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CONSUNTIVO

Alla fine dell'anno 1921, alla fine di un altro inevitabilmente tormentoso anno del dopogue rra, la domanda che sale spontaneame nte alle labbra, l'esame che quasi automaticamente la coscienza im pone a se stessa, si riassume in questo interrog ativo: la .situazione generale è migliorata ? Sit uazione generale italiana, non europea o mondiale, poiché in tal caso sarebbe necessario strarip are dai limiti necessariamente angusti di un articolo di giornale, La situazione generale italiana è mig liorata, è stazionaria o è peggiorata? La crisi deve ancora giungere al suo .punto culminante ? O siamo già entrati nel periodo di _ convalescenza? Per rispondere a queste domande, bisogna dividere l'esame e dedicarne una parte alla politica e l'altra all'economia. La situazione generale italiana, dal punto di vista politico, è migliorata. Per quanto lo Stato non sia ancora riuscito a ristabilire del tutto la sua alltorità morale e politica, è certo che l'ordi ne pubblico non ha subito nel 1921 scos'se troppo violente, Non c' è stato niente nel 1921 che ricordi l'agitazione contro il caroviveri del luglio del 1919 o !"occupazione delle fabbr ich e del settembre del 1 920. Col l ug lio, sono cessate le grandi sped izio n i fasciste Purtrop po la g uerrig li a n on è finita, ma va spogliandosi a poco a poco di og ni bellezza o g randezza politica. Si tratta oramai di aggu ati o di risse da osteria, takhé ci si' do·manda se invece delle solite grida contro il porto d elle armi, rn;m sarebbe più efficace éhiudere le o steri e e Je sale ~a ballo nei g iorni di sabato e domen ica.

Comunque, noi pensiamo che, nonostante le sinistre sobillazioni socialiste, anche questi sporadici residui della guerriglia civile dovranno una buona volta aver termine.

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La situazione politica 'è migliorata per ciò che riguarda 1a rappresen~ tanza p arlamentare; La Camera attuale è molto più « nazionale » dell a pre~ed~nte. Basta, per documentarlo, rico rdare la vicenda di Misiano. Il fascismo ha corretto, in cc'rto qua l modo, l'atmosfera di Montecitorio, ma deve g uardarsi dallo «strafare)> e dallo scimmiottare il P tJJ.

Un problema che rimane è quello del Governo; prob Jeina g rave e quasi insolubile, data l'attuale comp osizione della Camera, e finch é non s i abbia il coraggio di uscire d ai binari tèadizionali.

Dal punto di vista della politica estera, la posizione d ell'Italia è piuttosto migliorata. Occorre però che la Consulta abbia .una sicura direttiva, Ia: quale non può consistere nell'ete rna funzione di intermediaria fra 1a tesi inglese e quella francese.

Quanto all'economia, quali indici abbiamo per vedere se si va verso il peggio o se siamo decisamente incamminati verso il m eglio? Prendiamo il corso deì canibi e mettiamoli a confronto. Il 27 dicembre del 192 0 il Jistino dei cambi era il seguente: Francia, 173; Svizzera, 448; Lon. dra, 104; New York, 29. Il 27 dicembre del 1921 segna queste cifre: Francia, 180; Svizzera, 445 ; Londra, 94; New York, 23. La situazione dei nostri cambi è stazionaria per ciò che riguarda il fran co svizzero e _francese; è leggermente migliorata nei riguardi della sterlina e del dollaro.

BiSogna riconoscere che H raffronto fra i l 1920 e il 192 1 non è consolante G sono peéò altri elementi della situazione che possono attenuare i l senso di pessim ismo provocato dal raffronto dei cambi. La disoccupazione non è salita alle cifre paurose lanciate dai social isti, i quali prevedevano ben tre milioni di disoccupati nell'inverno 1921-'22. La eccezionale siccità, con conseguente carestia di energia elettrica, ·.aggrava in questo momento la situazione e quindi la disoccupazione; ma ciò malgrado si notano, nelle industrie sane, i primi sintomi della ripresa. Le industrie artificiali sono in più o meno dolosa e disastrosa liquidazione.

11 pescecan_ismo borsistico è stato colpito gravemente. Bisogna evitare che sia ancora una volta salvato coi sudati denari del piccolo risparmio nazionale. Bisogna avere il coraggio di affermare, tracciando il coruun· tivo di questo 1921, che in un paragone·fra masse opera ie o rg anizzate è parte d ella borghesia industria le, chi ne esce meglio è la massa operaia. Lo scandalo dell'//va ha documentato !"es istenza di un bolscevismo bianco o t ricolore, di finanzieri o filibustieri d'a lto bordo, pericoloso qÙahto il bolscevismo rosso. Durante tutto il 1921, la classe opera ia jtaIiana ha dato prova, in complesso, di un grande sp irito di moderazione e di una grande saggez.za. Ci sono stati, e Ìlon potevano mancare, vasti movimenti cli classe, ma, tutto sommato, le vertenze _si sono in massima parte risolte attraverso pacifici accordi, i ·quali hanno evitato scioperi generali distruttivi.

Nonostante tutte le vacue predicazioni internazionalistiche o massirrialistiche in cui si attardano i professionisti del sovversivismo, è un fatto che la classe operaia italiana sta entrando nella realtà dell'economia nazional e Nelle cainpagne si è dovunque ripreso a lavorare: i t re ntasette milioni di quintali di frumento raccolti nel 1920 sono saliti a cinquantadue nel 1921 .

Punti neri della nostra situaz ione economico-finanziaria: cenÌ:ovent i miliardi di debiti e cinque di deficit. Riassumendo, si può affermare che la Situazione accenna a migliorare. Il quadro generale non può esse re a tint:e luminose, n_ia nori è nemmeno a colori foschi: domina il .grigio o il chiaro-scuro. AttraversiatnQ uno dei periodi più delicati della nostra convalescenza. Bisogna non abbandonarsi. Vigilare attentamente il decorso della crisi. E mettersi al lav'oro. Con qul!U'accanimento, non privo d i tragica· grandezza, con cui la Germania vinta utilizza tutte le sue risorse, tutte le sue officine, tutti i suoi uomini e si getta ancora per tutte le strade del mondo, a ricominciare. Se il _fascismo perdesse il senso di questa suprema necessità di disciplina, d i ordine, di lavar~. la sua missione nazionale sarebbe fallita.

Mussolini

D a li Pop ol o d'lt{Z/ia, N. 310, 29 à icemb.re 19 21, VIlt.

Aspro Richiamo

Ho la fiducia che quando queste linee vedranno la luce, Io sciopero generale di pcotCsta ad oltranza, proclamato dai Sindacali fascisti delta Bass_a Parmense, sarà terminato. Jl fatto, tuttavia, rimane, e si presta a qualche necessaria e franca dichiarazione. Si tratta, cioè, di sapere, o per Io meno di domandare, se l'Italia è un paese di incorreggibili scimmie o un gregge di pecorelle dantesche che quel the l'una ft1, le altr e fann o ; s i tratta, insomma , di sapere se il fascismo vuole, in taluni paesi e zone, diventare una copia del Pm; nel qual caso, val meglio ri fer irsi ail'origìnale. I confronti sono odiosi, ma ta l~·olta eloquenti, La storia degli scioperi generali di protesta in Hàlia, è sovversiva, è lunga, è noiosa ed infeconda. Per poco lo scioperismo politico, che ha .eternamente osciJlato tra la farsa e il dramma, tra il pandemonio comiziaiolo e la rivolta sanguinosa, non h a condotto alla rovina estrema la nazione L'ultimo sciopero politico di protesta è stato quello ioscCnato dai comunisti a Tqrino, all'indomani del verdetto di condanna per l'assassin io di una guardia regia. Sc iopero assurdo, come quasi tutti i precedent i, ma in un cérto senso comprensibile, da parte di sovversivi che vedevano condannati a parecchie decine di anni di galera i loro fanatici, nonché cr iminali gregari: Comunque sciopero contenuto nelle ventiquattr'ore e chiusosi se nza episodi di viole nza. Sciopero comb attuto strenuamente dal fascismo tori nese.

