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Il governo Tambroni
finalmente sincero, privo degli sbalzi retorici riscontrati negli altri testi; la Resistenza ha anche qui i suoi morti, ma l’autore, oltre a darne notizia, non calca la mano con elogi funebri troppo pesanti. Non è descritta, in conclusione, una guerra eroica e leggendaria con uno stile magniloquente: si coglie dalle sue parole – che ricalcano le movenze dell’oralità – la paura, l’incertezza, il sangue e anche la giovanile allegria con cui i giovani partigiani vivevano quei momenti.
Il governo Tambroni
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Nei testi di memoria degli anni ’50 analizzati, non si colgono né riferimenti espliciti al panorama contemporaneo né rivendicazioni riguardo alla gestione politica del paese. Questa tendenza continua anche negli anni ’60 con la memorialistica “dal basso”, in cui i riferimenti alla contemporaneità sono pressoché assenti; per gli autori più colti e attenti al clima contemporaneo si assiste ad un cambiamento di rotta.
Dopo le discussioni della fine degli anni ’40, i valori resistenziali sono stati riconosciuti da tutti gli schieramenti come ideali intoccabili e fondanti una democrazia che afferma il proprio antifascismo. La situazione si guasta negli anni ’60 quando ritornano sulla scena politica le forze neofasciste. Ritenendo opportuno evitare qualsiasi accordo con le sinistre, ancora unite nel Fronte Popolare, la Dc in cerca di consensi tenta un avvicinamento ai partiti di destra – guidati dal Movimento Sociale Italiano, di ispirazione neofascista – che si realizza nel 1960 con il governo Tambroni. Contro di esso si elevano proteste, sia dall’opinione pubblica di sinistra, che manifesta in piazza contro un temuto ritorno del fascismo, sia della Dc stessa: l’affacciarsi della destra neofascista agli organi di governo diffonde subito il timore di una nuova svolta autoritaria nel
paese. A causare la vera e proprio insurrezione è il congresso nazionale del Msi del giugno 1960, che – secondo i permessi concessi dal governo – viene organizzato a Genova, una delle città in cui la Resistenza è più radicata. La manifestazione popolare viene repressa dalla polizia, ma mostra alla Dc la necessità di un immediato cambiamento di rotta; Tambroni è infatti costretto dal suo stesso partito a rassegnare le dimissioni. Si aprono nel frattempo spiragli per
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