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IL LIBRO BIANCO

l 'on. Giovanni Zibordi, uno dei pochi scrittori del Pus che occupandosi del fascismo non versi nelle solite irritanti, banali diffamazioni, paragona )a prima fase del fascismo ad un libro bianco, sul quale uomini di tutti i pa rt iti scrissero la loro parola. L'affermazione è parzialmei:ite - soltanto parzialmente! vera . Sta · di fatto, e il resoconto d ella prima adunata costitutiva d el fascismo a Milano è là a testimoniarlo, che sin dal primò giorno furon tracciati de i confini, fu rono stabi lite delle esclusioni preventive. 1n un tempo successivo, . molto successivo, si coagula rono nel fascismo elementi di va rio genere, raccolti attorno ad un minimo coffiune denominatore programmatico che lo Zibordi conosce benissimo : difesa d ell'intervento, valorizzazione morale e politica della vitt~ria militare italiana, lotta contro le degenerazioni teoriche e p rat iche del socialismo ·divenuto bolscevico. E - poi, ché queste degeneraz io ni bolsceviche. avevano ferito una gran quantità di sentimenti e di interessi, è tutt'affatto naturale che a ll'unico movimento seriamente e prat icamente antibolscevico es istente in Ita lia confluissero innumerevol i petsone che il bolscevismo aveva urtato ne11c idee e danneggiato negli inte ress i, no n esclusilo riconosciamo còn una sincerità ignota ai nostri nemici - talun i esercenti o qualche agra rio.

Del resto Jo stesso fenomeno d'inRazione si era verificato nell' imròed iato dopoguerra in s~no al PM e non furono poch i, nei p rim i tnesi del 19 19, g li esercenti, i padron i di casa, i pescicani e gen te d i ta l calibro che chiesero 1a tessera del Part ito Socialista per avere una garanzia, non per alimentare una fede.

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Ma g iunto alla terza fase del si.io svilup po, il fascismo va liberandosi di tutti coloro che si ·iscrissero sul suo libro mossi dai più svariati motivi, intimi e più o meno confessabili,. di ordine materiale e morale. Chi scrive ora sul libro del fascismo non è che il fascismo. Che cosa significa, infatti~ la .costituzione d ell'Ag raria in partito politico?

E· ~e· agrari e fa scisti .sono - come affermano i nostri diffa~atoritutt'uno, p erché alla Camera g li Agrari si sono appartati d alla ·« Destra Nazionale» e non si sono mai confusi col fascismo e coi fasc isti ?

E che cosa significa il fatic;oso travagi.io delle frazioni liberali e d ~- mocratiche di· darsj un'orginizzazione po.litica deg na dJ questo nome, se non H riconoscimento del fatto che liberali e democratici non pos· sono più scrivere .sulle pagine non più bianche . del libro fascista?

