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CONTRO LE INFAMIE DI UNA REPUBBLICA APPELLO ALLA SOLIDARIETÀ INTERNAZIONALE
Sono giunte in qm:sti giorni notizit' dalla Repubblica Argentina. Notizie terribili che la stampa quotiàiana bloccarda e massonica t ace, ubbidendo al vile opportunismo che distingue quest'ora grigia della nostra politica. N arriamo i fatt i poiché essi parlano eloq1.1entcmente.
Esiste nella Repubblica Argentina ed è applicata su va.sta seda J'jnfame « legge di residenza)> per 1a q uale ogni individuo $O.Spetto può essere improvvisamente cacciato dal tenitorio [epubblicano. All' indomani dell'attentato contro Falcon - !'odioso m~sacratore di operaì - ben 500 rivoluzionari furono espulsi o relegati lontano su isole dal clima micidialè. La << legge di residenza » che miete vittime nella Repubblica Argentina · è in vigore anche in Francia e in Svizzera. Dal cantone d i Ginevra nell'anno 1904, furono in via amministrativa, cioè senza processo, espulsi ben 1450 individui.
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l: una legge liberticida che e.sa.spera - è una legge indegna di qualsiasi repubblica .che non voglia deliberatamente porsi al livello della Santa Russia.
Contro questa legge la Federazione operaia regionale argentina
3.veva iniziato da due anni u na vivace opposizione che doveva cul· minare collo sciopero generale da effettuarsi durante l e feste centenarie
O lo sciopero generale o l'abrogaz ione della legge; tale il dilemma che il proletariato argentino poneva a i governanti. I governanti repubblicani h anno risposto colla p roclamazione dello stato d 'assedio. Lo stato d'assedio significa lo scatenamento degli istinti brutali polizieschi ; la libertà a tutti gli individui equivoci, parassiti, vigliacchi di cavarsi una vendetta allegra. E a Buenos Ayres si formarono patruglioni di volontari per la tutela dell'ordine. Spalleggiati e protetti dalla polizia, queste band e di malfattori si diressero alle sedi dei giornali sovversivi e d elle organizzazioni operaie. Penetrarono dapprima nei locali della Prole1ta, il grande quotidiano anarchico, spezzarono una rotativa, due Jinotyp ~ , dispersero quanto capitò loro fra mano e poi appiccarono il fuoco Gli uffici d el giornale sono ora un mucch io di nere macerie. Volevano ri• pdere le stesse vandaliche gesta n"'ella redazione e tiposrafia della Batalla
- .a.Jtro g iornale operaio - ma furono costretti alla fuga dalla resistenza armata e intrepida degli operai accorsi a difendere - magari col san· gue - il loro giornale. l tc.ppjsti borghesi - capitanati dal figlio dell'expresidente della Repubblica, Roca - si reca.tono di poi a lA V @guardia - settimanale socialista - e quivi poterono, indisturbati, abban donarsi al loro bestiale istinto di distruzione. Tutto fo demolito: porte, fi.nestroni, biblioteca, vetrine, banchi. H sabotaggio feroce risparmiò la sola macd1ina di tiraggiO; tutto il rtsto è perduto. Anche iJ quartiere dei russi fu percorso e saccheggiato dalle masnade repubblicane.
Negozi demoliti, biblioteche incendiate, case operaie prese d'assalto e crivellate di colpi d'arma da fuoco, arresti a migliaia ; ecco in q nal modo la Repubblica sud americana apologizzata dal transfuga Ferri ha solennizzato il centenario della sua libertà.
I compagni italiani e argentini perseguitati e oppressi chiedono da noi una prova di solidarietà. Uno di loro scrive testualmente:
« necessario che la pubblica opinione e il proletariato si agitino in favo r nostro. Se non siamo sorretti potrebbe toccarci ancora la peggio. La vittoria del popolo argentino è vittoria del proletariato internazionale. Oggi è un popolo oppresso che apre a voi ansioso le braccia e che da voi a.spetta la p arola della fraterna solidarietà» .
E un altro compagno ammonisce: ·
<1 U rcate di fare quanto più male potete a quesu schifosissima Repubblica di cretini che nel loro stupido clericdismo si sono dimenticati, a proposito, di onorare la memoria di Bernardino Rivadavia, il più grande dei loro uomini di Stato, perché fu anticlerica le ! E cercate: pure di provocare rappresaglie contro gli argentini che vengono in Europa a godersi il frutto dei nostri sudori.
A quest'appello noi socialisti forlives i, dobbiamo in qualche modo rispondere. E significativa sarà la nostra risposta poiché la terra in cui viviamo è un feudo repubblicano Come risponderemo? Forll c'è in via Morgagni il Consolato della Repubblica Argentina.. Non sappiamo chi Sia il console, né del resto contro di lui personalmente sarà diretta la no'stra manifestazione. Ma noi dobbiamo recarci sotto le finestre del Consolato, dobbiamo raccoglier<i sotto quello stemma
DALLA FONDAZJONE DE « LI\ LOITJ\ DI CLASSE », ECC. 121 sormontato dd berretto frigio e fischiare e urlare la nostra in dignazione e la nostra protesta. Saremo pochi, poiché l'elemento operaio repub. blicmizzato non si unirà a noi. Ma non importa. 11 nostro gesto servirà, non fosse altro, a muovere la morta gora della vita politica loca le.
I nostri fischi diranno al console in qual concetto teniamo la liberticida Repubblica che egli rappresenta, le nostre grida lo inviteranno a dimettersi.
Compagni forlivesi, la temp eratu ra politica aumenta.
L'ora è propizia. ·
Agitiamoci!
Da I.., Lotta di Ciane, N. 2::,, 2'.:, giugno 1910, I (a, 480).