MARITTIMA RIVISTA
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MENSILE DELLA MARINA MILITARE DAL 1868
All’interno: PRIMO PIANO
Il G7 e la libertà di navigazione Fabio Caffio
La Marina Canadese
PANORAMICA TECNICO-PROFESSIONALE
Giuliano Da Frè
MAGGIO 2017
RIVISTA
MARITTIMA MENSILE DELLA MARINA MILITARE DAL 1868
MAGGIO 2017 - anno CL
REGISTRAZIONE TRIBUNALE CIVILE DI ROMA N. 267 31 LUGLIO 1948
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L
Editoriale
o scorso 9 maggio si è tenuto a Perugia il convegno «L’Italia e il mare, tra geopolitica, sicurezza nazionale e sviluppo economico», evento principale di una giornata di studio interamente dedicata al mare e alla marittimità del nostro Paese, organizzata dall’Università degli Studi di Perugia in collaborazione con la Marina Militare. L’incontro, che aveva lo scopo di promuovere una riflessione congiunta sulle tematiche inerenti la dimensione marittima del nostro Paese e le relative linee strategiche di sicurezza ed economiche, ha visto la partecipazione del Capo di Stato Maggiore della Marina, Ammiraglio di squadra Valter Girardelli, che ha trattato il tema «Il mare come risorsa strategica per l’Italia», nonché di autorevoli esponenti del mondo accademico ed esperti del settore, in una successiva tavola rotonda dal titolo «Nel Mediterraneo, oltre il Mediterraneo, l’Italia come Paese marittimo». Il convegno si è rivelato dunque un’importante occasione per analizzare nell’arco di un solo pomeriggio i tanti e diversi aspetti legati al mare e alla sua importanza per il nostro Paese. Ne è derivato un esauriente quadro della situazione italiana nella sua dimensione marittima che ne ha messo in evidenza le risorse fondamentali per una crescita economica e uno sviluppo sostenibile, ma allo stesso tempo ne ha sottolineato i potenziali rischi sia nel campo ambientale che nel campo della sicurezza. In tal senso l’intervento del Capo di Stato Maggiore della Marina ha sottolineato, a fronte dell’attuale instabile scenario internazionale e delle complicate dinamiche politiche, economiche e sociali, come la marittimità occupi un posto centrale nella trattazione degli aspetti nazionali: «Lo sviluppo e la crescita dell’Italia passano quindi dal mare ed è necessario enfatizzare l’importanza strategica della marittimità del nostro Paese e l’esigenza che il mare venga tutelato e salvaguardato, sia come habitat naturale sia quale mezzo di interconnessione e scambio con il resto del pianeta». Per avere un’idea dell’ineludibile importanza del settore marittimo per l’Italia basterebbe pensare infatti alla sua conformazione geografica, alla sua posizione baricentrica nel bacino del Mediterraneo, all’estensione stessa della nostra Penisola, con i suoi 8.000 chilometri di coste e alla sua più che millenaria vocazione marinara, ma alcuni ulteriori dati economici sono oltremodo significativi. L’Italia, infatti, pur essendo una nazione povera di risorse energetiche e materie prime, è sostenuta da una florida economia di trasformazione che si basa principalmente sull’importazione ed esportazione via mare: dal mare provengono infatti quasi il 90% delle materie prime, l’80% del petrolio, il 42% del gas, e sempre via mare riparte dal nostro Paese il 55% dei prodotti finiti». Oltre a questo, l’Italia possiede la 13a flotta mercantile al mondo e la 4a in Europa, la 1a flotta mondiale di navi traghetto e la 2a flotta peschereccia europea, nonché un sistema portuale strategico per l’intera Europa. L’Italia, più di altri Paesi, ha dunque l’interesse e la necessità che il mare sia un luogo sicuro con linee di comunicazione la cui percorribilità sia costantemente garantita. In tal senso la tutela e la salvaguardia degli interessi nazionali è necessariamente legata alla presenza di uno strumento aeronavale della Marina, «innestato nello strumento militare interforze, versatile, sinergico ed equilibrato nelle sue componenti» come ricordato nell’ambito dell’evento dallo stesso Ammiraglio di squadra Valter Girardelli, con la consapevolezza che «la sicurezza della regione mediterranea – certo cruciale per la dimensione nazionale e europea – non può essere gestita focalizzandosi in maniera esclusiva all’interno dei suoi confini, ma deve guardare con lungimiranza sia alle cause profonde che generalmente risiedono al di fuori, sia ai potenziali mutamenti delle dinamiche globali». Tanti dunque i temi trattati, gli stessi che da sempre trovano ampio spazio e approfondimento sulla Rivista Marittima così come nel presente numero. Ne sono un chiaro esempio il problema della mobilità delle Flotte analizzato dall’ammiraglio Caffio nell’articolo «Il G7 e la libertà di navigazione», alla luce del summit di Lucca dei Ministri degli Esteri del G7, l’esame da parte del dottor Franchi delle strategie di Soft Power, meno invasive rispetto a quelle di Hard Power ma non certo meno efficaci, nonché l’interessante studio sui sottomarini italiani e il loro intimo legame con l’innovazione tecnologica, ben rappresentato nel progetto U212A, e l’importante Focus incluso nella sezione delle Rubriche sulla Pirateria marittima. Quest’ultima ha visto infatti negli ultimi mesi una significativa recrudescenza nel Corno d’Africa suscitando nuovamente l’attenzione da parte della comunità internazionale e generando nuovi segnali d’allarme da non sottovalutare. Stefano Romano Rivista Marittima Maggio 2017
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Sommario PRIMO PIANO
8 Il G7 e la libertà di navigazione Fabio Caffio
SAGGISTICA E DOCUMENTAZIONE
52 Hermanh Kanh Renato Ferraro
58 Oman, una talassocrazia arabo-africana Massimo Iacopi
16
Soft Power tra comunicazione e sicurezza nazionale Massimo Franchi
STORIA E CULTURA MILITARE
64
Economia e guerra marittima: i conflitti angloolandesi
Francesco Frasca
22 Il caso Vietnam nella geopolitica americana del sud-est asiatico Gianluca Sardellone
PANORAMICA TECNICO-PROFESSIONALE
28 I sottomarini italiani e l’innovazione tecnologica Manuel Moreno Minuto
74 L’affondamento dell’HMS Bonaventure Marco Gemignani
RUBRICHE
36 La Marina Canadese Giuliano Da Frè
46 Ballast water Convention
Aurelio Caligiore-Daniela Falcone Rivista Marittima Maggio 2017
82 Osservatorio internazionale 95 Marine militari 104 Marine mercantili 110 Scienza e tecnica 117 Nautica da diporto 119 Che cosa scrivono gli altri 122 Recensioni e segnalazioni 5
RIVISTA
MARITTIMA
Mensile della Marina dal 1868
EDITORE
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Capitano di Vascello Stefano Romano CAPO REDATTORE
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Nave LUIGI RIZZO (F 595) e Nave AMERIGO VESPUCCI in navigazione (foto Manco).
A questo numero
Ammiraglio Ispettore (ris) Fabio Caffio Dottor Massimo Franchi Dottor Gianluca Sardellone Capitano di fregata Manuel Moreno Minuto Dottor Giuliano Da Frè Capitano di vascello Aurelio Caligiore Sottotenente di vascello Daniela Falcone Ammiraglio Ispettore Capo (ca) Renato Ferraro Generale di Divisione (ris) Massimo Iacopi Professor Francesco Frasca Professor Marco Gemignani Dottor Enrico Magnani Capitano di vascello (aus) Francesco Chiappetta Dottor Luca Peruzzi Contrammiraglio Pietro Verna Tenente di vascello Eugenio Tatulli Contrammiraglio Claudio Boccalatte Contrammiraglio (aus) Stephan Jules Buchet Contrammiraglio (ris) Ezio Ferrante Professor Mariano Gabriele Dottor Andrea Tirondola Professor Umberto Leanza Contrammiraglio (ca) Franco Prosperini Rivista Marittima Maggio 2017
PRIMO PIANO
Il G7 e la libertà di navigazione
Il problema della Mobilità delle Flotte e la sicurezza marittima
Il G7, che in occasione della presidenza italiana nell’anno in corso sta riunendo il 26-27 maggio a Taormina i Capi di Stato e di Governo dei Paesi con le 7 economie più avanzate della Terra, ha già visto incontrarsi a Lucca, lo scorso 10-11 aprile, i Ministri degli Esteri degli stessi Paesi (Canada, Francia, Germania, Giappone, Italia, Regno Unito, Stati Uniti d’America) unitamente all’Alto Rappresentante dell’Unione Europea. Nell’ambito della riunione di Lucca sono state affrontate tutte le principali tematiche che hanno un impatto sulla pace globale e sulla sicurezza e tra esse un’importante parte nella Dichiarazione finale è stata dedicata alla Sicurezza Marittima.
