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SOCIALISMO E... AFFARI
LA « CRITICA SOCIALE»
Non Risponde E Si Confessa
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Nel Popolo d'J111/ia del 13 dicembre u. s., nd commento agli inc identi parlamentari G ray-Turati, si avanzavano al direttore della Critica Soriale queste precise domande: l due « santoni » inconcussi che dìrigOno b Critic,, Socù,le , gl i onorevoli Fil ippo Turati e (J;rudio Treves, si so no accorti che non potevano tacere e h anno risposto· n elJ'odicrnÒ n umero della c,.iliM Sociale quanto segue:
« 1. La Criticft Sociale è soltanto stamp:da daJla Casa editrice Bemporad?
« 2. O è anche amministrata?
« 3. O è - come pare· - diventata proprietà della Ca.sa ed itrice Bemporad?
« 4. Insomma: l'on, T urati ha ceduto o non ha ceduto h proprietà della sua rivista?
« 5. E se l' ha ceduta, a qual i condizioni Io ha fatto?
« 6. ì vero' o non è vero che Enrico Bemporad ha sborsato, pe r ottenere in prop rietà la Critictt Socùtle, qu:i.khe cosa come trecento big lietti da m ille bQrghesi, con tanto d i effigie regia?».
« Una · campagna di impudente diffamazione, iniziatasi alla Camera con u n attacco incidimta le da parte fascista, che tranquill amente ed esau ric11tcmcntc rintuzza~mo, si è r ifugiata e prosegue co ntro qucst:J. nostra interne-r ata rivista solo in quella certa stampa dalla quale potevamo attendercel a. I vcssi lliferi di essa ci attaccano per od io istintivo che port ano all e cose più p ure Ma le loro arti non potranno offuscare ciò che è l ucente come il sole.
« Poiché furono accresciuti, per noi come per tutti, gli im pt'gni e le difficoltà della gestione amministrativa, ques ta ri vista, a cui da o ltre trent'anni dedichiamo le nostre cu re, non poté più essere amm inis tra.ca in form:a casali nga senza $Offocarne la pienezza dell a funzione, quale il tempo e le nuove t'sigenzc rich ie.devano. Dovendo - a suo tempo lo abbiamo annunciato - appoggiarla, come (~ t~ ,~l,~rr Jiviste, ad una Casa editrice, scegliemmo .la d itta R. Bemporad e fig lio, che, per la sua vasta enciclopedica e apolitic:1 attività, ci offriva tutte le garanzie. E le affidammo il diritto di edizione della C,ìtfra Socia/~ e dei suoi opuscoli, contro una va lutazione più che normale del suo valore economico per i l titolo, l'avviamento, la massa degli abbonati e della pubblidt:.i., e con solide garanzie per la continuità della Direzione e della Redazione esclusivamente nelle nostre mani, nella più assoluta inattaccabile indipend enza. Per quanto rispettabile fosse la Casa editrice, consci della umana ma lignità, spingemmo gli scrupoli fin o ad escludere ogni rapporto economico fra essa e i nostri - ahim~, quanto modestamente rimunerati! - collaboratori.
« A un anno da quella combinazione, i nostri fedeli lettori sono più di tutti in grado di giudicare se, per il mutamento di gestione, anche solo un vago sospetto abbia potuto nascere in qualsiasi onest'uomo dì qualunque non confessabile influenza, diretta o indiretta, sul nostro indirizzo politico; se !;1 Cri ti( a Sotiflle non sia rimasta "quella eh~ fu sempre ", inesorabile nella coerenza del suo atksgiamento, così nei rapporti es terni col mondo borghese come nei r:ipporti interni dell:i vit:1 del Partito Socialist:1; org:1.no di controllo e di ei:lbora::r:ione politic:a. e ideolop:ica del soci:1l ismo.
« Que-sto, che ! limpido e documentabile alrevidei:m, ci da il diritto di gu:i.rd:ire a codesta campasn:i. d i disinteressatiss imi scribi con tr:inquilla indiffc- l « disinteressatissimi scribi » qual i no i ci ,·a.ntiamo di essere e siamo in realtà - finora contro di noi non si è « scoperto » nulla, con grande disappunto dei socialisti - si dichiarano soddisfatti fino ad un certo pu~to. I s igno ri Filippo Turati e Claudio T reves confessan o:
« Chied i:imo venìa ai lettori di averli dovuti intrattenere un momen!o su tanta miseria.
« E andiamo avanti!
1. C he la Critica Sociale è stata venduta alla Casa editrice Bc mporad , poiché altro non significa l'eufemis tico « diritto di e diz ione» di cui p:trlano i due non tanto su llodati onorevoli.
2. Che Ja Casa editri ce Bcmporad ha in corrispetti vo pagato a Filì ppo Turati una somma tot, « previa valutazione più che normale del valore economico dclb rivista».
Ali righi.', come dicono I;li inglesi, dal punto di vista della morale borghese, ma non dal punto di. vista deJJa morale socialista. Anche perché oggi il P111 ha tanti mezzi - non esclusi i t ipografici - p er stampare e amministrare un:1 ri vista. Non c'è dunque una Società editrice A vanti.'? Abbiamo altre domande da rivolgere ai signori T reves e Turati. non « disinteressatissimi scr ibi ».
1. I vero o no che fa va lutazione p iù che normale di CriJica Sociale è stata fotta con i bei trecento bigliettoni da mille, versati d a ll'e ditore «patriota» Bemporad al socialista Turati?
2. Ii: vero o no che in coincidenza col trapasso di Critica Sotiale a Bemporad, il Sig nor Claudio Treves è divfn~ato consigliere di am- · ministrazionc d ella Casa editrice fiorentina ?
Altre domande in seguito. Dal momento che i socialisti sono gli unici onesti, gli unici intelligenti e puri e autentici moralisti, mentre noi saremmo.... il viceversa, nessuno può contestarci il diritto di rivedere un poco i titoli in nome dei quali i pussisti si impancano a Catoni dell'universo. Apostoli? No: BusinnJmenl
Da Il Pop olo ·d'Italit.t, N. 305, 23 dicembre 1921 , VIII (r).
L'Avanti! di ieri pubblicava in <J:Uarta ·pagina la seguente corrispo ndenza ':
«Vienna., 22.
« (IVibera/). - t uscito l'opuscolo, p re annunciato dalla R ot t Fahne e intitolato Li pene ,m,giMa a l\foua, compil:ico d a un comunista ungherese celantesi sotto un p seudonimo. L'opuscolo rivel:1 le cause dello screzio fra i comunisti ungheresi emigrati, ed accusa Bela Kun, fra l'altro, di aver rubato al p roletariato russo due chili e mezzo di monete d'oro rarissime per farle distribuire fra i suoi intimi ed assicurarsi così il loro appoggio
« L'opuscolo accusa Bela Kun anche di altri gr:ivissìmi abusi, cosicché sì dovrtcbbe meravigliarsi che i capi dell:i. Terza Jnterna:donale tollerino siffatto individuo fra ]oro, e gli affidino compiti di grave responsabilità.
« Dopo questa pubblicazione, si impone la n ecessità di una S("Vf'ra inchie5ta ,
« L'opuscolo contro Bd:1 Kun dice, o ltre a quello che vi ho già tclf'g rafato, che tutto il servizio di collegamento (ra la Terza lntern:i.ziooale ed i paesi d ~ll'Europ a media è subordinato a Bela Kun. Il quale mantiene una vasta organizzazione di · co rrieri, compost:1. di individui molto equivoci e senza scrupoli <li sorta . Questi emissari badano solo al loro p roprio interesse e non sanno spesso quel che fonno, sia che vadano a Livorno co l p retesto di mette re la rivo. Juzione nella s trada retta, sia che si arroghino a Berlino di dettare direttive per il movimento p rolet ario germanico, sia che a Praga provochino lo schifo d i tutti gli onesti.
« L'opuscolo descrive Dd a Kun comi!' un vi lissimo egoista, crapulone e corruttore del proletariato. l'opuscolo lo accusa di aver fatto g ettare nel D anubio otto comunisti ucraini perché avevano tentato di riorganizzare il Partito Comunista disgregato dalle corruzioni di Bela Kun. Inoltre accusa Bela Kun di aver intercettato una lettera con cui il P a rtito Comuni~ta Austriaco chiedeva a Lenin isuuzioni sulla tattica da seguire; e di aver inventato una risposta fa lsa, che s pinse i comunisti au~trbci al tr:ig ico tent~tivo di insorgere. Infine l'opuscolo cita esempi di codardia di Bela Kun, che ama fare il rivoluzionario solo colla pelle degli altri.
