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IL CORVO STUPIDO

L'Avanti!, quotidiano di un partito che i cugini di sinistra chia~ mano « cadavere in _ istato di avanzata putrefazione », è tutto gongòlante di gioia per quanto accade nel mondo finanziario_ italiano. Una Banca, una gra nde Banca, ha ·chiesto ed ottenuto la moratoria per un a nno Crisi di questo genere se ne· sono avute in tutti i paesi. :8 di ieri. la. discussione alla Came ra fran cese Sui casi della Banque de Chine, complicati dall'intervento e dal ritiro d i personalità politiche di primo ord in e come il Berthelot. Ma l'Avanti! si aggcappa all'episodio italiano e stampa un bel titolo su sci colonne cosl concepito: Verso il fallim ento nomia borgheu

L'A vanti!, poverino, non s'accorge che, esaminando gli avveniment i dalJa visuale del partito, è deliziosamente cretino, Noi non abbiamo bisogno di scendere in campo per difendere l'economia borghese in genere e la Ba nca Italiana di Sconto in particolare Non abbiam o vincoli di sorta. Diciamo soltanto che l'Avanti !, in buona o cattiva fede, continua a pascersi e a pascere il suo pubblico di illusione.

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La storia della finanza italiana h a precede nti analoghi ai casi attuali deJla ~anca di Sconto. Scommettiamo ch e anche allora i socialisti stamburarono c~e « l'economia borghese andava ".ei-so il fallimento». Eppure l'economia - eh~ non è !iOltanto acCU!J)ulazione di capitale o sfrutta· mento d i cosiddetti proletari, come spacciano i ciarlatani del pussismo, ma -è anche e soprattutto un metodo di gestione delle az ie nde - ha superato le terribili prove della guerra, e sta superando quelle non meno terdbili del dopoguerra. Altro che fallimento! Ma come può l'A vanti! parlare di fallimento dell'economia borghese, quando lui stesso documenta giorno per giorno sulle sue colonne il clamoroso, disastroso , tragico e irreparabile fallimento dell'economia comunista russa? Comè si può decentemente parlare di fallimento dell'economia borghese italiana ·ed occidentale, quando tutto ciò che rappresenta il non plus u/J,a d el sistema borghese viene introdotto in Russia, per trarla dalle rov ine im· -mense in cui è stata precipitata dall'economia comunista? Una· banca borghese chiude i suoi sporte lli in Ita lia, ma d!eci banche borghesi aprono i loro nella Russia dei S011iètt. Se qualcuno o qualcosa è fa llito, bisogna cercarlo fra Pietrogrado e Mosca. C'è di meglio. Mentre I'A van.Ji.l sale sui trampoli delle sue previsioni apocalittiche, e parla di « una ·crisi del capitafo;"mo che .e giunta a llo stJ.dio acuto)>, accade questo evento mirabile: si sta formando - dietro l' evidente sollecitazione del sedicente bolscevico Krassi n - un grande consorzio capitalistico a scop o di resurrezione o colonizzazione nella Russia dei Sovièt1; il che significa che senza l'aiuto del fallito o prossimo. a fallire capitalismo occidentale, la Russia non può vivere o risorgere.

La constatazione dell'Avanti.I è dunque di una assurdi~ lampante e rientra nel sistema polemico pussista, che è quello di trarre da singoli episod i arbitrarie e definitive generalizzazioni. Il sistema della casa pussista è sempre lo Stesso. L'(°scrcito italiano subisce la rotta di Caporetto? E allora il Pus generalizza e converte la. rotta in una disfatta totale, nella · perdita della guerra.

Dopo gli incidenti della settimana faScista di Roma, che cosa stampò l'Avanti.I? Che il fascismo aveva i giorni contati . Dopo un mese, -alla Camera, il fascismo, vivissimo, continuava più che mai ad essere l'incubo di a lcune decine di migliaia di parassiti che formano i quadri del Par. titone. Ora ci sono talune beghe personali del fascismo umbro che rin• verdiscono le speranze pUssiste. Poi l'inevitabile

delusìoOe....

La Banca Italiana di Sconto chiude temporaneamente gli sportelli?

E l'Avanti.I non perde un minuto a sente.oziare, colla prosopopea ridicola dei dottrinari che si ·presumono gli unici- portatori deJl'autentica verità, che è la borg hesia che s'avvia al fallimento.

· Ma non è così. L'Avanti.I stesso sente, nell'intimo, che non è così. Ma bisogna ptir dare dell'ossigeno al moribondo estremismo delle maSsc operaie. C'è sempre qualche ingenuo, qualche fanatico o qualche crimi· nale, che1 leggendo il titolo dell'AvanJil, dirà: « Ci siamo! Questione di siorni! Dì ore !». Ciò non toglie che di qui a una settimana, l'A vanti.I stesso « imbonirà » i suoi lettori cicca la resiste nia e 1a vitalità del capitalismo, che è anco ra lung i dall'avere esaurita Ja sua funzione storica, ragion e per cui Ùn tal quale g radualìsmo larvatamente collaborazionista s'impone. In quest~ trapassi si esau risce il virt~osifmo polemico del P111. Un urlo Qi speranza e una legnata; il biascichio di chi domanda misericordia e l'urlo stridulo dello sciacallo; la profezia catastrofica e l 'elastica prudenziale ritirata.

M U SSOLINI

Esordio

Non mancano in questa prima alba dell'anno nuovo - il ·quarto. del dopoguerra - i motivi di ansia e di t repidazion~, ma ci sono anche molti segni di speranza. Noi pensiamo che il peggio sia passato. Esaminarruno l'altro giorno la situazione generale italiana per concludere in senso ottimista, ottimismo ch e manteniamo, specie ·nei riguardi del l' Italia, che non sta meglio ma non sta nemmeno peggio_ di molte altre _e vicine e lontane e neutrali nazioni d ' Europa. Lo st esso episodio della Banca di Sconto può cost ituire un fenomeno salutare. Un anno fa, su queste stesse colonne, noi ponemmo questo dilemma: « o sì realizza l'un ità europea sul terreno produttivista e sindacale d ella ricostruzione economica, o la civiltà europea, che fu uri g iorno il fa ro di guida della civilt à mondiale, è condannata a spegne rsi ». Questa citazione va med itata da quei-signori che parvero trasecolati quando nel mio ultimo discorso pa rlamentare sostenni , in perfetta coerenza d'idee, la tesi della « ricostruzione economica europea ». Domandiamoci : la solidarietà economica europea ha fatto del cammi no duran te il 1921? Quali sono, su siffatta questione, le prospettive dell'anno che co~incia ? Non v'è ·dubbio che la tesi . dell'unità europea sul terre no della ricostruzione ec?nomica ha g uadagnato molto te rreno in questi u ltimi tempi. Basta considerare che la Russia non è pi ù isolata dal famoso ferro di filo spinato inventato da Clemenceau. Trattati di comme rcio sono stati conclusi fra Russia e Ing hilte rra; fra Rwsia e Italia, fra Russia e Ge rmania e altre nazio ni minori. La stessa Francia no n è p iù nei ' confronti della Russia nella posizione di assoluta intransigenza in cui s' irrigidiva . un anno fa, la Russia dunque è rientrata nella fami glia economica europea. Quanto alla Germania, la sua presenza si fa sentire sempre più vivamente. La conferenza che si tiene in questi giorni a Parigi fra uomini d'affari dell'Intesa - presenti Rathenau, Fischer ed altri «tecnici» dell'economia tedesca - è il primo passo ·decisivo sulla strada della ricostruzione economica, Si comincia a capire dunque, e anche a Parigi, che non si può aVere ritorno all'equilibrio economico igno rando centotrenta ·milioni d i russi e soffocando, sotto il peso delle riparazioni, settanta milioni di tede· schi. Che i tedeschi debbano pagare, è pacifico : si tratta del << modo » con cui si può farli pagare. La: confe renza di Parigi è in Un certo senso più importante di quelli di Cannes. I politici di Cannes non potranno · di mo lto moJ ìfica re le conclu sioni alle quali saranno giunti i « t ecnici » di Parigi.

L'anno d iplomatico' appare laborioso e interessante fin dal principio. Sembra che g li uomi~i di stato si siano svegliati si siano decisi a fare il possibile per uscire dalia c'risi. Non ·v'è dubbio che la tesi inglese è destinata a trionfare . Non v'è dubbio che, dopo quella di Cannes, avrà luogo una conferenza europea, coll'intervento dei russi e ~ei tedeschi. N on bisogna credere che la salute verrà soltanto dalle conferenze più o meno dip lomatiche. Ogni cittadi no può - col suo lavoro e coll a sua disciplina - contribuire potentemente al ristabilimento dell'eq uilibrio economico e sp irituale Realizzato il principio de lla solidarietà econom ica europea, le cònseg uenze benefi che di ~aie avvenimerito non t ardera nno a farsi s~ntire. Le popolazioni cominceranno a respira re . Sul terreno della ricost ruzione economica .europea, rima ne da assolvere i l compito che si asseg na ad u na nazione proletaria come la nostra: limitare gli egoism i statici dei .popoli arrivati p ~r fare un po' d i largo a quelli che h anno b capacità d i arrivare. ·

Comprendiamo le impazienze angosciose delle masse: sono otto anni che l'Europa tut ta è sottoposta a privazioni materiali sen za precedent i .e a una tensione di nervi spaventevole. Ognuno desidera una pausa, una tregua.

Noi senti~mo che, per forza di cose e per volontà d i uomini, l'anno che comincia sarà l'anno che vedrà la crisi entrare nella· parabola discendente. Quella che Antonio Labriola chiama << tendenza al riassetto general e », d iventc;rà forti ssima negli individui, nelle classi, nelle naz ioni e u1;, p o' d i tranquil1ità sarà concessa al n os tro picco lo e toi-me ntato continente.

M US SOLINI

Documenti

Dalla Banca Borghese Al Consorzio Socialista

In una delle ultime sedute della Camera, echeggiò, a proposito· della votata presa in consideraz.ione di un progetto di legge socialista, la mag ica· parola della socia lizzazione d eJJa terra. La formula è una delle• più insulse, delle più antistoriche che possano essere pronunciate da labbra d'uomo .E uno dei più fatui « luoghi comuni >> della volgare let• tcratura socialista. La terra non si socializza. Vi hanno rinunciato. gli stessi comùnisti francesi, riuniti in questi giorni a Marsiglia. Comunque non attardiamoci in discussioni astratte. Vediamo i fatti. Prendiamo la lezione dall'esperienza, che·è fa più diretta e la più efficace. Esaminiamo, cioè, quale risultato ha dato o dà la gestione d'azicndc condotta con criteri social istici, e studiamo che cosa è avvenuto nei primi tentativ i di socializzazione fatti in Italia I risultati sono pa.Iesi e "'sono semplicemente, disastrosamente fallimentari. Non v'è dubbio che l'on. U mbe rto Bianchì, deputato socialista, intendeva, procedendo alla costituzione del Consorzio cooperativo minerar io, di avviare tutte le miniere d'Italia al regime della « socializzazione del sottosuolo» (altra formula incons istente del catechismo rosso). I risultati d ell'esperimento soc jalizzatore sono noti. Li ha consegnati nella sua relazione di « curatore » il ragioniere Antonio Celvi Tale rdaz ione non è un documento d'ordine puramente legale o amministrativo; è un documento della più grande importanza sociale, poiché straccia ancora una volta i veli delle false e nemmeno più seducenti teoriche del socialismo. Non è per una sorda cospirazione d'ipotetici interessi capitalistici lesi o minacciati o in conseguenza di misure vessatorie del Governo che il Consorzio cooperativo minerario è fallito. No. La sua rovina è venuta dall'interno, non dall'esterno. Le cause del disastro - nel quale i poveri proletari delusi ci hanno rimesso il sudato e non riscosso salario - sono unicamente tracciate io q uestj termini d al curatore fallimentare. Dice. il Cclvi:

« Incapacità tecnica, ammini5trativa, direttiva, valutazioni per5onali di feno meni «onomid e concessioni speciali in matetia ~nan':z::iaria, predominio di ne· cessità. CSS<:fl2iaJmente politiche nello svolgimento delle opernioni sociali condussero il -Consorzio lontano da quella.' retta strada che doveva, col più. breve percorso, raggiungere· il Jine prefissosi. La massa Op<!rafa, comp05ta dì Oscuri minatori che sanno il duro lavoro, attende ancora il prezzo delle proprie fatiche del mese dì aprile, per una somma di mercédi di circa centocìnquantamila lire. Altri modesti gruppi di creditori hanno veduto travolte nel dissesto t utte le loro sostanze, raggranellate con sudore e privazioni di lunghi anni di lavoro. Il Con!Orzio nacque per l 'applicazione d ei concetti cooperativisti nel çampo_ minerario, campo che è noto essere il più pericoloso e incerto e che sovente procura sgra-· devoli sorpre;e data la povertà del nostro sottosuolo. Invece di procedere con la maggiore previdenza, si costituì una complessa direZione, composta d i ben cinque uffici con t rentaquattro impiegati, con una spesa complessi va mensi le di 21.225 lire, alle quali vanno ilggiunte le _indennità. di carica corrisposta al p residente on. U mberto Bianch i i.n lire 2.500 mensili e al consigliere delegato ing. Piero Janer in lire 3.500 mensili. Tale semina_ era spesa per fa sola dire-zione centrale, sen·za tenei- conto dei vari direttori tecnici cd impiegati presso ·1e diverse miniere.

« Tale complessivo impianto burocratico, anziché costituire l"organizzazipne del caso, ne era la più completa disorganizzu ione, essendovi at_ttiti fra i vari uffici , incompatibilità di attribu zioni , mancanza d i affiatamento fra i funzionari, inesi!ten~ d i qualsiasi disposizione o di collegamento fra gli uffici stessi e fra Ja sede e le direi.ioni delle mini ere, i cui addetti agivano di propria iniziativa vendendo mercì e riscuotendo direttamente g li importi, senza interessarne la direzione centrale, senza r imetter e regolarmente le risultanze tecniche-e a mministrative a chi spettà\·a riceverle~

Sarà molto bene che i giornali di parte fascista diano la massima diffusione a queste notizie, allo scopo di disavvelen are ]e masse popo- · lari che ancora credono alle virtù taumaturgiche del socìalismo. C'è di meglio nelJa relazione del signor Cdvi. L'altro giorno l'A 11anJi! sem· brava invaso di sacro furore davanti ailo scandalo della Banca d i Sconto, che, con un capitale dì 315 milioni, faceva un giro di affari d i alcuni miliardi. J casi del Consorzio c·ooperat ivo minerario sono, salvo J' eotità delle cifre, infinitamente più_ scandalosi. Dalla relazione depositata d al rag. Celvi alla Cancelle ria del tribunale di F ire nze risulta ìnoppugna· bilmente:

1. che il Consorzio cooperativo non fu mai legalmente ed effetti· vamente costituito ;

2. che_ tutta· la gestione di detto Consorzio era oeltè mani del· l'on. Umberto_Bianchj, deputato socialista, ragione per cui il signor Bian· chi avrebbe potuto dire: « il Consor'zio sono io!»;

3. che solo dopo molti mesi di _«gestione fiduciaria » affidata all'on. Umberto Bianchi, si sentl il pudore di addivenire, in d ata 9 mag· gio 1921, alla legaJe e fittizia costituzione dèl C.Onsorzio;

4. che il capitale sociale di un Consorzio, che doveva rappresentare - niente po' po' di meno - che l' avviamento alla socializzazione · del sottosuolo, si riduceva a lire italiane 2600 (diconsi cluernilaseicento);

5. che di ·questa somma, di effettivamente vefSate non C'erano che 1ir~ 360 ( diconsi trecentosessanta!!); '

:

6. che ciò malgrado, il Consorzio, a base di bluff fantastici, presentava un bilancio d i oltre due milioni;

7. che tutto questo insieme di camorre, di trucchi, di favoritismi, non poteva non condurre ad un disavanzo in pochi mesi di lire novecentomila e quindi a! fallimento. ·

Questa è la semplice e dolorosa istoria del primo esperimento di « socializzazione delle miniere » tentato dal socialismo italiano. Sempre a proposito della moratoria (non fallimento) della Banca di Sconto, l'A 11i:11ti! deH'aitro giorno domandava:

« Chi rifonderà ai piccoli risparmiatori le somme manipolate e polverizzate dai grandi filibustieri della borghesia finanziaria?».

E prevedeva - l'ìl\uso ! - che i piccoli risparmiator i sarebbero accorsi in massa ad iscriversi al Pur. B oramai certo che i piccoli rìspar- , mìatori, che avevano affidato alla Ba nca di Sconto i loro gruzzoli, li riavranno, e quindi il Pus avrà perduto il tempo e l'inchiostro.

Ma noi, a nostra volta, domandiamo: «Chi·darà ai poveri minatori di Tosca na, beffati; illusi,. sfruttati dalla borghesia socialista, lire cenlodnquantamila ,he a tanto ammontano i salari del mese di ap~ilc 1921 ?

H signor Umberto Bianchi è disposto a rilasciare parte della sua indennità per indennizzare i disgraziati che hanno avuto un solo torto: quello di credere alte sue malate fantasi e di Carolina Invernizio del socialismo?

E chi avrà ancora, davanti allo spettacolo di grandi e piccole ruine, in cui si cOmpendia la storia contemporanea del socialismo, il coraggio di proclamare infallibi!i le sue dottrine e redentrice la loro applicazione? ».

MUSSOLINI

Da Il Popolo J'lralia, N. 2, 3 g~nnaio 1922, IX.

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