N°6 2014

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CESAR

RIVISTA ONLINE

N-6 2014


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Al Suono Delle Eolie

Al morir del suono delle Eolie placa l’ira e dorme l’errante Odisseo. I Ciclopi dal Mongibello lanciano incandescenti sassi, lapilli e sbuffano nubi nere, mentre le Sirene ammaliano i naviganti che osano varcare lo Stretto. Scilla e Cariddi si guardano in cagnesco nel tempo, al pizzichÏo delle Eolie, Omero canta, Vulcano e Stromboli chiamano il fratello Etna ed al risveglio trema Zancle e Rhegjon soave tramonto al morir del suono delle Eolie!

Rocco Giuseppe Tassone


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Indice La fondazione mitica di Taras A Polsi sui sentieri dell’anima Colonia Minervia Scolacium Catona L’Apericultura di Cesar

Parlando di… Uomini di Cultura, Novità dal… -Concorsi,Eventi Contatti ,Redazione


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LA FONDAZ ONDAZIONE MITICA DI TAR TARAS

Secondo lo storico greco o Erodot Erodoto, la Japigia era abitata nel XIII sec a.C. dalle dall popolazioni egeo- cretesi, questa precisa recisa attestazione at ci giunge dalle fonti antiche che e precisamente pre dal Libro VII, v. 170, delle Historiae istoriae. “Si narra infatti che Minosse, inosse, giunto alla ricerca di Dedalo in Sicania, icania, quella q ora detta Sicilia, morì di morte violenta. iolenta. Con l’andar del tempo, i Cretesi, tutti tranne tran i Policniti e i Presi, spinti da un odio, o, andarono andar con una grande armata in Sicania icania e assediarono per cinque anni la città di Camico che ai miei tempi era dominata Acraganti cragantini. Ma alla fine, non potendo né espugnarla arla né rimaner li essendo alle prese con la carestia, carestia se ne andarono abbandonandola. Ma quando navigando giunsero all’altezza della ella Japi Japigia una grande tempesta li sorprese e li gettò gett a terra; e, essendosi sconquassate ate le n navi, poiché non appariva loro alcun mezzo ezzo per tornare a Creta, rimasero lì, fondando dando lla città di Iria e, mutato nome, da Cretesi tesi divennero div Japigi Messapi, e invece di isolani isola continentali. Muovendo dalla città dii Iria colonizzarono co le altre, e molto tempo più tardi tard i Tarantini, nel tentativo di scacciare glili abitanti abitan di queste città, riportarono una grave disfatta d tanto che questa fu la la più grande ande strage str di Greci di tutte quelle che io conosco, conos di Tarantini appunto e di Reggini. Questi uesti infatti in costretti da Micito figlio di Chero ero giunsero giun in aiuto dei Tarantini e morirono in quell’o quell’occasione in tremila. Il numero dei Tarantini Tarantin non fu neppure possibile calcolarlo. Questo esto Micito, Mic che era al servizio di Anasilao,, era stato sta lasciato come reggente a Reggio e andato ndato a ad abitare a Tegea in Arcadia, dedicò icò in Olimpia Ol numerose statue.” ERODOTO VII-170


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Ripartiti dalla Sicilia, una violentissima viole tempesta spinse prepotentement ntemente I Cretesi lungo le costee della Japigia Ja e li costrinse a sbarcarvi; il forte e violento impatto causò la distruzione delle loro navi e d decisero così di insediarsi sulle coste e di fondare re la citt città di Hiria, odierna Oria, in provincia di Brindisi. Dopo la fondazione dii Hiria, sseguì quella di altre colonie. Nel 473 a.C., la città dii Taras fu f teatro dello scontro tra i suoi abitanti, i Tarantini arantini, e i Messapi; questi ultimi, alleatisi, con i Regginii di Rhegium, Rheg sterminarono circa tremila Tarantini, vincendo cendo la battaglia. Taras, fu fondata intorno al 706 a.C daii Partheniai, Parthen “figli delle vergini”; questi furono esclusi dalla div divisione delle terre della Coniazione ne mone monetaria in argento Messenia, poiché furono ono cons considerati illegittimi e di della ella città di Taras. conseguenza “impuri”. i”. I Part Partheniai partirono alla volta dell’Italia Meridion eridionale e approdarono a Satyrion, odierna erna Lep Leporano, in attesa di conquistare quella che sarà la capitale della Magna Grecia, Taras. LA LEGGENDA DELLA FONDAZIONE La città antica prende de il nome no da Taras, figlio di Poseidone e della ninfa Satyria, e secondo la leggenda egli sare sarebbe l’Ecista dell’omonima città. La a leggenda leggen vuole che un delfino, segno di buon n auspic auspicio e floridezza, apparve davanti all’occhi ll’occhi d di Taras, mentre stava compiendo alcuni uni sacrifici sacri in onore di Poseidone suo padre. e. Così d decise di fondare la città da quale prese se il suo nome, ovvero Taras, a Saturion, dedicand edicandola a sua madre Satyria o forse a sua moglie SSatureia. UN PO’ DI STORIA La città presenta una poderosa podero cinta muraria, che anticamente dovevano dovevan estendersi per circa 15 KM, all’interno no delle quali si trovano l’Acropoli, il Foro, templi, a anfiteatri, scuole e palestre. Secondo la leggen leggenda il foro avrebbe ospitato una statua tatua br bronzea, opera di Lisippo, che secondo Strabone, Strabon era così imponente da essere seconda solo a quella di Rodi. Erodoto ci racconta cconta che i Tarantini, nella lotta contro ro i Messapi, Me strinsero un’alleanza con i Reggini; ggini; lo scontro avvenne nel 473 a.C. ma a furono i Tarantini ad essere decimati. I Messapi ssapi furono fu poi sconfitti, in seguito all’occupazion zione romana nel III secolo a.C., ad opera a del console con romano Quinto Fabio Massimo, mo, fac facendo prigionieri circa 3000 Messapi. SIMON A LENTI


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A Polsi su sui sentieri dell’anima nima

