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Galleria Dei Redentori Quando Il Mito Tramonta

Gli appelli di N.1nscn per i l soccorso agli affamati d i Russia d iventano ogni giorno più concitati e disperati. Nanscn non è un bolscevico e, per i1 suo temperamento, non è nemmeno portato alle esageraz ion i mentali. La realtà sp.i.vcnte\'olc è si ntet izzata in queste cifre: ci sono attualmente in Russi.1 t renta m ilion i di uomini che soffrono la fame; se i soccorsi non arrivano ·con la mass ima sollecitudine, ben dieci mi lioni d i ess i sono condannati a morire ; da parecchi mesi la fame e le ma latt ie, che le fann o da sinist ro corteo, mietono centinaia di mig liaia di vittime nella pa rte più debole della massa: donne e fanci ulli. I governi borghesi muovono al soccorso, e anche l'Italia ha stanziato · ' una pri ma somnu di sci in ilioni di lire per i russi colpi ti dalla carestia. Quanto alle masse operaie, esse fanno poco e non possono fare ch e poco. A prescindere dalla crisi economica che travaglia i paesi occidentali, sta d i fa tto che milioni e milioni di lavo ratori non sa nno n iente d e lle cose d i Russia e no n possono, quin d i, commuoversi per ciò che vi accade. (I movimento di soccorso e di soli da rietà non va oltre i confini d elle masse operaie s in dacate, le quali sono u na esig ua minoranza di front e alla tO· ta lità della popolazione lavoratrice. ,

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D'a lt ra parte anch e fra le masse che si potrebbe ro chiamare evolute e coscie nti, la solidariet à pro affamati di Russia non si è e levata alle sf ere subl im i. Non è u sc ita ·dall'o rd inaria amministrazione. Non si tra tta so ltanto di un int imo, per quanto diffuso, convincimento circa l'inutilità di ogni a iuto di fronte a tanta vastità di rovine, ma anche di un congelamento precipitoso de lla fase sovversiva, già tesa verso le realizzazion i supreme e oggi delusa p el t ramonto del mito. Questo trapasso psicologico, questa repentina evoluzione di stat i d·animo, b isogna sp iegarli e questa spiegazione non si trova se non pensando al modo coJ quale, durante un quarantennio di propaga nda sociali sta, e ·specialme nte in Italia, fu p rospettat:1. la rea lizzazione del socialismo. Distrutta la bar· g hesia, to lto le il potere polit ico e q uindi cconoi:n ico , sia attraverso un voto parlamentare di maggioranza - o mi rabile ingenuità d ei tempi i n c~ì sì credeva alla legge della metà p iù uno! - sia attravcrso un gesto rivoluzionario, ecco Che si distendeva davanti agli occh i beatificati ~ei proletari il giocondo paese di cuccagna, con carne per tutti, vino per tutti, riposo per tutti, e, se si vuole, « rose, mirti, bellezza e piselli per tutti, pisell i freschi non appena s i sgranano dai gusci » . L'ottimismo si spingeva sino a conclamare che, lavorando tutti con le braccia, pochi minuti di Javoro al g iorno sarebbero bastat i per soddisfare a tutte l e esigenze corpo rali e spirituali, semplici e raffinate, dei fortunati cittadini della fort unat a repubblica socialista.

Questa psicolog ia da terra promessa preesistente alla guerr'a - e Contro la qua le, b isogna riconoscerlo, si drizzò la critica sindacalista che partiva da p_remesse filosofiche piuttosto pessimiste e da un p iù concreto esame della realtà e delle forze storìche - s i potenziò e sì esaltò nell' immediato dopoguerra attraverso le influenze e le apoteosi del bolscevismo russo. « Ecco un popo lo - si dissero i proletari di tutti i paesi e specialmente q uelli italiani così facili all 'entusiasmo - ecco un paese che è terra p romessa o a lla vigilia di diventa rlo». Liberi e ben pasciuti, con sca rsi obblighi di lavoro e con d isciplina a caprìccio: cosl in un primo e secondo tempo g li illus i proletari dell'occidente rappresent arono a se stessi i loro frat elli di Russia che avevano infranto le catene d ella schiavitù borghese.

Invece... Andarono i pdmi missionari e constatarono che n o n é'era pane, non libertà e molta discipl ina di officina e d i caserma, i mposta anche col terrore. Allora i l mito· che bruciava le anime proleta ri e de ll'occidente cominciò a gelare. Poi vennero le raccapriccianti d esc rizion i della carestia, gli appelli angosciosi per soccorrere . g li affamati, la descrizione delle città abbando nate, d elle campagne dese rte e delle popolazioni conda nnate a morire nelle solitudin i algid.c di un paese senza confin i; e allora il buon pro1etado, educato dal socialismo ad u na crassa e g rassa concezione edon istica e pacioccona delJa vita, cominciò a rall egrars i in cuor suo di esse re in Jta li a e non in Russ ia, di essere governato da Vittorio Emanuele e non da Nicola Leni n ; il buon proletario, nel con fronto, cominciò ad apprezzare, ad adagiars i, a quasi c rogiolarsi nelle piccole comod ità della sua vita, che van no d all'osteria al cinematografo. 11 che non gli impedl di , ·ersa re l'obolo pro Russia.

I1 ciclo dei trapassi psicologici era concluso: il bolscevismo era spen to nel cuore e nelle speranze di tutti, esclusi coloro che ci mangiano sopra. Né poteva esse re di\'e rsamente La catastrofe russa coincide, per l'occidente, con 1a catastrofe del socialismo, inteso non come una costruzione faticosa e sang uinosa, ma come una g rande razzia di ricchezza da effettuare a un dato momento.

D'altra parte c'è da ch ieders i : « Sarebbe il socialismo riuscito · ad organizzare relativamente vaste masse di u omini, se non avesse in lo ro suscitate le aspettazioni da " terra promessa " »? Quanti operai sarebbero a ndati al socialismo, se g li apastoli avessero proclamato che il compito di demolire la borghesia era forse ·a minore e che, una volta d emolita la borghesia, tutto era da ricominciare? la tragedia è che il socialismo non può imprimere altro march io di fabbrica alle sue anime. Deve continuare ad essere uno specifico per la felicità dei proletari e di tutti gli uom ini. Deve continuare a far credere che solo nel socialismo g li uomini saranno tutti liberi, t utti ricchi, tutti intell igenti, tutti felici. Il socialismo garantisce un minimo di felicità agli uomini : lit ro, pollo, cinema e donna. M a nella vita la felicità. non esiste.

Si può rispondere: « Non molti» Si preferl l'altro metodo: quello che si potrebbe chiamare ddl'« ottimismo facilone». N aturalmente, al contatto con la realtà, tale ottimismo .doveva andare in pezzi. Se ne può dedurre che se le miserie e gli orrori del bolscevismo russo hanno ucciso il mito, tale fatto è stato possibile in grazia dell'orientamento che il socia lismo aveva dato alla su:. predicazione.

Mussolini

Da li Popolo d'Italia, N, 30\ H dicembre 1921, VIII.

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