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LA
CONCENTRAZIONE DELLA RICCHEZZA E IL «PROFETA FALLITO »
Il profeta fallito è. Carlo Marx. La sua teoria della concentra.zione della r icchezza in poche mani e della miseria crescente deJle collettività proletarie sarebbe, secondo i critici gialli, smentita dai fatti. Né la rie• chezza si concentra, né la miseria cresce. Carlo Marx ha sbagliato. Proprio? Noi stentiamo a convincercene. N egli Stati Uniti, ad esempio, è innegabile il fenomeno d i concentramento della ricchezza nazionale in poche mani. I Rockfeller, i Morgan, i Carnegie non sono forse la prova vivente della teoria marxista? I piccoli proprietari delle miniere di carbone, di petrolio, di ferro, i piccoli azionisti delle ferrovie sono stati eliminati, distrutti, in quelle grandi battaglie che si combattono n ella Borsa. I miliardari h anno inghiottiti i milionari. Nelle mani di un uomo solo.si concentrano proprietà immense: Morgan, re dell'acciaio, st ringe nel suo pugno i1 destino di milioni di uomini.
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Nelle nazioni europee però, aggiungono i critici, il processuI schematinato da Marx non si verifica, Nella Francia, nel Belgio, anche in Italia la piccola proprietà esiste, tende anzi a frazionarsi sempre più e il numero dei piccoli proprieta ri aumenta. Vediamo. Pre ndiamo la nazionetipo, la Francia. 11 suolo francese è diviso in un numero infin ito di p"iccoli proprietari. Neymark - nella sua statistica ufficiale - ne conta non meno di cinque milioni. Dunque Carlo Ma rx è fall ito. Adagio. tuttavia. N on bisogna confondere la potenza economica e la proprietà. Questi piccoli p roprietarì - gelosissimi della lo ro zoUa di terra - non sono che degli automi obbedienti agli ordini dei banchieri. Q.uuli piccoli proprietari hanno perduto la direzione e il conlrollo della l oro for111na. li grano che essi pro~ucono è incettato da un possente sindacato cbe fusa arbitrariamente i prezzi. la barbabietola coltivata nel nord da migl iaia e migliaia di coloni, viene lavorata da 119 fabbricanti riuniti in un sindt:caJo e dominati a l or 110/ttJ da 4 raflinaJori 11-niti in trtul Costoro sono gli arbitri della situazione. Egualmente i concimi chimici cosl necessari all'agricoltura moderna, sono monopolizzati dal famoso 1r11st di S. Gobain, nel quale entrano duchi, conti, marchesi, discen denti illustri di vecchie famiglie dell'antico regime e il contadino, il p iccoio proprietario, deve inchinarsi e riconoscerli çome padroni. ,,
DALL'XI
CONGRESSO NAZIONALE DEL P. S. I., ECC. 307
Nel campo dell'industria il fenomeno si ripete: le miniere di carbone e di ferro sono nelle mani di un Comitato che centralizu i permessi di ricerca, monopolizza le concessioni, ripartisce fra i suoi membri le re8ioni da fomire e ciò allo scopo di evitare la concorrenza; vende le miniere che non vuol sfruttare a industriali stranieri e dispone a suo piacimento di una delle più grandi ricchezze della nazione. Lo stes~o avviene nell'industria metallurgica che fabbrica tutte le macchine necessarie ai produttori nell'industria tessile Le ferrovie francesi, che rappresentano un capitale di dieci miliardi, sOno possedute da circa un milione di azionisti. Ma la direzione e il controllo son affidati da parecchie generazioni a un centinaio di uomini, appartenenti all'alta industria e alla più reazionaria aristocrazia.