Fissato questo processo di differe nziaZ io ne e . di ch iarifiCazione, lo Zìbordi t ro va che la formul a ·riassuntiva dd Part ito Nazionale Fascista (« l'Italia soprattutto)>) è vaga e che bisog na d efinire l'ltal ii . D 'accordo. _ Già nel mio discorso al congresso di Roma invitai colo ro che mi· asco ltava no a meditare sulle .abusate parole ·« g randezza· della patria » per d ar loro un senso completo e concreto. Dissi· _che « g randezza della pàtria » do veva intendersi in un senso anche ter rito ria le, inquantoché non si p uò p rescindere dal territorio, dai confini che lo presid i.1.no e ol tre i confioi, ma .si può prescindere da territori , che, per necessità strateg iche e colo niali ; rappresentìno d elle $ara nzie per il p acifico sviluppo della collettì_vità nazio nale. D issi che le parole « g randezza della patria >> dovevano avere Un sign ifi cato stork o -spirituale, nel senso che non basta _ avere l'orgoglio, qualche volta fatuo, delle g lorie · passate, ma bisogna avere Io spirito dj sacrificio e volont( diretto ad aumentar è, non a disperdere il g randioso p atrimonio spirituale delia nostra razza Dissi infine che « grandezza della patria » non p oteva non significare «grandezza » del popolo· che nel territorio de lla patria vive e che d ì essa è l'elemento fondamentale. Grandezza nel senso di benessere materiale, di dignità di vita, di elevazione morale. D issi a Roma q uel che su gueste colonne fu ripetuto le m ille volte e che cioè se le vaste, innumerevoli masse della popolazione lavoratrice sono abbrutite, rivoltose, malate, non ci può essere fioritura di economia nazionale, né grandezza d ' Italia. Siamo quindi d'accordo con Z ibordi q uando afferma che per Italia d eve intenders i « il suo papa ia operoso ed utile, Ja sua tradizione civile, il suo genio, il suo patrimonio d 'arte e di scienza». Siamò ancora perfe ttame nte d'accordo con lui che il bene ddl'italia « consist"e nell'estendere la sua g iustizia, il benessere, 1a sua cultur_a aJ maggior numero dei suoi fig li » . M a dove il d isaccordo si appalesa netto e insan abile, è ci rca il mez_zo col 9uale Jo Z ibordi sì rnude di real izzare tutto ciò: contribuendo cioè - come d ice l uia far catriminare l' Italia verso il socialismo. Qui intimiamo il nostro « alt l » polemico. Prima di tutto perché non sappi a~ o di preciso che cosa sia oggi il soci alismo : se· sia cioè una praticaccia parlamentare o ùn ideale; un metodo o un mito; un commercio o una f ede . N on sap piamo dunque verso quale sorta di socialismo l'on. Zibord i voglia incamminare l'Italia. N eg hiamo, poi, ·che il socialismo - comunque concepito· - possa realizzare la g randezza del popolo itali~no, _perché tutte le sue fo rmule sono arbitrarie1 illusorie, demolite dall 'esperienza. Illuso ria è la formUia. jnternazionalistica, · quella classista, l' altra socia· lizzatrice; assurda è la conduzione in regime collettivo delle aziende, il che significa abbassamento d ella produzione, quindi miseria e fallimento (vedi caso odierno d el Consorzio cooperativo minerario di Firenze!); illusori e arbitrari sono tutti i postulati massimalistici del socialismo. Diffonderli fra ·1e masse della popolazione italiana, lavorare per il loro trionfo, vorrebbe dii:c lavorare per l'impoverimento e la rovina della nazione, Il proletariato non ha :i.ffatto tutelato il suo avvenire dal socialismo. Il proletariato italiano, come quello di tutti gli altri paesi, troverà il suo benessere attraverso l'opera dei suòi sindacati e sopra~tutto attraverso un aumento della produzione nazionale. Sindacalismo e produttivismo sono termini di un binomio inscind ibile. Può onestamente l'on. Zibordi dire che se i bolscevichi nel 1 9 1 9, precisamente all'epoca dei tumult i pel .caroviveri, ayessero tentato il g rosso gioco e fossero riusciti, l' Italia non sarebbe oggi nel più profondo degli .abissi . e insieme con l'Italia il proletariato intero? Opponendosi al bolscevismo, il fascismo ha in realtà salvato l'esistenza e l'avvenire del proletariato, poiché dove il bolscevismo .è passato, come in Ungheria, o dov'esso impera anco ra. come in Russia, la situazione del proletariato. è quanto di più miserabile e angosciosa si possa immaginare, secondo testimonianze concordi e incontrovertibili di tutti coloro - di qualsiasi fede - che ci sono stati. Resistendo .ora all'applicazione dei metodi e ~egli ideali dell'altro socialismo, quello cosiddetto addomesticato, il fas_cismo salva il proletariato e la nazione.

La nostra esplicita affermazione scaturisce dalle molteplici esperienze vissute dovunque durante questi anni di sanguinoso travaglio nella v ita dei popoli.

MUSSOLINI

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