18 minute read

l. !.:Aviazione diventa inutile? .............. .. . . »

Parte I -Il primo dopoguerra e gli scritti sulla Rivista Aeronautica (1945-1953)

!;AVIAZIONE DIVENTA JNUTILE5?

Advertisement

J;aerobombardierc senza equipaggio, vergeltungswaffe eins «V. 1» e l'aerobombardiere senza equipaggio e senza ali, vergeltungswaffe zwei «V. 2», sono forse tra le più sensazionali novità di questo conflitto; tali armi iniziano una nuova fase nella storia della guerra aerea 6 •

Veramente qualcuno opinerà che, se anche la «V. 1» potrebbe essere classificata nella storia dell'Aviazione perché è un proietto volante, è una granata d'una nuova artiglieria senza cannone ma a lunghissima gittata, (la «grossa berta» della seconda guerra mondiale) e soltanto nella storia dell'artiglieria potrà trovare il suo posto.

Questa banale osservazione ci porta diritti al centro d'una vecchia polemica che ebbe per tesi, appassionatamente sostenuta e contestata, «l'Aviazione è soltanto un'artiglieria che spara più lontano».

Quella affermazione dietro la sua apparenza semplice, nascondeva la tendenza a risolvere in una direzione preconcetta i più gravi problemi d'ordinamento della forza armata dell'aria rispetto alla forza armata terrestre: «se l'Aviazione è tale, perché non deve essere manovrata dallo stesso comando che manovra le grosse artiglierie?>,.

Certo, coh l'avvento della «V. 1» e della «V. 2» l'aviazione da bombardamento e l'artiglieria si assimilano, ancor più di quanto nel passato; anzi, se la

«V. l» può dirsi un'aviazione bombardiera giunta all'estremo della sua evoluzione, la «V. 2» può dirsi un'artiglieria di grosso calibro giunta all'estremo dell'evoluzione propria; gli estremi ancora una volta si toccano.

Nella guerra futura, se le <<V. 1» e le «V. 2» diverranno d'impiego più intenso e generale (oh! La scoraggiante domanda che correva sui libri e sui . periodici militari fin da poco dopo il termine della prima lotta mondiale: «come sarà la guerra futura?») si dovrà pur decidere se l'arma nuova, il proietto senza aeroplano e senza cannone, faccia parte «organica>, dell'Aviazione oppure dell'artiglieria.

5. Anche questo autore, come ogni altro di cui la Rivista ospiti gli scritti, esprime opinioni personali, non le opinioni della Direzione e tanto meno quelle del Ministero dell'Aeronamica. 6. Vederne le descrizioni nella Rivista Aeronautica, anno 1945, n. 1, p. 86 e p. 90.

Anzi, all'estremo dell'evoluzione di questa nuova arma non siamo ancora giunti, poiché si parla della «V. 3», la vergeltungswaffe che parteciperebbe dei caratteri delle prime due; sarebbe cioè alata, autopilotata, radioguidata, a lunghissimo raggio d'azione. Qualcuno con molta fantasia pensa perfino che possa essere radioguidata sia dal punto cli partenza sia (con l'intervento d'una superquinta colonna) dalle prossimità del punto d'arrivo; così le questioni organiche si complicano; la radio che sta prendendo tanta importanza resterà un «servizio»? od aspirerà al ruolo di «arma», e chiederà di avocare taluni mezzi alla propria competenza e pertinenza organica? Non è una domanda maligna.

Tra parentesi: a quando una terminologia sintetica che per indicare queste ed altre nuove armi ci dispensi dalla perifrasi e dalle parole ostrogote e dalle sigle? Teleproietti? Ricordare le denominazioni di telebomba e telesiluro imposte dal compianto Guidoni a due suoi ritrovati che forse erano progenitori degli attuali.

