3 minute read

Ringraziamenti

suoi, li coinvolge nella sua vicenda storica: è un crogiuolo di famiglie, in larga parte venute da fuori, ma amalgamate in nome di una solidarietà che non conosce confini”7 .

Nel limite del possibile abbiamo controllato denominazione e avvenimenti inerenti i corpi dell'Esercito per legarli con gli episodi riferiti nelle interviste. Per le lettere ed i diari si è copiato senza variazioni il testo originale perché solo così si può dar conto del livello culturale dell'epoca e del processo, lungo e faticoso, che ha portato al passaggio dalla tradizione orale a quella scritta e dell'apprendimento della lingua italiana. Vogliamo però sottolineare che i testi dei diari sono in genere di qualità superiore alla media dei tempi.

Advertisement

Aggiungiamo che il racconto vero e proprio inizia con i coscritti dei primi anni dell'Ottocento (II - Fin dai tempi di Napoleone): chi non fosse interessato alla struttura dell'Esercito, al reclutamento o alla statistica può saltare il primo capitolo.

Quasi sempre i libri che trattano simili argomenti vengono dedicati ai caduti o dispersi di cui, più o meno, si tratteggia la storia. Ma ad essi sono anche dedicate lapidi e targhe, monumenti e cerimonie. Con questa esperienza abbiamo imparato a valutare il sacrificio e l'esempio morale che ci hanno inconsapevolmente trasmesso, ma abbiamo conosciuto anche la tragedia di chi è rimasto a casa ad aspettarli: di chi sapeva per esperienze familiari precedenti o vicine, che un figlio maschio è un figlio con più rischi e che ogni giorno prima della leva era un giorno in meno alla partenza. Le interviste raccolte nelle pagine seguenti sono il coronamento di una ricerca, sono quello che abbiamo capito della guerra e di chi vi partecipò: la poesia riprodotta più sotto è invece il riassunto di ciò che abbiamo capito in chi aspettava, e che per anni ha aspettato. E' una poesia, di autore a noi sconosciuto, ritrovata da un amico busallese in una casa in Piancassine di Valbrevenna, trascritta da Aspasia Olga Armanino, classe 1898, che lì visse e che perse un fratello nella Prima Guerra Mondiale. Ecco ciò

7 MERIANA (1985) pag. 328.

che Mauro Valerio Pastorino pubblicò in quell'occasione: “(...) ho letto la poesia ad alta voce, e tutti abbiamo pensato e ci siamo detti la stessa cosa. Perché lo so benissimo che in capo ad una settimana dalla pubblicazione uscirà subito un talpone di biblioteca a dirmi che si tratta della maldestra scopiazzatura di un componimento in rima pubblicato sull'Eco di Voghera dell'ottobre 1921. Ma abbiamo sperato tutti noi quel giorno, e continuo a sperarlo io ora, che quel lagnoso poetucolo non sia mai esistito (...) Tutti noi quel giorno abbiamo pensato ad Aspasia Olga Armanino che una sera, per quanto stanca dei lavori di campagna e delle fatiche domestiche, pur logorata dalle durezze (...) del vivere sulla montagna in tempi di autarchia povera ed essenziale, si siede al tavolo di cucina e scrive, avendo negli occhi il rapido consumarsi nel dolore di sua madre, e senz'altro supporto culturale che una terza o una sesta elementare:

(...) questa tomba racchiude le spoglie di quel figlio che mai più vedrò questa tomba i sospiri racoglie8 di tua madre che tanto t'ammmo

L'allevai fra gli stenti e gli affanni il destino poi volle cosi che appeno compiuti i ventanni innocente tra i turchi9 mori

Compatite una povera madre che perse un figli nel fior dell'eta e il dollore del vecchio suo padre anche ai sassi farebbe pieta Ogni madre che ai figli vuol bene quanto sofre il quore sapra sarà morto fra orribili pene il mio figlio sul fior dell'eta

8 I testi da altri studi, pubblicazioni, lettere o manoscritti vengono da noi trascritti senza eventuali correzioni ortografiche e quindi mantengono anche maiuscole, punteggiatura, errori o convenzioni degli Autori stessi. 9 Si riferisce probabilmente alla guerra di Libia del 1911.

This article is from: