7 minute read

2. I teleproietti: loro rendimento in avvenire .. .................. ... ...... ........ ... ................. . »

A. MECOZZI - Scritti scelti - Yol. Il (19p45-1970)

caccia, da esplorazione e da trasporto, quasi soltanto per l'aviazione d'assalto.

Advertisement

I «TELEPROIETTI»: LORO RENDIMENTO E LORO AVVENIRE

Le nuove armi che i tedeschi indicano con le sigle V. 1 - V 2 - V 3 hanno ottenuco un successo di curiosità vivissima, sebbene non altro risultato decisivo che di provocare negli Alleati una intensificazione dello sforzo bellico; come si vedrà nel dettaglio in altre pagine di questa Rivista, esse si basano sopra una propulsione a reazione e sopra una dirigibilità ottenuta con l'autopilota, o con la radio-guida od entrambi.

Già i tedeschi adoperavano, specie contro navi, bombe alate plananti, lanciate da velivoli e da essi radioguidate, aiutandosi nell'operazione mediante la luce d'una lampada che la bomba porta accesa dietro la coda; naturalmente la visuale della bomba dal velivolo può essere preclusa da sbarramenti fumogeni, e dal chiarore degli scoppi antiaerei specie se illuminanti.

Circa la radioguida, già da dieci anni prima della guerra gli inglesi, sotto il nome di ,<Queen Bee» (ape regina) avevano un bersaglio volante e radioguidato per esercitazioni di tiro contraereo.

Il pilotaggio automatico non è cerco una novità; si rammenti tra l'altro a titolo di curiosità che nel 1936 il primato di modelli volanti era stato battuto in Germania da un apparato con mocore ad esplosione di qualche centimetro cubo di cilindrata, che aveva un dispositivo giroscopico di pilotaggio automatico simile a quello dei siluri marini.

Tra i due sistemi, radioguida ed autopilota, forse il secondo risulta più economico.

I tedeschi hanno vantata tremenda l'efficacia dei loro «V»; essa è notevole, ma non per la quantità d'esplosivo, bensì forse per la qualità; probabilmente i tedeschi hanno pensato che da un lato convenisse accrescerne l'efficacia adottando esplosivi più costosi, dall'altro che su apparati consimili, destinati a viaggiare senza pilota, si potessero mettere anche esplosivi pericolosi.

Tra gli esplosivi più potenti ma più pericolosi di quelli generalmente adoperati per la carica delle bombe da aeroplano stanno la tolite, la panclastite (perossido di azoto e petrolio), quello cosiddetto «ad aria liquida» (miscela ossidrica, ossigeno e carbone di legna) ed anche la nitroglicerina.

24

Tra gli esplosivi «di lusso» a grande potenza stanno quelli del genere pentrite; val la pena di impiantarne la fabbricazione in grande quando ci si prefigga uno scopo ambizioso come la distruzione di Londra.

Siccome una macchina volante come la «V. l» non deve atterrare dolcemente e non deve subire gli sforzi delle manovre di combattimenco aereo, la sua strnttura alare non ha bisogno d'una grande robustezza, né deve essere di grande superficie portante; in conclusione può essere costruita economicamente e celermente in legno od anche in materiale plastico, come taluni velivoli da turismo (sperimentali) americani; quella possibilità fa intravedere in avvenire la costruzione .in grandissime serie.

Anche l'apparato motore si presta a qualche considerazione. La macchina volante con dette ali piccole ha una grande finezza aerodinamica, perciò a parità di potenza s'ottiene velocità più elevata che da un aeroplano, e viceversa.

D'altronde la propulsione a reazione s'ottiene a parità di potenza con un apparaco più leggero dei consueti, e viceversa; il consumo di combustibile è più elevaco, ma la brevità del tempo necessario a raggiungere l'obiettivo costituisce una compensazione.

In conclusione, scrive Camillo Rougeron sul periodico Dérnières Nouvelles d'Algeri, da cui riportiamo questi dati, la bomba alata differisce notevolmente per la ripartizione del peso dai comuni velivoli, perché il carico utile (corpo di bomba ed esplosivo) raggiunge 1'80% del totale.

Il Daily Telegraph scrisse tempo fa che con questa novità l'aviazione tedesca rivela la sua impotenza, perché invece di mandare velivoli che sarebbero abbattuti ma i cui equipaggi mirerebbero a bersagli prescelti, manda bombe cieche che colpiscono tali bersagli solo per caso.

Questa osservazione dà allo stesso Camillo Rougeron in un altro scritto lo spunto per acute osservazioni; egli ricorda che i Parti invece d'affrontare il rischio della lotta individuale con la spada, fecero retrocedere i Romani lanciando loro contro da grande distanza tante frecce «da oscurare il sole»; e che da allora, fino agli odierni campi di mine usati in luogo del cannone, si sono sempre criticati tali metodi e simili mezzi, ciò che non ha impedito ch'essi si sviluppassero.