Fabio Caffio (*)
Dichiarazione di Lucca
«Ribadiamo il nostro impegno a mantenere la libertà di navigazione e sorvolo così come altri diritti, libertà e usi del mare che siano legittimi a livello internazionale». Questa è la solenne dichiarazione contenuta nel paragrafo dedicato alla Sicurezza Marittima del Comunicato congiunto emanato al termine della riunione dei Ministri degli Esteri del G7 tenutasi a Lucca, il 10-11 aprile 2017 (1). Analogo era stato il tono di simili testi di altre riunioni del G7, quale quella di Hiroshima del 10-11
aprile 2016 (2) che esplicava in forma più articolata il principio nel seguente passaggio: «We reiterate our commitment to the freedoms of navigation and overflight and other internationally lawful uses of the high seas and the exclusive economic zones as well as to the related rights and freedoms in other maritime zones, including the rights of innocent passage, transit passage and archipelagic sea lanes passage consistent with international law». Dal testo riportato nel Riquadro, risulta chiaramente che i membri del G7 si sono riferiti, nel riaffermare il loro impegno nel mantenimento della
(*) Ufficiale della Marina Militare, in riserva, esperto di Diritto Internazionale Marittimo. Come tale collabora con varie riviste e con istituzioni accademiche. ˚ socio dellÊIstituto Affari Internazionali (IAI). 8
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SOFT POWER PRIMO PIANO
tra comunicazione e sicurezza nazionale
L’adozione da parte di molti paesi di strategie di Soft Power, considerate meno invasive e più etiche rispetto a quelle di Hard Power, potrebbe celare un approccio manipolativo attraverso il quale uno Stato Nazione cerca di perseguire, nell’ombra, comportamenti non sempre etici.
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Massimo Franchi (*)
e grandi potenze, siano esse democratiche o meno, hanno compreso quanto la capacità di influenzare alleati e nemici — «attraverso la cultura, i valori e le istituzioni politiche» (1) — sia fondamentale nell’era della globalizzazione e della comunicazione di massa. Per prime sono state le dittature a capire l’importanza dell’uso dei mezzi di comunicazione nella propaganda per la mobilitazione delle masse facendone però un impiego distorto e teso alla distruzione e non ad altra creazione che non sia stata quella del consenso. Centrale nel loro comportamento è sempre stato il sistema di minaccia che nel tempo si è evoluto e ha superato le canoniche quattro reazioni: sottomissione, sfida, contro minaccia e integrazione. In tale sistema le reazioni dei giocatori, a seconda del risultato a somma
negativa o positiva generato, hanno posto l’attenzione sulla credibilità della minaccia, quale fattore essenziale per ottenere quanto voluto, e sul concetto di stabilità, o instabilità per alcuni studiosi (2), del sistema. Inoltre, ogni stato nel tempo si è dotato di elementi di minaccia, non solo il sistema di sicurezza e difesa, da impiegare nei negoziati e nelle relazioni con gli altri paesi. Ogni tradizionale sistema di minaccia ha dovuto considerare: spesa pubblica elevata, sostenibilità nel lungo periodo e instabilità del sistema. Da queste considerazioni alcuni studiosi (3) hanno considerato l’integrazione quale risposta migliore a un qualsiasi sistema di minaccia, secondo una logica che è stata fatta propria per la risoluzione di molte tematiche dalle potenze occidentali. Oggi, la Cina sta cercando di scalzare gli Stati Uniti nel terreno di influenza globale attraverso il quale gli
(*) Consigliere strategico e docente a contratto, è giornalista pubblicista, già fondatore e direttore della rivista Capitale Intellettuale. Subject Matter Expert in Tecniche di Negoziazione presso NRDC-ITA e membro della delegazione italiana presso la Gaminger Initiative, è laureato magistrale con lode in Scienze Politiche e diplomato nei Master in Governance Politica e Geopolitica. 16
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PRIMO PIANO Visita dell’ex presidente americano Obama ad Hanoi nel maggio 2016.
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Il caso Vietnam nella geopolitica americana del sud-est asiatico
Gianluca Sardellone (*)
n nuovo corso potrebbe caratterizzare i rapporti tra Stati Uniti e Vietnam e confermare l’importanza di questo paese nella geostrategia statunitense del III Millennio: la visita ad Hanoi dell’ormai ex Presidente Obama, avvenuta nel maggio 2016 ha, infatti, chiuso un processo di ri-avvicinamento iniziato negli anni Novanta consentendo, forse, il definitivo superamento di quella «sindrome del Vietnam» che affliggeva gli Stati Uniti dagli anni Settanta, dopo il fallimentare intervento militare deciso da Kennedy prima e Johnson poi. Essa, inoltre, ha segnato un ulteriore aspetto della cosiddetta reset-policy che, in nome della discontinuità con le scelte delle precedenti Amministrazioni, aveva permesso agli Stati Uniti di ri-attivare i rapporti con Cuba (dopo mezzo secolo di contrapposizione seguita alla rivoluzione castrista) e
avviare un cauto dialogo strategico con l’Iran (in cima alla demonologia americana dopo la rivoluzione degli ayatollah nel 1979 e inserito tra gli Stati-canaglia finanziatori del terrorismo). Il nuovo corso con il Vietnam è frutto del mutato contesto strategico nel sud-est asiatico, dove crescente appare la pressione della Cina ed evidente il ri-acutizzarsi delle rivalità tra i vari attori statuali. Ma, al contempo, è parte del cosiddetto «pivot to Asia» o ri-equilibrio asiatico nella politica statunitense, emerso dopo la pubblicazione, nel 2011, di uno studio significativamente intitolato America’s Pacific Century che individuava nell’Estremo Oriente l’epicentro dei futuri equilibri globali e nella Cina l’avversario da contenere. Gli Stati Uniti, infatti, per rafforzare il proprio ruolo regionale, hanno approfondito gli accordi con i vari alleati regionali, creato nuove partner-
(*) Analista strategico e Dottore di Ricerca in Studi strategici e difesa della pace. Laureato in Scienze Politiche (indirizzo Internazionale) presso la LUISS-Guido Carli di Roma con la votazione 110/110. Ricercatore militare prima e civile poi per il Centro Militare Studi Strategici (CeMiSS), dal 1999 collabora con lo Stato Maggiore della Difesa. Nel 2003 è vincitore di un concorso pubblico per Dottorato di Ricerca in Studi strategici e difesa della pace presso la Libera Università San Pio V di Roma. ˚ autore di numerosi saggi e articoli sui temi della geopolitica, della sicurezza e dellÊintelligence apparsi su Informazioni della Difesa, Rivista Marittima, Analisi Difesa, Limes-Rivista Italiana di Geopolitica e altre riviste del settore. 22
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PANORAMICA TECNICO-PROFESSIONALE Il sottomarino VENUTI della Classe «Todaro II Batch» in navigazione.
