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NEL BOSCO DELLA MERLATA

Li abbiamo tutti addosso, Ìn questo momento, i grossi preti, i piccoli chierici "e g li innumerevoli scagnozzi delle d iverse chiese e chiesuole politiche che rallegrano il bel regno d'Italia. Per fortuna che la nostra salute fis ica e ·morale è di ferro; per fortuna che il fascismo - previggente. si è scelto Un motto d'ordi rie.... sfacciato, altrimenti a quest'ora sa rebbero guai. Ma si può sapere che cosa vogliono o che cosa volevano quest a masnada di criticastri salit i in -catted ra a spacciar se nfenz e irrepa rabili, coll' ari a melensa di chi si r itiene depositario della verità genuina ? Volevano un programma. Sicuro. Di più : volevano una ricetta infallibile per. la salute nazionale e rnaga1ì unive rsale. Voi non avete un p rogramma, voi non ci avete dato un prog ramma, il vo· stro programma è inconsistente: queste le accuse -che partono con una · commoventissima unanimità dalla estrema sinistra all'estrema d estra. Si può dire «_ tutta la gamma». Poiché nell'antifascismo si r iconoscono, si appaiano e ·si appoggiano - wie H tmde · a11f fr eier Gauef, direbbe H eine - anarchici, repubblicani, pipisti, socialisti, comunisti,· cagoiani, e conservatori, rivoluzionari, borghesi, pcoletari; un intrug lio che, nell' intimo, deve fare abbastanza schifo anche· a coloro che Io compongono. D :i Ma latesta e Cagoia attraverso don Sturzo: ecco un t itolo suggestivo per una pellicola.... Solo alcuni _scrittori, che chiameremo irre· g o lari, come il Labriola, · il Leo ne e anche iJ Missì roli, hanno cercato d i approfond ire il fe nomeno; di coglierne g li eleme nti esse nziali; d i indag are sulle s ue poss ibili estrinsecazioni e direzioni, ma gli altri, que lli legati alJa bottega del partito, non si acconciano alla fatica del!'jndagine; si limitano ad un giudizio sommario e bestiale.

Dunque: volevano « un » programina e Io volevano da me. Osservo, o sig nori, che io non sono un profet~ o un veggeqte (né un Dulcama ra, come siete voi, ciarlatani del cosiddetto sovve rsivismo, che da cinquant'anni andate imbestiando l e masse colle vostre « freg naccc » teolog iche), ma sono ·un sempl ice g iornal ista e non dei migliori fra quanti sputano inchiostro e f egato sugli stracci stampati d ella Peniso la. Un p rogramma non è creatura che nasca t utto solo e da un solo cervello: quello esposto a Roma non ha mai avuto la sciocca pret esa di essere u na .specie di Vangelo, ùn toccasana miracoloso, la Soluzione · definitiva dei molti proble~i che ci travagl ia no. Più di un programma, si tratta di alcu~i « punti di vista e di riferimento» allo scopo di orientarci nel terreno complicatiss imo della realtà nazionale. Noi abbiamo il candido cinismo di affermare che noi non invidiamo nessuno dei vecchi o dei nuovi partiti, che hanno previsto tutto, dall'a .fioo alla z, .che hanno un balsamo pronto per tutte le piaghe e che credori.o di aver realmente - con un assoluto ·bambinesco - dato fondo a ll'universo. Noi vc;igliamo inseguire quèsta· caterva di malvagi censori - tipici per acidità e incomprensione i repubblicani ufficiali - sul loro stesso terreno. Avanti, signori! Voi dovete, prima di tutto, sapere · che cosa è un programma. Quale significato ha questa parola. Definire la parola, prima di dissertare sul contenuto. Quand'è che si può affermare che un partito ha un programma? Poiché la nozione di « programma » è oggidi quanto di più elastico e arbitrario si possa immagio~re. O gni partito ha dive~si programmi in atto, che si assommano o si annullano. :E prog ramma la soluzione prospettata di diversi problemi concreti o il prògramma è l'ideale, cioè il tipo, cioè la cornice, dove i pregiudizìalìstì vorrebbero contene re la realtà ? Sì può sapere quàl è il prog ramma dell'anarchismo?_ Si può sapere cosa vuole l"anarchismo? Si può esattamente sapere quale tipo di vita e di civiltà il cittadino Malatesta vuol~ iegalare al mondo?

