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VERSO IL RIASSETTO EUROPEO

Preludi Alla Conferenza Di Cannes

(Servizio particolare del "nostro Direi/ore)*

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CANNES, 3 gennaio.

Affluiscono a Cannes da ogni parte d'Europa uomini politici, giornalistj e.... curiosi. Gli hOtth sono rigurgitanti di pubblico cosmopolita. Gli inglesi sono abbondantemente rappresentati. Tutti i preparativi, d irò cosl, d'ordine materiale della conferenza., sono finiti. Tutto è pronto. Venerdl mittina avrà inizio questa riunione, attesa con viva ansi~tà malgrado le_ troppe delusioni del passato, da tutta l'opinione pubbl ica europea.

Lavoro Preparatorio

Il lavoro preparatorio, il canovaccio, sul quale dovranno lavorare i capi d egli Stati, è stato fatto a Parigi nella riunione dei banchieri e degli industriali. Non mai come i~ questo periodo fu difficile sceverare l'economia daUa politica e viceversa. I busineumen cong regati a Parigi - presenti in ispirito anche i delegati tedeschi - si sono separat~ dop0 aver redatto questo laconico comunicato : · '

« La riunione dei delegati industriali e finanziari de ll a Gran Bretagna, della Francia, dell'Italia, del Belgio e d e_! Giappone hanno tenuto pa recchie sedute al Quai d'Orsay, sotto fa presidenza di Loucheur. La conferenza ha deliberato la redazione di un progetto, che sarà sottomesso al Consiglio supremo di Cannes ».

• Il servizio è 1>receduto dal scguen.te «cappello»: « Nel 1922, Il Po.polo d'ltafi,s seguirà colla più grande attenzione la politica estera italiana, in tutte le sue manifestazioni. .t un anno che si annuncia assai inte-ressante diplomatica.mente. Formidabili problemi, dai quali dipende l'avvenire della ·civiltà europea, sono sul tappetç,, e dovranno essere affrontati e risolti. L'Italia deve avere il posto e la parte che le spettano - di doveri, di. diritti e di responsabi lità - nella immensa opera della ricostruzione europea. Mussolini si recato a Cannes, allo scopo di seguire da vicino ed illustrare per H pub~lico fascista e italiano i lavori della conferenza interalleata »

In che cosa consista questo progetto, nessuno sa di preciso. Jndjscre• · zioni sono apparse sW giornali per ciò che riguarda soprattutto le mo- · dalità di un intervento economico-finanziario in Russia, ma il progetto, nel suo testo, è ancora segreto. Ma non è un segreto per . nessuno che a proposito delle riparazioni tedesche - argomento scottante, data l'jmminenza di una scadenza di pagamento - un grave dissidio mette di fronte Inghilterra e Francia. ·Quanto all 'Italia, non sì arriva a comprendere quale sia i ~ suo atteggiamento. 1I min istro degli Esteri, nell'ultima sessione del & nato, ha fa tto a ta l p ropos ito dichiarazioni assai vaghe:

« A Cannes - ha detto il marthese Della Torretta - si parlerà dunque delle riparazioni tedesche, t questo un argomento irto di difficoltà, che assai spesso viene trattato dal pubblico con troppa leggerezza· e con scon oscenza quasi completa della questione. Mi sia permesso affermare che su questo tema l'opinione p ubb lica italiana è stata completamente disori entata. Da una parte si fa rimprovero al Governo di ricevere t roppo poco in pagamento di ri pa.razioni e lo • si incita a mig liorare la sua situ:izione; dall'altra si vorrebbe che alla G ei-mania venissero accordate tutte le possibili moratorie, ·ed anche che si rinunziasse in suo fa vore ad ogni cr edi to. •

« Il Governo ha piena coscienza della gravità e complessità del problema, e i o non mancherò di portuvi, nell' esame tra g li Alleati, spirito di equità e di giustizia. non disgiunte però da fermezza per la difesa dei propri diritti in teressi »,

Se son rose fioriranno, e nell'attesa è opportuno fissa re i termini del dissidio f~nco-inglese,

Due Mentalita

Il problema p iù. appassionante della imminente riunione, è si ntetizzato in questa domanda: « La Germania deve essere costrett a all'adempimento dei suoi obblighi verso gli Alleat i e quindi a versare le somme fissate per le scadenze di gennaio e f ebbraio, o può, invece, esserle accordata qualche agevolazione o moratoria?». La. Germania ha già fatto sapere che può, con grandi sforzì, d are u n acconto, non tutta la somma. La Francia, dal canto suo, dichiara di non poter transigere Ma sono veramente e irreparabilmente intransigenti le dichiarazioni fatte da Briand alla Commissione degli Esteri del Senato francese ? ·

« Per quanto concerne il d ebito tedesco, Bria nd ha affermato in modo preciso che, qualunque debb11. essere la soluzione adottata a Cannes, essa non potrà in nessun caso ridurre la p art e che spetta alla Francia Tre ipotesi possono essere formulate : o la Germania si inchina davanti a ll a intimai.ione della Commissione delle riparazioni , e si reste rà sul terreno del traltato; oppure' la Germania non pa&a, e sanzioni energlçhe saranno prese immediatamente; oppure anche i versamenti çlçll~ ç;~nµ~qi4 Silf\lnnp di comune accordo ridotti (la cifra di cinque- · cento milioni di marchi oro è già" stata messa innanzi nella stami:,a), e in questo caso resta inteso in modo formal e che anticipatamente tra Francia e lnghiltcn a, conformemente alle recenti conversazioni di Londra, tale riduzioae nò n potrà in nessun caso ridurre la parte che spetta alla Francia, perché qllesta l- garantita dalle concessioni liberamente consentite daglì Alle-a.ti, o com~ nsata da un sup· plemento di p agamento in natura » .

:t: facile prevedere che per Jo spiraglio prudentemente e sagacemente aperto da Briand colJa sua terza eventualità, gli accordi di Cannes passerarino. Agevolazioni alla Germania; per accontentare· l'Inghilterra, rimanendo sul terreno del trattato di Versaglia. Accomodarsi nella sostanza, ma salvare la lettera. A q~csto punto ci si domanda : la· confc~ reoza si limiterà ad esaminare come e qualmente è possibile agevolare la Germania per farle superare lo scoglio delle prossime scadenze di gennaio e febbraio, o affronterà il problema delle riparazioni nelle sue compless ità? Noi vorremmo che q uesta seconda ipotes i d iventasse realtà, per uscire _ da uno stato d'incertezza econ omica e morale che p aralizza ogni sfor zo .teso alla ricm,truzione d ell'economia europea. D'altra parte, se non a Cannes, in un altro qualsiasi luogo di Europa, è certo che il problema « globalé » dovrà essere affrontato e risolto. dest ino che in un secondo prossimo tempo la mentalità « pratica >) degli inglesi sia destinata a riportare il sopravvento sulla mentalità dei francesi, p re· valentemente inilita re e politica. La prova che la mentalità inglese si è già spogliata d ella bardatura dì guerra, sta nel fatto che la tesi d i Rathenau trova la più cortese ospitalità nei fogli qua.si ufficiosi d i Londra, come la W estmimter Gazette.

RATHENAU-STINNES

·E precisamente ·sul succitato giornale inglese èhe Rathenau illustra le sue id ~ . in -materia di riparazioni. Egli d ice :

« La ricchezza tedesca è fort ementè d iminuita, Co.si dicasi d elle font i di approvvigionamento di materie_ prime; le perdite di territorio hanno impoverito l"agricoltura; Je grandi fortune sono p oco numerose; le classi medie e i nferiori sono tassate ben· più fortemente che in Francia e in Inghilterra. Privata del la sua marina inercantile, la Germania deve pagare all'estero per ciò che trasporta. Non ha più colonie e ha perduto il cai-bone, il ferro, le tessiture e la potassa deJ. l'Alsazia-Lorena e dell' Alta Slesia. Dispone di meno carbone e d eve darne in conto riparazioni ag li AJle,ati. La restituzione di bestiame, di · macchine, di mate· riali da guerra, che avrebbero potuto servire a scopi pacifici, l'occupazione dei territori renani, le requisizioni degli eserciti d'occupazione la paralizzano » .

B inutile aggiungere che da parte francese si trova che Rathenau abusa di colori neri nel tracciare questo quadro. I (rancesi .si rifanno, dimostrando èhe se la Germania disfatta sta male, la Francia vittoriosa dal punto di vista: economico finanziario sta assai peggio. E qui è veramente il paradosso tragico della situazione europea! Che cosa propone Rathenau in tema di riparazioni ? Ce lo dice, semprt:: compiace ntemente, la reputata We.rtmimter Gttzetle.

« La Germania domanda di restaurare le regioni deva.state della Francia e del Belgio, colla sua mano d'ope-ra., coi suoi materiali, col suo denaro. Domanda di rimettere in funzione le officine francesi e belghe. Non può fare di più. Se viene costretta a fare di più, trasci nerà.tutta l' Europa nella s ua rovina. Si domandi alla Germania ciò che è rag ione,.,o le: lo farà diligentemente; lavoreri coo tutte le sue forze alla ricostituzione d ell' Europa; riprenderà il suo posto nella famiglia d elle nazioni; darà tutte le garanzie per la sua condotta circa il futuro:. ,_

In che cosa consista no queste g aranzie, Rathenau non dice. J1 nocciolo della sua tesi è chiaro: stracciare la parte «riparazioni» del trattato di Versag iia e «allargare» l'accordo di Wiesbaden, che contempla la ricostruzione rapida delle regioni d evastate e congrue prestazioni in natura a titolo di riparazioni.

C'è, accanto a quello Rathenau, un altro piano per uscire_ dal vi· colo cieco: quello· di Stin!J.CS. Punto di partenza di questo piano sa• rebbe il .riscatto da parte di una società privata di tutta la rete ferroviaria tedesca. Il deficit del bilancio tedesco sarebbe sanato e la Germania potrebbe far fronte agli obblighi annuali finanziari stabiliti dalla Com• missione delle riparazioni. Punto di arrivo di Stinnes; la ricostruzione di tutta Ja rete ferroviaria russa con il concorso di capitali inglesi e americani. Il risultato sarebbe un gigantesco lrust ferroviario te-descorusso, il che vorrebbe dire il controllo e la messa in valore di due g randi unità economiche che si integrano e si perfezionano· a vicenda. St innes.si mette su l te.rreno del trattato di Versaglia. Egli dice: la Germania vuole pagare, chiede soltanto mano libera i'n Russia. Anche il piano Sti nnes non piace ai francesi. Che cosa può accadere alla Francia di domani con una Russia riorganizzata dalla Germania? Se la Russia diventasse una colonia tedesca, che cosa avverrebbe della Polonia? Qui il problema delle riparazioni s' innesta all'altro non meno urgente e ponderoso·: il problema. della ricostruzione ecònomica dell'Ewopa centrale e orientale

« I!: difficile - ha detto il marchese Odia Torretta - prevedere quale J>OS$a e,stte il risultato pratico di questa. parte d ~l programma della conferenz.a. Il problema è formidabile, ma è estrema.mente confortante che euo sia stato posto all'ordine del giorno, e che sia entrato ormai nella coscienza generale il concetto che i Governi debbono sentire il dovere di cooperare alla ricostruzione della comune vita economica di Europa. Gli Stati Uniti non saranno assenti. da questa riunione di Cannes; ·e noi esprimiamo il fervido augurio di resurrezfone tecno-, mica e di lavoro fecoo do C' che l'osservatore americano si tramuti in parte attiva principale».

Una Voce Russa

I russi, e, _per intenderci, i rappresentanti più o· meno diplomatici della repubblica federativa dei SoviètI, non saranno presenti a Cannes. Si discuterà dunque della Russia in assenza dei maggiormente interessati, che sono i russi. Ma è forse l'ultima volta che i russi saranno lasciati fuori della porta. lnteressante, a proposito delle possibilità di ricostruzione dell'economia russa, un articolo pubblicato sulla Wouische Zeiizmg del 29 dicembre dal professor T imaceff, già professore al Politecnico di Pietrogrado Egli afferma che la ricostruzione della Russia non verrà da quasi insufficenti scambi di merce, ma « da un piano ra. zionale che abbia per iscopo la creazione di imprese industriali nella stessa Russia» . 11 che rientra nei progetti di Stinnes.

Cosl chiarita la situazione, attendi amo i risultati dei lavori del raduno ·di Cannes; nel quale raduno la inevitabile revis ione di talune clausole di taluni trattati dì pace farà un altro passo innanzi. Niente c'è. di eterno nel mondo degli uomini!

All'indomani della battaglia di Sadowa, Bismarck, trionfante, pro· fetizzava:

« L'orologio della Germania è fissato per un sa:olo! ».

E invece! MUSSOLJNI

Da // Popolo d'/Jalù1, N. 3, 4 gennaio 1922, IX.

IL TEMPO PER CHI LAVORA ?

CANNBS, 5, 1101/e.

Durante la guern, una frase che fece fortuna fra i popoli dell'Intesa fu fa seguente: « 11 tempo lavora per noi!». Con ciò volevasi sotti n.tcndere che con il tempa; nazioni. r imaste neutrali come la Romania o gli Stati Uniti, avrebbero finito con l'intervenire; che il blocco cont ro la Germani a avrebbe portato sempre più profonde conseg uenze sullo stato morale e 6sico delle popolazio n i; che i popoli contrast.anti dell'Austria-Ungheria avrebbero finito p er indebolire e far saltare il loro nesso statale, rappresentato, in particola r modo, oltre che dall'esercito e dalla burocrazia, dalla dinastia degli Absburgo. Tutto ciò ed altro ancora voleva significare la frase : « Il tempo lavora per noi Intesa ! ».

Effettivamente il tempo ha lavorato p er l'Intesa in guerca, ma Ja. vora per la Germania dall'armist izio ad oggi.

Quello che accade è in un certo modo, inevitabile e fatale. All'indomani dell'armist izio non si poteva pensa.re che ad una pace di sterminio. Nel momento in cui si erano da poco d eposte le armi, se qualcuno avesse p roposto l'uccisione su \'asta scala dei tedeschi (uomini, donne, fanciulli, militari e civili senza distinzione), sarebbe stato preso sul serio. Era quella l'epoca in cui a Parig i si parlava tranquìllamente di infliggere alla Germania una indennità di mille milia rdi , oltre allo smembramento del Reich in d iversi Stati non più confederal i, con la creazione di una repubblica . renana, ad uso e consumo, come Stato cuscinetto, della Francia. Anche in Inghilterra si teneva un lingua&gio improntato allo stesso estremismo. Come il tempo abbia lavorato per la Germania, provocando successive revisioni del trattatQ di Versailles, è documentato da quanto segue: i mille miliardi si sono ridotti a 13 2, cifra fissata nella riunione a Londra del febb raio del 1921. Il 2 1 maggio del 19 21 si stabilivano, sempre a Londra, in un Consiglio supremo, le « modalità di pagamento».

Erano previste otto scadenze an nual i: quattro per il versamento ogni volta · di Un quarto dell'annua1ità fissa ta e qua.ttro per il versàmento d el ventisei per cen to sul montante delle esportazio ni tedesch e.

Nel 1921 le cose procedettero secondo quanto era stabilito a Londra, e cioè la G ermania fece regolarmente fronte alle slle scadenze. La Commissione delle riparazioni ricevette sia in oro, sia in valute estere, la somma di un miliardo. Il 13 agosto 1921 i ministri alleati delle finanze si riuniro no per spartire il miliardo assegnando 450 milioni all'Inghilterra, per rimborsarla per le spese di occupazione del suo esercito sul Reno ; un'altra quota di priorità al Belgio, e niente alla Francia, allegando che essa era già pagata con l'occupaziol1e dei bacini ·minerari delJa Sarre. Il ministro fran cese Doumer firmò con riserva e fa questione non è stata ancora liquidata.

Il convegno d i Cannes dovrebbe liquidarla prima di procedere ad affrontare Ia situazione quale si presenta nel 1922. La Germai:ii a do.vrebbe pagare, in data 15 gennaio 1922, cinquecento milioni di marchi oro, fo rfait Sull'ammontare di un t rimestre di esportazioni tedesche. Sino dall'ottobre, la Germania f ece sap ere che non avrebbe potuto pa· ga re la rata di gennaio. Allora la Corruniss ione delle ripara:Ì:io ni si recò a Berlino e, dopo avere esaminata la situazio.ne finanziaria del Reich, concluse con raffermare che la Germania poteva pagare.

li 14 dicembre il presidente del Consiglio Wirth avvertiva la Commissione delle riparaz io ni che la Germania non poteva il 15 gennaio che pagare una somma variante dai ceò.tocinquanta ai duecento milioÌli di marchi oro e chiedeva inoltre una moratoria per le scadenze successive, In data 16 dicembre la Commissione delle riparazioni rispondeva afferman~o che mante neva il suo punto di vista: che cioè la Germania poteva pagare e che. se non avesse pagato sarebbe andata incontro a gravi conseguenze.

Giunta la situazione a questo punto critico, arrivano a Londra Rathenau · e Stinnes, per convincere gli inglesi alla moderazione. Succes· sivamente si reca a Londra Loucheur, per sostene re il punto di vista della Commissione delle riparaz ioni ; ma i suoi colloqui non riescono che ad app rofo ndire il dissidio Francia-Ing hilterra.

Pare, all'ultimo momento, che se la Germania farà fronte all'imminente scadenza di cinquecento milioni di ml_uchi oro, non sarà più disturbata per tutto l'anno corrente e le saranno con.cesse altre agevolazioni. Notevole quella per cui la Germania entrerà con parità d i condizioni a far parte del Consiglio economico-finanziario di Parig i.

Bastano questi precedenti per comprendere che il tempo, allonta· nando gli uòmini dalla guerra e spogliandoli gradualmente della rn~ntalità di· g uecra, ha lavorato per la Germania. Il tempo lavora per la G ermania anche nel senso che differenzia sempre più decisamente nei suoi confronti le gradazioni d i solidarietà fra gli Alleati. Intransigentìssimi ·verso la Ge rmania· sono i belg i ed i france~i, ma g li ing lesi e gli ·italiani si muovono già in ·una atmosfera diversa. Così pwe nel determinare certi stati d'animo delle popolazioni· dell' Intesa percosse dalla crisi economica si può concludere che il tempo, il semplice passare del tempo, lavora per la Ger.mania.

Il convegno di Cannes non farà che dare un'altra conferma a quest~ ineluttabile corso degli eventi. In ciò è Ja tragedia della Francia: schiacciare la Germania significa rovinare l'Europa e quindi anche la Francia; rimettere in piedi la Germania significa ridare all'antagonista di ieri e di dOmani tutte le possibilità di una ripresa. Come uscìre da questo circolo vizioso e terribile?

Mussolini

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