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PAZZESCO

(AL «PENSIERO J\OMAGNOLO »)

Sono ormai abituato a questo aggettivo. Me lo hanno gettatò in faccia nel 1908 i monarchichetti di Oneglia, nel 1909 i dericàli d i Trento, nel 1910 i repubblicani di Forlì. Dov rei già essere al manicomio. Riuscirono i monarchici - il prefetto Rovasenda juvante - ad allontananni da Oneglia; ebbero i clericali di Trento Ia soddisfazione grande di vedermi sfrattato; che mi vogliono «allontanare» anch, i repubblicani? Si legge infatti nel loro giornale che « tutti ormai sono convinti che la presenza di certi elementi in Romagna è incompatibile colla tranquillità delle nostre re"gioni » e altrove si scrive che « bisogna allontanare con sollecitudine e senza riguardi coloro che prepara.no questo stato di cose e sono ì veri responsabili della situazione >>.

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Ma a chi si rivolgono per « allontanarci »? Al governo, col sistema inaugurato da Mirabelli, o ai gregari?

t chiaro che non si vogliono eretici socialisti nel dominio spirituale temporale della chiesa repubblicana.

Quando gli eretici scrivorlo sono naturalmente « paZ?.eSchi ». paz. zeschi anche se documentano ciò che affermano.

Del resto queste pazzie sono condivise da tutti i miei compagni. Che si tratti di un caso di « alienazione collettiva»? Rispondeteci o sottili psi~hiatri della repubblica forlivese.

Mussolini

Da C., Lotta di Cla1se, N. 21, 28 maggio 1910, I.

Blocchi E Sport

Sono entrambi argomenti d 'attualità. ll blo c parola e senso una trovata di Oemenceau. Dalla Francia è passato in Italia grazie allo spirito imitatore della democrazia italiana che è una brutta copia di quella francese. Esaminiamo il fenomeno. Cominciamo dalle cause, P erché si fa il blocco cioè l'unione temporanea sulla piattaforma di 4f1 piogramma comune fra. uomini e partiti fondamentalmente diversi n eJla tattica e nella finalità?

· Prima di rispondere a q uesta domanda distinguiamo due specie di blocdù: quello di difesa e quello di conqu ista. Blocco di difesa è stata - per es. la famosa Lega della libertà. Si t rattava di difendere dalle insidie della reazione monarchica quel minimum di libertà politiche e civili conquistate a prezzo di tanti sacrifici. Questo blocco non ha bisogno di lunghe prepa razioni e di meditati pro.grammi: sono le circostanze stesse che lo impongono. Ma l'altro blocco - il blocco di conquista di seggi municipali , provinciali, parlamentari - ha carattere e significato g randemente diversi.

Anzitutto è manifestazione di debolezza e almeno in questo c~o la r egola che « l'unione fa la forza » soffre un 'eccezione. I partit i cosidetti sovvenivi impotenti a vincere da soli il nemico comune, si uniscono Ma questa unione che per gli effetti immediati può sembrare provvidenziale è invece d eleteria perché non abitua i partiti e gli uomini a fa re esclusivo assegnamento sulle loro proprie forze. Si trascura og ni prepara- : zione. Quando l'ora batte, si accetta il b locco. E per accrescere la efficienza del blocco,· sì pongono da parte tutti gli scrupoli della coerenza ' politica. Si cerca insomma di abbracciare il maggior numero di persone, ..di conciliare il maggior nwnero d'interessi, di soddisfare nella m isura del possibile e dell'impossibile tutti gli appetiti, tutte le ambizioni. Ognun vede che quando si mettono insieme socialisti, repubblicani, radicali , monarchici anticlericali, costituzionali p rogfessisti e gli uomini di tutte le idee e di nessuna idea, cioè i massoni, bisogna founu lare un programma conciliatore che accontenti sl vasta, complessa e equivoca clientela elettorale. L' anticlericalismo fa le spese 11 blocco romano uscito da una piattaforma anticlericale è un tipico esempio di immoralità politica. Per sal"are il blocco socialisti, e repubblicani ha~no dovuto ingoiare il rospo viv o della visita. di Nathan a Nicqla Due. In alt fi paesi le ammi· nistruiooi bloccarde sono state impotent i. Il programma eletto,àle aveva unito. uomini diversi per idea e tattica. Nell'esplicazione del programma gli alle1ti tornavan di1fisi e avversari. Dopo l'effimero trionfo sorgevano grandi difficoltà d'ordine qualche volta anuninistrativo, ma più spesso morde.

D blocco per ·noi, socialisti, è un assurdo, quando non sia una dedi2ione. Noi ammettiamo il blocco neUa lotta economica. L'organizzazione operaia dev'essere ed è infatti il blocco di tutti gli sfruttati senza dist inzione di patria, di religione, di sesso o di ~onvincimenti politici. Ma se n ella lotta economica è naturale il blocco perché solo un requisito si chiede, quello cioè di essere uno sfruttato; nella lotta politica - che è in fondo la estrinsecazione di convincimenti dottrinali - non è possibile senza. mortificarsi una riduzione .allo stesso denominatore comune sia pure- il minimo, di idee contrarie. Nella lotta politica devonò emergere invece ed avere tutto il loro risalto le diverse idee e l e ·diverse tattiche. la differenziazione sempre più. decisa , semp re più voluta dev'essere il carattere della lotta polit ica. In questo modo la lotta politica che si svolge accidiosa e sonnolenta. nelJa preparazione e nell'attesa del blocco, ritornerà vivace, sincera, fattiva, educatrice.

Ricordino i compagni che l'adesione al blocco «popolare » - porta sempre una diminuzione della dignità socialista Questa dign ità non può essere venduta per il solito piatto di len ticchie. l'esperienza dei blocch i ci ha dato risultati negativi. Bisogna ritornare all'antico. Non unione quindi ma differenziazione. O gnuno scenda in campo col suo programma ed ognuno cerchi dai suoi e non dagli altri l'appoggio e il volo. Se la lotta politica ritornerà qual fu nei primi tempi della democra:zia italiana, è assai probabile che la gioventù operaia - oggi stord ita nello sport e dallo sport - torni ad interessarsi delle questioni pol itiche.

Bjsogna agitare un po' questa morta gora: suscitare aClcora le libere e civili competizioni di "un tempo; la legge del minimo sforzo e del massimo effetto non deve diventare - coll'interpretazione deì bloccardi - il vangelo sul quale giura un sovversivismo d ebole e poltrone.

I socialisti diano il buon esempio, almeno qui in Romagna dove la Massoneria non è riuscita ancora a paralizzare il nostro movimento. Né i socialisti prendano troppo sul serio le spaventose descrizioni del pericolo clericale o conservatore. Se per scong iurare questo pericolo non riusciremo a penetra.re nei ·municipi , scenderemo nelle piazze.

E l'ult ima. parola sarà alli for~. b. m.

Da 1A LoJta di dttsJt,, N 22, 4 giugno 1910, I. Pubblicato anche $U /A _ Limtt, N 24, ·11 giugno· 1910, XVlJI.

Ministerialismo

Non divagate, dottorissimi del Pensiero Romagnolo, se volete discutere seriamente.

A bbi:i.mo detto che non era· onesto apolog izzare la fierezza dei deputati repubblican i sebbene abbiano votato cont ro a Luzzatti, p erché il loro :;tato d 'a nimo è mi niste riale. Citavamo in p roposito per rnn fermare la noot ra tes i Ja t rombata can didatura di Barzilai a vièe p resid ente d~lla Camera. Voi non tenete conto di questo fatto, non lo accennate nemmeno nella risposta e filate via

D 'accordo sulla non omogeneit à del g ruppo parlamentare .~ociaLista e sottoscriviamo g ran pa rte delle accuse di Labriola. Ma A rturo Labriola non deve aver affermato che un giornale d iretto da Leon ida Bissolati · possa vivere sui fondi di Luzzatti. Nessuno ha m ai messo in dubbio l'integrità morale e personale del Dissolati.

Sui rapporti fra Massoneria e Ragione è la Propaganda, tanto volentieri. citata, che fu prima a scrivere. Quindi dottorissimi rispondete alla Propaganda n on a noi. Avete forse l'abit ud ine di prendere dal Vangelo solo i versetti che vi fan comodo ?

E passiamo oltre la stup ida frecciata personale che chiude il m ise· cevole articolo.

Oggi p rofessorucoli, ma ieri no. Ieri e ravamo complimentati, elogìati, specie q uando scrivemmo post ille sopra le teorie di un fi losofo scon05c iuto a tutti i sapientissimi e coltissimi dottori e anocati della repubblica fo rlivese.

Da /..d Lolla di Ci am , N. 22, 4 giugno 191 0, I ( a, 480).

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