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l. Un'autentica gloria
A. MECOZZI -Scritti scelti - Voi. Il (1945-1970)
sua fisionomia, non fJOsso110 essere definiti che in rapporto all'analogo ruolo da assegnare alle forze di superficie. In questo senso, gli scritti qui presentati vanno intesi anche come un invito a evitare storie parziali e di Forza Armata, che falsano le idee e sono tutto me110 che delle storie vere, dalle quali sia possibile trarre utili ammaestramenti.
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UN'AUTENTICA GLORIA
È destino di noi italiani concepire le grandi idee e constatare che gli altri le applicano, magari a nostro danno.
Non posso fare a meno di pensare a questo ogni volta che aprendo il giornale leggo delle migliaia di bombardieri che attaccano le grandi città della Germania e principalmente Berlino.
Il compianto generale Giulio Douhec, un nome che tutti gli italiani dovrebbero conoscere e certo tutti gli aviatori conoscono perché negli anni passati le autorità aeronautiche provvidenzialmente fecero ristampare le sue opere, può dirsi il creatore di queste grandi flotte anglo-americane. La sua dottrina ebbe una grande eco in America, e parecchi suoi seguaci divulgarono le sue idee aggiornandole col progresso della tecnica; il più notevole di essi è il De Seversky.
I lettori di questa Rivista Aeronautica ricorderanno che nel marzo 1930 il periodico che portava lo stesso nome pubblicò un lungo scritte del generale Douhet intitolat0 ,<La guerra nel 19 ... >> nel quale si narrava lo svolgimento dì un ipotetico conflitto prossimo futuro fra grandi Potenze.
In una nota premessa al lavoro l'Autore confessava di essersi pentito d'aver accettato la proposta di scriverlo ed aggiungeva:
«Non si trattava, in realtà, di arzigogolare uno stravagante romanzo d'appendice; si trattava di scrivere qualche cosa di molto scrio, da pubblicarsi sopra una rivista militare dì primissimo ordine, per raggiungere, attraverso la irrealtà e violando il futuro, uno scopo pratico e presente». lnoltrc avvertiva: ,,fotto ciò che io riferisco come pensiero, idee, teorie, azioni, organizzazioni, dati di fatto, ecc. relativi alle potenze ipoteticamente messe in giuoco non presenta il più lontano fondamento di realtà; al riguardo io non conosco alcunché ed ho lavorato esc:lusivamente d'immaginazione per giungere a mettere di fronte due diverse concezioni bel.liche ed a contrasto due diverse organizzazioni aeronautiche».
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Per ultimo, si deve sottolineare che i contra/Jposti concetti di De Seversky e 1\t1iksche toccano una problematica strategica tuttora di piena attualità, come dimostrano i conflitti dell'ultimo decennio del secolo XX.
(F. B.)
Il lavoro si componeva di una parte prima dove si accennava alle cause del conflitto tra la Germania da un lato e la Francia dall'altro; e si esponevano le preparazioni morale, intellettuale e materiale dei presunti belligeranti.
Si attribuiva alla Germania una conce:òone di guerra basata essenzialmente sulla potenza distruttiva dell'Aviazione, «l'idea dì trasferire la decisione di una eventuale guerra avvenire nel campo aereo» e il concetto che nel campo terrestre «a parità di armamento poche forze sarebbero state in grado di equilibrare, trattenendole lungamente davanti a sé, forze di gran lunga maggiori» e che «si trattava di resistere sulla terra fino a quando non si fosse decisa la guerra nell'aria».
Egli fingeva di attribuire al Capo del G.S.M. tedesco, tra l'altro, le seguenti convinzioni:
«Limitando i compiti delle forze armate terrestri e marittime a quelli strettamente necessari perché possa esplicarsi la missione delle forze aeree, automaticamente ridurremmo le forze armate terrestri e marittime mettendoci in grado di accrescere contemporaneamente quelle aeree. Perché la decisione si verifichi nel più breve tempo è necessario che la nostra azione bellica venga diretta, con la massima intensità e con la massima violenza, contro i punti più sensibili e vulnerabili della nazione nemica. Lo scopo che deve prefiggersi la nostra azione aerea è quello di spezzare, il più rapidamente possibile, nel popolo avversario, la volontà di fare la guerra». li disegno operativo attribuito al G.S.M. tedesco era di gettare «l'Armata Aerea all'offesa, senza restrizioni, dei centri demografici più sensibili, più delicati e più vulnerabili del nemico, onde mettere rapidamente le popolazioni avversarie in condizioni intollerabili di vita, costringendole così a premere sui risf)ettivi Governi per indurli a de/Jorre le armi».
Ma tale disegno aveva subìto attenuazioni perché non totalmente accettato dal Governo.
