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DALLA GUERRA IN UCRAINA

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L’invasione militare dell’Ucraina davenzionale tra due attori di rango statale che ne è derivato hanno riportato all’attenzione generale la centralità della componente terrestre per le Forze Armate degli Stati Membri della NATO, scuotendo le autorità politico-militari di numerosi Paesi europei, dopo anni di scarsi investimenti per lo sviluppo e la modernizzazione delle capacità dello strumento militare terrestre. In tale contesto, lo scoppio del le coscienze di diversi Stati europei, che, sia a livello politico-istituzionale sia a livello tecnologico-industriale, hanno annunciato importanti stanziamenti di risorse nel corso dei prossimi anni per il potenziamento della componente terrestre delle rispettive Forze Armate, anche alla luce di alcune prime lezioni apprese ricavabili

Innanzitutto, si può affermare che la guerra in Ucraina abbia portato ad una riscoperta dell’importanza dell’ar- necessità di dotare lo strumento militare terrestre di una capacità di ingaggio di precisione a lunga e lunghissima distanza (Long Range Precision Fires), abbinata ad una capacità di - zione e tracciamento dei bersagli, anch’essa a medio e lungo raggio. In sostanza, è necessario potenziare le capacità ISR (Intelligence, Surveillan- ce, Reconnaissance) per individuare e scoprire gli obiettivi, ad esempio mediante l’impiego di aeromobili a pilotaggio remoto tattici, nonché le capacità per colpire gli stessi mediante sistemi a lungo raggio caratterizzati da un elevato livello sia di precisione sia di letalità. Inoltre, un aspetto di fondamentale importanza emerso in qualche modo associato anche ai sistemi di artiglieria, è rappresentato dalla mobilità. Uno dei fattori, infatti, che hanno portato al successo circa l’impiego operativo degli HIMARS (High Mobility Artillery Rocket System) è connesso alla loro elevatissima versatilità e mobilità, elementi che hanno assicurato la sopravvivenza dei sistemi stessi (e soprattutto dei loro equipaggi), impedendo che questi ultimi fossero oggetto del fuoco di controbatteria da parte russa. Inoltre, proprio la mobilità delle forze medie e leggere ucraine le ha favorite nel confronto con le imponenti e statiche formazioni di forze corazzate russe, in special modo nelle prime settimane della campagna militare. Queste ultime si e hanno subito ingenti perdite, non perché il carro armato sia morto (come alcuni commentatori hanno affermato), ma in virtù delle tattiche operative impiegate dai russi. mente nelle proprie capacità e sottovalutando quelle ucraine (anche alla luce delle scarse performance della loro intelligence militare), nel corso delle prime fasi della guerra hanno tentato di assaltare i principali centri urbani ucraini, inclusa la capitale Kiev, mediante l’utilizzo di enormi colonne di mezzi corazzati, che si muovevano lungo le principali arterie stradali ed erano completamente prive di supporto da parte di unità di fanteria, di artiglieria contraerea e di assetti aerei. Tale dinamica ha favorito gli ucraini che, manovrando in piccole unità altamente mobili e spostandosi attraverso percorsi secondari, hanno teso numerose imboscate alle colonne di forze corazzate russe, bloccandone l’avanzata: emblematica, in tal senso, è l’immagine della colonna, lunga decine di chilometri, di carri armati russi bloccata per giorni nella regione di Kiev, impossibilitata a procedere oltre.no ha messo in luce come superiori capacità in termini di addestramento degli equipaggi, di mobilità delle forze e di manovra delle unità siano fondamentali per determinare il successo di uno scontro a livello tattico. Accanto a tali fattori, si rende necessario investire in nuovi sistemi, soprattutto a livello di artiglieria a lungo raggio, forze corazzate e meccanizzate, che vadano a privilegiare superiori doti di precisione, letalità e mobilità, per restituire allo strumento militare terrestre la centralità e il ruolo di rilievo che merita.

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