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ITALIA E RUSSIA
L'accordo commerciale italo-russo giunge, come sempre, buon ultimo, dopo che accordi del genere sono stati stipulati d alla Russia con tutti ì principali Stati capitalistici del mondo. Esaminate attentamente le clausole d ell'accordo, non c'è da farsi illusioni circa la immed iata possibilità di risu ltati pratici. La Russia ha poche cose da esportare in Italia; l'Italia si trova nelle stesse condizioni riguardo alla Russia. L'ac·co rdo h a quindi un valore prevalentemente politico, o, se si vuole, tendenziale.
Sin dal 19 19, nei_ suoi postulati fondamentali, il fa scismo italiano reclamava una politica estera orientale, che mi rasse a stringere relazioni amìchevoli con tutti gli Stati sorti dallo sfacelo dell'impero degli Absburgo e de i Romanoff, non esclusi quelli governati dai So vièt.r.
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L'Italia. ufficiale, legata. sino a ieri alla palitica russofoba della Francia, ha ritardato troppo l'evento e si è fatta pI"ecedere dalla· Germania e dall'Inghilterra.
la possibilità e, domani, l'utilità di questi accordi, è in relazione col fatto che oramai la Russia è uno Stato perfet tamente capitalistico e che il Governo cosiddetto comunista è, in realtà, un Governo << borghese » come tutti gli altri."
Altri elementi che stabiliscono il valore dell'accordo, o degli àccordi russo-europei, sono i seguenti : la repubblica dei So vièl! sembra aver rinunciato - almeno per il m'omento - ai suoi piani di rivolta pa nas iatica contro l'imperi alismo anglosassone. Il compito è superiore alle forze materiali e morali di cui dispone lenin. La Russia si rivolge all'Europa, torna alJ'Occidente, ha bisogno dell'Occidente La d irezione economica nisSa è attualmente questa. I.' Asia indiana non può dar nulla alla Russia affamata e bisognosa di tutto: ragione per cui la Russia torna ad essere la più grande cliente dell'Europa capitalistica occidentale. Le conseguenze politiche di quest'orientamento - dettato dalla necessità - non sono ancora prevedibili; ma è certo che attraversç questi e gli altri accordi che verfanno, la Russia, che doveva essere < ( isolata>>, torna ad essere attuale e presente n ella vita e nella stòria europea.
In verità due politiche sono fallite: quella di Clemenccau, che vo- · leva soffocare il bolscevismo con un cordone di filo di ferro spinato e l' altra di Trotzky, che voleva sovietizzare l'Europa. la 4isfatta di Wrangel è stata una disfatta di Clemenccau; attorno a Varsavia è stato spezzato nel 1920 il sogno pan-russo dei Sovièts.· Dopo questo duplice fallime_nto e la politica d ei SovièJs e quella degli altri Stati europei doveva orientarsi in altro modo: assumere la psicologia di pace.
L'accordo italo-russo è .da salutare come un altro passo verso Ia pace generale europea. Molti focolai di discordia esistono ancora - e minacciosi! -.. nell 'Europa centrale, dove i piccoli Stati sorti dallo sfacelo degli imperi, non sanno _ancora trovare l'equilibrio fra i loro smisurati appetiti e la obiettiva realtà, ma gli accordi fra le grandi potenze sono destinati a calmare i ~allenti. spiriti degli staterelli slavi e a convincerli che nuovi salassi in Europa non sono pensabili, pena la rovina estrema di tutto il continente.
Quanto al valore «mercantile)) dell'accordo italo•russo potrà essere valutato · fra qualche tempo. Ad ogni modo Ùn inizio c'è, Una strada . è aperta. Condizioni per i nostri traffici marittimi sono state fusate.
Il Mar N ero potrebbe diventare un mare jtaliano. Ora è L ' iniziativa privat~ che deve fare il ,resto. Lo Stato spiana la via politicaillente, ma senza l'intra{>rendenza dei singoli gli accordi restano sulla carta .diplomati_ca. Pe r concludere, l'accordo italo-russo - che sarà perfezionato fra sei mesi - allarga' gfi orizzon ti . della nostra politica espansionista. L'Italia non ha altro campo d 'espansione all'infuori di quello orientale. Ci sono anche là formidabili concorrenti, ma colla volontà, colJa tenacia e colla probità commerciale, un posto ragguardevole e' fruttifero può toccare anche· a noi.