{I La Arbeiler Zeit1mg osserva che questo opuscolo significa la decapi tazione morale di Be la Kun, tanto si aggrava la responsabilità della lntern:.zionale comunista, che permise ad individuo siffatto di esercitare una strao rdinaria inAucnza sUUe sorti del proletariato europeo e g li concesse que ll'a iuto ed a uto rità senza cui Bela Kun non avrebbe potuto compiere ta nte infomie. Quindi sul banco d'accusa siede ora la intera Tena Intemaziooale »,
Quale scandalo e quale fine! Chi non ricorda g li entusiasmi frenetici del P11J italiano per il bolscevismo ungherese e per Bela Kun? Se ne avessimo il tempo, noi potremmo andare a sfogliare Ja collezio ne dell'Avanti! e vi troveremmo le più sperticate esaltazioni di Bela Kun e del suo regime. Guai a Bela Kun ! Quest'uomo non era già il piccolo ~libusticre che aveva iniziato la sua carriera palitica svaligiando là Cassa ammaJat( di Temesvar, ma era un apos.tolo, un santo, un profeta, una Specie di Cristo bolscevico. Non per niente a Bologna la degna compagna di ·tanto messia ebbe onori quasi sovrani da parte dei bo l. scevichi ind igeni. Quando l'on. Maffioli, che era stato in Ungheria, osò avanzare · qualche dubbio sul socialismo di Bela Kun, l'Avanti.I insorse e nella ma niera più brutale impose il silenzio al molesto testimone delle nefandezze ungheres i. Il povero Fraccaroli, che aveva vissuto il bolscevismo, fu trattato. dall'Avanti.' come un vil issimo pennivendolo calunniatore. Bela Kun era il principe degli idealist i, il dis in• tcressato per eccellenza, il martire immacolato della nuova dott rino.. E guai a dubitarne ! Jl Pus italiano ebbe anche l'_impudenza di inscena re dimostrazioni di piazza pro-Ungheria bolscevica. Qu:tndo, dopo 133 giorni d'irifamia e di sangue, il bolscevismo crollò, indicibili furono Jc ansie del P111 italico per 1a sorte di Bela Kuo. Internato in Austrìa, Bela Kun fu visitato da alcuni maggiorenti del socialismo mi lanese, recatisi a fargli riverenza. Se non c'ingannianio, uno di costoro, e precisamente lo Schiavi, sentì anche il bisogno d'intervistarlo, natu ral mente per incensarlo.... Tutta questa è storia di ieri e, per quanto le vicende si accavallino paurosamente, non può essere dimenticata. Oggi sia mo alla catastrofe. 11 santo di ieri, l'apostolo di ier i, il dittatore di ieri, è rultima dell e canagli e. n un ladrò di monete d'oro .(o a11ri Jttatt fa me1l), è un vili ssimo egoista, un crapu lone e un assassino. Queste accuse stronca nti non partono da ·un borghese, ma da un comuni sta, da u no di quelli che ha nno conosciutO Bela Kun n ell'esercizio delle sue fu n- · zioni di apostolo ca rnefice e di idea lista ladro. La catastrofe non co lp isce soltanto fimpiegatucolo Bela Kun, ma il bolscevismo, ma il comun ismo, ma il socialismo in genere e quello italiano in particolare. Ci si domanda per quale stÌ-a na assurdità di eventi sia stato possibile che un uomo di tal calibro abbia pot uto dominare per quattro mesi una nazione come l'Ungheria, a tipo sviluppatissimo di civiltà e con urla brillante storia millenaria. Ci s i domanda ancora quali Bela Kun ci sarebbero stati in Italia se il fascismo non avesse stroncato - col ferro e col fu oco -
!'Organizzaz ione ~lscevica impastatii. di fatalismo ingenuo e di si n istra criminalità. Non c'è che dire: la storia contemporanea del comunismo europeo è · stfaordinariamente pulita. Ieri, in Francia, lo scandalo Zalewsky, qualche cosa come tredici mi lion i di fr anchi «sba fati» dai capi del comunismo parigino; oggi, lo scandalo inaudito di Bela Kun, la cui parabola potrebbe reca re per titolo: dalla forca al fang o. Quanto all'Italia, vedi storno di fondi dei bambini viennesi e altre casettine del genere. Poi non è raro, anzi è frequente, il caso di sentire questi lesto~ fanti, capaci di qualunque bassezza, tuonare contro la società borghese, che sarebbe immorale e cinica.... Bisog na convenire che per certi rifiuti umani, tesserati nel comunismo, il trattamento terapeutico più" indicato è i l fascismo.
MUSSOLI NI