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IV. LA PRIMA GUERRA MONDIALE

Altrettanto povero di dati, come nel caso precedente di Bartolomeo Zuccarino, è il congedo di Costantino Giovanni Rolla, anche questo custodito nell'Archivio del Centro Culturale, nato il 29 ottobre 1859 a Isola, iscritto fra la gente di mare, e che termina il militare a La Spezia nel 1881.

Un po' meno laconiche, grazie alle lettere conservate dalla famiglia, sono invece le notizie su Guglielmo Zuccarino, nato a Isola del Cantone nel 1862 e militare a Bari e Taranto nel 1883-1884, brigata "Aosta".

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Bari li 30 maggio caro zio vengo a farvi sapere le mie notizie io godo una perfetta salute e così spero di voi (.) vedendo che da molto tempo che non ricevo notizie dei miei parenti così vi scrivo queste due righe (...) mi trovo molto in bisogno (.) tanto li direte a Genaro Camposaragna che siamo arestati d'acordo che la pigione dei terreni me li mandi a mè (...) vi mando il mio ritratto di me e tutta la mia compagnia quando una volta avrò i denari abbastanza me lo farò prendere da me e ve lo manderò. Quando ho un po' di tempo vado sempre a messa a pregare per tutti i miei parenti ma con tutto questo non ò mai nessuna notizia da nessuno ò già scritto diverse volte a mio zio e a mio cugino Domenico Vassallo (...) mi ci do pazienza che è inutile aspendere i denari pei francobolli per che con venti centesimi mi compro diverse cose necessarie: (...) non vi credete che se mi arriva dei soldi me li spendi nei divertimenti ma avete da sapere che qui il rancio si fa con l'acqua del mare fa più male che bene poi c'è molto caldo e acqua non se ne trova perciò bisogna comperarsi qualche bicchiere di vino e si fa delle marcie di quatro o 5 ore: se vi conto delle bugie dimandatelo al Federico Denegri che ci è già stato (...) vi raccomando di farmi un po' sapere se vi à dato i denari il Cino di San Lazzaro. Vi prego di farmi sapere se sapete notizie della mia famiglia70 (...) vi raccomando di farmi una pronta risposta e di scrivermi al più presto che potete perché tra pochi giorni andiamo in distaccamento e non so donde andremo. Nel ritratto mi trovo nei primi 5 in cima. Mi farete tanti saluti a tutti quelli che dimandano di me. Ora non mi resta altro che salutarvi di tutto cuore (...) il mio indirizzo è nel 5° fanteria prima Compagnia Bari. Pronta risposta. (...)

Bari li 12 giugno Caro zio, (...) vengo a farvi sapere che ò ricevuto le cinque lire e cinquanta e che qui le mezze lire non vanno (...) ma li ho ricevuti senza lettera e perciò non

70 Emigrata in Argentina.

sapendo chi me li mandava non poteva farvi risposta per che per vaglia si prendono dopo diversi giorni e non dicono chi li manda e adesso che so che me li avete mandati voi io vi ringrazio di vero cuore. Io vi ò mandato anche il mio ritratto ma voi non mi avete fatto risposta se l'avete ricevuto vi prego di farmelo sapere. Sento che mi dite che vi mando delle diverse lettere senza francobollo ma (...) avete da sapere che invece di prendere due soldi al giorno ne prendo uno solo per che chi passa le venti lire di corredo lo mettono sotto ritenzione di 5 centesimi al giorno. (...) tutti i giorni ci vuole un soldo di lucido sapone filo aghi e fare aggiustare qualche cosa del corredo (...) . Vi prego di farmi un po' sapere che cosa vi ha detto il Giacomo Tavella di quello che vi ò scritto (...) se ha più scritto mio padre (...) se à scritto cosa manda a dire (...) come va la campagna e chi la fa coltivare (...)

Isola del Cantone li 10 7bre 1883 Caris.mo Nipote Con questo piccolo foglio ti do delle buone notizie ti spedisco le lire cinque della pigione della casa in quanto a tuo padre per quest'anno non viene più (...) nulla di meno à mandato a dire al tuo zio Domenico Vassallo che ti soccorra di altri franchi 5 al mese (...). Non posso darti notizie di tuo zio Capitano Vassallo perché ora è a fare le grosse manovre qui vicino a Novi quando sarà al ...(?) ti scriverò. Ti saluto e sono tuo affettuosissimo zio Giovanni Zuccarino.

Taranto li 7 settembre 1884 Carissimo zio (...) sono stato 20 giorni ammalato al campo e sono venuto a Taranto (...) e spero di andare all'ospedale (...) mi è rimasto ancora da fare 11 mesi (...) non so se potrò vivere con due soldi che prendo al giorno, e in cinque mesi ho ricevuto quelle 5 lire che mi avete mandato prima di partire per il campo, voi vedete quante malattie che ci sono ma vedete che non congedano ne meno la classe del 61, perciò vi prego di avere un poco di compassione del vostro nipote (;) vi fo sapere che il mese che viene se cessa il colera vado a Roma perche la mia compagnia è passata nel 79° Reggimento Fanteria71 , (...) spero per Natale di venire a farlo con voi con la bella contentezza di trovarmi in mezzo con voi, perche qui in questo Reggimento non sono altro che io e non conosco nessuno (...) vi prego salute perche io sto male e vi prego di salutarmi Clerici e Francesco e la famiglia Denegri e la Rosina del calzolaio (...) Guglielmo Zuccarino Addio Addio Pronta Risposta

Caro Giacomo

71 Il 4 settembre 1884 furono costituite delle nuove brigate di fanteria tra cui la"Roma" (rgt. 79° e 80°); SME (1971) pag. 176 in nota.

Ospedale civile di Taranto 7 ottobre 84 mi trovo qui in detto ospedale circa 2 mesi con febbre di mallaria. ieri il Sig. Dottore direttore di cotesto Ospedale mi chiese se avevo dei certificati di sussistenza di famiglia io gli risposi di no ma quanto prima li farò venire. ora mi rivolgo da voi pregandovi di farmi il piacere di mandarmi quanto prima questo certificato firmato dal Sindaco.

Queste lettere sembrano arrivare da un altro mondo: il modo ossequioso con cui Guglielmo si rivolge allo zio, l'acqua di mare aggiunta nel rancio, la malaria, il colera, l'emigrazione della famiglia in Argentina, il conto dei pochi centesimi per poter sopravvivere, il ritratto tanto atteso che viene finalmente inviato perché forse è la prima foto che lui si fa fare. E poi quel modo di dire «...ho sentito che...»: lo ritroveremo altre volte nelle lettere anche più recenti.

E' l'illusione di trovarsi, attraverso la corrispondenza, con il proprio interlocutore, il sogno di poter parlare e quindi sentire, una persona di famiglia, un amico ... perche qui in questo reggimento non sono altro che io e non conosco nessuno... Era l'Italia appena formata, erano gli italiani che andavano formandosi nel crogiuolo dell'Esercito, anche se forse non vi era un chiaro progetto nel senso che diamo oggi alla locuzione, e per quanto l'Esercito stesso si proponesse, anche solo per ragioni di mera comunicazione, di amalgamare persone provenienti dalle diverse regioni d'Italia.

Nel 5° rgt di fanteria a Roma viene arruolato il 27 novembre 1887 anche Francesco Camicio. Nel suo libretto personale, pure questo giunto a noi attraverso gli eredi, troviamo i dati anagrafici:

...nato il 10 luglio 1865; celibe; calzolaio; sa leggere e scrivere...

Ci sono poi ventidue pagine riservate al comportamento del soldato, i doveri e le regole che disciplinavano la vita militare; segue la parte che illustrava lo stato di servizio ed infine quella riservata alle assegnazioni di materiale (armi, indumenti, attrezzi da campo). A Francesco sono dati in dotazione: un fucile; tre cartuccie da esercitazione; un caricatore; una baionetta (il 17 dicembre); 48 pallottole (il 6 gennaio); due sacchetti da gallette; due bastoni; due paletti da tenda; un telo da tenda; una catinella in lamiera; due razioni di gallette. Oltre al prezioso documento, la famiglia Camicio ha

custodito un grosso volume dalla copertina consumata, con i fregi sul dorso e le lettere stampate che brillano ancora come se fossero fresche di tipografia: Storia della brigata "Aosta" 1690-1890 . Interessante è la scritta più in basso: "Dono di Sua Maestà il Re al soldato Camicio Francesco".

Il reggimento di Francesco Camicio, insieme al 6°, faceva parte della storica brigata nella quale per tradizione il principe ereditario prestava servizio militare in qualità di ufficiale. Si trattava perciò di un reparto modello, efficiente e fortemente motivato che doveva essere quindi di esempio per il resto dell'esercito. Nel 1890 si festeggiò il secondo centenario della fondazione della brigata e ne venne pubblicata la storia: è probabile che i soldati (i pochi che sapevano leggere e scrivere) avessero la possibilità di richiederne una copia con dedica, oppure che spontaneamente il Re Umberto I che regnò dal 1878 al 1900, volesse regalarlo a tutti i componenti dell'unità, anche perché suo figlio, il futuro Vittorio Emanuele III, in quel momento era tenente colonnello del 5° reggimento72 .

72 Il libro citato riporta l'elenco degli ufficiali effettivi della brigata.

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