Ora se si considera il numero degli amministratori di tutte queste Compagriic industriali, si v e d e che il loro numero si riduce a poche centinaia. Gli stessi nomi figu rano in parecchie società, gli stessi personaggi amministrano una o due banche, due o tre officine siderurgiche, tre o quattro società di traspoiti.... T 1111; i m ezzi di produz ione ri tro1111110 ca.sì concentrati in poche mani. Questa oligarchia potente domina la vita nazio_na]e e dispone delle fortune individuali_ e rende illusoria l'indipelÌ.denza dei piccoli proprietari che devono o subire il dominio dell'oligarchia finanziaria o fallire. La piccola proprietà diventa quindi una specie di brutta figura rettorica Esiste, ma vuotata dal suo contenuto. Il piccolo proprietario non scompare, ma perde 1a sua autonomia economica, politica, morale. Dodici milioni di produttori, la 11ila J; 38 mi/;on; di persone .sono alla mrrcé di pQche m;gfiaia di capilali.sti mullimilìonari.
E Ìrl Italia? Malgrado che la nostra economia sia prevalentemente agricola e rudimentale, pure, alcune settimane or sono, fu costituita una Associazione fra i capitalisti ìtaliani, rappresentanti cinque miliardi di fortune. Anche in Italia si verifica dunque il fenomeno dell'accentramento capitalistico.
Proclamare smentita la teoria marxista dopo questi inoppugnabili dati di fatto significa spmpositare.
E la teoria della « .miseria crescente »? Purtroppo anche questa è confermata dalla odierna realtà. Ricordiamo la testimonianza del De Ma.rtini che togliamo da libro L'lnghi/t~"" povera.
« Società la più possente d 'Europa, l'Inghilterra moderna ha il tipo di squallida mis.eria; naziorie la più li~•. ha la schiavitù più abbietti di una degradante povertà; fra tutti in Europa paese più ricco, con alti salari, ha. forme di, disocc11pa2ione che invocano lavoro; popolo dominatore di un immenso impero che gli può due tutto quanto necessario a lla vih e che g li as5orbc la sua strabo«hcvolc sovraproduzionC industriale, ha le sue Case di lavoro ( Wor!ho,ne) rigurgitanti di po-veri, ha i suoi fl11m s (asili) formicolanti di paria umani e le sue innumerevoli islituiioni filantropiche piene zeppe di straccioni. Dod ià milioni di pe,1one vivo no in poverlà. Ogni an no i Blue lJJodu , egiJJrano centi11.tii1 di mo,1i di fam e»
Capjte ? N ella nazione più ricca, dove, grazie allo sviluppo indust riale e alla legislazione sociale, il diffu50 benessere fra tutt e le classi della popolazione dovrebbe categoricamente smentire Je lugubri profezie marxiste, ti sono dodici milioni di miserabili. Una cifra enorme!
Ed ora i g rossi e piccoli gufi della critica repubblicana contin uino ad ululare che il profeta è fallito. I fatti confermano le teorie marxiste. Il disquilibrio economico fra poveri e ricchi è forse più p rofon do oggi che non nel medio evo o nell'età antica. Certo è oggi più sentito . Equesto disquilibrio non potrà essere modificato dalla cooperazione di classe, ma dalla lotta di classe. Altro principio marxista che il proletariato di tutto il mondo ha scritto sulle sue bandiere.
Non rimangono che gli illusi di Ro magna a inseguire dei fantasmi evanescenti e delle dottrin e che p uzzano di sacrestia.
* Ballu/e polemiche,
Pietro Gori
NeH'isola d'Elba, già famosa p er la volontaria prigionia di un capitano -d'eserciti, è morto all'alba di d omenica scorsa, uno degli ultimi cavalieri erranti dell'Idea. La generazione che ci diede una falange di uomini della tempra di Pietro Gori è scomparsa e laddove non è scomparsa si è adattata. Oggi daUe U niversità non escono più g iovan i ribelli nella vita e nel pensiero , ma vecchi precoci, terribilmente seri, dalle visuali anguste - rap inatori di clientele e di ca riche, pronti a qualunque genuflessione, a qualsiasi mercimonio della loro coscienza - o vigliacchetti imberbi che pattuglioneggiano in tempi di sciopcrn generale. Oggi i sovversivi, direttori del movimento politico ed economico, q uando non siano dei burocratici, sono dei mestieranti - talvolta retribuiti con stipendi da cardinale - sono dei conferenzieri che esercitano una sconcia speculazione sulla loro opera di propaganda, sono dei rivoluzionari che non credono alla rivoluzione, delle mezze coscienze, delle mezze culture, dei mezzi uomini. L'Ideale? Al diavolo. Nessuno ci crede più. E se q ualche solitar io ci crede, egli viene definito un imbecille che flirta colla luna.
