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I.3 - Le memorie
fascisti, salta nel cortile, supera un muro e via per i campi. I fascisti sparano. In una cascina chiede ospitalità, ma i contadini si barricano. Allora di corsa arriva a San Bernardo. D.L. teme di essere inseguito. Ma poi si calma. Lo sistemiamo su un po’ di paglia, alla meno peggio. Vorremmo riprendere sonno, ma non riusciamo. 26 novembre Domani, incontro con Livio e Leo a Caraglio. Sono convinto che il mio posto è in montagna!98
La cronologia che Revelli ricrea ad hoc è quasi giornaliera all’inizio. Man mano che ci si addentra nella fase della guerriglia partigiana, le notazioni sono collocate a distanza di due o tre giorni, ma sono in ogni caso ravvicinate e molto dettagliate. È ovvio che l’autore, per ottenere una ricostruzione così precisa, si sia appoggiato su altre fonti, diverse da quelle legate alla memoria soggettiva: più la ricostruzione è fatta a distanza di tempo dagli eventi reali, più il ricordo deve aiutare se stesso attingendo, oltre che a ricordi altrui, anche ai documenti del tempo, e alle ricostruzione storiche. Revelli fa riferimento a queste fonti, inserendo per esempio qua e là le lettere ricevute dai comandanti suoi superiori. Altre lettere, documenti, ordini ricevuti dai comandi di divisione sono posti in appendice, a sostenere con delle prove scritte i fatti raccontati nel diario: tra questi scritti ufficiali, anche l’intero diario della brigata “Rosselli” dal 27 dicembre 1944 al 20 febbraio 1945, scritto da Aldo Ferrero.
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I.3 - Le memorie
Insieme ai “diari retrospettivi”, sono le vere e proprie memorie a costituire la colonna portante della memorialistica partigiana: è proprio su queste che ci si deve concentrare.
Le memorie sono narrazioni del periodo resistenziale, senza la divisione per date, stese ad una certa distanza dagli eventi vissuti: possono essere trascorse settimane, mesi o anni. L’autore fonda il proprio racconto principalmente su quello che ricorda di quei momenti, anche se spesso si aiuta con documenti del tempo, ricostruzioni storiche e anche testi di memoria altrui. Come si è detto a proposito di Revelli, più gli eventi raccontati sono lontani nel passato, più l’autore ha bisogno di appoggiarsi a fonti esterne. Un autore di memorie procede cercando di costruire con il materiale a disposizione – dato dal ricordo o dai documenti – un
98 N.REVELLI, La guerra dei poveri, cit., pp. 151-152.
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