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ANCORA L' « EQUIVOCO »
11 solito scrittore del Pensiero Romagnolo dedica un abbastanza luogo articolo di risposta a.ll'affermaz.ione contenuta su queste colonne che « la macchina nelle mani dei mezzadri significa lo sfruttamento del bracciantato». Egli è gongolante di gioia, poverin o! e crede - dolce illusione!
- <li averci inchiodato al muro. Adagio, adagio valoroso Don Chisciotte della mezzadria forlivese e attento alle voltate!
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Le cooperative mczzadriche sarebbero dunque « cooperative d i consumo » e poiché tale affermazione è uscita dalle bocche miracolose di due onorevoli socialisti bisogna crederla g iusta. Noi crediamo invece che l e cooperaJir,11 mnzadrich, per l'acquisto delle mauhine trebbia· Jrici siano cooperative padronali di 1/ruttamenlo Difatti il contadino proprietario impiega i braccianti. Costoro vendono le loro braccia a l mezudro, come le vendono a un qualsiasi capitalista. E come il capitalista, cosl anche il mezzadro Ja/aria i braccianti. t!: appunto in questo 1ala,in, m io caro Don Chisciotte, che si a nnida lo sfruttamento del mez. zadro sul bracciante. :2 inutile indorare li pillola e aggiungere la cotnpartedpa2:ione agli utili e « magari col tempo la comprop~ietà ». Resta il fatto che il bracciante applica lè sue b raccia a lla macchina del me:z.zadro e costui paga il bracciante con un salario che non fn, ò corritpond erf all' intero frutto del lavoro del bracdante e degli altri addetti alla macchina Il mezzadro-padrone non avrà certo ecc;essivc generosità Cercherà di tenere basse le tariffe dei braccianti per avere il massimo profitto dall' impiego della macchina. .A ltrimenti non varrebbe la pena di comperarla. Perché il contadino « rispa rmi e diminuisca il costo del pro· p rio prodotto » e lo diminuisca in misura sensibile non è solo neces- sario l' acquisto della macchina, ma altresl il relativo sfruttamento del bracciantato. La macchina- nel pensiero dei mezzadri - dev'essere l'insormontabile -ostacolo che a.r.resta la marcia minacciosa dei braccianti e il loro aumento di tariffe. I mezzadri diranno domani ai braccianti: « o voi lavorate per questo salario o noi trebbieremo il "nostro" grano colle "nostre" forze». Difatti si parla già di mezzadri che si abiliteranno alla conduttura. delle caldaie a vapore. Per il resto del per." sonale di macchina si provvederà collo scambio d'opera convenientemente protetto dalla forza pubblica. E la situazione dei braccianti ? O accette- ranno il salario dei mezzadri o si stringeranno la cintura. E 1a cosidetta cooperazione meiz.adric~ di conswno si risolve.cl. ncdl'affamamento di una categoria di lavoratori che fra Je altre è la più sacrificata.
11 solito scrittore ritorna ancora una volta sugli eterni fornai di Sµ.uara. con relativo geniale Vergnanini ( del quale bisogna ricordare per definire l'uomo gli entustasmi per Luzzattì e soci) e afferma che tali cooperative sono modelli. Ci dispiace mcilto che in queste coopera· tive « socialiste » il forno sia dei conswnatori. Ciò significa che i fornai sono degli operai salariati né più né meno come se lavorassero in un forn o non « cooperativo ». Di socialistico queste cooperative non hanno che la vernice.
Non è molto che il Pensiero R omagnolo pubblicava un curiosissimo articolo: La .fJia più breve in cui si auspicava all'Italia un governo che desse i milioni necessari alle cooperative di ferrovieri, di minatori, ecc. per riscattare dallo Stato e dai p rivati f errovie e miniere. Ora secondo la nuova formula coope_rativistica dellÒ scrittore di cu i ci occupiamo, n elle cooperative dì ferrovieri, padroni' sarebbero i viaggiatoci, ja quelle dei minatori possessori delle macchine sarebbero i consuma.tori d i mu· mo, di carbone, di minerale.
Ote i- m ezzadri difendano i loro diritti (quali?) lo sappiamo, che non vogliano rinunciarvi lo comprendiamo bene, ma che poi pretendano di chiamarsi lavoratori evoluti e coscienti è un po' troppo! Essi sono i gialli dcll'organi:a:azione e difendend o la mezzadria - anzi fortifican· dola - fanno l'interesse dei padroni i quali vedono assai volentieri q ue· sta lotta fratricida, Ormai tutte le disquisizioni cooperativistiche sono inutili. La verità è che i mezzadri temono i bcacciaoh Ieri i braccianti ottennero l'aboli· z..ione dello scambio d'opera, oggi vogli ono le macchine. E domani ? la paura di questo ignoto che inspira la resistenza dei mezzadri. Essi si difendono e difendono ad un tempo le rendite dei padroni ed·il sacro· santo principio della proprietà privata.. Fanno opera reazionaria e borghese.
Da Li L otta di Claue, N. 13, 2 aprile 1910, I.