I sottomarini italiani e l’innovazione tecnologica
Manuel Moreno Minuto (*)
Dal dopoguerra all’U212A, un’occasione continua per il sistema Paese
(*) Capitano di Fregata, appartenente alla Componente Subacquea, è il Capo Reparto Operazioni del Servizio Addestramento del Comando Flottiglia Sommergibili. Entrato in Accademia Navale nel 1994, dopo aver conseguito la specializzazione in armi subacquee ha comandato nel 2008 il cacciamine Sapri e dal 2010 al 2013 è stato al comando del sommergibile Gazzana Priaroggia. Nel corso del 2014-15 ha frequentato il 17°o corso ISSMI e il corso di Consigliere Giuridico delle Forze Armate presso il CASD di Roma. Dal 2013 al 2016 è stato impiegato presso la Centrale Operativa Marittima della Squadra Navale nella gestione di tutte le attività nazionali e fuori area della Marina. Collabora con la Rivista Marittima e lÊUfficio Storico della Marina dal 2006. 28
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PANORAMICA TECNICO-PROFESSIONALE
La Marina Canadese A Mari Usque Ad Mare ... (Motto nazionale) Giuliano Da Frè (*)
Ritorno al futuro
Il 10 marzo 2017, la Royal Canadian Navy (1) ha dato l’addio all’ultimo pezzo della flotta costruita tra gli anni Cinquanta e gli anni Settanta per fronteggiare le esigenze legate alla Guerra Fredda, col disarmo del cacciatorpediniere lanciamissili Athabaskan, ultima unità ancora in servizio della classe «Iroquois». Tra il 1955 e il 1964 furono immesse in servizio 20 fregate di quattro classi similari (ispirate alle robuste e affidabili Type 12 britanniche), ottimizzate per la guerra antisom, che si affiancavano ad alcuni caccia di scorta della Seconda guerra mondiale radicalmente trasformati. Destinate almeno sulla carta a operare al di fuori del raggio d’azione degli aerei sovietici, queste navi (rimaste in servizio mediamente più di 30 anni: l’ultima è stata radiata nel 1998) erano quasi prive di armamento contrae-
Immagine aerea da destra a sinistra della HMCS ALGONQUIN, HMCS PROTECTEUR e HMCS ST-JOHNS durante un’esercitazione di rifornimento (Fonte: navy-marine.forces.gc.ca).
reo, se si eccettua qualche cannone automatico radar asservito, e solo 2 furono più tardi equipaggiate con missili antinave e CIWS per partecipare alla Guerra del Golfo nel 1990-1991. Negli anni Sessanta, anche per ovviare alla prossima radiazione della portaerei Bonaventure, era stata progettata una classe di caccia antiaerei, benché equipaggiati solo con sistemi di difesa di punto. I 4 «Iroquois», entrati in servizio nel 1972-1973, sono poi stati radicalmente modificati negli anni Novanta grazie al programma TRIBAL, portandoli allo standard di difesa aerea più avanzato grazie a un sistema a lancio verticale per missili a lunga e media gittata, CIWS e cannone «Compatto SR» della OTO Melara da 76/62 mm. Contemporaneamente, veniva aggiornata quella che da mezzo secolo è la spina dorsale delle flotte da guerra,
(*) Giornalista classe 1969, dal 1996 collabora con varie testate specializzate nel settore militare tra cui RID · Rivista Italiana Difesa, Focus Wars e Rivista Marittima. Dal 2002 analista navale per i web magazine Analisi Difesa e Portale Difesa, ha scritto circa 300 articoli dedicati soprattutto alla storia militare, ai conflitti internazionali e allo sviluppo delle forze armate di tutto il mondo. Con Odoya ha pubblicato ÿLa marina tedesca 1939-45Ÿ (2013) e ÿStoria delle Battaglie sul mareŸ (2014), cui è seguito nel 2015, per la Newton Compton, ÿLe grandi battaglie della Prima guerra mondialeŸ e nel 2016 ÿI grandi condottieri del mareŸ. 36
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PANORAMICA TECNICO-PROFESSIONALE
Ballast water Convention
L’acqua di zavorra e le implicazioni per le navi mercantili e le infrastrutture portuali
L
Aurelio Caligiore (*) - Daniela Falcone (**)
a «ballast water», ovvero l’acqua di zavorra, è quell’acqua necessaria a dare stabilità alle imbarcazioni nel corso della navigazione o durante le operazioni di carico e scarico delle merci trasportate (Figura 1). A livello globale è stato stimato che le navi trasferiscono ogni anno dai 3 ai 5 miliardi di tonnellate di acque di zavorra. Essa viene generalmente prelevata in una zona sotto la costa e scaricata nel porto di destinazione. Durante tali processi di carico e scarico, si assiste a una migrazione di specie «alloctone», sedimenti e microrganismi (batteri, piccoli invertebrati,