In fatro d'evoluzione si può osservare che i teleproietti «V. 1» <N 2,> «V. 3» stanno sopra una linea la cui determinante sembra del tutto opposta éÌ quella di altre tre armi che i tedeschi avrebbero adoperato largamente negli ultimi mesi contro i convogli navali alleati: - la bomba a razzo, non alata, non radioguidata, adoperata da velivoli a tuffo, specie contro navi da guerra (non alludiamo alle piccole bombe a razzo adoperate da breve distanza «serrando sotto,/, ma a grossi calibri); - la bomba alata, lanciata da un aeroplano e da ~o radioguidata, a vista, verso il bersaglio; - il siluro radioguidato, il quale ultimo, nella sua traiettoria aerea, è stato sperimentato anche provvisto di ali 8 •

Infatti per le prime tre armi «V. l» ,<V. 2» «V. 3» gli obiettivi debbono essere di vasta superficie, giacché la loro dispersione almeno per ora è notevole; invece le tre ultime costituiscono nuovi tentativi per rimediare alla scarsa probabilità di colpire imputata alla bomba normale gettata in quota a volo orizzontale, e (in minor misura) imputata al siluro normale.

7. Vedere la riproduzione di un suggestivo disegno nella Rivista Aeronautica, anno 1945, n. 1, p. lO. 8. Vederne un chiaro articolo illustrativo nella Rivista Aeronautica, anno 1945, n. 1, p. 43.

A. MECOZZI - Scritti scelti - Voi. Il (1945-1970)

Con questa osservazione eccoci ancora di fronte ad alcuni dei più vetusti e mai trascurabili soggetti di discussione aeronautica negli ultimi venticinque anni: - è possibile aumentare la precisione del bombardamento aereo nonostante gli aumenti della velocità del velivolo e della quota di getto, e soprattutto nonostante l'aggravarsi della reazione aerea e contraerea, che influenzano tale precisione, e la rendono totalmente diversa da com'è sul poligono, dove le illusioni degli inventori di traguardi di puntamento prendono slancio? - è vantaggioso, nell'economia generale della guerra aerea, anzi della guerra complessiva, prefiggersi di bombardare con velivoli grandi superfici (città) anziché, per la difficoltà di colpirli, scegliere in essi i punti più vulnerabili e più redditizi? - in una situazione dì equilibrio aereo (specie se situazione iniziale) fra due belligeranti, l'offesa a lungo raggio con aeroplani è possibile od almeno è redditizia, oppure rischia troppo d'essere neutralizzata dalla difesa? - quali altre forme (mezzi, metodi, obiettivi) di offesa con velivoli, saranno preferite in una guerra futura, se la risposta ai precedenti quesiti sarà negativa?

Certo, tutta la storia della guerra aerea dal 1.939 ad oggi risponde ai quattro interrogativi; e nella risposta sta totalmente il punto di partenza per la progettazione d'una aviazione militare futura.

Quando nel 1919 lo scetticismo circa la pace perpetua fece cominciare le discussioni sulle probabili forme della guerra del domani, ebbe rinomanza grande una dottrina aviatoria secondo la quale: - nella guerra terrestre la superiorità acquisita, a causa del progresso dei mezzi tecnici, dalla difensiva sulla offensiva, e che aveva reso la guerra «statica», si sarebbe accentuata, immobilizzando gli eserciti in una resistenza senza speranza di decisione 9; -l'aviazione avrebbe invece sviluppato in prevalenza la propria potenza offensiva, e in modo tale che contro cli essa a nulla sarebbe valsa la reazione

9. Vedere: DOUHET - La difesa nazionale, ediz. A. L. I., 1923, p. 52. OOUHET - La guerra integrale, ediz. Campitelli, 1936, pp. 44 -55-352 e altrove. OOVHET- Il dominio dell'aria, ediz. Mondadori, 1932, pp. 201-337.

contraerea, e ben poco sarebbe valsa la difesa aerea con velivoli eia caccia 10 ; - l'offesa (con velivoli) si sarebbe manifestata prevalentemente contro i grandi centri demografici ed industriali, sotto forma cli martellamento indifferenziato delle «superfici distruggibili» 11 piuttosto che contro determinati bersagli singoli; ottenendo così cli vulnerare il «potenziale» bellico morale e materiale, considerato più importante delle forze armate terrestri e navali in atto; - in tal modo un «dominio dell'aria» sarebbe stato conseguito dal belligerante che avesse dedicato le proprie risorse in prevalenza alla creazione d'una grande armata di grandi bombardieri aerei, secondo il principio di «resistere sulla terra e sul mare per far massa nell'aria»; cosicché tale armata aerea avrebbe da sola (ed in pochi giorni) deciso la guerra, costringendo il nemico alla resa, soprattutto per collasso morale, senza che se ne fosse preventivamente occupato il territorio 12 .

Adesso è il momento di rammentare agli aviatori anziani tutto questo, e farlo sapere ai giovani: tali concetti nacquero nella mente del generale italiano Douhet; furono elevati alla dignità di dottrina ufficiale dai ministri del ventennio; furono considerati doverosi nella «disciplina delle intelligenze» di tutti gli ufficiali aviatori; furono esaltati da molti aviatori compresi quelli che volevano acquisire benemerenze; furono contraddetti da pochissimi imprudenti; il loro Autore fu chiamato Maestro ed il suo mezzobusto fu tutelare delle aule della nostra Scuola di Guerra Aerea; è difficile supporre che tali concetti non abbiano perciò influenzato la preparazione della nostra Aviazione.

Ancora oggi qualcuno degli epigoni ha la disinvoltura d'affermare che il Douhet aveva ragione, infatti gli Angloamericarù hanno apprestato ed impiegato una grande armata aerea di grandi bombardieri, «stile Douhet».

Il soggetto della discussione non è quindi «sorpassato» ma è più palpabile che mai; per questo vorremmo che adesso si procedesse ad una revisione delle argomentazioni pro e contro, al lume delle esperienze concrete.

l O. Vedere: Dou1 !ET - La profezia di Cassandra, Soc. Editrice Tirrena, 1931, p. 407. DouHET - La guerra integrale, ediz. Campitclli, 1936, pagg. 281-383. DouHET - ll dom inio dell'aria, ediz. Mondadori, 1932, p. 133. 11. Vedere: DouHF.T - La guerra integrale, ediz. Campicelli, 1936, pagg. 188-321. DOUHET - Il dominio dell'aria, ediz. Mondadori, 1932, pp. 26-44. 12. Vedere: DoUHET - li dominio dell'aria, cdiz. Mondadori, 1932, pp. 400-426.

Parte I - Il primo dopoguerra e gli scritti sulla Rivista Aeronautica (194 S -195 3)

Tentiamo per parte nostra di portarvi un piccolo contributo con alcune constatazioni che a parer nostro provano l'erroneità della Dottrina.

Anziché statica, la guerra terrestre si è dimostrata d'una dinamicità estrema; il progresso dei mezzi tecnici ha conferito superiorità non alla difensiva ma all'offensiva; anzi tale superiorità è giunta a rendere possibili e larghissimamente attuati gli sbarchi, operazioni nelle quali la difensiva ha le migliori occasioni di manifestarsi; ed è giunta a superare difese organizzatissime e profonde mai concepite nel passato.

Unica eccezione a quella dinamicità fu il periodo tra la disfatta della Francia e l'inizio dell'offensiva ad Oriente, quando gli eserciti d'Occidente per il mare interposto furono statici, quando a breve distanza dalle basi dell'Aviazione tedesca numerosa ed ardita, v'erano oltremare una popolatissima capitale e numerosissime grandi città industriali; quando cioè l'occasione più favorevole immaginabile si presentava per applicare il concetto bellico douhctiano col migliore risultato.

Senonché proprio tale occasione ha dimostratO che nell'aria, al contrario che sulla terra (e perfettamente all'opposto di quant~ il Douhet aveva pronosticato), il progresso dei mezzi tecnici ha conferito alla difensiva una superiorità sull'offensiva; cosicché la «battaglia aerea di Londra» terminò non dopo tre giorni col trionfo degli attaccanti 13 ma dopo alcuni mesi col trionfo dei difensori. Viene il sospetto che il Maresciallo Goering sia una vittima delle teorie del Douhet!

I;offensiva aviatoria intensissima che non ottenne ai tedeschi di poter annichilire il potere produttivo dell'industria britannica., si è ripetuta e moltiplicata da parte degli angloamericani sulla industria tedesca; ma non ha impedito ai germanici di realizzare tra l'altro nel corso del quinto anno di guerra lo sforzo scientifico-tecnico-industriale costituito dall'offensiva (aerea?) dei teleproietti tipo «V 1» «V. 2» «V. 3».