Ora si dà il caso che, a pochi giorni di distanza, il fascismo pa_rmense «copia» i sistemi e j · metodi d ei comunisti torinesi; proclama, cioè, ed effettua uno sciopero generale di protesta, senza limiti d i ·tempo C'è almeno una causale che giustifichi lo sciopero? No. Si t ratta dell'arresto di ùna d ecina <li fascisti. Non mettiamo in dubbio che si tratta di una misura arbitraria della polizia; ma si tratta sempre di un arresto, non di un:i condan na all'ergastolo. Ebbenè, in seguito a questo episodio, che non esce, in fin dei conti, dai limit i della cronaca o rdinaria, si ordina uno sciopero generale d i protestil, senza limiti di tempo e si effettua l'intèrruzion~ d e lle comunicazioni telefoniche e ferroviarie. Questo, cari sig~ori, s ig nifica fare del pussismo a rovescio; questo dimostra che si è infettati di P111 fino alle midolla; questo dimostra che le parole tonanti di patriottismo· sono ventose espressioni ·vaniloquenti e nulla più. Se i partecipanti allo sciopero fascista nei quattro mandamenti della Bassa Parmense sono in g ran parte disoccupati, allora la qualifica di scioperanti è in gran parte esagerata; ma 'se si tratta di scioperanti veramente, cioè di contadini e braccianti, che hanno lavoro e si astengono dal lavorare, allora bisog na dire chiaro e tondo, senza eufemismi, che si' tratta di un colpo - più o meno grave resta a vedersi - inferto aH'organisrno economico della nazione. Si verificherà dunque l'assurdo? I fascisti inten~ono dunque di rinnovare la Storia d'Italia, di ricostruire la nazione esausta, regalandoci degli scioperi generali di protesta più o meno assortiti? E "in un momento come l'attuale? Si scherza dunque col fuoco? C'era una cosa sinora della quale i fascisti non osavano fregarsene: la nazione. Adesso, anche per la nazione, vacillantè sotto le infamie ·di un duplice bolscevismo, quello rosso e quello bianco, quello dei tesserati e quello dei plutocrati, anche per la nazione vale il motto del « me ne frego»? Non è tempo di trastulJarsi a g iocare al sovversivo, come i bambini giocano al soldato. Il tempo è straordinariamente duro , Camviveri 'in aumento, disoccupazione stazionaria, svalutazione dclJa nostra moneta e bancarotta fraudolenta di tu1a parte della borghesia, quella parassitaria:. Agg1ungansi centoventi miliardi di debiti e cinque miliardi previsti di deficit nel bilancio d ello Stato. Tutto ciò non dice nuJla ai fascisti in generale ed a quelli parmensi in particolare? L'amore di patria fascista si esternerà dunque nelle forme care a coloro che sino a ieri noi boilammo e rnanganclJammo quali traditori della patria? Scioperi generali di ptotesta e ad oltranza? Il fascismo fu concepito come un'aristocrazia; · ma se diventa una demagogia che copia pedissequamente i sistemi del P111, i peggiori e i più antinazionali e distruttivi sistemi del Pu.I, può chiedere una tessera ai preti rossi e fini rla. Non m'importa nulla, se queste parole fuori dei denti scotteranno un poco i fascisti di Parma e paesi limit rofi. Non è coll'inscenare grotteschi scioperi generali fascisti dopo quelli socialisti, che si salva la nazione. Questo telegrafa i ieri ai fascisti di Parma, questo ripeto sulle colonne del giornale, perché tutti sappiano e pe_rché ognuno si assuma proprie e precise responsabi lità.

MUSSOLIN I

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