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Frasi grosse e incoerenti. Per il resto mistero. La critica comunista all'anarchismo è, in fondo, giustissima. L'ana rchismo non è che supcrdcmocrazia·; super- '89, secolo XIX con tutte le idee «immortali>> poste in circolazione dall'Enciclopedia. Il comunismo prende "in giro il « programma» anarchico; ma l'anarchismo non è meno feroce nella critica all'« ideale » comunista. Rivalità di . bottega. Ma c'è una cons iste nza, una peculiarità qualsiasi nel programma del socialismo ufficiale ? M eg lio: il socialismo ufficiale da quattro anni a questa parte ha mai avuto un prngràmma? Ce n'era u no nel 1917. D ove è andato a fini re? I~ soffitta. Ce n'era uno nel 19 19 molto semplice : i ,Sovièt s L'on. Bombacci «garantiva» - oh l'infallibile, oh i depositari dei programmi!l'on. Bombacci garantiva che i Sovièts sarebbero sorti in due mesi. C'è qualcuno in Italia· che ci sa dare notizie del programma, an:t:i del « programmone » lanciat~ dal Pus all' indomani delia guerra? Nessuno. In fatto di « programma », i socialisti sono rimasti ai balbettamenti dell'asilo infantile : socializzazione delJa terra, lotta di classe, determinismo ecònomico e simili altre «categorie» che la critica ha sempli. cemente polverizzato' · nel più relativo dei celativi.

Ah ecco finalmente un Partito che ha un programma: il RepubbÌi- ' cano. B chiaro; vuole Ja repubblica . Ma quale repubblica? Ce n'è un campionario che va da quella di H a rding a quelJa di Lenin ed è forsè l'ìmbarazzO" della scelta che ritarda l'avvento del berretto frigio. Del resto, anche fra ' i repubblicani, il programma è. quella tal cosa.... elastica fino al punto di comprendere e confondere l'on. Bergamo coll'on. Comandini.

L'esame dei diversi partiti e .del nullismo programmatico dei diversi partiti italiani potrebbe continuare mettendo sul tavolo quello Popolare e gli altri democratici liberali; ma, ai fini della ·nostra dimostrazione, basta il già detto.

Noi volevamo provare che coloro stessi i quali ci rimproverano l'assenza di un programma, sono nelle nostre stesse condizioni. Sì: essi hanno un credo, delle formule, un· testo, dei santi, dei santoni e soprattutto l'intransigenza delle ortodossie dogmatizzate; ma, quanto ai prog rammi , non ne hanno, in concreto, che uno e di natura squisitamente negativa: l'antifascismo.

Nel ·seno del P111 cozzano diversi programmi. Serrati fa ancora smercio di paccottiglia russa a base di dittatura del proletariato, di Sovièts e simili portentose inattuabilità , mentre invece Turati vuol rifare l'Italia, cioè questa Jtalia borghese; rifarla con una serie di riforme, che a ppartengono alla più rosea delle democrazie. Nel Pll.r, in un solo partito, ci sono almeno quattro programmi in concorrenza, due in più di quanti bastano a determinare una situazione di inefficenza e di sterilità. Difatti....

E allora, o· terribili Aristarchi, prima di esigere da noi - che cominciamo a ppena adesso - un programma de - Jo111e pièce, guardate se voi lo avete un qualsiasi programma; guardate se un vostro programma non s ia p er caso inv ecchiato, fuòri uso e smentito dalla storia. Dopo potremmo discutere e còn probabilità di convincervi - ammesso in voi un mjnimo di buona fed e - che il fascismo ha un progtamma; il quale programma non ha le pretese d i miglior~re l'unive rso. Il p rogramma del fascismo d eve bastar~ in primo luogo al fa. Scjsmo. Non è vero, caro La briola, che il programma del fascismo si riduca ad una collana di «negazioni». Voi ·mi insegnate che ogni negazione r.resuppone, è condizionata da un'affermazione e che quando noi diciamo, ad· esempio, che siamo anti-internazionalisti, intendiamo nel contempo « affermare » che il fascismo è un movimento puramente «nazionale » Una sola concessione possiamo fare ai nostri critici. e cioè che il processo di elaborazione spirituale del fascismo non è an· cara compiuto. Ma altri partiti - · ben più matu,i del nostro - si trovano nelle stesse condizioni di confusione e di incertezza. Tipico il Pus e il congresso d i Milano lo ha documen tato a meraviglia. Nel còngresso di Roma, il fas cismo ha gettato i più disparati. clementi in un energico C!ogiolo. B · in un secondo tempo che se n e vedranno le conseguenze chiarificatrici. E anche allora, molto probabilmente, il fa. scismo non avrà un « programma » nel senso tradizionale della parola; non potrà essere caselJato e catalogato nella serie. degli altri partiti con connotati assolutamente specifici. Prima di essere «verbo)), il fa. scisma è stato «azione». Qui è forse la sua intima tragedia, ma qui è certamente il. suo incomparabile privilegio.