A loro volta tali proietti, armi aeree che non sono l'Aviazione, dimostrano che i tedeschi non hanno ritenuto possibile ripetere il tentativo di vulnerarc il potenziale bellico nelle Isole britanniche sfidando la difesa dell'aviazione; anzi l'Aviazione che i tedeschi possono mandare ancora nel cielo viene adoperata quasi soltanto nel tentativo di vulnerare le forze armate navali in attO, e quelle terrestri cd aeree in atto

13. Vedere: D OUHET - La guerra integrale, pp. 300-302. «La difesa di Londra è impossibile». sul continente franco-belga; dunque la difesa aerea ha reso impossibile al belligerante meno dotato l'offesa aerea sugli obiettivi tipo Douhet, ed avrebbe reso inutile l'aviazione, se i soli obiettivi degni d'un'armata aerea fossero i centri demografici ed industriali.

La strapotente Aviazione offensiva degli angloamericani, talmente grande che nessun cervello di fanatico pre-bellico avrebbe potuto immaginarla, riesce ad infliggere tremendi danni all'apparato bellico tedesco, ma non riesce ad ottenere la resa del nemico da sola, ossia senza che ne venga previamente occupato il territorio; la sua azione contro i centri demografici ed industriali tedeschi ne logora le risorse morali e materiali, ma non è determinante della vittoria, bensì coadiuvante le forze terrestri che avanzano con pertinace fatica.

Sul fronte orientale, laddove gli eserciti avanzano più rapidamente, l'Aviazione russa è prevalentemente adoperata contro le forze armate in atto, perciò in raggio d'azione relativamente breve, con metodi aderenti alla realtà terrestre contingente, contro obiçttivi determinati e non «su zone»; l'Aviazione anglo-americana viene inviata ad agire anche contro <<zone» ma di limitata superficie (città delle prossime retrovie), sebbene spesso attraverso le grandi distanze che la separano dalle proprie basi 14 •

Se queste deduzioni sono giuste, se espongono la realistica situazione che potrà ispirare la nuova scienza della guerra aerea, è forse da augurarsi che, quando il palazzetto situato a Roma presso il piazzale delle Scienze ed oggi occupato dagli Alleati, ritornerà sede della Scuola di Guerra Aerea, il mezzobusto del Maestro venga rispettosamente tolto; rispettosamente, perché si tratta d'un italiano che intendeva giovare all'Italia, sebbene l'abbia danneggiata.

Circa gli interrogativi contenuti in fondo alla prima parte del presente scritto, non abbiamo la presunzione di dare qui le risposte; possiamo però esporre qualche considerazione che le agevoli.

I teleproietti tipo «V. 1» «V. 2» «V. 3» potranno forse venire perfezionati, specie come efficacia esplosiva, come dirigibilità o precisione di puntamento, come velocità, e soprattutto come possibilità di riproduzione

14. Del resto, circa l'intervento sul campo di battaglia, vedere Rivista Aeronautica 1945, n. 1, p. 80.

A. M ECOZZl - Scritti scelti - Voi. II (1945-1970)

più economica in grandi serie e come praticità d'installazioni a terra per il lancio 1.5 _

La lotta tecnica per superarsi, fra cacciatori e bombardieri, fra offesa aerea e difesa aerea, forse non avrà mai fine, neppure con l'avvento ormai consolidato dei propulsori a reazione tanto sui bombardieri quanto sui caccia; proseguiranno pertanto le alternative di supremazia degli uni sugli altri, con probabilmente alcuni costanti punti di vantaggio dei cacciatori sui bombardieri.

Ma è ormai accertato che quest'alternativa tecnica sarà possibile soltanto nelle condizioni più favorevoli ai bombardieri, ossia per limitati raggi d'azione oppure in caso di superiorità del potenziale bellico; infatti i bombardieri angloamericani agiscono su lungo raggio, ma quelli tedeschi non lo possono più fare, ed in loro vece vanno i teleproietti.

È invece improbabile che i caccia possano mai neutralizzare a sufficienza i teleproietti; oggi l'arma nuova è fanciulla ma già non bastano contr'essa né i caccia né i contraerei. · Potrà dunque essere applicato ai teleproietti il principio che il Douhet erroneamente applicava all'aviazione: «rassegnarsi alle offese che il nemico ci può arrecare per concentrare ogni sforzo nell'infliggergli offese maggiori».