uova e larve), che costituisce attualmente una delle principali emergenze ambientali ed è considerata la seconda causa di perdita di biodiversità a scala globale. Lo scopo principale della comunità scientifica internazionale, è attualmente quello di calcolare le possibilità di sopravvivenza di una specie durante un viaggio e di quantificare la probabilità che questa specie colonizzi le acque di arrivo. Le tratte più a rischio sono quelle di media/lunga distanza: nei lunghi itinerari infatti si assiste a una selezione naturale della fauna marina, mentre nei brevi viaggi l’acqua di zavorra sfocia
(*) Capitano di vascello in servizio attivo, ricopre lÊincarico di Capo del Reparto Ambientale Marino presso il Gabinetto del Ministro dellÊAmbiente e della Tutela del Territorio e del Mare. Laureatosi in Scienze Biologiche, presso lÊUniversità degli Studi La Sapienza di Roma, entra, nel 1988, in Accademia Navale per il corso Ruoli Normali del Corpo delle Capitanerie di Porto. Dal 2003 al 2005, ha ricoperto lÊincarico di Esperto Nazionale Distaccato presso la Commissione Europea, Direzione Generale Ambiente – Unità Protezione Civile e Antinquinamento Marino. (**) Laureata nel 2006 in Biotecnologie mediche farmaceutiche e veterinarie, presso lÊUniversità ÿMagna GraeciaŸ di Catanzaro con il massimo dei voti. Ha conseguito il Dottorato di ricerca in oncologia medica nel 2008 presso la stessa Università, iscritta al IV anno di specializzazione in Biochimica clinica presso lÊuniversità ÿFederico IIŸ di Napoli. Nel 2016 vince il concorso per Allievi Ufficiali in Ferma Prefissata e frequenta il XV corso di formazione presso lÊAccademia Navale di Livorno. Da Maggio 2016 in servizio presso il Reparto Ambientale Marino del Corpo delle Capitanerie di Porto-Guardia Costiera, come addetto al I ufficio ÿAree Marine ProtetteŸ. 46
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SAGGISTICA E DOCUMENTAZIONE
Guerra e pace nel pensiero contemporaneo
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Renato Ferraro (*)
Herman Kahn Thinking about the Unthinkable
uando, sul fascicolo della Rivista Marittima del gennaio 2012, diedi inizio a questa serie di profili di pensatori (1) che hanno meditato e scritto sul mistero del binomio irriducibile guerra/pace, mi ripromisi (e promisi) di non indagare i «filosofi militari», cioè quei professionisti della guerra (oggi: della pace) che si sono interessati di etica, deontologia professionale, strategia, ecc... Lo scrittore di cui scrivo oggi, comunque non un militare di mestiere, direi che è al limite tra strategologia e «filosofia» (sia pure tra virgolette). Il suo discorso, partendo da dati oggettivi, si sviluppa fino a — ap-
punto! — pensare l’impensabile; che è poi, in un certo senso, proprio il mestiere del filosofo. Herman Kahn nacque nel 1922 nel New Jersey da una coppia di Ebrei immigrata negli Stati Uniti dall’Europa Orientale. Frequentò la Facoltà di fisica presso l’Università di California. Durante la seconda guerra mondiale servì nella US Army come telefonista, in Birmania. Dopo il congedo tentò varie strade — fra l’altro, ma senza molta convinzione, nel mercato immobiliare — trovando finalmente un impiego stabile presso la RAND (Research ANd Development) Corporation, un think tank costituitosi in Santa Monica e finanziato dal-
(*) Ammiraglio Ispettore Capo in congedo assoluto, già Comandante Generale delle Capitanerie, è laureato in giurisprudenza e scienze politiche e ha frequentato lÊISMI e lo IASD. Dal 1986 al 1992 è stato vice-capo di gabinetto di tre Ministri della Marina Mercantile succedutisi nel tempo. Ha insegnato economia marittima nellÊUniversità Statale di Cassino. Dopo il congedo (1999) ha conseguito tre master di II livello in Peace Building Management presso la Pontificia Facoltà Teologica San Bonaventura. Ha pubblicato alcune centinaia di articoli e recensioni sulla Rivista Marittima e su altre riviste specializzate. Collabora con la Rivista Marittima dal 1977. Suona il basso-tuba nella prestigiosa Statuario Band di Roma. 52
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SAGGISTICA E DOCUMENTAZIONE Una veduta di Muscat (Fonte: corriere.it).
