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OPERA OMNIA DI BENITO MUSSOLINI
Dunque nella Russia di Lenin ci sono delle « industrie private». Dunque nella Russia di Lenin è dato per certo « un aumento di sfruttamento d egli opera.i». Ma allora, di grazia, in che cosa diversifica la famosa e famigerata repubblica dei So vièJs di tutta la Russia dagli Stati bocghesi di tutto il mondo?
IL FROMBOLIERE
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Da 1/ Popolo d'!t.:lia, N. 275, 17 novembre 192 1, VIII (r)
PRIMO: VIVERE !
le giornate di Roma hanno [imesso sul tavolo delle grandi discussioni il problema del fascismo e molti studiosi si indugiano a meditare su questo movimento così complesso, che è religioso, politico e militare ad un tempo. Bisogna avere la superficialità sconfortante dei redatt~ri dell'Avanti.I per dilettarsi di una funebre letteratùra, secondo la quale il fascismo sarebbe finito e sepolto. Gli uomini d'ingegno e di cultura, anch e avversari del fascismo, non nutrono di queste Hlusioni Un movimentO: come que11o fascista non si volatilizza semplicemente perché a Roma c'è stato uno sciopero sedicente generale. ·Abbiamo letto su due giorna li diversi_ articoli di due eminenti scrittori di politica: Arturo Labriola ed Enrico Leòne, ar,ticol i che ci p iace sunteggiare e riprodurre, inquantoché rappresentano uno sforzo notevolissimo di comprensione del fascismo. Mentre i burattini lugubri dell'Avanti! cantano le esequie del fascismo, l'on. Arturo Labriola, su lle colo nne del Piccolo della Sera di Trieste, cosl ~i pronuncia: ·
« 11 fascismo è un fatto che non si può jgnorare; un fatto che reclama una politica di governo, magari per favorirlo, perché ognuno capisce che se il fascismo O partecipe al Governo o strumento ind iretto della politica di Governo, cesserebbe d i essere un " fenomeno •. Considerarlo come un affare di ordinaria amministrazione, come un semp lice fatto di polizia, significa precisamente non formars i più un'idea della forza che ha acQuistato, delle ripercussioni che il suo estendersi p rovoc'a all'estero, delle influenze che esso esercita sulla vita sociùe del paese, considerata essa nell a sua differenza dalla vita politico-parlamentare vera e propria. sventuratamente la tendenza dei Governi e dei partiti parlam~tari è ritenerlo un fatto t ransitorio, malefico o benefico, Secondo i punti di vista che la- situazione consente». ·
Perfettamente così. La mentalità media dei nostri avversari o degli spettatori può essere riassunta in questa proposizione: il fa~cismo è una ·specie di ciclone, postumo d~Ila g uerra, e passerà.
Ora, più la guerra si àllontana da noi. nel tempo, e maggiore è lo sviluppo del fascismo. Questa stupida cred~nza nella transitorietà del fascismo non esclude dal gioco politico quelle possibilità che io avanzai in u~ breve discorso apparentemente paradossale, tenuto alla Camera, in uno scorcio di seduta. Governare col fascismo ? Orrore! II fascismo passerà. Ma intanto non passa, e il fascismo, respinto,. finir à col respingere.
Sempre per i ridicol i necrofori dell'Az;an:,il riportiamo quest'altro brano della prosa di Labriola:
« Ecco perch~ il fascismo è oggi un "problema " ; un problema per sé, un problema per gli altri, che o se ne avvantaggiano o ne soffrono. Esso esiste; è una forza di cui sa.rebbe puerile negare l'importanza Chi h a visto sfilare per le vie di Roma i quindici o ventimila fascisti, in gran pa1te armati, coovenuti per il congresso, non ha avuto una sollazzevole impressione. Ognuno si è domand 3to che cosa accadrebbe se questa forza si solleva s.se contro lo Stato. I[ fascismo ha sempre affermato che esso lottava contro Je fo rze nemiche dello Stato; ma, fotanto, con le perturbazioni di cui è causa,·accresce la confusi one e il disordine generale; con le reazioni che provoca, scuote ed altera fa compagine così. poro solida del paese Ma questa forza esiste, è viva oo· ha capaciti di svil uppo.
« L'essenza d el fa scismo come un "problema " è la · cosa che meriterebbe d i essere lungamente esaminata, tanto dai -s uoi, fautori, quanto dai suoi avversari. Le p:irole di scherno o i giudizt di reiezione non fanno al caso e non lo inquadrano. Il fascism"o è un certo affare fra l'oscuro e il pr oteiforme, che può giustificare i più opposti giudizi. Ma oggi i partiti politici dovr ebbero cominciare a dare questa testimonianza prima del loro coraggio civile: discuterlo e prender posizione. Che se la discussione rivelasse per questi partiti inconvenienti, d ei quali ora soffrono soltanto i socialisti, e in parte gli stessi popolari, all ora evidentemente il "problema" per questo solo fatto sarebbe già sulla via dell'esser chiarito.... ». ' ·
Non sappiamo se i partiti accoglieranno l'invito di Arturo Labriola. Non sappiamo, cioè, se oseran'no affrontare quel processo di ch iarificazione che il fascismo st a imponendo duramente a se stesso. Non · ci attardiamo a polemizzare con J'on. Labriola, il quale affe rma che il fa. scismo non h a un programma e p assiamo a vedere qua nto dice d i noi Enrico Leone, nel Giornale della Sera di N apoli. Ci sembra che Enrico Leone abbia pene trato assai nell'in_tirno del « fenom eno » e ne abbia colto la caratteristica essenziale. Lo scrittore sindacalista ha capito che il fascismo . è uno Stato in potenza1 che tende a sostituirsi ad uno Stato in atto. Il mistero, la forza ed il fascino del fenomeno è tutto qui .
« Sono ardui - dice Enric-o Leone _, presagi nel ·campo socia le: si deridono giustamente come una caricatura·della magia in ritardo. Ma non· si sbaglia affermando che questo moto fascista difficilmente si risolverà In una semplice circolazione d'é/iu , che, come ebbi a dire in un discorso a p ia:zza Aldovrandi di Bologna, sostituirà ai ·• Merovingi " che fecero nolenti la guerra, i " Caroling i " che fortem ente la vollero e la condussero . Questo moto, se potesse senza validi O!tacoli e»ere condotto fiqo ai confini liberi del proprio sviluppo, ingoie· rebbe' lo Stato tradizionale e getterebbe le radici di un o nuovo, di tipo classico, antidemocratico, che invece di starsene sulla "volpe" come le nostre democrazie di governo, se ne starebbe sul " !ione", passando dall'arte di Ta lleyrand al pugno di Gengiscan • ·
Con queste proposizioni, il Leone aff~rra ànche i termini del dissenso fra ala destra e ala sinistra del fascismo italiano, fra coloro che ritengono utile e possibile inserirsi_ sin da questo momento t,1ell'attuale Stato liberale e quelli c~e ritengono, invece: necessario sommergerlo senza pietà.
« Ieri i fascisti - &Ollfinua En,i<o Leone ----:- parevano dei volontari ausiliari della fo rz.a stati zzata e tradizionale. Oggi? Oggi Mussolini, in una intervista consrgnata al MaJtino, dice, con enfasi di generale, ebbro della propria guadagnata potenza armata e della efficacia mi litare dei corpi di cui è stato gridato duce : domani lo Stato saremo noi. E lo può dire con fondamento di serietà. Rida chi ne ha voglia. Un movimento composto di floli#td di razza, che vive la poesia · della violenza, che ba · sostituito all'andamento critico dei partiti basati sulla illwninata discussione la rigida gerarchia deUe squad re d'azione, un movimento che si pone agli ordini di uno solo, che fa le sue rassegne militari sfilando davanti al proprio generalissimo con marzia lità ferma ed entusiasta, un movi- · mento che conta centinaia di migliaia di adepti che non seguono come i Jc. ghisti operai delle bandiere, ma dei gagliardetti, simbolo d'una volontà imperiale che grida "muori, ma non mi lasciare tra le mani del rlcmico": tutto ciò è un piccolo Stato che si attenda di fronte all'antico. Non manca neppure di uomini di pensièro che possano nel campo delrarte fame l'ispirazione d'una lettera.tura e di una fi losofia, diretta a contrapporre allo ·· Stato-circostanza'", che si formò sfruttando gli eventi della storia di Francia, uno "Stato-volontà", come quello iniziato e troncato a metà dal garibaldinismo. A q uesti suoi filosofi non mancherebbe modo d i combattere nella Stato di ieri l a conquista dinastica piemontese per fare appello alla volontà nazionale nata nel popolo sui campi di battaglia.
