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L’ARTIGLIERIA UNIFORMI

Il 26 dicembre 1696 costituì una data storica per l’artiglieria sabauda.

In quel giorno venne infatti pubblicato il “Biglietto di S.A.R. che manda ad eseguire il nuovo stabilimento degli ufficiali dell’Artiglieria” a seguito del quale il Corpo assunse per la prima volta tutte le prerogative di un reparto militare – quali l’estensione del vincolo disciplinare e l’adozione di un abito uniforme per tutti i componenti – entrando a far parte integrante del piccolo ma agguerrito esercito ducale con il rango ed i privilegi di un corpo di fanteria d’ordinanza nazionale.

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In base a questo rescritto l’Artiglieria risultò ora costituita da uno Stato Maggiore, da un battaglione di cannonieri composto, in un primo momento, da sei compagnie di cannonieri, da una compagnia di maestranza o di “artisti”, tutti artigiani specializzati, e una compagnia di minatori.

Dello Stato Maggiore facevano parte, oltre al Gran Mastro dell’Artiglieria, una delle massime cariche militari dell’Esercito sabaudo, tre luogotenenti generali dell’artiglieria, un intendente generale dell’artiglieria, un controllore generale dell’artiglieria, un maggiore, un segretario, un guardarsenale, un petardiere, un capo bombista, un bombista, due mastri da fuoco e tre fonditori.

Le sei compagnie cannonieri del battaglione – la 1ª dislocata a Torino, la 2ª nella Cittadella di Torino, la 3ª a Vercelli, la 4ª a Cuneo, la 5ª a Nizza e la 6ª a Montmellian in Savoia – erano composte ognuna da un capitano, un capitano in 2ª, un luogotenente, un’insegna, un sergente, due caporali e 50 cannonieri.

All’inizio della guerra della Lega di Augusta (1688-1697) il personale dell’Artiglieria, non avendo ancora “status” militare, non era obbligato ad indossare l’uniforme e poteva quindi vestire a proprio piacimento e fu solo dopo il 1696 che il battaglione ricevette una vera e propria uniforme costituita da un giustacorpo di taglio simile a quello dei fanti ma di colore turchino, così come di quel colore erano le mostre, la fodera ed i calzoni mentre i bottoni furono di stagno perlomeno fino al 1706, sostituiti in seguito da quelli di ottone.

Nel marzo 1697 il Nunzio Pontificio a Torino affermava in proposito che “... dette compagnie saranno vestite di torchino con un piccolo gallone d’argento alle maniche”.

Il 15 dicembre del 1699 venne pubblicato per la prima volta uno “stato” riguardante il vestiario da fornire al battaglione per l’anno 1700, nel quale erano previste le quantità delle stoffe da fornire:

“Stato per il vestimento del Battaglione di Artiglieria per l’anno 1700”.

Per 283 uomini a 6 rasi caduno comprese le mostre di panno bleu: rasi 1698

Per la fodra di mezza rattina a rasi 12 cad.

Per le braghe e calzetti a rasi 4 cad.

Cappelli n° 283

Per 14 Sargenti: rasi 84 panno cremorantino rasi 28 panno fasson d’Hollanda bleu per le braghe

Per la fodra rasi 12 cad. saya para 14 calzetti drappo scarlato”.

Per le camisette de medemi Sargenti rasi 3 panno scarlata cad.

I cannonieri indossavano quindi un giustacorpo interamente turchino foderato di rattina dello stesso colore, non avevano la veste ed indossavano calzoni e calzetti anch’essi di panno turchino mentre i sergenti, pur avendo la stessa uniforme, indossavano calzoni di panno “tipo Olanda” turchini ma avevano la veste ed i calzetti di “scarlatta”.

Negli anni che seguirono vennero approvate alcune significative modifiche quali l’adozione dei bottoni d’ottone, della veste e dei calzoni scarlatti anche per i soldati e dei distintivi di grado per i sergenti, che apparvero per la prima volta in una serie di forniture di vestiario pubblicate tra la fine di marzo e la fine di maggio del 1706, “gallone d’oro fino per guarnire le manighe” e “cappelli bordati d’oro fino”.

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