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La memorialistica personale
Il necrologio è diffusissimo su periodici di diverso orientamento politico ed è costruito secondo due tecniche precise: I) la commemorazione oratoria o 2) il ricordo dettagliato di alcuni episodi che hanno avuto come protagonista il caduto. Nel caso I) non si danno molte notizie sul morto, se non genericamente esaltandone lo spirito di sacrificio e l’amore per la causa: la morte è un messaggio per i vivi, il cui contenuto ammonisce a continuare per non tradire il caduto.[…] Più nuovo invece il tipo 2) […] si fa un lungo ritratto del partigiano vivo, denso di particolari in cui il lettore possa riconoscere la vita di tutti i giorni, sua e dei compagni, e poi si annuncia con poche parole che quel partigiano è morto. 146
Le biografie “in memoria di” sono organizzate seguendo questi due tipi di svolgimento: anche alcune memorie recuperano, in proporzioni minori, la struttura del necrologio per elogiare i caduti al termine di una battaglia.
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La memorialistica personale
A metà strada tra la biografia “in memoria di” e il crudo bollettino tecnico militare di brigata, si colloca un terzo tipo di memoria, dalla più personale elaborazione: in essa resoconto bellico e celebrazione dei caduti si uniscono e
arricchiscono con le riflessioni profonde e soggettive del loro autore. Si tratta di testi più caldi e partecipati, molto più piacevoli alla lettura, poiché qui l’io del narratore emerge con i suoi pensieri e le sue emozioni. Si può finalmente percepire la dimensione umana – non solo militare e agiografica – della Resistenza. Anche in questo tipo di memorie vengono toccati tutti i temi esposti nel già ricordato articolo di Parri. Si tratta per la maggior parte di testi dall’enfasi elementare che attraverso la vecchia retorica risorgimentale celebrano il sacrificio dei giovani, il pianto delle madri che offrono i loro figli per la patria, il coraggio di quei ragazzi virtuosi e le loro imprese prima della gloriosa morte. Aggiungono però a questo bagaglio comune anche parti narrative più distese, sulla vita partigiana come modo nuovo di stare insieme, come esperienza esistenziale veicolo di nuovi valori.
Gli scritti che danno spazio anche alla descrizione dei momenti di vita partigiana comunitaria, piuttosto che concentrarsi solo sugli scontri a fuoco, anticipano una tendenza che sarà più evidente nei testi più tardi, e che ha rilevato anche Sandro Frigeri:
146 G.FALASCHI, La resistenza armata nella narrativa italiana, cit., pp. 21-22.
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