Un piccolo e allo stesso so tempo grande santuario, situato in una stupenda tupenda e affascinante valle nel cuore dell’Aspromon spromonte; del vecchio Aspromonte, che richiama hiama og ogni anno tra il 31 di Agosto e il 2 di Settembre Settembr un gran numero di fedeli che con grande e solenne devozione giungono in questo luogo, magico ed incantato, tra balli lli e feste fest per un appuntamento che rappresen ppresenta l’aspetto religioso di questa terra, a, di queste que genti. Un appuntamento che è costituit costituito dall’unione del sacro e del profano, o, del religioso re con il trascendentale. I devoti, oti, attori attor principali di questo atto solenne e spirituale, spiritua giungono da ogni dove, pronti ad incont incontrare Maria, Madre Misericordiosa,, pronti a chiedere un voto, pronti ad invocare are un at atto di giustizia, un atto di clemenza.. Sono i segni inequivocabili di una Calabria che non dimentica il suo passato, sono ono i segni seg inequivocabili di una terra che si agita, che cresce e che vive all’ombra mbra di una grande fede che sta accompagnando gnando intere generazioni e che con passo attento e con irripetibile ciclicità ha plasmato plasma e lo sta continuando a fare interee carova carovane di giovani. Un tempo i pellegrini giungevano giungev a Polsi a piedi, di buon’ora e subito bito si re recavano in chiesa per portare il saluto aluto alla all Vergine Madre. Lungo le strade canti anti e balli ba a suon di tamburello si alternano no alle belle b nenie rivolte alla Madonna. Polsi e il pellegrinaggio io alla Madonna M della Montagna sono una festa di popolo, un popolo fatto di gente alla con continua ricerca delle sue radici. In un tempo lontano durante questi giorni di festa, i pellegrini raccogliev ccoglievano numerose pietre da portare sul capo o in spalla da offrire alla Madonna perr la costruzione costr del Convento e per la costruzione truzione di alcune abitazioni per ospitare i pellegrin ellegrini stessi dopo il faticoso viaggio. E tutto tto intorno intor si alza il fumo, l’odore della cottura tura della carne di capra da consumare nei lunghi lungh momenti conviviali di permanenza a in questa ques fantastica vallata.


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E poi la processione, bella, lla, solenne, solen briosa, oscillante di grande sonorità orità al grido di “Viva Maria della Montagna”; ”; un rito antico nel tempo ma sempre attuale, le, simbolo simb di fede e giustizia. Storia, misticismo, fantasia asia e tradizione tr si fondono insieme per offrirci rirci una leggenda unica e affascinante degna dii questo luogo, nel quale la mano dell’uomo sembra essere in perfetta sintonia con la natura. Racconta lo studioso reggino ggino Rocco Ro Giuseppe Tassone che l’ubicazione ione del luogo sul quale sorge il Santuario della Madonna Madonn della Montagna sarebbe da ricondurre ndurre a ad una affascinante leggenda. Secondo questa leggenda alcuni pescatori di Bagnara, Bagna al tramonto di una afosa serata estiva iva medi medievale mentre si preparavano per una a battut battuta di pesca notturna, videro in lontananza ananza nel mare calmo e luccicante, una piccola la imbarcazione im con a bordo due ceri accesi.. Immediatamente, Immedi affascinati ed incuriositi, i, calarono calaron le barche, raggiunsero quella piccola ola imbarcazione imba ed ebbero la sorpresa di non on trovare trova nessuno a bordo tranne una dolce statua rraffigurante la Vergine col Bambino. Presero la statua e intonando nando ccanti di gloria fecero ritorno sulla spiaggia iaggia ov ove misero la statua su un carro per portarla in chiesa, ma una volta giunti davanti nti al portone po principale dell’edificio sacro, si girarono e non videro più l’effige. Alcuni uni anni a dopo, intorno al 1144, un vitello, vitello mentre brucava l’erba nel cuore dell’Aspromonte, dell’Asp si sarebbe inginocchiato di fronte ad una Croce.

Il bovaro preoccupato sii avvicinò avvicin all’animale e accorgendosi della Croce iniziò ini a scavare portando alla luce la sacra cra statua statu raffigurante l’effige della Madonna na che i marinai di Bagnara precedentemente nte si erano er lasciati sfuggire: Miraculu di Ddiuchiramatina, calumassarulujencu cercava, vaci e lu trova ad Asprumunti ‘ncima c’addinocchiuni la Cruci adurava; ora ‘duramu a VvuiMatri Divina, Ma Madonna di luvoscue di la chiana.


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Il bovaro aro si diresse dir subito al paese stupito ed affascinato: scinato: Sentiti, bona genti a chista gran Matri di Ddiu, enilu voi chi la scopriu ch’era a mezzu a duifiumari. Maria cci vozziparlari: -Bo’ massaru, senti a mmia, vai ‘nto patroni toi ‘nciccicacca’ trovasti a mia.Una volta appresa la notizia il padrone si recò subito in quel luogo go e si prostrò p ai piedi di Maria: E si parti gralimandu, ‘ndi Maria vozziarrivari, rà si misi ‘ndinocchiuni: -comufazzu Maria Sagrata ‘ntàchisti paraggi fusti nata…-E’ jeuccanisugnu nata, cca ccanivogghiu a chiesa fabbricata.Polsi non è il santuario ario dell della ‘ndrangheta, Polsi rappresenta il simbolo della vita; il simbolo della rinascita cita e del d riscatto di questa tormenta e adorata ata terra di Calabria!

SAV SAVERIO VERDUCI


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Colonia olonia Minervia M Scolacium lacium La a storia e l’impianto urbano LA STORIA Presso Roccelletta di Borgia, in i provincia di Catanzaro, è testimoniata niata dalle da fonti antiche l’esistenza di un antico antic insediamento. Tucidide e Strabonee ci forn forniscono indicazioni poco esaustive stive e precise p sull’ubicazione della città greca Skylletion, Skylle che giace negli strati più profondi del Parco Archeologico della Roccelletta lletta (Fig. (Fi 1).

Fig. 1. Veduta aerea obliqua del el Parco Archeologico di Scolacium. Nella foto: il foro romano, ano, part parte del decumanus maximus, il teatro e l’abitato tardo antico. an

Skylletion è, secondo quel che di dice Strabone, fondazione ateniese ese di Menesteo M all’epoca dei nostoi (ritorni) ritorni) degli d eroi che parteciparono alla spedizione dizione ccontro la città di Troia. La città greca di Skylletion decadde nel II secolo a.C., ., dopo la l sconfitta dei Brettii, alleati di Annibale nnibale, ad opera dei romani. Questi ultimii si rendono rendo conto della posizione nevralgica lgica e st strategica della città greca e, per iniziativa ziativa di Caio Gracco, fondano una nuova co colonia (123-122 a.C.): Colonia Minervia rvia Scolacium. Scol Questa è dedicata a Minerva, inerva, ma non è ancora chiaro se in memoria oria di a antichi culti locali o per scelte di carattere arattere politico. La città romana doveva occupare ccupare un’area tra 20 e 30 ettari, con una a popolazione popola di circa alcune migliaia di coloni oni insieme insie alle famiglie; alcuni cittadini ini si stanziarono sta nelle vicinanze. Nella città, à, organizzata organi entro un reticolo stradale, con on assi che c incrociandosi formavano angolii retti, si collocano numerosi edifici: il Foro, il Capitolium Cap e il Caesareum (edifici per i culti ufficiali uff della colonia il primo e per il culto imperiale i il secondo), la Basilica (ovee si amm amministrava la Giustizia), la Curia e il Tribunal Tribuna (per l’amministrazione pubblica). Alcuni edifici e erano destinati alla ricreazione (Term Terme), all’approvvigionamento, distribuzione one e smaltimento delle acque (acq acquedotto e impianto fognario), allo spettacolo spettaco


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(teatro e anfiteatro),mentre ),mentre altri, di uso incerto, quali il Sacello-Ninfeo Ninfeo e il tempietto C. Allo stato attuale non è stato s ancora individuato l’abitato romano; mano; dalla d fine del V secolo d.C., la colonia ia comincia comin inizia ad essere abbandonata; la a città, a causa dell’impaludamento o della zona zo costiera, si spopola e le nuove abitazion bitazioni si concentrano sulla collina ollina del de teatro dove sono state individuatee alcune tombe e un piccolo abitato tardo o antico. antico Nel VI secolo d.C. la città esiste ancora cora e vi risiede il vescovo. All’inizio del secolo ecolo, Cassiodoro, nativo di Scolacium e ministro del re goto Teodorico, ricorda in n alcune lettere la posizione felice della città. à. Dopo il ritiro dalla vita politica risedette te nel monastero mo che aveva fondato e di cuii rimase la piccola chiesa di San Martino. no. Forse il trasferimento definitivo della popolazion polazione nel sito della moderna Squillace llace fu preceduto p da una serie di insediamenti nti in po posizioni elevate e quindi più sicure. Potrebbe essere questo il caso dell’insediamento ento di Santa Maria del Mare. L’I ’IMPIANTO URBANO DELLA CITTÀ

Fig. 2. Planimetria Planim generale della città e del Parco Archeologico.

L’impianto della città tà (Fig. 2), 2 prima greca e poi romana, è stato o studiato studiat da Ermanno A. Arslan, che ne ha propost proposto una prima ipotesi ricostruttiva. La a città, a articolata su terrazze che ne discendono endono sul mare, si organizzava su due reticoli coli urba urbani distinti, leggermente sfalsati ti e regolari: regol il reticolo più antico presentava a un orientamento orie EstNord, quello più recente ente No Nord. Quest’ultimo è presente nella strada rada ind individuata a valle del teatro e potrebbe trebbe essere e il breve tratto della S.S. per Borgia orgia–Curinga e il diverticolo che raggiunge, iunge, a Sud-Est, il mare. L’asse del decumanus nus maximus, max appartenente alla fase ase Graccana, Grac ricalcava, forse, quello precedente dente greco. gr Con Nerva si ha una risistemazio stemazione del reticolo urbano, che previde una ulte ulteriore lastricatura delle strade rade alzando alza di conseguenza il livello pavimentale. entale. Proseguendo per il decumanus maximus aximus, verso Nord-Est, si raggiungono le Terme del Vescovo e il complesso di Santa Maria d della Roccelletta, incrociando quindi gli assi viari v della centuriazione romana. DAVIDE AVIDE MASTROIANNI


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Catona: Una perla rla di ccultura in riva allo llo Stretto St

Foto :Rivista Cesar Vista dello stretto da Pellegrina Calabra

Catona è una piccola e ridente località ubicata nella sponda calabra bra dello Stretto lambita dalle acque del el Mar Tirrreno, T alle quali fa da cornice scenica nica la co costa sicula con l'Etna che si intravede vede in lontanza. l Il panorama già affascinante nte è a volte v arricchito da rari e staordinar aordinari fenomeni naturali quali la Fata Morgana organa che c tinge il cielo di rosso e la Lupa a che avvolge av con la sua nebbia, ammaliando do gli occhi occ dei visitatori che assistono o a questo ques meraviglioso spettacolo della natura. tura. Queste Qu acque nel corso dei secoli sono no state scenario dei più cruenti scontri navali ali dalla Guerra Punica al Bellum Siculum ma hanno h anche ospitato secondo i racconti conti mi mitici, mostri come il terribile antropofago pofago Scilla, che nell'epos omerico, è seguito ito dal tterribile vortice di Cariddi; in altri ltri casi queste acque sono state solcate da personaggi persona leggendari tra cui il forzuto orzuto Ercole Er nel tentativo di recuperare, seguendo guendo ili tragitto dalla Sicilia fino in Calabria, labria, il vitello fuggito dalla mandria di Gerione, rione, un tentativo che spiegherebbe, sempre mpre sec secondo il mito, l'origine della denominazione inazione romana di Vitulia „terra del vitello“ llo“ per indicare i il reggino.