Con l'avvento dei teleproietti che effettuano bombardamenti «su zona», a lungo raggio ed eludendo ogni difesa, l'Aviazione diventa inutile o meglio diventerà: diciamo l'Aviazione concepita agli stessi scopi, per le stesse distanze, contro gli stessi obiettivi estesi, l'aviazione douhetiana che pretendeva (vanamente) ottenere il collasso del nemico distruggendone le città e terrorizzandone gli abitanti 16 •

Restano gli obiettivi cli piccola dimensione ma di grande importanza, fuori delle città o dentro le città, le vie di comunicazione, gli obiettivi mobili su terra e su mare; restano gli scopi direttamente militari; ma questi esigono l'esattezza nel colpire.

Ecco il punto cruciale; finora, ogni volta che il progresso tecnico faceva sperare risolto il problema della precisione del puntamento aereo, le ambizioni dei bombardieri aerei si rivolgevano ai bersagli piccoli; ogni volta che fuori del poligono la speranza si riscontrava vana, ci si rifugiava nel vanto che il

15. Vedere Rivista Aeronautica, anno 1945, n. I, p. 79. 16. Vedere: Dournrr - La guerra integrale, ediz. Campirelli, 1936, pp. 325-331.

22

bombardamento «su zone» fosse redditizio; riconoscendo che la <<rosa» dei colpi era troppo grande, si sceglievano bersagli più grandi affinché la contenessero tutta; ma oggidì a tal fine vi sono i teleproietti. f u anche concepito come teoria il «bombardamento statistico»; quello che nella pratica corrente prefiggendosi bersagli piccoli (per esempio navi) sacrifica volontariamente una percentuale delle bombe lanciate pur d'avere una determinata probabilità statistica di colpirli; 17 ma quelle bombe che fanno soltanto buchi nell'acqua o nei campi araci sono spesso inaccettabilmente troppe.

Inaccettabilmente troppe, per un belligerante che si trovi nella condizione di non poter essere prodigo, anche,.se non proprio di dover essere parsimonioso; pertanto è inefficace obiettare che in questa fase della guerra giornalmente alcune migliaia di bombardieri angloamericani attaccano non tanto le città quanto le vie <li comunicazione nella Germania, ossia una miriade di bersagli ciascuno di limitata dimensione, col consueto metodo di bombardamento.

Primo: affinché l'obiezione fosse efficace bisognerebbe dimostrare che quelle azioni si fanno perché hanno ciascuna un elevato rendimento specifico, anziché qual siasi il loro rendimento, essendo necessario farle.

Secondo: le categorie di velivoli disponibili sono quelli, ed il metodo ne deriva, anche se gli obiettivi attualmente preferibili fossero non molto corrispondenti al metodo consueto dei bombardieri.

Sarà a suo tempo interessante conoscere se l'impostazione concettuale della guerra aerea da parte degli Stati Maggiori americani (perciò le categorie di velivoli messi in cantiere in grandi serie) abbia o no risentito delle teorie del Douhet aggiornate e rielaborate con amplitudine americana dal Seversky. "forzo: chi è straricco di materiali è giusto che non badi a parsimonia, se con ciò possa diminuire i rischi e le fatiche particolari ad altri metodi, ai seguenti 18 .

Restano dunque due metodi per colpire obiettivi di piccola dimensione, ai quali corrispondono mezzi caratteristici.

Il metodo più recente è relativo ai nuovi mezzi accennati nella prima parte del presente scritto:

17. Vedere: CROCCO - J segreti dell'arma aerea, e::diz. Cremonese, anno 1940, pp. 115 -116. 18. Vedi tra l'altro circa gli obietcivi-trappola la Rivista Aeronautica, anno 1945, n. 1, p. 80.

Parte I - Il primo dopoguerra e gli scritti sulla Rivista Aeronautica (1945.1953)

bomba a razzo gettata a tuffo, bomba radioguidata dal velivolo, siluro radioguidato.

L'altro metodo è quello di portare i proietti a domicilio; siano bombe a razzo, siano siluri normali, siano bombe normali, gettati in picchiata od a volo radente, più o meno «serrando sotto», a corpo a corpo.

Per attuarlo sono più adatti velivoli di piccola dimensione, maneggevoli, veloci, che adoperino anche mitragliatrici e cannoncini.

Questa guerra ne ha costituito il successo più clamoroso, sia che gli obiettivi fossero officine di retrovia, centrali elettriche o bacini idrici, sia che fossero vie di comunicazione terrestri o convogli navali, sia che fossero truppe e servizi più o meno lontani dalle linee di combattimento terrestre.

