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III.1 - La realtà partigiana
della memoria individuale hanno sulla narrazione un’influenza soggettiva e peculiare che non si trova nel romanzo d’invenzione, in cui l’autore – sebbene sia sempre emotivamente legato agli eventi narrati – non è personalmente coinvolto nei fatti narrati tanto quanto un memorialista, il quale nel racconto svolge direttamente il filo della propria vita, o di una parte di essa. La mia analisi tematica, relativa ai testi ossolani, si concentra su alcune precise tematiche che a mio avviso avvicinano la memorialistica al romanzo poiché si ritrovano – ovviamente sviluppate ad altri livelli – anche nella letteratura resistenziale più nota. Prima di tutto, ho considerato la figura dei due opposti protagonisti che si scontrano nella guerriglia, cioè il mondo partigiano e il nemico, tedesco o fascista. Una parte dell’analisi è poi dedicata alla tematica della guerra civile: se e come viene percepita dall’autore, se e come viene comunicata al lettore. Da ultimo, ho ritenuto utile riflettere un momento sui luoghi della guerriglia – la montagna e i suoi abitanti – e sul linguaggio usato in ambiente partigiano.
III.1 - La realtà partigiana
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Questa analisi non può evitare di partire dal protagonista per eccellenza dei testi di memoria resistenziale, vale a dire il mondo partigiano. Esso rappresenta la “parte giusta”, il soggetto positivo all’interno della narrazione, che si contrappone allo schieramento fascista. E in effetti, la realtà dei ribelli fa la sua comparsa nei testi circondata da un alone di leggendarietà. Per la gente comune questi ragazzi armati alla bell’e meglio, poco equipaggiati appaiono come degli eroi. I memorialisti riflettono esattamente questo sentire popolare, quando ancora non hanno sperimentato il partigianato:
Casa, famiglia, lavoro, tutto spariva dalle menti di fronte alla meravigliosa realtà del mondo partigiano.518
518 B.FRANCIA, I garibaldini nell’Ossola, cit., p. 71.
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