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PREFAZIONE AL PROGRAMMA
1l prog ram ma del Partito Nazionale Fascista non è stato formulato dal Consiglio nazionale tenutosi a Firenze fra il 19 e il 22 dicembre 1921. A Firenze si è data veste, in certo qua l modo definitiva, ad una elaborazione programmatica varia e complessa e co llettiva, iniziatas i sino dal marzo del 1919. Bisogna, per valutare il programma che chiameremo di Firenze, vedere da quale processo di chiarificazione e d i selezione è stato preceduto Il fascismo del 1919 fu un fenomeno mifa!lese. Le sue diramazio ni si limitavano a qualche · d ecina di grossi cent ri urbani. la parola d 'ord ine programmatica di questo primo manipolo fu semplice : rivendicare l'intervento, esaltare la vittoria, lottare contro il bolscevismo.
l a prima adunata nazionale di Firenze noò formulò, né poteva formulare, un programma. N ella seconda adunata nazionale; quella di Milano, del maggio 1920, le prime liriee di un programma politico furono abbozzate Ne uscirono quei Po stul11ti teorici e pratici del fasciJmo, che, sino all'adunata ·di Romà, furono una specie di mOdesto vangelo di tutti i fascist i italiani. :B sul finire del 1920 che il .fascismo assume le proporzioni di u n g igantesco movime nto n~zionale. Tal e sviluppo, che ha del fulnii neo e del prodigioso, si accentua per tutto l'anno in corso, che può essere definito l' <~ anno f ascista » , i~quantoché tutta la vita politica italiana - dal Parlamento alla pi azza, ai giornali - è stata dominata e quasi ossessionata dal fascismo.
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Dilatatosi in siffatta guisa il movimento, avendo assunto di rette responsabilità politiche d 'ordì ne parlamentare ed avendo indirizzato la propria azione sul terreno economico e cooperativo, si faceva sempre più manifesto che g li scheletrici postulati teorici e pratici di una volta non potevano più bastare. Bisognava precisare, concretare, approfondire , assumere posizioni di responsabilità di fronte agli incalzanti p roblemi della naz ione. Da ciò la necessità di costituire il niovimento in Pa'rtito e di d are al Partito un programma. QueSta. necessità trovò il suo sbocco nel cong resso di Rom~. d al quale usd e il Partito e il p rog ramma Questo programma è opera collettiva; p rende le mosse dalle primitive affermazion i dei fascismo; si integ ra coi discorsi di Roma pronunciati da Marsich, Grandi; Rocca ed altri; si ispira notevolmente agli statuti dannunziani di Fiume, i quali devono essere accettati e interpretati nello spirito e non già nella lettera; esce dal te rreno delle semplici negozia:;ioni - la qual cosa spesse volte ci fu rimproverata dai nostri pluricolori avversari - per entrare nel terreno delle affermazioni concrete di fronte a problemi concreti; è un te ntativo riuscito, per quanto sempre arduo, di conciliare ed equilibrare la teoria colla pratica, l'ideale colla contingenza, l'assolutO necessario dei principi coll' inevitabile « relativo » della vita. Un prog ramma, non un capolavoro. Il fascismo, p er q uesto suo programma, non rivendica titoli di originalità. Di ·veramente originale non c'è nulla al mondo e oggi è specialmente impossibile essere « originali » in politica, Né titoli di p riorità. Né monopoli. Siamo i primi a riconoscere che il programma non è perfetto e ci sarebbe facile tramutare questa introduzione in una critica. Facile perché è soltanto .id opera compiuta che si p Ossono vedere i difett i e i pregi. Sui principi basi lari d el programma fascista, non c'è niente da dire : si tratta di posizioni teoriche che il fascismo prende di fronte allo Stato, a lla nazione, al regime1 · alle corporazion ì tecn iche sul concetto di Stato o su quello di proprietà. Li troviamo sodd isfacenti e ci basta.
Ci sono alcuni punti che dovranno essere chiariti; quello ch e, ad esempio, riguarda l'eventuale revisione dei trattati di pace, argomento pericoloso e di attualità, ·
Cosl dicasi della « scuola libera ». Bisog na spiegare se si tratta di una richiesta di rinuncia totale da parte dello Stato del suo q uasi monopolio scolastico medio od universitario o se invece si t ratta di inaugurare un regime d~ concorren za fra scuole di Stato e scuole l ibere
Cosl il problema corporativo o s iridaca le, che il prog ramma delinea appen a, dovrà essere affrontato in' pieno. Altrettanto d icasi di quello agrario, sul quale bisogna riferirs i, p er il momento, a lla mozione eminentemente progressista votata p er acclamazion e al congresso di Roma.