<1. Lo Stato g rande, fin qui lusingato dai buoni uffici antisovversivi del fa. scismo, dimentico della origine propria, cb0 è vìoli!'nza cristalli zzatf, ha creduto che la violenza ··faziosa·· trovasse limiti d i continenza nelJa coscienza giuridica del paese. E non ha provvedutÒ a difendersi dallo Stato piccolo. E ·sta ponendo a fianco allo Stato maggio!e ufficiale uno Sta to antagonista, uno ·Stato concorre:i:iona le, ch e suappà all"csercito professionale il suo migliore spirito : la prodezza e il cuore formo; e, nel ravvivato culto d ell' eroismo della guerra combattuta, si alim enta. di quel prestigio al quale chiese nascimento l'autorità sociale. Sono dunque in gioco tutti gli elementi d'una n uova fucina di ordine. la tradizione ha t rovato il proprio r ivali!'. Se il vecchio non Si desta, potrà soccombere ».
Leggendo quest a pagina di Enrico I.eone, il quale poco più sotto riconosce che ·<( una sola cosa sembra perire e dimostrare la propria fragiJità: l a tattica dittatoriale bolscevica», i nostri lettori sono certamente tratti, p er associazione d'idee, a ricordare un m io articolo di alcuni mesi fa sugli Stati in atto e sugli Stati ii:t potenza. Già da allora io diceVo che il fascismo è uno « Stato in pote02a ». Che questo Stato sia destinato a sopprirpere o a vivificare l'altro, lo diranno gli avvenimenti del futwo. Ognuno vede da ciò che la pcista del gioco fascista è assài gro5$,l; ognuno vede da ciò come sia gro~tescO considerare il fascismo alla stregua di un fuoco di paglia, mentre invece Si tratta quasi certamente di un vulcano. E non sono - co~ dice Labrio1agli scherni, le reiezioni e le insulsaggini diffamatorie della. stampa social-cagojesca che riusciranno a spegnerlo.
MU SSOLINI
Da ll Popoh> d' l1ali11, N. 276, 18 novembre 1921, VIII.
UNA . RISPOSTA ALL'« AVANTI ! »
l'altro giorno l'Avanti.' pubblim,;a un articolo col periodo sottoriportato nella lettèra di Ferruccio Vecchi. Per venire a chiaro dell'insinuaz ione, abbiamo mandato gli amici signori Dante Dini e maggiore Terruzzi dal capitano Ferruccio Vecchi, e questi ha dlasciato la dichiarazione che giriamo, come l'autore desidera, all'Avanti!, giornale che, specje oggi, non ha le qualità per sollevare « questioni morali » contro chicchessia. La lettera del "Vecchi ci pare abbastanza esplicita perché ci sia bisogno di postillarla
Milano, 17 novembre 1921. a risposta degli schiarimenti che mi avetf" chiesto circa il brano comparso sull'Ava111i! del 16 core. e che così dice:
Carissimi -Teruzzi' e Dini,
« L' Avamì ! fu incendiato due volte. Oggi esso è più florido, più vivo, p ili combattivo di prima, perché risponde agli interessi di un partito, Il primo g uidatore delle squadre incendiarie è andato invece in . galera per truffa e pochi giorni or sono mandava un suo barbuto messo da noi per .chiederci umilmente aiuto in una certa campagna morale contro il duce. E noi ci siamo presi il g usto · di metterlo con garbo alla porta ))
Vi assicuro che io' mai feci quanto mi viene imputato, pe!ché mai io ri· corcerei a dei vecchi nemici politici per rivalenni contro vecchi compagni di lotta.
Desidero intanto che pubblicamente chied iate il nome di chi ha ~critto ,tanto capolavoro - ond'io ben sappia a chi potrò rivolgermi p ersonalmente ·e le prove speci fiche e non subdole i nsinuazioni.
Colgo inoitre l'occasione di avvertire i « bruciati » e gli « schiaffeggiati » , cui le guance mai cesseranno di friggere, che la mia solitudine è tutt'altro che dimentica della loro bassezza personale e politica e che non sono quelli usati da loro i mezzi più adeguati per colpirmi e che, infine, la sorgente degli schiaffi è tutt'altro che esaurita.
Grato a voi, o amici, della cortese visita, che mi ha richiamato sopra uno scritto che mi era sfuggito. L'Avanti! è un giornale che si cerca di leggere il meno possibile tanto dà nausea. Vi ringrazio e vi stringo la mano cordialmente.
Vostro
Da li pqpolo d'/14/ii;, N. 276, 18 novem.b,e 1921, VlII ( r).
· XVII.