N oi che apparteniamo ancora a questo manipolo esiguo di solitari, sentiamo più acuto il dolore per la scomparsa di Pietro Gori D i lui non tesseremo la biografia. Qua rant'anni di vita ; venticinque d i battaglie. Ecco la biografia.
Per cinque lustri cp1est'uomo ha continuato ad agitare infat icabilmente le masse. Ecco l'opera! Non una dedizione. Non un giorno d i riposo. Ecco l'uomo!
Egli è passato attraverso tutte le nazioni del mondo: dalle brumose del nord, alle torride dell'America Meridionale. Dovunque ha p10fuso i tesori della sua eloquenza, dovunque ha lasciato il r icordo non perituro della sua bontà. Ha sofferto il carcere e l'esilio. "E. stato perseguitato, espulso da monarchie e da repubbliche. Ha conosciuto l'ineffabile miseria di chi va peregrino tra gent i sconosciute. In un anno solo - negli
· Stati Uniti - pronunciò quattroce nto discorsi. Aveva fatto sua la massima di G uyau: « Vive re non è calcolare, è agire: la vita non può mantenersi ch e alla condizione di espandersi » . E ìl povero Gori prodigava le sue e nergie, sforzava il suo organismo, incurante del doman i.
,10 OPERA OMNIA DI BENil'O MUSSOLINI
Le sue concezioni dottrinali non lo portavano ad assumere atteggiamenti intolleranti e faziosi. Eg li sapeva comprendere e stimare qualunque fede purché onestamente professata. Conobbe la malvagità umana.
Arr~va sempre nella vita di un sovversivo l'ora in cui le amicjzie s'intiepidiscono e gli ex amici cercano d'insozzarvi col sospetto e la calunnia, Ma G ori seppe t rionfalmente vincere. Or fa un an no, dallo storico rudere dell'Orto Agricola. in Roma, Pie tro Gori evocava Andrea Costa. Fu uno dei suoi ultimi discorsi. Dopo pochi mesi comparvero le prime notizie allarmanti.
La . tisi consumava quell'organismo dalle linee sru ltorie , il bacillo mortale divorava quei polmoni che avevano dato il ritmo airoratoria fascinatrice . Poi venne l'annuncio fatale.
Al disopra dei partiti, astraendo dalle idee, cancellando per un momento le etichette - uniti nella solidarietà che stringe gli uomin i che credono in un avvenire migliore - noi socialisti - dinanzi alla salma di P ietro Gori, alziamo - ,oi segni del lutto - le nostre ba.n dicre.
Ah! come in quest'ora melanconica la vecchia canzone col suo motivo nostalgico ci ritorna alle labbra. la ricordate? Anche noi.
Scacciali umza colpa·
Andrem di terra in terra
A predicar la pace, Ed a bandir la guerra. La pace tra gli oppresii La gue rra agli oppreHorl
Da L,z Lma di Clam, N S4, IS gennaio 1911, II (b, 99- 100)
·Parlate con un medico che non sia anima e corpo venduto al dio mammone ed egli vi dirà che ci sono delle malattie prodotte dalla miser ia, vi dirà che ci sono degli ammalati che tali non sarebbero, se nei loro tuguri fosse entrato un po' più di sole, un po' più di ossigeno, se sulle loro tavole ci fosse stato un po' più di pane. Parlate con Ull medico che non sia un mestierante o un forcaiolo, e vi dirà, e lo confermano del resto le statistiche , che la tubercolosi fa strage nei quartieri poveri, nelle famiglie povere; che le malattie infettive si propagano co n rapidità e con risultato letale là dove le case sono stridentissime negazioni dell'igiene e della civiltà. Il colera risparmia i ricchi che vivono nei palazzi, i ricchi che fuggono fuori dalle zone pericolose , ma decima la poveraglia che non può fuggire e non può difendersi. Parlate con un antropologo, il Niceforo ad esempio, ed egli vi dirà che la complessione (statura, peso, sviluppo muscolare) dei fanciuUi poveri è inferiore a quella dei bamb ini agiati; vi dirà che la denutrizione prolung ata ha per conseguenza un oscuramento delle facoltà mentali, un arresto nello sviluppo spirituale dell'individuo. La miseria costringe alla promisruità più rivoltante e questa genera l'incesto, lo stupro, l'abbiezione. 1! la miseria che popola gli ospedali, le prigioni, gli asili. t la miseria economica che produce la miseria fisiologica e questa la mise ria psicologica. ] popoli più poveri sono ·anche i più sudici, i più intolleranti, i più superstiziosi, i più reazionari.
:B per questo che noi socialisti, prima di ogni altra questione, vogliamo ri solvere la questione economica. Noi trascuriamo il brit-brac idealista! Ci pensino gli altri: preti e repubblicani. Bisogna avere il coraggio di gridare che noi facciamo « la questione del ventre». Basta coll'idealismo stantio dì certo politicantìsmo giallo. Basta colla metafisica del « dovere » che ha curvato l'uomo al prete, al padrone, alla legge. L'eguaglianza religiosa è illusoria, quella politica è menzogna: noi vogliamo f eguaglianza economica. Ogni figlio di femmina wnana deve, dopo il millenario digiuno, godere di un po' di bemssere. :g un'ironia velenosa offrire un libro a chi ha lo stomaco vuoto. 'E. un assurdo parlare di ideali a un affamato. Le parole. riempiono la bocca, ma non lo stomaco.
Opera Omnia Dj Benito Mussolini
La politica, l'arte, la letteratura, la scienza, la morale sono frasi p rive d i senso per un cervello ottenebrato dalla denutrizione, per un cuore rigonfio d'odio pronto ad esplodere nel delitto. Prima dell'alfabeto, il pane, il buon pane, il pane bianco su tutte le tavole della povera gente.
E dopo al pane l'alfabeto. La refezion e scolastica dimostra che per nutrire ì cervdli bisogna nutrire lo stomaco. :B la rrieravigliosa conferma deUe nostre dottrine. Dopo al pane l'alfabeto. L' uomo mig liorato economicamente migliora. anche spiritualmente. Nei paesi battut i dalla propaganda socialista che gli idioti della repubbl ica gialla accusano di abbrutire e demora lizzare l'uomo, l'alcoolismo è diminuito; i delitt i contro le persone sono ridotti a una percentuale minima; il vincolo fami gliare, pur ~ nza funzion i di prete e cerimonie di sindaci, è più solidamente conservato; l'analfabetismo ridotto di molto; la donna non è più trattata c;ome u na bestia da lavoro, ma come uno. creatura uguale all'uomo nei doveri e neì· dir itti; gli operai si conside rano come frate lli e fa nno CO· munione delle loro gioie e dei loro dolori. Nelle Case socialiste - che dovrebbero essere secondo gli idealisti be n pasciuti e cinici di un cin ismo postribolare le palestre dell'abbrutimento materialista - noi troviamo deHe scuole, delle biblioteche, dei bagni. Qual'altra si potrebbe dare più documentale smentita alle lamentaz ioni idealistiche dei Geremia repubblicani?
Jacobi affermava che la storia del nostro pianeta può ri assumersi in tre grandi rivoluzioni. La prima, che segna la t rasformazione dalla materia ino rga~ica all'organica, h a avuto p er risultato la formazione delle specie animali infe riori; la seconda per cui dalle spec ie an imali inferiori si procedette alla specie animale massima: l'uomo; la terza pe r cui dall'uomo animale, travagliato dalla Jolta per l'esistenza, avvilito dal)e ine• guagliaoze, dominato dag li strumenti di produzione, si giungerà all'uomo sociale, esente dalla contesa brutale per l'esistenza, corifortato dall'e,gu 11glianza di condizioni ed a rbitro delle for2e produttive ed economiche. Della prima rivoluzione fu teorico Lamarck, della seconda Darwin, della terza Marx.
N oi siamo nel periodo della t erza rivoluzione. Il ponte fra l'uomo animale e l'uomo umano, il ponte fra la preistoria e la storia, il ponte che condurrà l'umanità dalla lotta per la vita all'intesa per la vita, sarà gettato dal socialismo !...
Benito Mussolini
(Dall'opuscolo li V hllre t la JMa q11e,JJione) •
Da La Lolla di Cl«m, N 55, 21 gennaio 19 11 , Il.
• Da quanto ci risulta, questo opuscolo non venne mai p ubblicato
Profeti E Profezie
Premettiamo. Carlo Marx non è necessario al socialismo. Anche quando si dimostrasse che il Pensatore d i T reviri è stato un imbecille e si riuscisse veramente a p olverizzare le sue dottrine, il socialismo continuerebbe egualmente la sua marcia t rionfa le nel mondo dei lavoratori. Noi non siamo né teologi, né saurdoti, né. bigotti del verbo marxista. I « sacri testi >> sono an,o ra. oggt.'tto di vasta contesa ed assai sintomatko ad ogni modo che attorno al « profeta fallito » si continui a discutere e si scrivano ponderosi volumi, Marx dev'essere ancora vivo e te mibile, se tanti beccamorti s'affannano a segnargli l'atto di decesso nello Stato Civile delle dottrine econo miche Tronchiamo il preambolo e ribattiamo la confutazione del Pen1iero Romagnolo il quale giura sul « sacro testo » di Arturo I.abriola.
L'articoli sta afferma che il fenomeno dei miliardari d'America è dovuto semplicemente alla « legge di relatività ». Ecco un , eb,u Una legge che produce un fenomeno, Noi abbiamo sempre creduto che i fenom eni determinassero le leggi. ·
E. la caduta dei gravi che p rovoca la legge di g rav ità, e non ... viceversa.
A d ogni modo l'accentramento di g rand i fortune in poche mani , è un fa tto, alm eno p er gli Stati Uniti, incontestato. I Morgan e simili personaggi non sono figu re rettor iche Che Carnegie poi disponga dei suoi miHooi per bibl ioteche e istituzioni d'indole umanitaria, è affa re che non inte ressa l'economia pura, Quanto poi « agli alti e sempre più alti salari » d el proletariato americano che dovrebbero smentire la t eoria del la crescente miseria, osserviamo con W e rner Sombart dell'Unive rsità di Breslavia, nel libro Perrhé non vi è socialùmo negli Stafi Uniti?, che in « nessun luogo del mondo l'opera io salariato viene sfruttato dal capita lismo come nella Repubblica de lle stelle », la quale, aggiungiamo noi, ha come l'Ing hilterra milion i d i miser abili. (A New York, nel .giugno scorso, si tenne un mercato di schiavi). Enrico Leone, a pagina 49 del suo vol ume // Sindacalismo, scri\•e:
« Jl r iformismo non fu in grado di d~urre ·dalle statistiche una legge diversa da q uella del concentramento capi talista : arrivò solt!l!lto a cond udtte che.'" esso non si operava colla opinata Celerità ,
Dunque, fi ssiamo. Le statistiche smentiscono i revisionisti, non le previsioni marxiste. li concentramento avviene, solo va più lentamente. E lo stesso Leone, a pag, 49, aggiunge:
« N! vale dire che la condizione degli operai è miglio.rata, che il loro salario si è elevalo, per concludere che la legge del crescmte antagonismo fra capitale e lavoro è fa lsa. Il presagio di Marx trovò una conferma nei fatti non una smrntita11 .
Il Pleka noff, uno dei più autorevoli marxisti, dichiara :
« Dal punto di vista d ella teoria dell'immiserimento, l'importante è non già se il 1,,,Jario sia cresciuto o cali to, bènsì se sia cresciuto i l Jjvdlo del pbu-valore che detennina il gn do dello sfruttamento dell'operaio e questo a umento ~uivalc 13} rtlaJi vo peggio, ,mu nto d ellt rondhioni de/l'op1111io ,u/14 Jo&Ìet.i ».
:Marx, n el primo volume del Capitale, ha parlato di « p eggiora· mento » re lativo, non assoluto, in contrasto all'ottimismo roseo degli economisti borghesi, laudatoci del regime capitalista. Esemp io il G avern itz e il suo libro V erw la Pace Sociale.
Bisogna app unto interp.retare Marx. I repubblicani chiedono a noi di non interpretare alla lettera il teismo di Mazzin i e ci pregano di non confonderlo ron quello dei preti. ì giusto. Ma allora non bisogna in· terpretare alla lettera le teorie marxiste.
Quanto alla piccola proprietà agricola della Francia (nazione-tipo perché ha un numero enorme di piccoli proprietari), noi abbiamo ammesso il suo frazionarsi, ma abbiamo anche documentato la sua soggezione all' alta borgh esia ban caria e indust r ia le, Abbiamo citato degli ('S('mpi. Abbiamo dimostrato - e non fu mmo smentiti - che il piccolo proprietariò tanto in Francia come altrove è ormai una « finiione giuri.dica », opp resK> dal fisco e dalle ipoteche, senza autonomia, senza l ibertà. La d istinzione fra concentramento dei « mezzi di p roduzione » e còn centramento delle « ricchezze >> è esatta. Ma i p ossessori dei mezzi di produt ione sono anche i possessori della ricchezza sociale. L'articolista del Pensiero "Romagnol o si chiede:
« Quale valore di pessimismo marxista può avere il concentramento dei mezzi d i produzione di fIOnte ~I ·crescere progressivo della potenza proletaria? »· la domanda nebulosa Per capire il «pessimismo» di cui si ragiona, bisogna passare alcune righe e giunge re. al periodo nel quale J' a.rticolista d ichiara:
<1. La conce.otruìone della ricchezza in poche mani d.i capitalisti, ha, secondo Marx, caraltete di progressiva spogliazione della classe lavoratrice »-.
La·« progressiva spogliazio~ » produce l'assoluto immiserimento e di ridesso il pessimismo marxista.
O ra Marx, ripetiamolo, non ha mai parlato di immiserimento assoluto. Nel suo libro La miuria della filo sofia, a pagine 139·140 , egli scrisse:
" « Quanto alle classi lavoratrici è ancora una questione molto conte.sa s~ le loro coodiz.ioni siano migliorate in seguito all"awn~to della ricchezza pubblica •·
E più sotto:
« t Kiltanto perché il .salario in scsuito della concorrenza oscilla a l disopra e al disotto del prezzo dei viveri necessari al sostenimento dell'opeuio che q ue• st'ultimo può appro6ttare in misura minima della ricchezza pubblica. Ma pe,- la ~tessa ragione appunto può anche morire di fame»
Chi può negare il carattere ·di relatività a questa ovvia for!llulazione marxistica? Riassumiamo. L'aumento del livello del plus-valore significa peggioramento relativo della condizione dell'operaio, Ad ogni modo ogni migliownento è illusorio poiché non spezza il dualismo capitalistico prol etario e mantiene lo sfruttamento d ell'uomo sull'uomo. Il concentramento della ricchezza avviene non però colla celerità prevista dai discepoli di Marx: né colle stesse forme .
Il Petuiero Romagnolo ci annuncia che documente rà il fallimento di altre profezie marxiste. [mprcsa facile Poiché rutti i p rofeti - ap · punto perché profeti - hanno fallito: non escluso Mazzini.