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MODELLISMO AUTOCANNONE SU LANCIA 3RO

I mezzi da combattimento di circostanza sono quelli che vengono realizzati in pochi esemplari e su iniziativa di un singolo reparto, basandosi sulle esperienze dirette sul campo di battaglia, armati con il lavoro dei propri militari. Tali attività a volte suscitano l’interesse dei responsabili delle Forze Armate stimolando pianificazioni ed adozioni organiche di sistemi d’arma, basati sul miglioramento del materiale non regolamentare. Ancora prima della Seconda Guerra Mondiale, anche alcune formazioni del Regio Esercito dislocate in Libia, per procedere più efficacemente nel pattugliamento del territorio, blindarono e armarono vari autoveicoli già in dotazione. Dopo queste prime sperimentazioni e nel corso del primo anno di guerra, i comandi italiani in Africa Settentrionale, anche per sopperire al ritardo dell’arrivo dalla Madrepatria delle autoblindo AB-41 e contrastare le puntate nemiche, ordinarono alla Direzione di Artiglieria di Bengasi centinaia di piattaforme girevoli per pezzi da 20 e da 47 mm da applicare sugli autocarri del R.E. Nel 1941 vennero formate così diverse batterie leggere motorizzate, dotate anche di mezzi catturati al nemico, che in molti casi diedero ottimi risultati. Sui veicoli vennero installati cannoni di calibro sempre più consistente, come i pezzi da 100/17 che nell’autunno del 1941 furono montati sul cassone di alcuni camion Lancia 3Ro: in questo caso furono le officine del 12° Autoraggruppamento di Bengasi che modificarono le cabine dei Lancia tagliandole sino all’altezza degli sportelli ed eliminando anche il parabrezza; gli obici perdevano le ruote, la scudatura e parte dell’affusto ed erano fissati ad una struttura ruotante sui 360° ben solidale al telaio. Quattro di questi Lancia 3Ro, insieme ad altri analoghi complessi, costituirono la dotazione della 13° Btr. Aut. del Raggruppamento Esplorante del Corpo d’Armata di Manovra ed all’inizio del 1942 vennero formate altre tre batterie di questi autocannoni cedute al 136° Rgt. Art. della div.cor. “Giovani Fascisti”. Su questi mezzi la documentazione è molto buona a partire dalle immagini sul n. 26/gennaio 1996 di “Storia Militare” e sul “Notiziario Modellistico” n. 1/98 del Gruppo Modellistico Trentino, pubblicazioni nelle quali vengono descritte non solo le operazioni ma anche le caratteristiche tecniche di questi autocannoni su Lancia 3Ro, in un modo così analitico che la ditta polacca IBG Models ha rilasciato diversi buoni kits in scala 1/35 non solo dell’autocarro ma anche della versione con il 100/17. La ditta di Varsavia usa plastica iniettata con una pressione un po’ più bassa di quella usata dalle maggiori ditte di modellismo: i vari pezzi non hanno quindi i pernetti di riscontro, ci sono delle microscopiche bavette da eliminare da alcune parti, molte delle componenti filiformi sono veramente delicate e tutte vanno comunque distaccate con molta accortezza dagli alberi di stampa. Il kit del Lancia 3Ro da 100/17 è composto da un centinaio di pezzi distribuiti in diciassette telai: in pratica sono state unite le stampate del cannone da 100/17 che la IBG Models produce come kit separato, le ruote (in plastica anche loro) ed otto dei telai del kit dedicato al Lancia 3Ro versione camion, cui si aggiungono anche alcune specifiche stampate per riprodurre il particolare cassone di questo autocannone che in questa confezione è riprodotto nella sua prima variante. Per la canna dell’obice c’è l’alternativa di un pezzo unico in metallo di buona fattura; il foglio decals prevede due esemplari e c’è anche un set di foto incisioni, alcune delle quali è preferibile sostituirle con pezzetti di sottile filo di rame. Prima della costruzione è opportuno studiare molto bene il foglio istruzioni in quanto sono diverse le fasi delicate dell’assemblaggio a partire da quella dello chassis o dell’unione dei vari pezzi del cofano dove in alcuni punti si dovrà ricorrere allo stucco. Inoltre è un po’ un rompicapo piegare esattamente la foto incisione che raffigura il canestro delle sei taniche che erano poste sotto il lato sinistro dell’autocannone. Come colorazione finale ho scelto quella di uno degli esemplari al cui originale giallo sabbia erano state sovrapposte delle piccole macchie in verde medio che si estendevano anche all’armamento (colori riproducibili in scala rispettivamente con gli Humbrol 103 e 149); il battistrada delle grosse ruote va in grigio medio e i cuscini del posto guida in un marrone scuro. Vista la dura utilizzazione operativa nel deserto di questi autocannoni, tutto il modello va quindi pesantemente invecchiato partendo dalle parti basse con velature di grigio chiaro stese ad aerografo anche sul battistrada delle ruote, spargendo con un pennellino a spatola della terra di colorificio nera sui predellini e all’interno dei cerchioni delle ruote e del cassone dell’autocannone. Anche l’usura dei cuscini del conduttore va raffigurata lumeggiandone la superficie con il set di invecchiamento Tamiya.

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