UN SOLDATO ISOLESE DI CENTO ANNI FA

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I nostri giovani in trincea Come abbiamo detto, 41 soldati isolesi morirono a causa della Grande Guerra. Dei feriti e mutilati non abbiamo trovato un elenco a cui attingere. Così come non conosciamo il numero di quanti tra i civili persero la vita a causa della spagnola o di altre malattie dovute alla denutrizione conseguenti a un periodo difficile e traumatico anche per chi rimaneva a casa. Con questa guerra i giovani, e meno giovani, isolesi venivano reclutati in massa; mancano anche notizie precise sul numero degli arruolati, rivedibili, dispensati o destinati alle centurie di lavoro; possiamo però supporre che per molti di loro fu anche il contatto con un nuovo mondo, quello della disciplina e della tecnologia: “(...) Nell’esperienza della trincea e più in generale nell’ambientazione della guerra si palesano il trionfo dell’elemento artificiale su quello naturale (l’elettricità trasforma le notti in giorni, la chimica degli esplosivi polverizza le montagne modificando il paesaggio) (...) il senso del tempo come discontinuità e il suo disancorarsi dalle matrici biologiche, naturali o più semplicemente tradizionali (...)” come affermava Antonio Gibelli nel 1991. Proveniente da un ambiente chiuso, in tutti i sensi, come quello delle nostre montagne, l’isolese a militare scoprì forse la scrittura, le foto, i cinema, i camion, oltre naturalmente tutto l’armamentario di una guerra tecnologica. Non erano più i pochi coscritti napoleonici a combattere o i volontari delle guerre d’indipendenza a calcare l’ignota terra oltre Genova: ogni famiglia ebbe o un reduce o un morto. L’esperienza, ripetiamolo, di massa, influenzò anche chi rimase a casa attraverso le descrizioni terrificanti fatte dagli scampati. Non era quindi una delle solite guerre del passato, combattuta da piccoli eserciti nello spazio di una stagione “(...) ma d’una guerra che nella sua forma, nella sua durata, nella varietà degli aspetti e dei problemi, nello sforzo e nel sacrificio richiesti ed offerti col concorso di tutta la nazione, superava ogni previsione di tecnici e di politici (...) guerra totale, sopportata da tutte le classi tenute all’obbligo formale e teorico del richiamo (...) e da altre ancora chiamate in anticipo od oltre il limite d’età prestabilito; e per intero ugualmente alle prime, seconde e terze categorie, mandate indistintamente al fronte, e dagli stessi riveduti, sottoposti a visite sempre più severe (...)”.

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