interessi associati del proprio paese e di qu~llo dei paesi altrui » .

Ben d etto, ma non è nuova. Quasi con le stesse parole l'on. oddino Morgari dimostrava come H socialismo non riuscirà mai a dirimere le cause di guerra fra i popoli,· anche Socialisti.

ANCORA IL « SECOLO »

L'A vanti!, giornale del Partito Socialista, dedica al resoconto del d iscorso Beotini, discorso lacrimogeno a base di antifascismo, 88 righe contate Il Secolo due colonne. Il secolo di Missiroli e di Luigi Della , Torre è più pussista del fog lio del Pu;. Si rende oramai sempre più evidente che Milano non può sopportare due quotidiani social isti. L'avvCrtimento - e potrebbe essere l'ultimo - va direttamente ai due nominati ·signori Missiroli ·e Della Tane, i quali d·evono dire se sono d emocratici ancora o se sono diventati pussisti. Il grande equivoco fa un grande sch ifo.

D a Il Popolo d'llalia, N. 247, l } ottobre 1921, VIIt (,).

DOPO IL . CONCILIO

Il Partito Socialist a Italiano è ve.ramente in istato di avanutissima putrefazione, come affermano dàlle colonne del loro giornale i comunisti marca « puri »? Bisogna intendersi. Se si guarda alla facciata esterna e si vede che il partito conta ancora ottantamila tesserati, ha centoV?nti deputati e parecchie centinaia di amministrazioni comunali e cooperative; se si tien conto che·al partito aderisce ancora l'organizzazione cosiddetta . massima del proletariato italiano. l'affermazione dei comunist i « puri» p uò sembrare eccessiva. Ma non v'ha dubbio che « ficcando lo .viso a fondo», esaminando il partito d a un altro punto di vista, e cioè da quello della consistenza dottrinale e da quello della coere nza pratica, si finisce col pensare che i comunisti « puri >> non hanno torto.

' Il congresso pussista che si è chiuso ieri, dopo aver inondato l'It alia di un mare di chiacchiere, è stato una povera, una poverissima accademia, durante _ la quale si sono rimasticate all'infinito le formule d eJle solite tendenze,

Si diceva: il congresso di Milano dev'essere un congresso di chia. ri6cazione; ma chia!ificaz ione non c'è stata. L'equivoco continua nella maniera più indecorosa. Il mén~ge forzato non è stato disciolto. Le due anime continueranno a contrastarsi e ad annull arsi . Che la coscienza « intima » del Pus sia oramai turatiana, è innegabile; ma le cifre sono cifre e in base a queUe non si può negare che i massimalisti unitari h anno riportato una decisiva maggioranza, mentre di assai scarsi contingenti appare rinforzata l'ala destra: di _appena cinquemila voti da Livorno in poi~ ,

Al congresso di Milano, nessuno ha avuto il coraggio di essere se stesso. E gli Ùni e gli altri dovevano dire: alla malora l'unità « formale » del partito, che ci impedisce di essere veramente rivolui:ionari o· vera. mente riformisti. In realtà e gli uni e gli al~ri hanno pensato: conser· viamo l'unità « formale » del partito, colla quale coprirem~ magnificamente. la nostra inguaribile deficenza orga";ica, la nostra oramai ..troppo manifesta impotenza.

'2 su questo terreno di insincer ità che continuerà" a muoversi il Pur, ragione per cui non possiamo che mantenere e accentuare nei suoi riguardi, oltre la nostra ostilità, a nch e il nostro disprezzo.

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