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LA CAVALLERIA LEGGERA E IL COLBACCO
Nel 1871, nell’ambito delle riforme programmate da Cesare Ricotti Magnani, Ministro della Guerra, vi fu anche quella che rivoluzionò le uniformi dell’esercito, tra cui quelle della cavalleria. Mentre i primi quattro reggimenti – Nizza, Piemonte Reale, Savoia e Genova – conservarono l’elmo tradizionale, la cavalleria leggera – Cavalleggeri e Lancieri – perse il chepì ricoperto di panno del colore distintivo, sostituito da un copricapo particolare, il “colbacco”. La riforma delle uniformi ebbe inizio con una serie di “Istruzioni” pubblicate nel biennio 1871- e ciò perché erano quelli che avrebbero dovuto, come d’abitudine, provvedere in proprio all’acquisto del proprio corredo.
Il 1° luglio del 1872 venne pubblicata la dell’arma di cavalleria, esclusi quelli dei quattro primi reggimenti”, il nuovo copricapo, la cui forma apparente era “quella di un tronco di cono a basi elittiche”. Il colbacco era composto da quattro parti diverse: il tubo, il tondino, la visiera ed il coprinuca. Il tubo era di feltro rivestito di pelle nera di foca il cui pelo scendeva sino agli orli della visiera e del coprinuca, era foderato internamente di seta ed era guarnito da un’alluda di marocchino nero; il tubo era chiuso in alto da un tondino ovale, anch’esso di cuoio verniciato, “verso i lembi del quale si ripiega e si cuce la pelle nera, che riveste il tubo”. La visiera si univa al coprinuca, entrambi inclinati verso il basso ed entrambi di cuoio nero verniciato.
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Gli ornamenti del colbacco erano:
• il fregio, costituito da una stella in metallo argentato con “cinque punte equidistanti fra loro e dal centro del disco da cui irradiano”, che recava al centro del disco il numero del reggimento intagliato e smaltato in nero;
• la nappina, di metallo argentato e di forma elissoidale appiattita, che recava nell’ovale centrale la croce di Savoia scolpita in bassorilievo. Oltre ad essere un ornamento serviva, caso unico in tutto l’esercito, “eziandio per distinguere i gradi”;
• la penna d’aquila, posta dietro la nappina;
• la treccia, formata da due cordoni in tessuto d’argento intrecciati fra loro. L’effettiva introduzione in servizio del colbacco, da indossare con tutte le uni-
Il 5 novembre del 1876 il fregio a stella venne abolito e sostituito da un trofeo particolare, realizzato sempre in metallo del 1872: il 28 settembre del 1872 infatti anche per loro venne adottato il “colbacco”, la cui forma era identica a quella cui materiali utilizzati erano diversi. Il 16 novembre del 1876, per entrambe le specialità vennero aboliti i fregi a stella, sostituiti dal nuovo modello di fregio, sempre realizzato in metallo bianco, che variava nei dettagli a seconda del reggimento. Nel frattempo, reintrodotti i colori distintivi dei reggimenti aboliti nel 1872, la treccia e la ghiandina dovevano essere ora “del colore stesso
Il 25 marzo 1877, come era stato prescritto per i chepì ed i cappelli alpini, vennero aboliti i fregi ed i numeri dipinti in nero sulle coperture bianche, sosti- bianco” da cucire sulle foderine.
Il 27 febbraio 1879 era stato reintrodotto l’uso del pennacchietto di coloreni dritti di airone bianco o di garzetta) distintivo dei Colonnelli comandanti di tutti i reggimenti dell’Esercito che per quelli dei Lancieri e dei Cavalleggeri andò a sostituire la penna dello stesso colore “attualmente prescritta”.
Il 24 gennaio 1891 venne pubblicata la “Raccolta delle disposizioni relative alla al passato non apparvero variazioni di rilievo nella struttura e negli ornamentine della foderina protettiva di tela bianca, che ebbe ora i fregi dipinti in nero e non più tessuti, ed alcune precisazioni riguardanti i fregi destinati ad alcune
Il 14 ottobre 1903 veniva pubblicata del R. Esercito in servizio attivo ed in congedo”, che raccoglieva tutte le mo-
1891 e confermava tutte le caratteristiche del colbacco.
Si ritornò al passato – e più precisamente al 1879 – solo riguardo alla “copertina di tela bianca” che non ebbe più fregi dipinti ma quelli “di panno nero simili a quelli del colbacco applicati sul davanti” ge di avanzamento”, transitavano dalla propria arma o corpo ad un’altra arma o corpo indossandone anche l’uniforme. Nel 1907 veniva pubblicata una serie di norme riguardanti alcune importan-
Marescialli; il testo del provvedimento prevede che il colbacco rimanga “identico a quello degli altri militari di truppa e viene guarnito e completato con una coccarda, due scudetti, un fregio, una nappina, un soggolo, una penna ed una treccia”, con tuttavia alcune differenze negli ornamenti.
Il 1908 costituisce una data storica per il Regio Esercito. Con la Circolare n. 458 del 4 dicembre, fu adottata infatti l’uniforme grigio-verde, che verrà indossata - de” non comportò tuttavia alcuna variazione al colbacco se non per quanto riguardava la copertura protettiva in tela.
Il 31 marzo 1915 venne adottato il
Cavalleggeri e dei Lancieri ascritti alla quello a stella prescritto nel 1891. Il 24 maggio del 1915 i reggimenti di cavalleria leggera entrarono in guerra con l’uniforme grigio-verde ed il colbacco protetto dalla foderina in tela del medesimo colore sulla quale spiccava il fregio reggimentale ma spesso anche il semplice
Il 24 aprile 1916 il Comando Supremo sospese l’uso dei copricapi speciali e tra questi anche il colbacco per i reggimenti di cavalleria leggera, i quali da quel momento e come tutti gli altri reparti, in zona di guerra e nelle retrovie ed ogni volta che il reparto era in armi, dovettero indossare esclusivamente trovò ad indossare un’uniforme “povera”, perfettamente in linea coi tempi per le operazioni “in campagna” ma certo e per le grandi e piccole cerimonie all’epoca molto frequenti.
“Elmetto metallico leggero” Mod. 1916.
Fu in questa situazione di stallo che il
20 agosto 1919 venne emanata la circolare N. 441, che ripristinò la “grande uniforme”, elevando a questo ruolo la grigio-verde e con essa l’uso dei copricapi speciali. Il colbacco rimase invariato nella forma, nella struttura e negli ornamenti rispetto a quello in uso prima della guerra, ma ora andava indossato solo con la “grande uniforme militare”.
Il 7 dicembre 1933 venne pubblicata la descrizione dettagliata dei nuovi fregi in cavalleria cosiddetta “leggera” al centro dei quali, tra l’altro, ricomparve il numero d’ordine intagliato e dipinto di nero.
L’anno seguente il reggimento Cavalleggeri Guide, a seguito della sua trasformazione in reggimento “Scuola e Deposito Carri Veloci”, adottò un nuovo tipo di fregio, in metallo dorato -
Siamo così giunti al giugno del 1940. L’Italia entrava in guerra e il 25 luglio, in linea con quanto avvenuto 25 anni prima, per i reggimenti di cavalleria venne nuovamente soppresso l’uso dell’elmo e del colbacco sostituiti dal berretto a busta mod. 1935 e dall’elmetto in acciaio mod. 1933. Al termine delle ostilità tuttavia, a differenza di quanto avvenuto nel 1920, il colbacco scomparve dai copricapo dell’Esercito repubblicano per rinascere solo quarant’anni più tardi, nel 1988, quando venne reintrodotto per lo squadrone dell’8° reggimento lancieri di Montebello di stanza a Roma, per essere indossato con la nuova uniforme storica di modello umbertino adottata in quell’anno, in guardia a sedi istituzionali o di servizi di rappresentanza, di visite di governanti stranieri, di cerimonie presso l’Altare della Patria quali il 2 giugno, Festa della Repubblica, il 4 novembre, giorno dell’Unità Nazionale e Giornata delle Forze Armate, e il 4 maggio, anniversario della nascita dell’Esercito Italiano. Il nuovo copricapo riprendeva il modello in uso nel 1931 sia per gli - ne del fregio, ora in metallo nichelato e non più dorato, e della nappina, in in metallo nichelato privo della croce di Savoia e delle tradizionali scanalature