C'è appena bisogno_ di dichiarare che il p rogramma fascista non è u-na teoda di dogmi sui quali non è più tollerata discussione alcuna Il nostro pi:ogramma è in elaborazione e trasformaz ione continua; è sottoposto ad un travaglio di revisione incessante, unico mezzo per farne una cosa viva, non UQ rudere morto.
Due cose impo rtanti . sono da considerare. Il program ma, che ci conferisce ulla nostra potente individualità, deve costituife per i fascisti una n orma di vita non soltanto polit ica, ma anche morale. Non basta avere un prog ramma: bisogn a tendere la volontà ad approntare i mezzi p er realizzarlo nel più breve tempo possibile. N o i non cadiamo nelle illusioni miracolistiche de_i sovversivi, i quali tùtti si vantano di _possedere il magico talismano per guarire ogni male; noi siamo abbastanza intelligenti e prudenti per astenerci daJJ'afferma re che la salute all'Italia verrà esclusivamente d all'attuaz.ione del nostro programma. N on abbiamo queste stolte manie di grandezza. II progranuna fascista è un programma onesto, sano, lung iTirante e alieno da demagogiche lusinghe, Non tra- . scura i problemi concreti per i quali scende anzi alla enumerazione dettagliata, ma si innalza altresì ad una visione integrale .dell'Italia che comincia da Vittorio Veneto un nuovo periodo della sua storia. Lavorare cor:i fede,. .con passione, con tenacia aJla costruzione del nostro edificio ideale: ecco il compito al quale devono appl icarsi le falangi vittoriose del fa scismo, raccogliendo il monito e seguendo l'esempio d ato dalle nostre centìnaia di caduti per b. causa fas cis.ta. Una grande missione e g randi responsabilità attendono il fascismo italiano. Da oggi il fascismo s' inserisce sempre più intim amente nella vita della nazione. B inutile :ibbandonarsi ad anticipazioni sui futuri sviluppi del fascismo. Quello che ha compiuto sin qu i - malgrado ·incertezze ed erroriè conseg n:ito alla storia, ma non basta. II fa scismo può assumere :i Sua orgoglios:i divisa: più alto, più oltre! "' .
MU SSO LINI
Ih Il Popolo d' Italia, N 309, 28 d icembre 1921, VIII
* Q uesto scl"itto fu p ubblicato anche come prefazione all'opuscolo: Programm a 6 staJ111i d el Partito Nazionale Fauista - Esercizio tipografico del Popolo d'llalia, Milano, 1922. L'opuscolo usci durante la prima decade di. gennaio del 19 22
Tiro A Segno
Decadenza Del Comunismo Francese
Il Partito Comù nista .Francese siede in questi giorni a congresso a Marsig lia. Si tratta d i un a trascurabile minoranza di polit ica nti impotenti. Hanno almeno il pudore e il cirlismo di confessarlo Secondo l' Avanti! di ieri, ecco u n giudizio di comunisti francesi sui comunisti francesi:
« I nostri progressi sono stati inse_ns ibili, Ora un Partito che non va avanti, va indietro. Jl Partito è composto di funzionari attivi e di masse passive. Conta duecentocinquanta prapagandisti e degli· ascoltatori, ma non degli entusiasti. Per un anno intero, il Partito ha vissuto senza politica sindacale, senza pol itica OfJeraia, senza politica agraria,_senza politica parlamentare, senza tattica. elettorale».
E scusate se è poco. Il Partito Comunista Francese, in base a t utto ciò che gli manca, potrebbe essère chiamato il (( Partito ·acefalo» per eccellenza. Ma non basta , Un giornale sovversivo, Le Populaire. semp~ riportato benignamente da1l'At1anti! di ieri, rincara la dose in cotal guisa esprimendosi :
« P ermettano i romunisti - scrive il giornale - che si d ica loro che hanno fatto fallimento su tutti i punti per cui avvenne la rottura di Tours, Si tratta della. riv_oluzione che si diceva prossima e che solo il tradimento dei soci.Ìlisti impediva. Ecco, essa è rimandata alle calende gnxhe; e il vigore di azione che vi era stato annunciato, si manifesta con un vergognoso primo maggio, con consigli di prudenza d ati al momento della coscrizione di fronte al potere statale e il giorno della dimostrazione per Sacco e Vanzetti. Parimenti, nota il giornale, è mancata l'azione dei comuni socialisti, è mancata la propaganda. C'è ritir ata e · c'è fallimento!»
Qu'esto per ciò che riguarda la Franci.1. Quanto all'Italia, le facce nde comuniste non va nno meglio. Basterebbe una sospensione n egli aiuti di Moscà per vedere morto e sepolto il Partito Comunista italiano, che rassomiglia a quello francese come una goccia d 'acqua all'altra.
Decisamente la luce viene dall'Oriente e il mondo cam mina « a larghe falde » v erso il comunismo! ..
Delizie Bolsceviche
L'Umanità Nova pubblica il seguente appello, che parte dalla lont_a na Georgia, sottomessa al « paterno» regime bolscevico:
« AI LAVORATORI D'OCCIDENTE!
« Compagn;,I
Il 24 ottobre 1921, alle undici antimeridiane, noi ci recamm~, secondo la decisione degli operai di Tiflis, dal presidente del " comitato rivoluzionario" di G eorgia per trasmettergli un memoriale nel quale si esponeva l'odierna insopportabile situazione della Georgia, lo smembramento del suo territorio, lè persecuzioni. insensa te degli operai, dei contadini e degli uomini politici.
« Noi eravamo incaricati di portare questo memoriale recante le firme d i miglfaia di ·operai. Avendo da principio promesso di ricevere.i, il presidente del "comitato rivoluzionario" d fece attendere per tre ore; poi ci .invitò a ripassare l'indomani. Alla nostra uscita dal palazzo, noi fwnmo circondati da agenti della Commissione straordinaria, che ci condussero _nei locali. di qu esta, dove fummo trattati con brutalità e dove il nost ro memo ria le venne sequestrato.
« Dopo aver passato due giorni e due notti in un sotterraneo scuro, venimmo dnchiusi a Metekhi. Il 28 ottobre, dalla prigione, indirizzammo al presidente del "comitato rivoluzionario" la richiesta di restituirci nei nostri diritti. Il 29, volendo ingannare l'opinione pubblica la classe operaia, il presidente fece, a mf'Zzo dei giornali, una dichiarazione ufficiale, nella quale affermava di non av"ere arrestata ?-kun:t deleg:i.zione e di non saper niente a tale proposito.
Presa conoscenza di tale dichiarazione, noi inviammo il 3 novembre al presidente una protesta formale e gl i trasmetlmimo una copia del menÌoriale che già gli portammo il 24 ottobre.
« Per appoggiare la nostra richiesta e protestare contro le violenze del "comitato rivoluzionario", g li operai georgiani proclamarono lo sciopero gefl('fale, convocarono dei comizi ed organizzarono delle manifestazioni.
' « A ciò i bolscevichi risposero con nuove repressioni.
« Gli operai a centinaia venivano arrestati e condannati a pene diverse. Se colui che essi vogliono arrestare riesce a sfuggire agli agenti della Commissiooe straordinaria, arrestano ~a famiglia. Migliaia di cittad ini georgiani sono egualmente vittime di persecuzioni inaudite.
« Tutti gli studenti, tutti i postelegrafonici, tutli i contadini della Georgia ~i unirono il 3 e il 4 novembre alla protesta degli operai. ,
« Nostro dovere è quello di portare i fatti suddetti alla ·conoscrnza dei lavorato,i di. tutti i paesi.
« Il "Comitato rivoluzionario", che detie"ne il potere grazie agli eserciti .d'occupazione e che è in possesso del memoi-iale che n oi gli inviammo dalla nost ra prigione, ci risponda dinanzi al proletariato di tutto il mondo.
« Contando sul vostro aplJog~io, noi vi preghiamo, compagni d'Europa e d·America, di gradire i Saluti fraterni che gli operai di T ifiis vi ma ndano dalle mura ed attraverso le inferriate delle finestre della prigione di Metekhi.
<e Il Presidente della delegazione operaia : jAON TCHATCHÒUA.
« I membri della dclegazione :
GJUSEPPE AVALIOZE - N ICO Ù>QU!NACHVILl
• PIETRO MAKRARADZE - GIACOMO ARtS'IO·
VI BASILIO 0 SIDZE - J....soN CH AKHABRICHVJLI - LEONTY TOM ATZE - A NDREA
TODUA.
T ifliJ, ( dr .ere di Me11:khi, 7 nov. 1921 ».
Sappiamo che si sta costituendo in Italia un com itato (l'ennesimo!)
« pro ·vittime politiche» dei bolscev ichi d ì Tiflis.
IL FROMBOLI ERE
Da Il Popolo d' lralia, N. 309, 28 dicembre 1921, VIII ( r).