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Conclusioni

Il volume si è aperto con una citazione in cui era affermato il problema della marginalizzazione a lungo sofferta dalla storia militare. un problema che alrinizio della carriera di Pieri riguardava decisamente anche l'accademia italiana.

Nel 1967, a Perugia, si tenne il primo Congresso degli storici italiani. In quell'occasione Pieri fu presente con una relazione dedicata proprio alla storia militare. Era il segno di una avvenuta accettazione della disciplina nell'alveo della storiog rafia, superando in parte quella marginalizzazione che lo srudio della guerra aveva a lungo sub ito. Affermiamo in parte, perché lo stesso Pieri sosteneva in qu e ll'occasione che:

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[...) se la storiografia militare non ha avuto e non ha in Italia l'importanza di quelle relative ad altre forme dell"attività pratica dello spirito, se presenta manchevolezze e lacune, mostra tuttavia i segni , per quanto isolati. di un promettente risveglio: spetterà alle nuove generazioni non lasciar appassire e sperdere questa nuova fioritura1

Se Pieri esprimeva ancora la preoccupazione per le difficoltà della disciplina, annunciava anche remergere di una nuova generazione di studiosi, inserendo idealmente la storiografia militare italiana in un passaggio che si co nsumò a livello europeo neg li anni Cinquanta e Sessanta. un decennio di ((compresenze" tra sto rici militari che avevano un metodo ormai consolidato, ma tradizionale, come quello di Pieri, e aie.une istanze di rinnovamento che sarebbero esplose so pratrutto sotto l'innusso della nuova corrente dei «war and so ciet y studies»2 •

L'anno prima dell"uscita del volume sul Risorgimento, in Gran Bretagna era uscito l'importante stud io di Michael Howard sulla guerra francoprussiana, segno tangibile di un rinnovamento degli studi di storia militare, che si rifletté anche nella creazione nel 1962 di un dipartimento di War Studies al King"s college di Londra3 • In Europa, come in Italia, proprio negli studi di storia militare. una nuova generazione di storici sta- va affermandosi: oltre a Howard, ad esempio, André Corvisier. La storia militare loro e dei loro allievi, o più giovani colleghi (in Regno Unito, ad esempio. Brian Bond e John Keegan; in Francia Henri Contamine), avrebbe spostato il campo di osservazione dalle guerre, intese come studio delle campagne (]'histoire bataille), allo studio delle istituzioni miJitari in tempo di pace, alla cultura professionale, agli aspetti sociali del servizio militare. Negli anni Settanta e Ottanta, questa prospettiva sarebbe arrivata anche in Italia causando una autentica esplosione degli studi4 • Tale nuovo approccio emerse inizialmente nel volume di Rochat sull'esercito del primo dopoguerra del 1967, poi dispiegatosi ampiamente in quello sulla storia dell 'esercito italiano uscita nel 1 978 G . L'anno successivo usci l'importante raccolta di scritti di Piero Del Negro, che avrebbe costituito il filone di studi lungo cui la storia militare italiana si sarebbe evoluta in seguito, superando il modello tradizionale di politica-guerra di cui Pieri era stato fondatore e principale portatore. Lo scopo comune di questi studiosi. per citare Del Negro, e ra proprio andare al di là della storia militare come l'aveva fatta Pieri:

La se rie politica-guerra abbraccia le biografie dei 'signo ri della guerra' , le descrizioni e le analisi delle battaglie e delle campagne, i diari e le memorie degli ex combattenti: una Iettcramra [... ] alla quale la tradizione militare italiana si conserva fedele, che 'essenzialmente resercito è fatto per la guerra·. La serie esercito-politica richiede invece l'analisi dei rapporti tra i mi li tari, lo Stato e la società civile, esige ricerche che restituiscano la dimensione ideologica e organizzativa dell'istituzione militare, ne misurino il peso politico ed economico, la collochino, in una prospettiva di lungo periodo, al centro di una rete di interrelazioni strutturali6 •

Si consumava così il passaggio ideale tra la prima e la seco nda generazione di studios i italiani di storia militare. Pieri si pose al culmine, ma anche alla chiusura del ciclo, cominciato negli anni Trenta, che aveva portato all 'affermazione in Italia della storia militare come disciplina accademica: un'affermazione avvenuta in un mondo universitario inizialmente poco ricettivo alla disciplina, attraverso il passaggio sto rico di un regime che provò a censurare il lavoro dello studioso, ma che con il tempo dovette riconoscerne il valore. Pieri riuscì a fare della storia militare una disciplina accadcmicamenlc accettata anche in ItaJia , un fatlo che non sarebbe stato possibile se n za l'apertura. il rigore e la tenacia che costiruirono le basi del s uo lavoro e che rappresentano ancora oggi una fonte di ispirazione per le successive generazioni di studiosi della guerra e delle istituz ioni militari.

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