Nella parte seconda il primo ordine di operazioni dell'ipotetico Capo del G.S.M. così cominciava: «L'ora X scoccherà alle 6 di questa mt1ttina. Sono certo che tutti compiranno il loro dovere e perciò al
Parte I - Il primo dopoguerra e gli scritti sulla Rivista Aeronautica (1945-1953)
tramonto l'Armata aerea avrà deciso la guerra». Proseguiva stabilendo otto colonne di attacco aereo <lellc quali due dovevano «bombardare qualche grande centro della Francia del Nord a scopo di impressione morale», due dovevano bombardare aeroscali, due dovevano battere comunicazioni ferroviarie, una doveva terrorizzare Parigi e dintorni, una doveva «offendere centri lontani dalla frontiera per impressionare le popolazioni».
Le ondate previste erano otto, delle quali la prima, la seconda e la terza con tutte le otro colonne, invece le altre cinque con solo quattro colonne.
Lo spazio mi manca per proseguire ad esporre la grandiosa concezione, la quale naturalmente comprendeva anche contro-azioni dei nemici.
La descrizione della guerra terminava alla fine della prima giornata, perché, concludeva l'Autore, dopo di ciò, essendo state distrutte dal bombardamento aereo le città di Namur, Soisson, Chàlons e Troyes «la storia della guerra del 19 ... non presenta più alcun interesse».
Ho riletto quelle pagine dopo aver sfogliato un libro pubblicato in inglese dal capitano cecoslovacco Miksche, il quale confuta il Douhet ed il suo continuatore americano Dc Seversky, ed avervi trovato una rivelazione per me stupefacente e che qui riporto in una traduzione che mi è stata gentilmente favorita.
Scrive dunque il Miksche:
«Il Maresciallo del Reich Herman Goering, comandante in capo della Luftwaffe, fu tra i primi apostoli del Douhettismo.
Goering allo scopo di dimostrare la profondità delle idee di Douhet organizzò nel 1934 un grande «Kriegsspiel» (giuoco di guerra, ossia una manovra sulla carta condotta dai capi) al quale presero parte molti alti ufficiali dell'esercito e dell'aria.
Il soggetto del giuoco può essere facilmente immaginato. Esso era un attacco di sorpresa tedesco sulla Francia. Le forze dell'esercito aprono una breccia attraverso la linea Maginot e allo stesso momento la Luftwaffe si scaglia contro Parigi per avventare un colpo annientatore al cuore della Francia. Consideriamo la seconda parte dell'operazione come fu allora concepita.
Nel momento in cui le divisioni corazzate stanno forzando il passaggio del Reno, mille bombardieri attaccano Parigi. La base naturale di questa flotta aerea era la Germania del sud: circa nei pressi di Stuttgart. La distanza fra Stuttgart e Parigi è poco più di 480 chilometri; per conseguenza, considerando una velocità media di 260 chilometri all'ora, Goering concedeva quattro ore per un volo di andata e ritorno. La rotta aerea era libera eia disturbi meteorologici cronici e la navigazione era assicurata da numerose stazioni radi ogoniometriche.
L'attacco non aveva per scopo obbiettivi militari ma tendeva a distruggere la resistenza morale. I mille apparecchi partivano in quattro ondate; la prima ondata arrivava a Parigi all'l antimeridiana, le altre ad intervalli di 60 minuti.
Tutto il piano di attacco era combinato così:
dall'l antimeridiana alle 3 antimeridiane . .. 600 apparecchi dalle 3 antimeridiane alle 4 antimeridiane ... 200 apparecchi dalle 4 antimeridiane alle 6 antimeridiane . .. 200 apparecchi dalle 6 ancimeridiane alle 7 antimeridiane .. . 600 apparecchi
totale per sei ore . . . 1600 apparecchi
Ogni aeroplano in media si supponeva che dovesse fare il viaggio Stuttgart-Parigi-Stuttgart 1.6 volte. 11 tipo dell'aeroplano era lo «JU 52», il quale volando ad una distanza di oltre 960 chilometri poteva portare un carico di bombe di Kg. 2130. In teoria quindi 1600 aerei avrebbero scaricato su Parigi 3408 tonnellate di bombe. Goering riteneva che il tipo delle bombe dovesse essere una combinazione di bombe ad alto esplosivo, hombe a gas e bombe incendiarie.
I risultati del «Kriegsspiel» furono riportati in un memorandum al Cancelliere del Reich Hitler, il quale lo passò a sua volta al maresciallo Reichenau del O.K.W, il quale era in stretto contatto sia con Goering che col N.S.D.A.P. (Partito nazionalsocialista dei lavorarori tedeschi cli Hitler); e questi prese posizione a favore del Douhettismo, mentre la maggior parte dei generali della Reichswehr, era contraria al Douhettismo, il che si può rilevare da uno studio dei giornali militari tedeschi di quell'anno. Ed ecco l'opinione del generale von Chochenhausen, l'eminente esperto militare germanico, presa dal suo noto lavoro Wehrgedanken (Amburgo 1934), nel quale egli qualifica l'idea di Goering «pseudo-strategia» e dichiara: «nella mia ipotesi io prendo il più favorevole dei casi. Ammettiamo di desumere che l'attacco aereo abbia avuto successo al cento per cento e non sia rimasto null'altro della città attaccata se non delle rovine.