I velivoli furono chiamati a volta a volta distruttori o tuffatori o caccia-bombardieri od assaltatori; i russi li impiegano più largamente; ma gli angloamericani non li trascurano davvero.

In Italia dal 1925 e per lunghi anni fu propugnata la costituzione ed il potenziamento di una specialità: l'aviazione d'assalto; ebbe una accoglienza in proporzione inversa a quella dell'aviazione propugnata dal Douhet.

Danneggiò l'aviazione d'assalto anche la preoccupazione che l'esercito la rivendicasse come una specialità ausiliaria delle truppe; che la marina rivendicasse in ispecie gli aerosiluratori come una specialità ausiliaria delle navi; oggi nella catastrofe che ci ha colpiti simili preoccupazioni fanno sorridere amaramente. !;aviazione d'assalto non serve soltanto a diretto favore delle truppe e delle navi; ma certo, il concetto dell'assalto aereo nella sua significazione più generale deriva da principi del tutto diversi dal «resistere sulla terra e sul mare, per far massa nell'aria»: corrisponde ad un proposito del tutto opposto a quello ossidionale, cioè del logoramento d'un avversario assediato dietro un mare (Isole britanniche) o dietro la staticità di linee continue terrestri (Sigfrido o Maginot), finché chieda la resa.

Ecco forse il fondamentale errore del Douhet: credere che il bombardamento sistematico dei «centri demografici ed industriali» costituisca un «assalto» con la sua caratteristica di risultati rapidi e decisivi; non lo è, perché non lascia modo di passare allo «sfruttamento del successo»; invece costituisce un «assedio», perciò con frutti di logoramento, il quale è reciproco e giova solo a chi ha interesse di guadagnare tempo.

Siccome il potere distruttivo del!' Aviazione è piccolo (relativamente ai mezzi impiegati, infatti, nessuno vorrebbe impiegare l'Aviazione laddove per compiere le stesse distruzioni avesse disponibile l'artiglieria), il più razionale impiego dell'aviazione da offesa è laddove sia più possibile sfruttarne immediatamente i risultati distruttivi.

L'assalto aereo (per il quale i teleproietti che hanno inutilizzato la già svilita aviazione douhetiana non sono adoperabili), intende vulnerare le forze armate in atto, a preferenza che il «potenziale» bellico più lontano; quando possibile esso colpisce le industrie e i magazzini; ma intende altresì «dar col sangue alla ruota il movimento» attaccando le vie di comunicazione vicine e lontane, specie quando si verifichi una situazione di equilibrio che produca la staticità terrestre od impedisca il transito di convogli navali.

Naturalmente, se la sorte del!' Aviazione da bombardamento è di diventare inutile per le ragioni ampiamente illustrate, è rischio dell'aviazione d'assalto cli non esser mai bastevole.

Se l'aerobombardiere ha per limite di trasformarsi in teleproietto, l'aeroassaltatore ha per limite di trasformarsi in succedaneo dei mezzi d'offesa tattica che alle forze terrestri o navali siano venuti a mancare per imprevidenza di preparazione o per disavventura d'impiego; ma questo è un discorso da riprendere un'altra volta 19 •

Basti per ora osservare che l'aviazione d'assalto non è un'artiglieria che spara più lontano; semmai è una ... cavalleria che effettua incursioni e scorrerie al di là degli avamposti, e che parte alla carica nelle fasi critiche per determinare l'evento fausto o nefasto; il metodo, il mezzo e l'obiettivo concretano in essa un imponderabile umano che le impedisce d'essere commutabile nel meccanico teleproietto.

Per concludere questo scritto, già troppo lungo, diremo che l'aviazione d'assalto, il metodo d'assalto ed il concetto dell'assalto, risultano più economici dell'aviazione da bombardamento, del metodo di puntamento in volo orizzontale in quota e del concetto ossidionale; la dimostrazione ci sembra già data.

Se l'Italia dovrà avere ancora una propria Aviazione militare, vi sarà posto, oltre che per le specialità da

19. Vedere: Rivista Aeronautica, anno 1945, n. 1, p. 51. Non in tutte le opinioni espresse in tale scritto rmri gli aviato· ri concorderanno.

This article is from: