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LA COMMEDIA
La Direzione del nostro Partito ha tenuto nella settimana scorsa pa· recchie laboriose sedute e prese mo lte importanti deliberazioni. Non mi occuperò del suffragio universale - poiché l'agitazione per ottenere questa riforma è stata approvata solo in massima e restano da fissare le forme e l'epoca e l'estensione dell'agitazione. Ne riparleremo alla miglior stagione. 1{a nel mazzo delle deliberazioni una va p resa con tutta delicatezza e posta alla luce della nostra libera e spregiudicata discussione: quella concernente Enrico Ferri e il suo caso.
Voi tutti lo ricordate. Nell"autunno scorso, mentre cadevano le foglie e il ministero Giolitti, Ferri ebbe l'audacia di gridare in pubblico, ciò che da lungo si covava - come segreta speranza - nell'animo dei riformisti: « Se il re facesse l'onore di chiamarmi.... ». Questa frase fu incriminata: 1o scandalo scoppiò e alte salirono le imprecazioni dalle oppo· ste rive. Transfuga, traditore, saltimbanco, funambolo, istrio.ne, venduto, furono gli aggettivi che, malgrado l'avanzata stagione, fiorirono nel giardinetto della prosa socialista. Quando poi Ferri Fnrico cancellò con una insigne ritrattazione tutta la sua antisucchionica campagna attribuendone le responsabilità maggiori al lapis matricolato di Galantara, piovvero da tutte le parti le pietre della lapidazione morale. I giornali socialisti, dai maggiori ai minori, dai quotidiani ai settimanali, covesciarono su Ferri colonne di ingiurie e l'A vanJi! - padre magg iore d'età - raccolse amo.rosamente, di ligentemente i ritagli che testimoniavano· l'esasperazione collettiva del Partito.
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Sembrava la fine, la liquidazione, la livragazione di un uomo. Enrico Ferri fu inchiodato sul pancone degli accusati: tutto in lui e politica e scienza . e cultura era superficialità, funambolismo, amore ipertrofico dell'« io».
T ale il giudizio unanime, senza possibHità di ricorso. I.o stomaco del proletariato italiano pareva si fosse dunque liberato da un peso ingombrante e poiché wu buona digestione equivale a una buonissima opera di beneficenza - io salut2vo l'avvenimento con particolare soddisfazione. Ma ecco che col tornare delle prime aurette tepide·primaveriJi, accade · tal cosa che mj scompi,glia il cervello: l'ultima deliberazione della Di rezione del Partito con la quale si invita Enrico Ferri a rientrare
Opera Omnia Di Benito Mussolini
in quel gruppo parlamentare socialista che egli ha sempre tanto cordialmente detestato. Se questo non si chiama un atto inesplicabile di sudditanza verso un uomo, è segno che le tavole dei valori sono già. rovesciate, o che io vivo molto in arretrato coi tempi. Un uomo livragato dal Partito - tre mesi fa - è chiamato oggi dalla Direi.ione del Partito a rientrare nel gruppo parlamentare socialista. E allora perché non si invita anche l'on. Ettore Gccotti? Nell'intervallo di tempo corso fra le esibizioni ferri ane e l'invito della Direzione ha fatto forse Enrico Ferri onorevole ammenda dei suoi errori? Niente. Egli perpetua l'equivoco arrivista in tutto ciò che ha d i più ripulsivo: continua a p roclamarsi socialista del Mantovano e fa i discorsi naiionalisti che gli conciliano le simpatie dei conservatori e gli procurano le strette di mano dei prefetti, nell'attesa che il re si degni di....
Fra i componenti la Direzione del Partito uno solo, l'avv. Pignattari, non ha votato la servile deliberazione. Ferri può dirsi soddisfatto. Egli sferra calci ai compagni e i compagni porgono ossequenti il deretano dicendo ; grazie!
MUSSOLINI
Da La Lo1ta di ClaJJ e, N. 8, 26 febbraio 1910, I.