Mussolini

Da li Popolu_ d'Italia, N. 277, 19 novembre , 1921, vm.

RISPOSTA AL « PAESE »

GIA FATTO!

Su uno dei p iù recenti numeri del Paese, il signor Giorgio Levi Della Vida, uno ~ei pochi scrittori di quel giornale che ami tenersi su una linea di una certa . obiettività nel giudicare il fasci smo, così scrive a conclusione di un suo articolo:

« Ma oggi, a costo di parer ingenui, vogliam o prescinde re da ogni considerazione e deduzione, per quanto ovvie e legittime, Oggi vogli amo fare appello a quei. fascisti nei guaii ci ostin iam o a presumere la buona [ede, l'onestà, il patriottismo sincero. Chiediamo loro di pronunziare, essi per primi , una p a· rola di deplorazione e di condanna contro chi ha osato in questa Roma nera a ogni èuore italiano e a pochi giorni" di distanza dalla celebrazione d i u n rito di concordia fraterna rinnovare le imprese nefand e ·della caccia all'uomo, riac. cendere, sen:ra neppure la scusa di un pretesto plausibile, la fiamma distrug, gitrice della guerra civi le.

« V enga dunque sollecita questa parola a dirci che non tutti. i fascisti sono solidali con le azioni delittuose di una frazione dei propri co~fratelli; venga a confermare, in maniera irrefutabile, il proposito, più volte espresso, di u na trasformazio ne d el fascismo tale che gli consenta di essere accolto .nel n umero d ei partiti che hanno diritto di vivere in un consorzio civile, Se essa m anca, dovremo concludere c he quel proposito era mendace, che esso costituiva soltaoto una manovra capziosa diret ta ad assopire i sospetti degli avversari, ad acquist are sub, dolamente le simpatie dei 'dubbiosi. E che in realtà il fascismo, oggi come ieri, è un' associazione terroristica, che si pone volont:iriamente foori della legge, e che la legge ha il pr«iso dove~ d i estirpare e distruggere con ogni mezzo, perché essa attenta alle cadici s tesse dell' esistenza n azionale.

· « T ale è il dilemma, dal quale no n vi è via di uscita. Ai responsabili del fascismo la ~isposti.t ».

I responsabili del fascismo hanno già risposto. Il prof. Della Vida è pregato di leggere o di rileggere il discorso· moJto chiaro pronun· ciato da Mussolini all'Augusteo. D'altra parte domandiamo al Della Vida: com'è possibile disarmare il fascismo quando ·i suoi nemici aumentano di numero· e di furore? Com'è possibile la tranquilla di. srussione ed il sereno dibattito delle idee, quando molti giornali, e il Pae1e fra questi, tentano di schiacciare moralmente e politicamente il fascismo come un'accozzag lia di Selvaggi e di delinquenti? ll lavoratore comunista dì ·Trieste così co!lclude una su a nota dedicata ai fatti di Roma:

« Questa conquista non deve andare perduta. .Assurdo era pensare che un "Vespro" a ntifascista potesse compiersi in una sola città e in quella che meno ave,·a provato Ji.nora la ferocia dell"attacco e ddfoppressirn:.ie. Ma all'esempio di Roma guardano gli operai e i contadini che per un anno hanno sofferto e c0Vato nel cuore la vendetta e con animo di speranza - noi crediamo - cercano anche essi le armi.

«1:: lunga ancora la via. che de\'e condurre alla riscossa ? Noi non lo sappiamo Certamente essa sarà faticosa e grave, ma è certo pUre che l'oppressio ne non sarà finila fino a che dalla difesa non si sarà passati all'attacco e questo non avrà travolto tutte le posizioni del nemico.. .

« P er questo, dai battag lioni proletari d elle città industriali, daHe squadre dei contadini risorti alla vita e alla lotta, l'esempio di Roma deve essere raccolto, trasform ato eJ elevato. Il grido dì riscossa contro i Fasci nori p uò essere altro che il grido della guerra di classe.

« E Roma non può essere stata altro che un punto di partenza »

Può darsi che il treno çomunista s ia in partenza, ma il fascismo lo attende agl i scambi e lo farà deragliare....

Da .Il Popolo d'Italia, N. 277, 19 novembre 1921, VIII {r).

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