In realtà il tiro d'artiglieria ed il bombardamento aereo hanno spesso un rendimento superiore se usati «su grandi zone» invece che contro obiettivi precisi; naturalmente ciò avviene perché gli obiettivi precisi

Parte I - Il primo dopoguerra e gli scritti sulla Rivista Aeronautica (1945-1953)

di piccola dimensione non vengono colpiti se non con grande dispendio di bombe disperse.

Si ricorda una dimostrazione teorica datane dal matematico Carnot che studiò il problema sopra i «giornali d'assedio» di Napoleone, e giunse alla deduzione che le perdite degli assedianti sotto un tiro mirato erano inferiori a quanto sarebbero state se il metallo lanciaro nello stesso settore fosse stato distribuito uniformemente.

Perciò propose di tirare in aria contando sul caso per ripartire i colpi, e di adoperare a tale scopo un mortaio extraleggero pel tiro curvo di palle pesanti; ma non ottenne successo, perché ciò equivaleva a mettere in dubbio l'abilità di tiro dei fanti e degli artiglieri; si vede che le suscettibilità odierne dei puntatori dei velivoli bombardieri hanno i loro precedenti storici, e che bisogna lasciare a costoro l'illusione di fare un tiro mirato, anche se per non dar loro il dispiacere di colpire a vuoto se ne indirizza la missione sopra bersagli piccoli situati dentro obiettivi estesi!

Il Rougeron stesso nel 1930 aveva dimostrato più conveniente mandar velivoli sopra le nubi a gettare bombe alla cieca (non v'erano i moderni televisori di cui si può vedere qualche cenno a pag. 96 di questa Rivista) contro un arsenale o una rada sede della flotta; piuttosto che mandare gli stessi velivoli sotto le nubi a 3000 metri per mirare le singole navi dopo una lunga rotta di puntamento orizzontale a bassa velocità.

Naturalmente ciò gli valse da parte d'un ammiraglio, eminente critico navale, l'osservazione che l'Aviazione fosse incapace di puntamento esatto.

Le stesse polemiche più volte si sono verificate in Italia, ma gli aviatori ogni volta si sono dichiarati sicuri che un perfezionamento decisivo nel puntamento fosse imminente ...

Gli inglesi su Kiel, e gli americani su Tolone più volte, non hanno fatto diversamente per scacciarne la flotta tedesca; i risultati ottenuti, riferendosi al rapporto fra la superficie delle navi e la superficie dell'acqua innaffiata di bombe, non sono stati peggiori di quanto sarebbero stati col puntamento diretto contro le singole navi.

Tanto più che le suddette considerazioni si possono estendere alla agglomerazione urbana di Londra; anzi il Rougeron le ha applicate ai «bombardamenti su zona" nella Ruhr, nella vallata del Po e nelle regioni industriali dell'Jnghilrerra; giungendo alla conclusione che lo «innaffiamento» all'incirca omogeneo (equamente ripartite;) delle dette superfici, con una densità sufficiente per una distruzione totale delle installazioni non incavernate, è una operazione che non sorpassa i mezzi finanziari di una grande nazione m guerra.

Ne deduce che non si tratta d'uno sperpero né d'una confessione d'impotenza a fare altrimenti, e che lo sperpero vero è il puntamento diretto d'un obiettivo preciso, ossia il modo come il bombardamento è fatto abitualmente.

A meno che ... la confessione d'impotenza non consista proprio sulla questione del puntamento, materializzandosi nel rinunciare agli aeroplani e sostituirli con i ciechi teleproietti, i quali almeno prima di precipitare non fingono mirare nel traguardo.

Premesso quindi quanto sopra, ossia l'ineluttabilità del «bombardamento su zona» in luogo del puntamento su singoli obiettivi, si può arrivare a calcolare che l'impiego dei «teleproietti» tipo «V. l» e «V. 2» è molto più economico dell'impiego allo stesso scopo dei normali velivoli bombardieri.

INGH!I.TERRAI AMERICA

Tonnellaggio di bombe lanciare in un anno ... ronn. 100.000 100.000

Spese di bilancio per l'aviazione da bombardamento ........... miliardi da 100 a 200 200 a 1.000

Costo di un chilo di bombe ............ franchi da 1.000 a 2.000 2.000 a 10.000

Sembra che per la Germania il costo d'un chilo di bombe lanciato dai velivoli sia ancora più elevato; ma evidentemente i calcoli suddetti peccano alquanto di sommarietà!

In ogni modo, usando la nitroglicerina (che nelle bombe cli velivolo non si può adoperare) basterebbero due tonnellate di bombe all'ettaro, ossia 160.000 tonnellate per gli 800 chilometri quadri della capitale britannica e dintorni immediati; analogo calcolo hanno fatto gli inglesi per Berlino.

Per raie tonnellaggio, portato con le «V. l», basterebbero 30 o 40 mila tonnellate di ali e di morori a reazione.

Ciò rappresenta appena un ventesimo del tonnellaggio annuo di velivoli della produzione americana; e le «V. 1» sono più economiche a costruire degli aeroplani ordinari.

Grosso modo ... ma qualsiasi valore i suddetti computi abbiano, noi li proponiamo all'attenzione

This article is from: