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LA COLTURA A f,\JRLl
La mia triste constatazione pubblicata nell'ultima pagina del numero scorso, ha scandolezzato parecchie persone che non vogliono sent irsi gridare in faccia la verità. Ho detto che Forlì rimbeciJJisce. Mi proverò a docwnentare 1' affermazione eretica
Che cosa si legge a Forll ? Qua l'è il pascolo intellettuale dcii fo rlivesi? Rechiamoci alle edicole e dai librai. Noto di passaggio che di librai a ForB non ce ne sono. I nostri li brai mangerebbero giallo , se si limitassero a vendere solamente libr i, V endono un po' di tutto : sono un po' cartolai, un po' profumieri. Le loro botteghe ha nno l'aspetto d i un bazar.
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Forlì - città capoluogo di provincia e centro di scuole seconda rie superiori - non può mantenere una libreria nel puro senso della parola E che cosa troviamo in queste pseudo -librerie forlivesi? D ei manuali per t utte le scuole - dalle elementari al liceo - e dei romanzi. Solo nella libreria Damerini, le pubblicazion i del Bocca, fanno q uakh(! rara e t imida apparizione.
Quanti volumi della « Piccola Bib lioteca di Scienze » si vendono a Forll ? Mi dicano i librai quante copie delle pubblicazioni del Late rza si sme rciano nella nostra città ? Vi sono collezioni i mportantissime che Forll ignora : es. La colt11ra d ell'anima e dita dal Carabba d i Lanciano ed altre, Si leggono forse molte ri viste a Forlì ? Fatta eccezione dell e riviste omnibus - tipi L etJt1ra, Se<0/o XX, ecc. - le altre r iviste muoiono nelle edicole. & covi akune ci fre : R ecem ìoni e con f erenze: 3 copie ; M illef'Va, 4 - V o ce, 5 - M arz occo, 8- Pemier-o , 3 - Dem olizione , 2Giovane llaiia, 10 - Pagine li b ere, nessuna - Viand ante, dalle 15 alle 20. Calcolate pure gli abbona.ti, ma non sposterete di molto 9ueste cifre.
Tutti i Settimanali ,politici delle altre parti d'Italia non arrivano a 50 cop ie. Ma si comprano invece 200 copie della D om. d el Corr.250 d ell'Amore illustrato - 100 del Capriaio - altrettante fra s ;g arelta, F4rfalla e simili insetti. Si può o non si può parlare di rimbecilli.·mento progressivo? Esaminiamo adesso le istituzi.oni di coltura. La B ibliote<'a Comu"nale è ricca e si t iene abbastanza. at' corrente, ma è freq uentata da professori e da student i. La Biblioteca Circola.nte non h a
Opera Omnia Di Benito Mussolini
che quaJche centinaio di romanzi sudici di dentro e di fuori. Non esistono a Forll Società pro-coltura come ad es. quella di Verona ché ha un secolo ,di vita e dispone di una biblioteca di 6o e più mila volumi. La nostra « Scuola Popolare» vive tisicamente cd discrtat"a dall'elemento operaio. 1 sodalizi politici hanno forse istituzioni di coltura, come biblioteche, sale di lettura ecc.? Niente. Entro in una 50Cietà repubblicana e vedo che sotto al ritratto di Mazzini - l'anima mist ica per eccellenza - si gioca alla moua; entro in un circolo socialista e trovo sotto all'effigie di Marx i miei cari compagni che sovente s'indemaniano per una briscola mal giocata.
Gli interessi intellettuali passano a Forlì in ultima linea. Il popolo si smidolla fra bettole, ballo, postribolo e sport - la media e alta borghesia si raccoglie nei circoli a giocare e a chiaccher:are spesso su argomenti da lavandaie - i residui della nobiltà vivacchiano nell'iner· zia fisica e morale. Questa è per sommi capi la situazione.
Che un falso amor di patria non ci metta benda sugli occh i !
MU SSOLINI
Da l.4 Lottr1 di Ciane, N. 4, 29 gennaio 1910, I.
LA NOSTRA PR(?,PAGANDA
Affinché le probabili lotte agrarie della prossima estate non trovino il Partito nostro impreparato, è necessario compiere in questi mesi un serio lavoro di propaganda Ormai ogni parrocchia del nostro Comune, ogni villa del nostro collegio ha il circolo socialista. Quasi sempre il circolo socialista dispone di un l ocale proprio nel quale si possono tenere riunioni e conferenze, Il possesso d i un Locale, dispensa dall'organ iuare le conferenze all'aperto alle quali interviene la solita foUà di curiosi - donne, ve<chi, bambini - folla eterogenea e distratta, sulla quale non si può fare assegnamento alcuno.
N ei primissimi tempi della nostra propaganda, queste confc1tnze all'aperto, erano necessarie. Si trattava allora di fare dei proscliti, di convincere qualcuno, di t rascinare uno, magari uno solo dalla parte n ostra. In quell'epoca fortunosa gli oratori più che alla ragione si rivolgevano al sentimento delle folle. Oggi i p roseUti ci sono e forse troppi.
Ogni parrocchia ha il suo nucleo socialista . .Ii a q uesti socialisti che noi dobbiamo oggi rivolgerci di preferenza per coltivarli , educarli, alle varli. t un fatto che molti sono i socialisti che si dichiarano tali , senza sapere e sen:z.a essersi o aver mai domandato d perché. Moltissimi sono i socialisti divenuti tali « per contagio» Rarissimi sono per contro i socialisti che si diano ragione del nostro movimento, non molto numerose le sezioni che abbiano oltre all a preoccupazione del divertimento, la preoccupazione ben più nobile di agitare e discutere i ,problemi che interessano il nostro Partito sia dal punto di vista della tattica,. sia dal punto di v ista della finalità. Abbiamo un 'organizzazione numerosa e disciplinata ma povera in fatto d i intelligenza, ma superficiale in fatto di coltura.
A ciò non si rimedia colle magniloquenti concioni di qualche anno f a, coi discorsi vuoti d'idee e ricchi d'immagini e di parole suonantidiretti a moltitudini caotiche che si raccolgono attor no a un oratore po· litico spinte da quella stessa curiosità p er la quale si raccoglierebbero attorno a un ciarlatano venditore di pillole miracolose. Alla incoscienza e alla supe rficialità che deploriamo si rimedia colla conferenza fatta nella. sede della sezione, davanti a socialisti e affini e simpatìzzanti che vengono per ascoltarvi, discutere e riBettcrc su quanto esponete. ti:·la pro- paganda socialista diretta ai socialisti quella che noi vogliamo iniziare! Non è una dichiaruione paradossale la nostra : poichC i socialisti prima degli altri hanno il dovere di conoscere come si deve agire per dichiararsi socialisti e come si lotta per il trionfo delle nostre idee, Alla ·,p,anlità noi preferiamo la qualità. Al gregge obbediente, rassegnato, idiota, che segue il pastore e si sbanda al primo grido dei lupi, noi preferiamo il piccolo nucleo risoluto, audace che ha dato una rag\one alla propria fede, sa quello che vuole e marcia direttamente allo scopo. N oi vogliamo rhe le q u.tranta sezioni della nostra Federazione, siano sezioni. socialiste, non luoghi di semplice ritrovo domenicale Ho già iniziato e continuerò il giro di propaganda in tutto il collegio. Parlerò ai socialisti e su temi socialisti. Chiedo ai compagni una cosa sola: l'attenzione. Cercherò alle frasi di sost ituire le idee. Anche la vecchia oratoria a base d i volate retto· riche ha fatto il suo tempo : concisione ci vuole e precisione. Io credo che a poco a poco crescerà il numero dei socialisti coscienti e quest'opera dissodatrice delle intelligenze non sarà stata infeconda. tl: certo che una chiara nozione delle nostre idee giove rà ai nostri atteggiamenti t attici e darà il sigillo della. coerenza a tutte le nostre manifestazioni. Anche i compagni si abituino a preferire la modesta .:onferenza piena di ideese pur misera di forma - al discorsone improvvisato, scintillante di frasi, sonoro d ' accenti, ma vuoto, prolis5o, inconcludente. I vostri cerv_elli, come gli stomachi vostri, o proletari, non hanno bisogno di essere storditi o illusi, ma nut riti.
Incominciate a sceverare il grano dal loglio.
M U SSOLINI
Un operaio forlivese mi dedìca nel solito foglio anarchico di Milano alcune << poche, ma veraci parole » alle quali io debbo una risposta che sarà l'ultima.
Veramente l'articolo in questione non mi riguarda. Io m'ero firmato e m'aspettavo una risposta personale a me diretta; ma il mio egregio contradditore ha preferito di parlare al plurale.
E sia. EsJi ha fatto un elogio di Andrea Cosla, quale non è mai uscito dalla mia penna. Lo chiama « nobile e gagliarda figura d'apostolo, paladino dei diseredati, ammonitore sincero, anima temprata alla pugna più sacra», ecc E allora, anche dal punto di vista anarchico, Costa non può essere giudicato con le due sole parole « miserabile incosciente » che originarono la mia protesta. Questa forma di giudizio spiccio, assoluto, è propria dei borghesi che in base a poche parole del codice penale vi giudicano e mandano in galera.
L'operaio forlivese afferma che Costa « abiurò la propria fede per godere una vita di agi e di piaceri ». :e un'affermazione che non regge Dopo il 1881 - anno che segna la famosa abiura - Costa fu processato, condannato e incarcento parecchie volte. Nello stesso giomale il corrispondente da Torino ammette che la conversione di Costa fu determin:lta « forse da. motivi sinceri ». Ciò prova che anche fra gli anarchici v'è diversità di apprezzamenti : difatti Gori si è associato con un tele· gramma alla commemorazione di Costa tenutasi a Roma e l'Unione anarchica. bolognese ha pubblicato un manifesto per ·1a morte di Costa. Lo stesso operaio forlivese parla di una mia moralè degradante e perniciosa.... No. caro amico, voi non mi conoscete. Sappiate du~que che io senza. dichiararmi con molta rettorica come voi fate « antesignano di vellità incontestabili, educato alla sruola del dolore, temprato aJle vessazioni e alle persecuzioni dei tiranni·», ho sempre pagato di persona in I talia e fuori, non ho mai scagliati anatemi e nella mia propaganda non ho mai chiesto applaus.i, sollecitato stipendi, cercato dei voti.
lo sanno anche gli anarchici fra i quali ho molti buoni amici personali, .Ciò detto, punto e ba.sta.