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L'area dello Stretto dii Messina Messin è stata per secoli al „centro del mondo“ ondo“ ma m è chiaro che questo ruolo di centralità alità non è naturalmente dovuto alla posizione ne della sfera terrestre (geocentrica). Intendo o come „centro“ „ il punto d'incontro in ottica cultura culturale ma anche il fulcro dell'economia, essendo stata quest'area ritrovo di mercanti ti proven provenienti da ogni angolo del mondo. Nel corso della sua millenaria illenaria esistenza, dunque, Catona, così come me il resto rest del reggino, è stato meta di tanti gruppi uppi etnici etn eterogenei, che hanno lasciato certamen ertamente un loro imprimatur anche in alcune u usanze e soprattutto nella parlata locale. cale. In rriferimento al nome di Catona, sono state el elaborate diverse derivazioni dagli studiosi tudiosi ch che l'hanno analizzato: alcune derivazioni rivazioni appaiono inverosimili, altre attribuibili uibili alla sfera fantastica, altri ancora ra sembrano sembr più attendibili, ma in maggioranza nza sono son di matrice greca, dato peculiare che attesta atte l'ellenofonia dei suoi antichi abitanti. itanti. Personalmente protendo, ndo, tra tutte, per l'etimologia katà eikònos (sotto l'immagine) l' perché probabilmentee vi era a Catona una statua ( probabilmentee del dio Poseidone) come dà prova anche l'odiern l'odierno rione catonese di via Figurella. Il prof. Luigi Nostro aveva veva identificato ide Catona, nella romana Columna mna Rhegina, Rh la località in cui sorgeva quella statua da d cui sgorgava ,miracolosamente“ acqua e fuoco f (aveva probabilmente la duplice lice funzione funz di faro e fontana) di cui il re barbaro arbaro A Alarico, nel tentativo di traghettare re verso la Sicilia, per conquistare l'isola, ebbe bbe tim timore. In realtà studi più recenti enti fanno fann coincidere Colonna Reggina con Porticell Porticello di Villa San Giovanni. Certo è invece ece che C Catona sia stata quella „Ad Fretum ad statuam“ statu di cui parla il marmo di Polla o degli gli Itineranti Itine come ultima statio della via consolare are Popilia, via di collegamento tra Capua ua e Catona Cat di Reggio Calabria. Comunque sia l'esatta a derivazione derivaz del suo nome, è innegabile chee Catona racchiuda nella sua storia, un passato tanto g glorioso quanto variegato ed un patrimonio rimonio culturale di primissimo spessore. È uno spettacolo incantevole ntevole che non poteva lasciare indifferentee la sensi sensibilità dei grandi geni artistici del presente ente e del de passato: poeti, scrittori, pittori i quali uali ammaliati, amm stregati, dal fascino particolare, e, incantevole incant e caratteristico del paese e del el suo m mare sono stati ispirati nelle menti e nei cuori realizzando opere prestigiose, molte te delle q quali, ancora oggi sono note, osannate nate e si contraddistinguono per la grande valenza alenza artistica a che le ha rese immortali. s'im di Bari, di Gaeta e di Catona da ove Tronto T e Verde Quel corno d'Ausonia che s'imborga in mare sgorga“. Cosìì il Sommo Somm Poeta Dante Alighieri nel canto VIII III del Pa Paradiso della Divina Commedia ha inneggiatato inneggia Catona. Dante per Ausonia intende tende l'It l'Italia e rimanda in questi versi all'episodio isodio st storico di Carlo Martello, il quale morì rì prima di essere incoronato re, pur conoscendo endo le terre t su cui avrebbe dovuto regnare. Un regno che secondo o la mem memoria dantesca è descritto come un triangolo i cui punti estremi erano Bari (a est), Gaeta Ga (a ovest), Catona (a sud). Data la valenza culturale rale e storica sto di un certo rilevo, mi piace definire finire il p paese di Catona utilizzando l'espressione ne enfa enfatica "una perla dalla bellezza rara posta osta in riva r allo Stretto", dico questo a motivo dei molteplici aspetti che da sempre re hanno caratterizzato il paese e che ancora oggi lo ccontraddistinguono.


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Fiumara Catona: la famosa fiumara umara era e in epoca romana un torrente navigabile che collegava llegava C Catona con Fiumara di Muro; il professore Caserta e il dott dott. Felice Delfino ipotizzano l'esistenza a Fiumara dii una sorta sor di porticciolo che collegava col porto di Catona na (secondo (seco in ordine di importanza dopo quello di Reggio). o). Lo storico sto e sacerdote calabrese del XVII secolo Giovanni iovanni Fiore scrisse che nella sua epoca il torrente era già à coperto dai detriti della mon montagna. (foto dello studioso Giuseppe Delfino)

Analizziamo alcune fasi si della storia locale: Questo è stato sempre, e, e in parte pa lo è ancora, un paese di pescatori escatori che da generazione in generazione si è tram tramandata quest'arte; nel periodo do magn magno-greco Catona faceva parte della "chòra reggina" re ovvero il territorio circostantee soggetto sogget all'autorità di Rhegion; in epoca romana oltre ad essere, come già visto,, ultima statio della via Popilia, era dotata di un importante im porto, sito, a mio avviso, iso, dove oggi sorge la fiumara Catona; quando si verificarono o le inv invasioni barbariche anche Catona così come tante ta altre zone italiane divenne "terra a brucia bruciata" per le incursioni devastatrici e molti olti cat catonesi, similmente agli altri abitanti bitanti delle d coste, ripararono nelle alture; episodi analoghi si verificaron rificarono con l'avvento dei Saraceni allontanati anati dai bizantini di Costantino VIII e nacquero uero i nuovi n centri di Salice e di Rosalì comee luoghi di riparo per eventuali attacchi. In epoca bizantina, b giunsero i monaci basilianii anche a Catona e sicuramente costruirono no qui un u cenobio o un monastero, ma di esso sso oggi non vi è traccia, si sa inoltre che il Liber Libe Visitasionis d'Athanase Chalkéopoulos del 1457 cita i monasteri ortodossi presenti resenti iin Calabria nel tempo, ma tra essi non on compare comp Catona perché sicuramente già ià latinizzato latiniz e il processo di latizzinazione delle chie chiese ortodosse aveva avuto inizio, come me ben sappiamo, col Concordato di Melfi del 1059; 1059


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al periodo normanno risaliva un castello presente ancora ai tempii di Carlo Carl I d'Angiò com'è citato in vari document ocumenti angioini, ma è sconosciuta l'esatta a ubicazione ubicazi ed ai giorni nostri non è più ù present presente nel territorio; nel 1080 fu istituito l'ospizio ospizio di d San Lazzaro e per il suo mantenimento ento sin sino all' età sveva era stata concessa ssa tutta la piana che è appunto ancora oggi gi chiamata chiam Concessa. Nel XIV secolo Catona, a, così come co molti altri paesi e città della Calabria, labria, eera di proprietà dei conti Ruffo, ffo, oltre ad essere anche teatro dell'aspra guerra ccombattuta tra Angioini ed Aragonesi. In età borbonica, precisamen cisamente nel 1701, fu eretta dall’arcivescovo vo Monreale Monr la nuova parrocchia di Catona,, che, intanto, int dal torrente di Gallico si estendeva deva fino fin a comprendere una parte rte del territorio te di Salice e di Acciarello con una popolazione pop di 800 abitanti. Oggi, di molti reperti,, rimane solo la memoria, essendo stati "spazzati zzati via" via o dalla potenza devastatrice delle scrorrerie scr arabe o turche (XVI secolo),, oppure, da grandi cataclismi ambientalii che si sono so succeduti, soprattutto quello del el 1783, cche ha distrutto definitivamente ente il porto, po e quello del 1908. Quest'ultimo fu un anno no ricor ricordato come nefasto per l'area dello Stretto e non solo, in quanto il tremendo terremoto erremoto accompagnato dal maremoto provocarono vocarono terribili danni anche a Catona. In quell'occasione gli inglesi fornirono fo ai terremotati rimasti senza a tetto, alcune dimore note come baracche inglesi. Questo aiuto umanitario ario è ric ricordato in una delle targhe commemorative orative poste sul muro della struttura comunale. comunal Tuttavia, Catona non fu solamente solam terra di storia e cultura, ma anche nche di santi s e di miracoli. Qui giunse nel el XV secolo, se un fraticello vestito di saio e con on una lunga l e folta barba nera, insieme a due suoi suo confratelli. Mentre il sole volgeva a al tram tramonto, questi si diresse verso la spiaggia ggia con chiara intenzione di solcare quelle ac acque e attraversare lo Stretto per raggiunge ggiungere la riva opposta. Quel frate che he aveva aspetto da mendicante e che di nome me face faceva Francesco, oggi ricordato da tutti ti come grande g santo venerato nel paese e in n altre lo località del Meridione, fondatore dell'ord dell'ordine dei Minimi, chiese a un pescatore re locale un certo Pietro Coloso, di essere re imbar imbarcato nel suo peschereccio ma la risposta posta fu negativa. Alla negazione dell'uomo omo si ccontrappone la grandezza della Provvidenza videnza Divina: stendendo il suo manto to sulle a acque catonesi, Francesco e i suoi compagni ompagni di viaggio, vi salirono come se fossee una pic piccola imbarcazione e riuscirono nell'intento l'intento di raggiungere i lidi messinesi. ssinesi. Correva C l'anno 1464. Oggi, a distanza di circa rca sei secoli, se quell'evento è ricordato con goia oia nei cuori cu di tutti i catonesi e commemorato rato soprattutto sop nel corso della solenne processione cessione, momento topico della festa patronale ronale dedicata d a questo santo eletto in qualità alità di p protettore del paese e di tutti i marinai. La caratteristica festa coinvolge coinvol centinaia di fedeli che accorrono in maniera mani capillare, inneggiando canti e rivolgend ivolgendo preghiere, in segno di devozione, partecip partecipano attivamente al percorso rso della processione a seguito della vara condotta ndotta ccon orgoglio da portatori scelti.


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Catona, Via Risorgimento to (Traversa (Trave A): stemma del fascio risalente al 1929, presente nte in molte m case di questa via - in origine case se popolari popo fatte appunto costruire per volere di Mussolinii (foto de dello studioso Felice Delfino).

La ballata della statua a di San Francesco scandita dalle urla di giubilo "Og Oggi e sempre evviva San Francesco!"" precede preced l'ingresso nell'omonimo Monastero ero dei M Minimi fatto costruire nel 1629, oggi gi Chiesa, Chiesa e rappresenta il momento culminante ante della del festa. Al fine di ricordare questo uesto sbalorditivo sba prodigio compiuto dal santo, nto, per intercessione della grazia di Dio, è stata eretta ere nel 1702, nelle vicinanze della zona ona baln balneare nota come "centro svizzero", ", una sstatua alta 15 metri, raffiguarnte San n Francesco France coi suoi due confratelli, nell'atto tto di transito tra da una sponda all'altra dello Stretto. Chiusa questa piccola parentesi parente sull'aspetto religioso, torniamo ad d analizzare analiz la storia, trattando ora quella moderna: moderna Scoppia la Prima Guerra Mondialee e anche anch molti catonesi sono chiamati ti al fronte; fron a Piazza Matteotti (luogo ogo che in età bellica fu uno dei centri di rifugio fugio nel corso dei bombardamenti) c'è il monum monumento risalente al 1937 dedicato ai caduti di questo primo conflitto (1915-1918).. In due colonne c verticali sono riportati 22 nomi omi a co colonna per un totale di 44, più il nomee posto al centro nella parte alta delle suddette dette colonne: co è il nome di Delfino Giuseppe eppe fu Do Domenico. Il monumento ricorda anche ili nome di Battaglia Francesco, un caduto aduto nella ne Guerra dell'Africa Orientale (Etiopia) Etiopia) del 1935/36. Con l'avvento del fascismo, cismo, Ca Catona, come tutti i paesi e tutte le città ittà italia italiane, esaltava l'ideologia del regime. Nel 1934, venne in visita sita la re regina Elena, come testimonia l'altra targa co comunale, nel luogo dove c'era la colonia, lonia, os ossia nelle vicinanze della zona in cuii oggi sor sorge il teatro Catona.


CESAR Visitando le vie catonesi, esi, appaiono appa ancora oggi ben visibili alcunii simboli chiaramente fascisti, impressi sui muri uri di diverse d abitazioni, in particolare, su quelli de delle case ubicate in prossimità della stazione azione ferroviaria fe . Nella traversa A di via ia Risorgimento, Risorg realizzati su modello di cartone, rtone, abbiamo ab due effigi del duce (un'altra ra simile è presente nella traversa C), coperti ti dalla vvernice in seguito alla caduta del el fascismo, fasc ma parzialmente visibile resta la a sagoma sagom nera. Inoltre, nella stessa parete sono no presenti prese una stemma di forma circolare contenente contene il tricolore col simbolo del fascio con a sinistra si la lettera "A" e a destra il numero mero romano rom sette (VII), indicante il settimo anno nno dell'era dell' fascista (1929). Simboli quasi identicii a questo quest sono impressi in altre case di traversa ersa "B" e "C" e nella strada verticale di via Risorgimento. Risorgim Sono tutte case popolari risalenti alenti al 1927 fatte costruire dal duce. Probabilm obabilmente i simboli sono stati infissi due anni più tardi dalla costruzione degli edifici ici che, o oltre nelle suddette traverse, furono edificat edificati lungo la via della stazione catonese. se. In questa qu stessa stazione, il duce, mentree era in viaggio v verso Reggio Calabria, dove parlò lò al a popolo reggino, alzò la mano in segno gno di ssaluto rivolto ai catonesi. Negli anni del fascismo, o, per rendere r un gradito omaggio a Mussolini, olini, sul sulle tegole del comune di Catona, venne nne imp impressa la scritta "Duce", come testimonia onia una un foto dell'epoca, scattata dalla alla famiglia fam Di Pietro. A quel tempo, gran parte del de territorio locale, precisamente l'area che ch parte dall'attuale via nazionale, era proprietà propr di Vitrioli, amico sia di Mussolinii che del re Vittorio Emanuele III.

Catona, Piazza Matteotti: Monument numento ai caduti (Prima Guerra Mondiale; Guerra d'Etiopia), pia), risa risalente al 1937. (foto dello studioso Giuseppe Delfino)


CESAR Questo Vitrioli era discendente discende di quel latinista Diego Vitrioli (in n suo onore on è stato dedicato un monumento ento cit cittadino), il quale fu accusato di essere re stilisticamente stilisti pedante da Antonio Gramsc Gramsci, com'è riportato nella lettera indirizzata rizzata a alla moglie Iulca. Proprio per tale ragione, ione, Gramsci Gr sconsiglia alla sua consorte dii leggere i testi di questo latinista catonese. Catona è stata comune a sè fino al 1927, data ta in cui è stata inglobata nella "Grande ande Reggio" Reg e ha fatto parte dell'VIII Circoscrizione scrizione (comprendente anche Salice, Rosalìì e Villa San S Giuseppe) del Comune di Reggio fino al suo recente scioglimento. Tracce di questo glorioso rioso passato pa catonese sono contenute intrinsecam insecamente e rivivono tutt'oggi in alcuni relitti elitti toponomastici top (i nomi di vie e di rioni), di origin origine sia antica che più recente. Questi, sopravvivendo do all'in all'incedere del tempo, hanno conservato o le orig originarie denominazioni. Risalente all'antichità ità è la contrada c Cannameli (canna da miele)) che sorgeva so nell'odierna zona del Kalura e così denominata poichè qui erano o coltiva coltivate anticamente le canne da zucchero; di epoca romana, una parte della spiaggia catonese era l'antica Nacareri; Nacare più recente invece la "via dei coppulari ppulari" così denominata fino al XX secolo, perché ivi i venivano realizzate le coppole, e, caratteristici caratt cappelli: oggi ha cambiato ill nome in via "La Fiera" vicina alla Chiesa dii San Dionigi, Dio detta anche del Sacro Cuore dii Gesù, chiesa c patronale della parte bassa del el paese (la zona marina); in via mercato sorgeva eva invece inve a via ra' carcara in cui si produceva va il sapone. sap

Catona, Via Nazionale: Nazi una delle sopravvissutee Baracc Baracche Inglesi, costruite nel 1909 subito dopo d il terremoto dell'anno o prima come abitazioni temporanee anee per i sopravvissuti.


CESAR É opportuno rievocaree questo ed altri avvenimenti tipici del nostro ro glorioso glorio passato, evitando così che si crei rei una sorta s di damnatio memoriae generata ta dall'in dall'incuranza e dallo scarso interesse manifestato manifes dalla gente. Ciò comporterebbe, e, inevitabilmente, inevit che questi eventi vengano gano sm smarriti all'interno del limbo dell'ignoranza ranza o, nella peggiore dei casi, sprofondati nell'oblio della dimenticanza. Allo stato attuale, ale, in sseguito al forte indebitamento pubblico, ico, allo scioglimento del Comune e al Commissariam issariamento, il paese così come la città di Reggio, eggio, riscontra ri gravi problemi di vario genere: ere: viabilità, viab igiene stradale, malfunzionamento mento di d altri servizi di primaria importanza, a, fattori fattor che hanno parzialmente deturpato to la bellezza be di Catona, ma si sa seppur opaca aca o rovinata, r anche se venisse meno la sua a lucent lucentezza, una perla rimane sempre e comunque munque una perla!

FE FELICE DELFINO


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L’ AperiCultura di Cesar Sabato 23 Agosto 2014 14 e il giorno gio seguente Domenica 24, lo stafff di CESA CESAR, ha dato il via ai suoi APERICULTURA. URA. La location designata per il grande evento ento di elevato e spessore, è stata il Piano ano delle Fosse di Gioia Tauro, nello specifico o Piazza Barone (altrimenti conosciuta a come Largo L Affaccio). Dopo i necessari preparativi, arativi, a attorno alle 18:30 di Sabato 23, ecco o giungere giunge un folto gruppo di gente pronta ta a pren prender parte all’evento. Il Largo Affaccio, punto to focale dell’evento era infatti pronto ad accoglier ccogliere i visitatori assai numerosi, dotato to di reception rece con tanto di omaggi per i visitatori, itatori, eesposizione di fotografie (“I viaggi della ella rivista”), rivis expo di libri ad opera degli scrittori rittori di CESAR e di altri autori locali, nonché ché di indici in informativi relativi alla rivista stessa. La colonna sonora finee e coinv coinvolgente, le candele e gli incensi accesi cesi a ren rendere l’atmosfera elegante e soft insieme in e, (sera del 24), un ricco ed apprezzat pprezzato buffet.

Non da ultimo, tra le panchine di Piazza Barone, ricoperte di coloratissim ratissimi cuscini e fornito di interessantii tomi, c’ c’era il Salotto Letterario all’aperto, fruibile da d tutti gli invitati, il quale era un n delicato delicat invito al relax offerto da un buon libro, di dinnanzi al più bello spettacolo che Gioia ioia Tauro Tau potesse offrire: il suo tramonto sul mare Tirreno, un sole sanguigno dai raggi ggi altis altissimi di oro, sparsi per il cielo incendiato. Così, subito dopo l’iniziale iziale benvenuto, ben durante il quale alcuni tra i collaboratori collabo di CESAR hanno avuto modo odo di iincontrarsi, conoscersi e discutere piacevolm iacevolmente,


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ecco partire i primi gruppi uppi per l’attività che ha maggiormente caratterizz ratterizzato l’evento: il tour del Centro Storico, o, alla ri riscoperta di quanto resta da recuperare rare ed apprezzare, a da riscoprire e valorizzare. e. Il min mini-tour, partiva dal PELMAR, mini museo/ useo/ collezione co privata del Sig. Sante Pellicanò, Pellican il quale contiene testimonianze del el passato passa più recente di Gioia, manufatti e donazioni donazion di ogni genere, un vero ricettacolo o di qua quanto offre l’antropologia gioiese.

In seguito alcuni gruppi pi hanno proseguito con la visita della vetreria, eria, guidati guid da Pellicanò che, col passo so esperto esper di chi nell’antico borgo vive da sempre, empre, h ha condotto gli interessati al punto del el centro storico da cui si ha una splendida visione del d porto. Il tour continuava con una na brev breve visita alla trattoria Vico Scuro, all’interno ’interno della quale è stato possibile ammirare rare la bocca bo di un cunicolo sotterraneo anticamente icamente usato dai gioiesi durante le incursioni ursioni saracene sa e, poco più in là la torre di Don Giacomo, Giac parte del sistema difensivo di Gioia e ancora, passando così per uno degli gli ingre ingressi esterni di Palazzo Grimaldi.


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Il tour si è concluso così al m museo Metauros, con l’intero giro di Palazzo Baldari. La soddisfazione nonché hé lo stu stupore per questa Gioia … nascosta, sono stati stat grandi e unanimi.

Lo staff di CESAR ha avuto m modo di richiamare i gioiesi e non solo lo alla b bellezza della cultura, al fine richiamo amo dell’arte dell in ogni sua forma, al sapore e all’amore all’amo per l’antico. Il guest book mostra a che le presenze p sono state numerose, entusiasti siasti i p pareri e caldi i complimenti, sincero o l’entusiasmo l’entus e intensa la partecipazione.

Una vera a invasio invasione di cultura firmata rmata CESAR! CE

MARIK MODAFFARI MARIKA


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A P E R I C U L T U R A


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APERICULTURA LTURA Tra le fortificazioni del borgo borg antico di Gioia Tauro o , su uno un sperone di roccia chee dà sul golfo della medesima città à si è consumato con grande nde succ successo il primo AperiCultura organizzato organizz dalla rivista online "CESAR" !!!! musica , musei , collezioni, lezioni, palazzi p storici , hanno cullato to dolcemente dolcem tutti i partecipanti che con grande g entusiasmo hanno aderito. Un grazie speciale va all comune di Gioia Tauro, alle autorità torità museali m (dai dirigenti ai magnifici gnifici custodi cu ) , al disponibilissimo titolare della trattoria "Vico Scuro" o" , alla nostra straordinaria cartolibreria libreria di d fiducia di Vaticano Carmela " ed in fine al buon Sante Pellicanò ellicanò custode/proprietario io della "collezione privata "Pelmar "Pelmar".... In fine Grazie a tutti glili scrittori scrittor che hanno contribuito a realizza realizzare l’evento, donando varie arie ope opere alla libreria di Cesar. GRAZIE A TUTTI COLORO LORO CHE CH CI SEGUONO E CHE HANNO NNO PARTECIPATO ALL' EVENTO… Ancora grazie ed alla la prossima. prossi RIVISTA CESAR


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Par Parlando di … S SIMONA LENTI Simona Lenti nasce a Tivoli (Rm) il 29/10/1987, 987, vive a Manduria (Ta). E’ diplomata presso il Liceo Artistico tico “Lisippo” “Lisi di Manduria, è laureand laureanda alla triennale in Beni Archeologicii all’Università all’Univ del Salento. Seminario Nazionale dii Archeo Archeologia Virtuale e la Metodologia prima del Software eseguito seguito ili 5 e 6 Aprile 2011, presso sso la Sa Sala Conferenze di Palazzo Massimo alle Terme, al Museo Nazionale N Romano. Ha partecipato al Cantiere Canti scuola di archeologia classica, eseguito a Cavallino llino (Le) (Le dal 4/07/2011 al 8/07/2011, presso il Museo eo Diffuso. Diffus Sotto la direzione del prof. Francesco D’Andria ed il dire direttore del cantiere Corrado Notario. Ha conseguito nseguito il diploma di Tutor Diocesano dei Beni Culturali Ecclesias cclesiastici della Diocesi di Oria, da Maggio 2012 12 a Ottobre Otto 2012 a Ceglie Messapica (Br). Nel Settembre 2013 ha partecipato al XVI CongressoInternazionale le di Arch Archeologia Cristiana Costantino e i Costantinidi: l’innovazion ovazione costantiniana, le sue radici e i suoi sviluppi” iluppi” eseguito e presso l’Aula Magna dell’Istituto Patristico o Augustinianum Augus in Roma, organizzato dall’22 Settembre 2013 al 2 28 Settembre 2013

SAVERIO VERDUCI ( Melit elito Porto Salvo, 1979 ) Stor e giornalista divulgatore si è laureato in Lettere Storico re Moderne Mode presso la Facoltà di Lettere Le e Filosofia dell’ Università degli Studi di Messina ssina nel 2006 con una tesi di laurea dal titolo: “La Calabria nello spazio mediterran diterraneo in epoca romana. Prod Produzioni, rotte e commerci”. Nel 2007 ha conseguito o presso la medesima facoltà il Perfezionamento Per post-laurea in storia e filologia: dall’antichi ll’antichità all’età moderna e contemporanea con una tesi dal titolo: “ I rapporti commerciali comme tra la Sicilia e le provincie orientali ientali in epoca tardoantica”. Nel 2010 ha conseguito il Perfezionamento post-laurea rea in studi st storico-religiosi e nel 2011 ha conseguito il Master di II Livello in Architettura hitettura e Archeologia della Citta Classicapresso la Scuola di Alta Formazione in Architettura Archit e Archeologia della Città Classica dell’Università Mediterranea di Reggio Calabria C con una tesi dal titolo “ Rhegion egion fra Atene e Dionisio I ”. Studioso di storia antica e medievale si occupa upa della valorizzazione della plurimillenaria storia del territorio reggino e seguee con par particolare interesse la ricostruzione delle vicende storiche relative al territorio torio di Leucopetra L ( Lazzaro) dov egli vive. Nel 2012 è stato nominato membro della dove lla giuria Premio Letterario “ Metauros ” sez. A – Libro edito di storia locale e nel 2013 sempre sem per il medesimo premio ne è stato nominato presidente di giuria della ella stess stessa sezione. Collabora inoltre con l’Istituto Comprensivo Motta San Giovanni vanni ormai or da alcuni anni in qualità di esperto e referente storico per i vari progetti di ricerca storica sul territorio lazzarese e mottese. Attualmente Attualm collabora con le rivisteCostaviolaonline.it per la quale cura le pagine di appr approfondimento storico, con il portale Grecanica.com -voci dalla Calabria Cala greca, con il sito Lazzaroturistica.it per il quale cura le pagine di storia oria e di archeologia, e con la rivista di studi storici Cesar.


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Pa Parlando di … MARIK KA MODAFFARI Nasce il 12 Dicembre 1992 a Gioia Tauro e vive a Cosenza, studia Scirnze della Formazione presso esso l’un l’università UNICAL. Esordisce nel el mondo mond della scrittura con il libro dall nome LUMINA L NOCTIS, inoltre collabora come scrittrice per la rivista Gesù risolto di Cosenza.

FELICE DELFINO. Nato il 04 Ottobre del 1979 a Oppido Mamertina (Rc), ha conseguito nel 2009 il Magistero agistero presso l'Istituto Superiore di Scienze Religiose "Mons. Zoccali" cali" di R Reggio Calabria. Ha insegnato per duee anni re religione e cultura storico-sociale presso la Do.Mi. Mi. di Vi Villa San Giovanni ed ha collaborato con alcunee riviste storico-culturali locali pubblicando articoli religi eligiosi per la rivista dell'Associazione Mariana "Amici di Fatima" Fatim di Rosalì (Rc), ma anche articoli e saggi storici s con alcune riviste cartacee e online tra cui costaviola co online. Appassionato da anni nni alla storia s ebraica ha preso parte a diversi convegni incentrati ntrati su sugli ebrei reggini (nel 2011 al Palazzo della Provincia incia di Reggio R Calabria, evento organizzato dalla Fi.da.pa di Rc, insieme in con l'avv. Franco Arillotta e con lo storico Natale atale Zappalà; Za nel 2012 nella conferenza presso la sez.UNLA NLA di Arghillà Gallico). Ha pubblicato nel 2013, 013, con la casa editrice Disoblio blio di B Bagnara Calabra, l libro "La presenza ebraica ica nella storia reggina". Attualmente ente vive viv a Catona (Rc).

DAVIDE VIDE M MASTROIANNI

Nasce il 16/11/1984 4 a Lamezia Lam Terme (CZ). Archeologo Classico e Topografo, esperto in foto interpretazione aerea, ha studiato presso l’Università niversità della Calabria, l’Università La Sapienza di Roma e l’Università l’Univer del Salento. E’ vincitore di concorso della Scuola dii Dottorato Dottor - XXIX° Ciclo - in “Architecture, Industrial Design and Cultural Cul Heritage”, presso La Seconda Università di Napoli. Ha maturato matu esperienze pluriennali di scavo in Calabria, alabria, Lazio, L Toscana e Emilia Romagna come archeologo e come me libero professionista.


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Uomi di Cultura Uomini

Um Umberto Zanotti Bianco Filantropo e archeologo logo (Ca (Canea, Creta, 1889 - Roma1963). Figura dotata otata di un vasto novero di interessi, accanto a importanti scoperte archeologiche si occupò iin vario modo del Meridione d'Italia e promosse diverse iniziative attraverso la fondazione fond di pubblicazioni specializzate. ate. Fu F presidente della Croce Rossa Italiana. VITA E OPERE Fu uno dei principalii promotori promot dell'Associazione nazionale per gli interessi nteressi del Mezzogiorno d'Italia (1910 1910), un tempo presieduta da L. Franchetti e quindi d da lui stesso. Si dedicò alla a fondazione fondaz di asili, scuole, biblioteche, cooperative, ative, ec ecc. Promosse nel 1921 la società Magna Grecia che, sotto la presidenza di P. Orsi sino al1935, poi sotto la sua, condusse con molti scavi, pubblicando Atti e Memorie emorie (dal 1927). A P. Zancani Montuoro oro e a lu lui si deve la scoperta dell'Heràion alla foce oce del Sele(1932), su cui i due scopritori ri hanno pubblicato un'opera in 4 volumi (1951-54). ). Volontario Volo e ferito nella prima guerra mondiale, mo Z. B. si adoperò a favore delle popolazio opolazioni oppresse con la rivista La Voce dei popoli e la collezione Giovine Europada da lui l diretta con lo pseudonimo di Giorgio Giorgi d'Acandia, redigendo il volume sullaQuestione uestione polacca (1916); distribuì ribuì soccorsi soc in Russia (1922); creò il villaggio dii Nor Arax Ara (Bari) per i profughi armeni; ni; fondò la Collezione Meridionale, pubblicandovi ovi vari volumi v sulla questione meridionale idionale e su vari aspetti (economici, sociali, artistici) istici) del de Mezzogiorno. Nel 1944 fu nominato no presidente della Croce Rossa Italiana, aliana, cche organizzò (La Croce Rossa, 1944-47, 1947). Nel 1947 socio corrispondente dente de dei Lincei, nel 1952 divenne senatore natore a vita. Fu anche presidente dell'associazione ione Italia Ital nostra, per la tutela del patrimonio rimonio artistico e naturale. Tra gli scritti meridionalisti ionalistici: Il martirio della scuola in Calabria Cala (1925); Inchiesta sullaBasilicata (1926); Tra la perduta gente (1959). ). Diresse Diress l'Archivio storico per la Calabria e la Lucania, Lucania fondato da P. Orsi nel 1931. Istituì a Roma la biblioteca "Giustino Fortunato"" di studi stud meridionalistici.


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Novità dal … Scoperte buche buc rituali di età bret brettia a Monasterace

Dieci buche rituali scavate vate nel terreno, contenenti, oltre a ceramiche, iche, luce lucerne e monete, numerose falangi umane, ane, rife riferibili sia a mani che a piedi, sono state ate scoperte scop nel corso della campagna di scavi avi archeologici arche all'interno delle "Terme Ellenistiche nistiche" di Monasterace che si è conclusa oggi. Lo ha reso noto il coordinatore re dei la lavori, l'archeologo Francesco o Cuteri Cuteri. Lo scorso anno era stata ata portata porta alla luce la cosiddetta «sala dei draghi e dei delfini» riccamente decorata con mosaici mos policromi di età ellenistica (III sec. ec. a.C.). «Quanto portato alla luce in uno u degli ambienti delle terme, riutilizzato ilizzato in età brettia come area sacra – ha detto Cu Cuteri – ha del sensazionale. Tale ritrovamen ovamento, unico nel suo genere, non solo in Magna agna Gr Grecia, consentirà di definire in maniera era più cconcreta la sfera rituale e del sacro deii Bretti, popolazione p italica presente nell'antica tica Kaul Kaulonia alla fine del III secolo». FONTE: http://www.corrieredellacalabria lacalabria.it/index.php/cronaca/item/24262-scoperte--buche-rituali-di-etàbrettia-a-monasterace


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Ita Concorsi Italia

Concorso letterario “METAUROS” http://www.soveratoweb ratoweb.com/modules.php?name=News&file=article&s rticle&sid=27531

Premio un mare da vivere http://www.concorsilettera siletterari.it/concorso,4565,Premio%20Un%20mare%20d are%20da%20vivere

I edizione OASI D’ARTE –ART’S OASIS http://www.artelab .artelab.it/index.php/2014/08/sicilia-premio-oasi-darte darte-arts-oasis-iedizione/

“PREMIO ARTE” http://www.premioarte.it

“Concorsi culturali” https://www.comune.milano.i .milano.it/portale/wps/portal/CDM?WCM_GLOBAL_CON AL_CONTEXT=/wps/w cm/connect/contentlibrary/Ele brary/Elenco+Siti+tematici/Elenco+Siti+tematici/Pagine+ Pagine+Giovani/Conco rsi+e+opportunita+per+artisti/


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