Rivista Marittima Dicembre 2017

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RIVISTA

MARITTIMA MENSILE DELLA MARINA MILITARE DAL 1868

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* RIVISTA MARITTIMA *

DICEMBRE 2017 - Anno CL

DICEMBRE 2017

All’interno: PRIMO PIANO

La «Perpetua Quadriglia» delle Grandi Potenze Massimo de Leonardis

La geostrategia russa nel Mediterraneo 11

Gianluca Sardellone


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RIVISTA

MARITTIMA MENSILE DELLA MARINA MILITARE DAL 1868

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RIVISTA

MARITTIMA MENSILE DELLA MARINA MILITARE DAL 1868

DICEMBRE 2017 - anno CL

REGISTRAZIONE TRIBUNALE CIVILE DI ROMA N. 267 31 LUGLIO 1948

Chiuso in redazione il 22 dicembre 2017

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÀ AUTORIZZATA RODORIGO EDITORE VIA POGGIO MOIANO, 34/D 00199 - ROMA Tel. 06 66166539 Fax. 06 66149416 pubblicità@rodorigoeditore.it

Fotolito e Stampa STR PRESS S.r.l. PIAZZA COLA DI RIENZO, 85 00192 ROMA Tel. 06 36004142 Fax 06 36790133 info@essetr.it

La collaborazione alla Rivista è aperta a tutti. Il pensiero e le idee riportate negli articoli sono di diretta responsabilità degli Autori e non riflettono il pensiero ufficiale della Forza Armata. Rimaniamo a disposizione dei titolari dei copyright che non siamo riusciti a raggiungere. Gli elaborati non dovranno superare la lunghezza di 12 cartelle e dovranno pervenire in duplice copia dattiloscritta e su supporto informatico (qualsiasi sistema di videoscrittura). Gli interessati possono chiedere alla Direzione le relative norme di dettaglio oppure acquisirle direttamente dal sito Marina all’indirizzo http://www.marina.difesa.it/conosciamoci/editoria/marivista/Pagine/Normeperlacollaborazione.aspx. È vietata la riproduzione anche parziale, senza autorizzazione, del contenuto della Rivista. Rivista Marittima Dicembre 2017

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Messaggio del Capo di Stato Maggiore della Marina

L’anno che sta per iniziare registra, oltre all’importante ricorrenza dei cento anni dalla fine della «Grande Guerra», per la cui vittoria navale fondamentale fu l’apporto dell’allora Regia Marina, un altro significativo anniversario, caro ai lettori della Rivista Marittima, ovvero il centocinquantesimo anniversario della sua fondazione, avvenuta nell’aprile del 1868. La Rivista Marittima si fa, da allora, messaggera di un’importante missione: analizzare il mare in tutti suoi aspetti per promuoverne e diffonderne la cultura, con il contributo di autorevoli figure del mondo accademico, scientifico, diplomatico, militare e istituzionale. Il mare, con le attività ad esso correlate, è stato la prima dimensione ambientale che ha assicurato lo sviluppo storico, culturale e sociale nonché il progresso economico delle nazioni. Ancora oggi il mare è la risorsa del futuro, il «Global common» per eccellenza dell’umanità, un patrimonio vitale e universale, cruciale per l’evoluzione e per la pacifica convivenza dei popoli. Molti studiosi assegnano al primo secolo del terzo millennio l’appellativo di «Secolo Blu», poiché caratterizzato da una crescente importanza dell’elemento acqueo per il progresso del pianeta, elevando ulteriormente l’importanza del connotato marittimo tanto da conferire prevalenza alla crescita sostenibile, ovvero all’economia correlata alle risorse rinvenibili nel mare e dai suoi fondali, vitale «oro blu» per la vita sulla Terra. L’Italia, proiettata nel Mediterraneo, povera di materie prime e risorse energetiche, con una fiorente industria di trasformazione, deve necessariamente considerare il mare come forte elemento di continuità e contiguità in cui perseguire il suo sviluppo complessivo. I principali dati statistici relativi al cosiddetto cluster marittimo ci impongono di riflettere sull’importanza strategica della nostra marittimità e sull’esigenza che «l’oro blu» sia tutelato e salvaguardato, quale bene irrinunciabile nazionale, e per le sue funzioni di interconnessione e scambio con il resto del pianeta, e come preziosa «cassaforte» per le ingenti e diversificate risorse alimentari, energetiche, materiali in esso presenti in termini «tradizionali» e «innovativi». A fronte della complessità dello scenario internazionale, dell’aumento dei rischi, delle incertezze, delle discontinuità, delle minacce poste, anche da terra, al legittimo uso degli spazi oceanici e dell’alto mare, la Marina Militare è impegnata nel far sì che il mare sia un luogo sicuro per salvaguardare gli interessi nazionali, che ne sia garantita la libertà di navigazione, l’utilizzo delle linee di comunicazione secondo le norme del diritto condiviso. Nel corso dell’anno che volge al termine, molteplici sono state le attività che hanno coinvolto la Marina militare e le unità della Squadra Navale sia a livello nazionale che internazionale. Tra tutte meritano una particolate citazione l’Operazione MARE SICURO, per proteggere e difendere gli interessi nazionali e garantire la sicurezza del Mar Mediterraneo, e il significativo contributo continuativamente assicurato all’ini-

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ziativa europea EUNAVFORMED Sophia, avviata dall’Unione Europea nel 2015, la cui guida è stata, sin dal suo inizio, affidata all’Italia. La Marina ha nel 2017, inoltre, confermato il continuo impegno operativo e addestrativo anche in aree al di fuori del bacino mediterraneo, attraverso la missione dei pattugliatori in Sinai, nell’ambito della Multinational Force and Observers (MFO) e l’importante presenza in EUNAVFOR Atalanta, lanciata dall’Unione Europea nel 2008 con il compito principale di contrastare il fenomeno della pirateria nel Corno d’Africa e nel bacino somalo. In aggiunta, tre dislocazioni navali hanno coinvolto, con successo, navi italiane oltre gli stretti, in mari e oceani lontani, a conferma della molteplicità e della diversificazione dei compiti assegnati alla Marina: la campagna di Nave Carabiniere in sud Est Asiatico e Australia, che ha garantito la presenza e la sorveglianza in bacini di interesse strategico per l’Italia rafforzando al tempo stesso la cooperazione internazionale; la campagna d’istruzione in Canada e Stati Uniti di Nave Vespucci, anch’essa occasione per rappresentare in un’altra parte di mondo l’eccellenza della marineria italiana e del nostro Paese; la spedizione scientifica «High North» svolta da Nave Alliance in Artico, sullo studio dell’evoluzione dell’ambiente marino in queste aree e dei suoi possibili effetti. L’attività di presenza, sorveglianza, deterrenza, proiezione di capacità sul mare e dal mare, al di fuori dagli stretti, assume sempre più un carattere strategico poiché la totalità degli effetti che si registrano nell’area mediterranea sono la conseguenza di cause profonde che originano e si sviluppano sempre e ben al di fuori del Mare Nostrum. Il tema del recente Regional Seapower Simposium, tenutosi lo scorso ottobre a Venezia, «Le Marine al di là dei ruoli tradizionali, riunire gli sforzi per progettare la stabilità e la sicurezza dei mari», espone compiutamente tale rilevanza geopolitica. L’evento, forum internazionale che vede ospitate a Venezia ormai da un ventennio con cadenza biennale le Marine provenienti da tutti i continenti, si è sviluppato in un clima di confronto franco e aperto, offrendo la possibilità di approfondire il tema della dimensione internazionale. Un dominio che assurge sempre più a teatro privilegiato in cui si giocano gli equilibri geopolitici generali e, attraverso essi, i destini delle singole nazioni, per effetto delle incalzanti dinamiche «globalizzate» e «globalizzanti» che permeano ogni aspetto del vivere corrente. L’occasione ha consentito, altresì, di considerare i nuovi ruoli delle moderne Marine militari che vedono nella rapida evoluzione geostrategica mondiale un ampliamento e una diversificazione delle missioni tradizionalmente loro assegnate. Quest’ultima riflessione conduce a richiamare lo strumento aeromarittimo nazionale, alla sua attuale evoluzione e ai cambiamenti in seno alla flotta: nel 2017 cinque unità navali sono state poste in disarmo, due nuove unità tra le più moderne anche del panorama internazionale — la fregata del programma FREMM Luigi Rizzo e il sottomarino U212A Romeo Romei — sono state consegnate alla Marina, nell’ambito del programma navale per la tutela della capacità marittima della Difesa che procede a ritmi serrati e si sta rivelando, per i tanti impegni che il prossimo futuro fa intravedere, quanto mai necessario e da completare al più presto rinnovando tutte le linee operative della Flotta. Con questo auspicio, unitamente a un sincero apprezzamento e cordiale gratitudine per l’attenzione dedicata a questa storica Rivista della Marina Militare, formulo a tutti i lettori sinceri auguri di serene festività natalizie e di un prospero nuovo anno. Ammiraglio di Squadra Valter GIRARDELLI

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Sommario PRIMO PIANO

8 La «Perpetua Quadriglia» delle Grandi Potenze

SAGGISTICA E DOCUMENTAZIONE

Massimo de Leonardis

61 Le flotte romane fra integrazione e cittadinanza

18 La geostrategia russa nel Mediterraneo

Maria Casola

Gianluca Sardellone

25 La politica estera di Trump e il quadro politico in Asia orientale Rodolfo Bastianelli

PANORAMICA TECNICO-PROFESSIONALE

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Comunicare navigando

Letizia Di Tommaso

68 Il Regio piroscafo Europa a Melbourne Sara Isgrò

STORIA E CULTURA MILITARE

75 Gli affondatori dal cuore grande Claudio Rizza

37 Il risveglio navale dell’Africa Giuliano Da Frè

81 19 Novembre 1941: Sydney vs Kormoran Anthony Vitali Hirst

RUBRICHE

51 La quarta rivoluzione industriale e le tecnologie di fabbricazione additiva (additive manufacturing), possibili applicazioni navali Claudio Boccalatte

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93 Osservatorio internazionale 101 Marine militari 110 Marine mercantili 114 Storie di mare 118 Che cosa scrivono gli altri 122 Recensioni e segnalazioni 5


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in n

RIVISTA

MARITTIMA

Mensile della Marina dal 1868

EDITORE Ministero della Difesa DIREZIONE E REDAZIONE Via Taormina, 4 - 00135 Roma Tel.: 06 3680 7248-54 Telefax: 06 3680 7249 Internet: www.marina.difesa.it/conosciamoci/ editoria/marivista/Pagine/default.aspx e-mail redazione: rivistamarittima@marina.difesa.it

DIRETTORE RESPONSABILE

Capitano di vascello Stefano Romano

Palombaro EOD Navy del Gruppo Operativo Subacquei che indossa un vestito di protezione (bomb suit) per condurre la neutralizzazione di ordigni esplosivi, improvvisati o convenzionali, rinvenuti in contesti marittimi. In primo piano un robot anti IEDD/EOD in dotazione (Foto Rosario Caruso).

A questo numero hanno collaborato CAPO REDATTORE

Capitano di fregata Giovanni Melle REDAZIONE

E

UFFICI

Raffaella Angelino Giorgio Carosella Gianlorenzo Pesola Massimo De Rosa Gaetano Lanzo UFFICIO ABBONAMENTI E SERVIZIO CLIENTI

Carmelo Sciortino Giovanni Bontade Tel.: 06 3680 7251-48 e-mail abbonamenti: rivista.abbonamenti@marina.difesa.it SEGRETERIA AMMINISTRATIVA

Tel.: 06 3680 7254 Codice fiscale: 80234970582 Partita IVA: 02135411003 6

Professor Massimo de Leonardis Dottor Gianluca Sardellone Dottor Rodolfo Bastianelli Dottoressa Letizia Di Tommaso Dottor Giuliano Da Frè Contrammiraglio (arq) Claudio Boccalatte Professoressa Maria Casola Dottoressa Sara Isgrò Capitano di fregata Claudio Rizza Dottor Anthony Vitali Hirst Dottor Enrico Magnani Dottor Luca Peruzzi Contrammiraglio Pietro Verna Tenente di vascello Eugenio Tatulli Contrammiraglio (aus) Francesco Chiappetta Dottor Attilio Borda Bossana Contrammiraglio (ris) Ezio Ferrante Professor Mariano Gabriele Contrammiraglio (ca) Giuliano Manzari Ammiraglio di squadra (aus) Ferdinando Sanfelice di Monteforte Rivista Marittima Dicembre 2017


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DE LEONARDIS-GRANDI POTENZE_Layout 1 21/12/2017 11:57 Pagina 8

PRIMO PIANO

La «Perpetua Quadriglia» delle Grandi Potenze Massimo de Leonardis (*)

«Fasi storiche» dopo la fine della Guerra Fredda Il Principe di Bismarck scrisse nelle sue memorie che «la politica internazionale è un elemento fluido, che in date circostanze diventa momentaneamente solido, ma col mutare dell’atmosfera, ritorna al primitivo stato di aggregazione. La clausola: rebus sic stantibus, è nei trattati internazionali, contenenti stipulazioni di prestazioni, sottintesa» (1). Accanto a qualche dato costante, lo scontro tra Europa Cristiana e mondo musulmano nel Medio Evo e nell’epoca moderna ne è l’esempio più rilevante, la politica internazionale ha sempre infatti conosciuto rovesciamenti di alleanze e allineamenti tattici e temporanei. Un autorevole storico diplomatico ha scritto della «perpetua quadriglia» tra le Grandi Potenze (2). Ha costituito una parziale ecce-

zione il periodo rigido, anomalo e irripetibile della Guerra Fredda, che però vide il clamoroso riavvicinamento tra la Cina comunista, ancora vivente Mao Zedong, e gli Stati Uniti guidati dal conservatore Richard Nixon, per non parlare dei numerosi cambi di campo nel Terzo Mondo. Oggi molti dei capisaldi della Guerra Fredda sono crollati, e non è evidente quale sia il cardine della politica internazionale attuale. Dopo la dissoluzione del blocco comunista si è pensato di individuarne diversi in rapida successione, ma tutti sono risultati effimeri. Gli studiosi, anche non storici, hanno infatti difficoltà a definire il periodo successivo al 1989, limitandosi a parlare di «dopo Guerra Fredda» o di «sistema post-bipolare», nell’incertezza di identificare un tratto distin-

(*) Professore Ordinario di Storia delle relazioni e delle istituzioni internazionali e Docente di Storia dei trattati e politica internazionale nellÊUniversità Cattolica del Sacro Cuore di Milano, dove dal 2005 al 2017 è stato Direttore del Dipartimento di Scienze Politiche. Presidente della International Commission of Military History, 2015-2020. Membro del Comitato Consultivo dellÊUfficio Storico della Marina Militare.

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sardellone_ russia e mar nero(NUOVA VERSIONE)_Layout 1 21/12/2017 10:29 Pagina 18

PRIMO PIANO

Una nave della Marina russa nel Mediterraneo (Fonte: Ministero della Difesa della Federazione Russa - eng.mil.ru). Nella pagina accanto: la mappa dei Paesi aderenti alla NATO (Fonte: wikipedia.org).

La geostrategia russa nel Mediterraneo Gianluca Sardellone (*)

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intervento militare in Siria, il tentativo di inserimento nello state-building della nuova Libia, le partnership strategiche con Egitto, Algeria, Grecia e Cipro confermano una costante della geopolitica russa: l’interesse verso il Mediterraneo (il cosiddetto mare tra le terre), da perseguirsi mediante strumenti di hard-power come di soft-power. Nonostante la natura prettamente continentale ed euro-asiatica, la Russia, anche a seguito del progressivo dis-engagement americano, tenta di rientrare nel Mare Nostrum, teatro di profondi mutamenti politici e istituzionali: ha, per questo, sviluppato un approccio sempre più «talassocratico» alle relazioni internazionali e il ritorno nel Mediterraneo scaturisce da valutazioni non dissimili da quelle che hanno

prodotto una nuova dottrina navale (valida fino al 2030) (1), l’attivismo nel Pacifico, nell’Atlantico e, soprattutto, la competizione strategica con gli Stati Uniti nel Mar Glaciale Artico (2). Per la Russia, il Mediterraneo rappresenta l’unico sbocco per superare l’isolamento determinato a nord dalla natura glaciale del Mar Baltico, del Mare di Bering e del Mar Glaciale Artico e, a sud, dalle avverse condizioni ambientali che caratterizzano il Mar Nero e il Mare d’Azov (3). L’aspirazione verso i cosiddetti mari caldi risale, del resto, all’epoca degli zar Pietro I il Grande e Caterina II e alle guerre combattute nel XIX secolo contro la Turchia del Sultano e la Francia di Napoleone; essa percorre, come un sottile filo rosso, l’epoca zarista e

(*) Analista strategico e Dottore di Ricerca in Studi strategici e difesa della pace. Laureato in Scienze Politiche (indirizzo Internazionale) presso la LUISS-Guido Carli di Roma con la votazione 110/110. Ricercatore militare prima e civile poi per il Centro Militare Studi Strategici (CeMiSS), dal 1999 collabora con lo Stato Maggiore della Difesa. Nel 2003 è vincitore di un concorso pubblico per Dottorato di Ricerca in Studi strategici e difesa della pace presso la Libera Università San Pio V di Roma. ˚ autore di numerosi saggi e articoli sui temi della geopolitica, della sicurezza e dellÊintelligence apparsi su Informazioni della Difesa, Rivista Marittima, Analisi Difesa, Limes-Rivista Italiana di Geopolitica e altre riviste del settore.

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BASTIANELLI ASIA-PACIFICO_ver2_Layout 1 21/12/2017 10:31 Pagina 25

PRIMO PIANO

Ill presidente statunitense Donald Trump sui giornali cinesi (Fonte: repubblica.it).

La politica estera di Trump e il quadro politico in Asia orientale Rodolfo Bastianelli (*)

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l nuovo corso nella politica estera di Washington avviato dall’Amministrazione Trump ha posto, fin dalla sua elezione, diversi interrogativi tra gli stessi alleati degli Stati Uniti nella regione — a cominciare da Australia e Giappone — e questo in un quadro politico e militare già segnato dalle forti tensioni provocate dal programma nucleare nordcoreano.

La politica estera di Trump nel contesto geopolitico dell’Australia L’elezione di Donald Trump alla Casa Bianca aveva suscitato negli ambienti politici australiani non poco nervosismo, sia per la poca esperienza internazionale del neo-Presidente ma soprattutto per le linee-guida che aveva espresso nel corso della cam-

pagna elettorale. Il timore del governo australiano era quello che Trump potesse avviare una politica di disimpegno internazionale concentrandosi più sulle questioni interne; una posizione che avrebbe posto non pochi problemi per la sicurezza dell’Australia i cui cardini erano strettamente legati all’alleanza con gli Stati Uniti. Questi interrogativi sono stati messi in luce in un rapporto preparato nel Gennaio scorso dal National Security College dell’Australian National University nel quale si sottolineava come, pur essendo i legami tra Canberra e Washington tanto stretti da resistere anche all’imprevedibilità della nuova Amministrazione Trump, si evidenziava allo stesso tempo come la possibile diminuzione del ruolo degli Stati Uniti nella regione avrebbe potuto spingere i principali alleati di Washington a costruire tra

(*) Nato a Roma il 5 Novembre 1969. Laureato in Giurisprudenza a Roma, ha effettuato un corso di specializzazione post-laurea presso lÊInstitut Français des Relations International (IFRI) a Parigi. Dopo avere lavorato presso le riviste Ideazione e Charta Minuta, dal 2011 segue la politica estera per LÊOccidentale. ˚ Professore a contratto di Storia delle Relazioni Internazionali e collabora inoltre con LiMes, Informazioni della Difesa, Rivista di Politica, Affari Esteri e il settimanale on-line dello IAI, Affari Internazionali. Collabora con la Rivista Marittima dal 2009.

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DI TOMMASO_Layout 1 22/12/2017 11:00 Pagina 32

PANORAMICA TECNICO-PROFESSIONALE

Comunicare navigando La comunicazione istituzionale della Marina Militare nelle sue attività complementari e le sue relazioni con il territorio Letizia Di Tommaso (*)

La percezione, sentinella della buona comunicazione C’è stato un tempo in cui, appena qualche anno fa, la comunicazione dei Corpi Militari era considerata d’interesse per pochi stakeholder e solo a loro si rivolgeva. Si parlava di conflitti, di attività internazionali legate quasi unicamente a guerre e di tutti quegli argomenti che piuttosto che rassicurare il cittadino lo rendevano ansioso rispetto allo scenario mondiale. I conflitti ci sono, purtroppo, ancora, e la percezione sulla sicurezza nazionale risulta sempre essere un dato sensibile e flessibile. Secondo Eurispes solo dal 2015 gli indicatori sulla fiducia di chi si occupa di sicurezza e difesa sono tornati a crescere, è questo è avvenuto anche per la Marina Militare, segno che i messaggi proposti sono stati recepiti. La comunicazione istituzionale pone al centro del

«Nessun membro dell’equipaggio viene apprezzato per la robusta individualità delle sue remate». Ralph Waldo Emerson messaggio l’identità, i valori, e i progetti di un ente o organizzazione e ne racconta, agli stakeholder, anche la quotidianità. Nel caso di un Corpo Militare la quotidianità è costituita da tantissimi fattori sia esterni che interni che ne arricchiscono il contenuto. Con la quotidianità — o forse meglio dire l’estemporaneità — della comunicazione digitale, il racconto della storia contemporanea, con le azioni di soccorso ai migranti e con le operazioni internazionali, si mescola molto più intensamente con altre attività che pongono al centro anche il rapporto con il cittadino e con le organizzazioni di volontariato. La percezione degli Italiani riguardo la sicurezza, sia del Paese che internazionale, ha mostrato nel passato evidenti segni di sfiducia da un lato e di paura dall’altra, in particolar modo verso l’incertezza del prossimo futuro. Oggi è ancor più importante, da parte

(*) Responsabile Comunicazione e Ufficio Stampa del Corpo Italiano di Soccorso dellÊOrdine di Malta (CISOM) e Consigliere nazionale FERPI.

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da fre il risveglio dell'Africa_Layout 1 21/12/2017 10:35 Pagina 37

PANORAMICA TECNICO-PROFESSIONALE

Il risveglio navale dell’Africa I programmi di ammodernamento nel Continente Nero Giuliano Da Frè (*)

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onostante i gravi problemi che la affliggono, l’Africa, o perlomeno alcuni paesi del Continente Nero, rappresentano per l’industria militare e navale un mercato sempre più promettente. Il grosso dei principali programmi di ammodernamento delle forze navali africane, lanciati negli ultimi 15 anni, riguardano il Nord Africa, e sono legati a filo doppio a una sempre più strategica dimensione mediterranea. Egitto e Algeria stanno facendo il «pieno», inseguiti dal Marocco, mentre Libia e Tunisia soffrono per le note vicende interne. L’Africa sub-sahariana resta legata ancora in preva-

lenza a logiche di sorveglianza, difesa costiera, o supporto logistico alle attività e alle comunicazioni civili. La Nigeria, che tra anni Settanta e Ottanta aveva approfittato dei proventi petroliferi per creare una Green Water Navy, ha visto lentamente decadere la propria Marina, anche se qualcosa si muove per il suo rinnovamento. Sulla costa orientale, è il Kenya a disporre di una piccola ma efficiente forza navale, testata con successo nell’intervento militare lanciato in Somalia nel 2011. L’Africa australe, invece, si divide ancora tra Sudafrica, che sulle buone tradizioni navali di marca britan-

(*) Giornalista classe 1969, dal 1996 collabora con varie testate specializzate nel settore militare tra cui RID · Rivista Italiana Difesa, Focus Wars e Rivista Marittima. Dal 2002 analista navale per i web magazine Analisi Difesa e Portale Difesa, ha scritto circa 300 articoli dedicati soprattutto alla storia militare, ai conflitti internazionali e allo sviluppo delle forze armate di tutto il mondo. Con Odoya ha pubblicato La marina tedesca 1939-45 (2013) e Storia delle Battaglie sul mare (2014), cui è seguito nel 2015, per la Newton Compton, Le grandi battaglie della Prima guerra mondiale e nel 2016 I grandi condottieri del mare.

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BOCCALATTE-quarta rivoluzione industriale_Layout 1 21/12/2017 10:40 Pagina 51

PANORAMICA TECNICO-PROFESSIONALE

La nave d’assalto anfibio USS ESSEX (LHD 2) della classe «Wasp», qui ripresa il 28 luglio 2014 all’ingresso della Naval Station Everett nello stato di Washington, è una delle tre unità a bordo delle quali nel 2014 l’US Navy ha sperimentato l’impiego di tecnologie di fabbricazione additiva per la produzione a bordo di parti di rispetto in materiale plastico (Fonte: US Navy photo).

La quarta rivoluzione industriale e le tecnologie di fabbricazione additiva (additive manufacturing), possibili applicazioni navali Claudio Boccalatte (*)

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l termine Quarta Rivoluzione Industriale è stato coniato pochi anni fa per enfatizzare le radicali trasformazioni indotte dall’evoluzione del digitale e dalla sua applicazione alla produzione. Finora le rivoluzioni industriali sono state tre, con cadenza di circa cento anni: nel 1784 con la nascita della macchina a vapore e il suo sfruttamento per meccanizzare la pro-

duzione; nel 1870 con il via alla produzione di massa, l’uso sempre più diffuso dell’elettricità, l’avvento del motore a scoppio e l’aumento dell’utilizzo del petrolio come nuova fonte energetica; nel 1970 con la nascita dell’informatica, dalla quale è scaturita l’era digitale destinata a incrementare i livelli di automazione avvalendosi di sistemi elettronici e dell’IT (Information Te-

(*) Contrammiraglio del Genio Navale, dopo aver ricoperto lÊincarico di Direttore del CISAM di Pisa è attualmente nella posizione di aspettativa per riduzione di quadri. Entra nellÊAccademia Navale di Livorno nel 1975 e consegue con lode la Laurea in Ingegneria Navale e Meccanica presso lÊUniversità degli Studi di Genova. Collabora con varie riviste, e in particolare con la Rivista Marittima dal 1992; dal 2006 cura la Rubrica Scienza e Tecnica. ˚ Fellow della Royal Institution of Naval Architects e Presidente della Sezione della Spezia dellÊATENA (Associazione di Tecnica Navale).

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SAGGISTICA E DOCUMENTAZIONE Particolare della stele funeraria di Publio Longidieno, custodita dal Museo Nazionale Archeologico di Ravenna. (Classica, Libro VII, pag. 40, da romaeterna.org).

Le flotte romane fra integrazione e cittadinanza Maria Casola (*)

La Marina e la flotta romana Con il presente saggio si intende rivisitare alcuni profili attinenti all’organizzazione delle flotte militari nell’antico Mediterraneo (1) e, in particolare, alle politiche di integrazione in ambito militare, che affondano le ra-

dici nell’antichità e, in maniera significativa, nell’esperienza del diritto romano. Va fatta, in proposito una considerazione preliminare: i Romani furono tra gli ultimi a intraprendere la navigazione del Mediterraneo, ma sono riusciti a conseguire ed

(*) Docente di Diritto Romano e Diritti dellÊAntichità presso il Dipartimento Jonico in Sistemi Giuridici ed Economici del Mediterraneo: Società, Ambiente, Culture dellÊUniversità degli Studi di Bari ÿAldo MoroŸ. Attualmente titolare dellÊinsegnamento di Storia del Diritto Romano e Diritto Pubblico Romano. Avvocato, iscritta allÊOrdine degli Avvocati di Taranto, albo speciale.

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STORIA E CULTURA MILITARE Foto di gruppo degli equipaggi dei MAS 9 e 13. Al centro il comandante Luigi Rizzo, alla sua destra il Capo timoniere Andrea Ferrarini (Fonte: E. Mercatali, G. Vincenzoni, La guerra italiana. Cronologia illustrata degli avvenimenti, vol. VI, Milano, Sonzogno, 1920, pag. 181).

Gli affondatori dal cuore grande A cento anni dal siluramento della corazzata Wien, un aspetto poco noto di quella vicenda Claudio Rizza (*)

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ià alla fine dell’agosto 1917, le vecchie corazzate costiere austro-ungariche Wien e Budapest erano state rischierate a Trieste con il compito di «impedire nostri colpi di mano nel golfo e per un eventuale appoggio o sostegno alle operazioni dell’Esercito operante» (1). In quell’occasione, dopo aver pianificato di neutralizzare tale minaccia attraverso un massiccio bombardamento contro costa, da effettuare con i monitori inglesi Earl of Petersburg e Sir Thomas Picton (armati ciascuno con una torre binata da 305mm) e i pontoni armati semoventi Capellini e Faà di Bruno (a loro volta dotati ciascuno di due pezzi da 381mm), ipotesi che fu ben presto scartata sia per il timore di provocare danni e vittime in città, sia per evitare ritorsioni aeree nemiche contro Venezia, la minaccia nemica fu scongiurata grazie

a una campagna di bombardamenti aerei quotidiani svolta mediante ben 183 sortite di velivoli della R. Marina che, tra il 28 agosto e il 15 settembre 1917, sganciarono sulle due navi 624 bombe, riuscendo, infine, a danneggiare il Wien e a determinare il ritiro per le riparazioni nella ben difesa base navale di Pola (2).

Da Cortellazzo a Trieste Il ritiro delle due corazzate austriache da Trieste non fece abbassare la guardia agli Italiani. Per avere immediato preavviso di nuovi spostamenti di unità navali da Pola a Trieste furono disposte esplorazioni aeree quotidiane che si spinsero fin sotto la costa istriana e, soprattutto, furono pianificate ricognizioni notturne, da eseguirsi con i M.A.S., per verificare disposizione e stato

(*) Ufficiale di Marina del Corpo di Stato Maggiore e laureato in Scienze Marittime e Navali e in Scienze Politiche. Ha ricoperto vari incarichi, a bordo e a terra, tutti inerenti la propria specializzazione di ÿDirettore del TiroŸ e di Comando a bordo. Attualmente ricopre lÊincarico di Capo Sezione Archivi presso lÊUfficio Storico della Marina Militare. Collabora, oltre che con la Rivista Marittima, anche con il mensile Storia Militare.

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Rivista Marittima Dicembre 2017


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STORIA E CULTURA MILITARE A sinistra l’HMAS SYDNEY sul finire degli anni Trenta (Fonte: IWM), mentra a destra il KORMORAN pressoché scarico e quindi molto alto sull’acqua. Non sono ovviamente visibili i cannoni da 150 mm, in quanto celati dalle relative paratie. Evidenti la silohuette dell’unità e il notevole «cavallino», ossia l’innalzamento delle murate e del trincarino nei quartieri prodieri, al di sopra del mascone (Fonte: Bundersarchiv).

19 Novembre 1941: Sydney vs Kormoran Anthony Vitali Hirst (*)

N

el pomeriggio del 19 novembre 1941 al largo delle coste occidentali australiane, avvenne lo scontro navale tra l’incrociatore leggero HMAS Sydney e la nave corsara tedesca Kormoran, che determinò la perdita dell’intero equipaggio australiano senza nessun superstite, mentre gran parte dell’equipaggio tedesco riuscì a salvarsi. Questa fu la più grande tragedia navale australiana di tutti i tempi, e comportò ovviamente la nascita di teorie, illazioni e speculazioni, finendo col dividere l’opinione pubblica australiana e generando infinite polemiche (1), fino a quando nel 2008 vennero trovati i relitti delle due navi, facendo si che molti dubbi e interrogativi finissero con l’essere definitivamente fugati. Infatti nel 1997, continuando le controversie circa la perdita del Sydney, il Ministro della Difesa chiese al Parlamento di istituire una commissione d’inchie-

sta per meglio indagare sulle circostanze che portarono alla perdita dell’incrociatore. Tre anni dopo venne redatto un dettagliato rapporto che andava a soddisfare il bisogno del popolo australiano di notizie e verità. Nel marzo del 2008, una ricerca organizzata dal Finding Sydney Foundation, in partnership con il subacqueo e ricercatore di relitti David Mearns, portò alla localizzazione di entrambe le navi; il 17 marzo 2008 il governo australiano annunciò il ritrovamento dei relitti del Sydney e del Kormoran, distanti l’uno dall’altro circa 12 miglia a una profondità, rispettivamente, di 2.470 metri e 2.560 metri, circa 112 miglia fuori Steep Point, sulla costa occidentale dell’Australia. Come risultato, il Dipartimento della Difesa Australiano costituì la «HMAS Sydney II commission of inquiry» che permise di aggiungere ulte-

(*) Nato a Londra nel 1968, si laurea in Scienze Politiche presso l’Università di Milano con una tesi di Storia Navale economico-militare, pubblicandone un testo con Editore Belforte. Dal 1993 collaboratore fisso della testata Storia Militare con cui ha scritto numerosi articoli, in particolare su aspetti aereo-navali. Dirigente aziendale, dal 2014 fa parte del consiglio di amministrazione della Edizioni Storia Militare.

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RUBRICHE

Osservatorio internazionale Novembre 2017 Mani pulite e piazza pulita

Alleanze obbligate e indipendenza nazionale

Il tanto atteso, e temuto, rivolgimento della situazione in Arabia Saudita, a opera del giovane uomo forte della dinastia, il principe Mohammed Bin Salman, è avvenuto. Con un colpo di teatro sono stati arrestati ...

L’amministrazione Trump sta spingendo i legami di sicurezza tra Stati Uniti, India, Giappone e Australia, ma la rinascita del «Quad» asiatico deve superare la sfiducia persistente a Nuova Delhi verso i suoi alleati che ostacola un’autentica cooperazione militare. Le esercitazioni navali congiunte sono considerate come una mossa ...

La Colombia prepara una forza di pace per l’ONU La (auspicata) fine della guerra civile colombiana, che tra alti e bassi era in corso dal 1960, con il disarmo delle FARC (Fuerzas Armadas Revolucionarias de Colombia) e ELN (Ejercito de Liberacion Nacional) avvia il riorientamento delle forze armate colombianei ...

«Blue Flag 2017» La più grande esercitazione aerea nella storia della Forza Aerea Israeliana, «Blue Flag 2017» presso la base di Ouvda nel Sud Israele ha avuto luogo nel mese di novembre. A essa hanno partecipato circa 1.000 persone provenienti da altre sette nazioni, con esercitazioni simulate di combattimento estremi ...

Differenze profonde La conferenza ministeriale sul peacekeeping ha ridato slancio al negoziato per una possibile operazione di peacekeeping in Ucraina. Tuttavia gli incontri preliminari si sono arenati su posizioni inconciliabili. Mosca accetterebbe una presenza di un forza di pace relativamente massiccia (20.000 soldati...

Dopo i militari, i politici Tra il 14 e il 15 Novembre a Vancouver (Canada) ha avuto luogo la seconda Conferenza Ministeriale sul peacekeeping. La grande kermesse (550 delegati da 80 nazioni e cinque organizzazioni internazionali) è il naturale sèguito della conferenza dei responsabili militari, tenutasi a New York, pochi mesi prima, ....

Un Canale più stretto Nel suo primo incontro bilaterale nel Regno Unito con il ministro francese per le Forze Armate Florence Parly (il Presidente Macron nella sua foga di riforme iupiteriane ha anche cambiato il nome al Ministero delle Difesa), il neonominato segretario alla Difesa Gavin Williamson ha accettato di aumentare la condivisione di informazioni e di intelligence marittima. Il Segretario alla Difesa,...

Un Golfo agitato Accanto al Togo, agitato dalle proteste estive per la prolungata permanenza del Presidente Faure Essozimna Gnassingbé, noto anche come Faure Eyadéma, alle redini del paese dal 4 maggio 2005 (è figlio del precedente presidente, Gnassingbé Eyadéma, che ha guidato il Togo dal 1967 sino alla sua improvvisa morte, nel 2005), ...

Il vertice della vittoria Il presidente russo Vladimir Putin ha invitato Turchia e Iran (e Siria, con il giovane presidente al-Assad intervenuto per un colloquio a due con Putin) per ospitare a Sochi una conferenza sul dopo conflitto, vista la sconfitta militare dell’IS. Mosca conferma il suo ruolo centrale nella guerra civile, ma vinta dall’alleato di Mosca,... Enrico Magnani

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RUBRICHE

Marine militari AUSTRALIA Selezionati i cantieri Lürssen per il programma SEA 1180 Nuovo radar per le fregate classe «Anzac» Selezionato il CMS per le nuove fregate

HONDURAS In servizio la prima unità «BAL-C» ITALIA Nuove unità LCM per l’LHD Ultimo ammaina bandiera per nave Mitilo (A 5830)

EGITTO Ricevuta la corvetta Shabab Misr (1000) EMIRATI ARABI UNITI Naval Group fornirà le corvette tipo «Gowind» FRANCIA Varata la seconda unità tipo BSAH

Conclusa la campagna «storica» d’istruzione 2017 Nave Fasan, l’Operazione Aeolus e altro OLANDA Nuove capacità di difesa balistica

FINLANDIA Completato l’ammodernamento delle unità classe «Pansio» GERMANIA Primo volo per il secondo elicottero «NH90 Sea Lion» GIAPPONE Varato il 10o battello classe «Soryu»

RUSSIA Nuova base navale nel Mar Caspio STATI UNITI Consegnato il primo UAS «MQ-4C Triton» Ultimo caccia classe «Arleigh Burke Flight IIA» Esercitazione nel Pacifico con tre portaerei Luca Peruzzi

GRAN BRETAGNA La prima unità MARS entra in servizio

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Marine mercantili Legge europea 2017: novità per il settore marittimo Dal 12 dicembre 2017 è in vigore la legge 20 novembre 2017, n. 167 (Disposizioni per l’adempimento degli obblighi derivanti dall’appartenenza dell’Italia all’Unione europea - Legge europea 2017) recante, agli articoli 10 e 14, norme volte ad adeguare alcune norme nazionali a quelle dell’Unione Europea... Pietro Verna

Più regole e trasparenza in porto In attesa di «definire un quadro metodologico e criteri per garantire, con estensione all’intero sistema nazionale della portualità, l’accesso equo e non discriminatorio alle infrastrutture portuali» (così la delibera n. 40 del 16 marzo scorso), l’Autorità di Regolazione dei Trasporti serve un tris di «suggerimenti» a proposito dei porti di Livorno, Civitavecchia e Genova dopo aver approfondito una serie di situazioni gestite dalle rispettive Autorità...

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Marine mercantili Sei anni di sinistri marittimi e infortuni osservati dall’EMSA

La Compagnia Maersk ritorna protagonista mondiale del trasporto container

Da metà novembre scorso è scaricabile al link www.emsa.europa.eu/news-a-press-centre/externalnews/item/3156-annual-overview-of-marine-casualties-and-incidents-2017.html l’Annual Overview of Marine Casualties and Incidents 2017, ...

La Compagnia Maersk, leader mondiale nei trasporti marittimi e ai primissimi posti tra le compagnie marittime per ricavi — 1 container su 7 sono gestiti dalla compagnia danese — ha di recente ... Francesco Chiappetta

Eugenio Tatulli

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Storie di mare NEL 1935 DUE «MARINAI ITALIANI», GERACI E DOMINICI, CONCLUSERO LA CIRCUMNAVIGAZIONE DEL GLOBO A BORDO DI UNA BARCA A VELA DI 10 METRI Lo straordinario viaggio della circumnavigazione del globo su una barca a vela condotta da due messinesi, Francesco Aurelio Geraci e Rosario Dominici, conclusosi nel 1935, è stato ricordato nel 2016 al Forte S. Salvatore della Base Navale di Messina, in occasione della sosta a Messina delle navi scuola della Marina Militare, Caroly, Ussaro e Quadrante. L’impresa fu ideata da Geraci, che fu anche ufficiale della Regia Marina, nel 1932 e che progettò la barca, una goletta di 10 metri di lunghezza che la Lega Navale Italiana, di cui era socio, patrocinò. Con lui, l’altro componente dell’equipaggio dell’imbarcazione, dal significativo nome MAS (Memento Audere Semper) fu Dominici. Partita il 18 agosto 1932 dal porto di Napoli, la barca fece ritorno in Italia nel maggio del 1935, dopo avere percorso 27.775 miglia in 399 giorni di navigazione. Durante i lunghi giorni di navigazione le situazioni di pericolo e i momenti drammatici non mancarono di certo, ma il mattino del 7 giugno 1935 la goletta, risalendo a vele spiegate il Tevere, approdò alla banchina del porto di Ripa Grande a Roma, dopo essere stata festeggiata a Scaletta Zanclea, ove risiedevano i genitori del capitano Geraci.

Nel 1935, due italiani, i «marinai» Francesco Aurelio Geraci e Rosario Dominici, a bordo di un’imbarcazione a vela, la goletta MAS (Memento Audere Semper), conclusero la circumnavigazione del globo; l’impresa storica per i tempi e i mezzi usati dai due navigatori, fu patrocinata dalla Lega Navale Italiana. Geraci, nativo di Giampileri, villaggio della riviera sud di Messina, che fu anche ufficiale della Regia Marina, sacrificando tutti i risparmi del decennale lavoro marittimo a bordo ... Attilio Borda Bossana

Geraci e Dominci a bordo del MAS (Fonte: Archivio LNI).

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C he cosa scrivono gli altri «Mr. Trump’s Grand Tour in Asia»

THE ECONOMIST, THE NEW YORK TIMES, FINANCIAL TIME, NOVEMBER 11TH 2017

«Thucydides’s Trap»

«La Grande Guerra nella nuova storiografia»

J OINT F ORCE Q UATERLY, 87, 4 Q UARTER , O CTOBER 2017 - FOREIGN AFFAIRS, M AY-J UNE 2017 TH

LE CARTE E LA STORIA, A. XXIII, N. 1/2017

Ezio Ferrante

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Recensioni e segnalazioni Mario Caligiuri Andrea Sberze

Il pericolo vien dal mare Intelligence e portualità

Rubbettino Editore Soveria Mannelli 2017, Pagg. 186, Euro 14 Claudio Sicolo

Le onde smarrite della Tenda Rossa

Ernesto Pellegrini

Storie di navi e naviganti Fatti noti, ignoti e segreti della storia sui mari

Oltre Edizioni Roma 2017, Pagg. 122, Euro 14 Lorenzo Pecchi Gustavo Piga Andrea Truppo

Difendere lÊEuropa

Storie, leggende e verità della radio nella spedizione del dirigibile Italia di Umberto Nobile al Polo Nord

Introduzione di Lucio Caracciolo

Libri Sandit Bergamo 2017, Pagg. 532, Euro 19,90

Chiarelettere Milano 2017, Pagg. 198, Euro 15

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DICEMBRE 2017 - Anno CL

DICEMBRE 2017

All’interno: PRIMO PIANO

La «Perpetua Quadriglia» delle Grandi Potenze Massimo de Leonardis

La geostrategia russa nel Mediterraneo 11

Gianluca Sardellone


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