Oman, una talassocrazia arabo-africana
L’impero coloniale omanita e il controllo del Golfo Persico e Oceano Indiano tra ‘700 e ‘900
Stato che vive quasi di rendita e membro fondatore del Consiglio di Cooperazione del Golfo (CCG), il sultanato dell’Oman rappresenta un crocevia discreto di tutte le iniziative di soluzione delle crisi nella regione. A volte vicino a Teheran e altre volte vicino a Washington, esso sviluppa una politica estera originale che si inserisce in una lunga storia africana e indiana di questo paese, la cui identità è profondamente ancorata nell’Oceano Indiano.
L’
Massimo Iacopi (*)
Oman, posto alla giunzione del Mashrek e dell’India orientale, coltiva oggi la sua specificità di Stato intermedio. Con una superficie di 309.500 km2 per una popolazione di 4 milioni di abitanti, il territorio omanese si presenta come un insieme massiccio e desertico, posto all’estremità orientale della penisola Arabica, separato da quest’ultima dall’immenso e ostile deserto del Rub al Khalil (il quartiere vuoto).
Contrariamente a tutte le altre monarchie del Golfo, le cui origini sono legate all’evoluzione delle tribù del Neged, al centro dell’Arabia, l’Oman si distingue per il suo carattere quasi insulare. È questa singolarità che l’ha spinto a guardare verso il largo e ha fatto in modo che la sua storia sia stata forgiata in primo luogo dall’Oceano Indiano, la Persia, l’Asia del Sud e dall’Africa, piuttosto che dall’interno delle terre arabe.
(*) Generale di Divisione dellÊEsercito Italiano in riserva. Laureato in Scienze Strategiche e specializzato in Geopolitica, socio di numerosi sodalizi tra i quali lÊIstituto di Storia nautica portoghese e Reggente di un sistema premiale riconosciuto dal Ministero della Difesa. Autore di pubblicazioni a carattere Storico Militare e di numerosi articoli di stampa su argomenti di carattere vario, pubblicati su periodici a livello nazionale e su giornali e periodici a livello regionale. Insignito del Premio Giornalistico Internazionale INARS Ciociaria, sezione scrittori nel 2007, collabora con la Rivista Marittima dal 2008. 58
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Economia e guerra marittima: i conflitti anglo-olandesi STORIA E CULTURA MILITARE
N
Francesco Frasca (*)
el Seicento la distribuzione e la diversificazione territoriale del colonialismo olandese puntava al controllo di aree strategiche in America, in Africa e in Estremo Oriente, nel quadro della nuova economia mondiale, dove i mercati s’integravano in uno scambio planetario. Una tale situazione favorì in Olanda un rapido sviluppo economico, finché Francia e Inghilterra, in quel tempo indebolite dalle lotte intestine, non poterono assumere la posizione che la Spagna non era più in grado di mantenere. In questo contesto il potere marittimo olandese sorse con il commercio e si sviluppò rapidamente nel Seicento, grazie alla politica d’espansione coloniale della Compagnia
Jan Abrahamsz Beerstraaten (1622-1666). La battaglia di Scheveningen il 10 agosto 1653, durante la prima guerra anglo-olandese. Nel mezzo la BREDERODE, ammiraglia olandese di Maarten Tromp combatte contro l’ammiraglia inglese RESOLUTION sotto il comando dell'ammiraglio Monk. Rijksmuseum Amsterdam (Fonte: Wikimedia.org da rijksmuseum.nl).
delle Indie orientali. Gli anni 1600-1630 videro una rottura con il mondo marittimo e coloniale dei secoli precedenti. Gli Olandesi «avevano creato una super struttura mercantile senza acconciare una produzione, escludendo la colonizzazione nel senso moderno del termine» (1) e «nel crearle non cercarono un ampliamento dell’Impero, ma semplicemente, l’acquisizione di traffici e commercio. Tentarono la conquista solo quando spinti dalla pressione delle circostanze» (2). La disparità dei traffici marittimi tra la Marina Olandese e la Marina Inglese era dovuta in primo luogo dalle differenze dei due sistemi di trasporto e di commercio: quello inglese basato su dazi e tariffe, quello
(*) Laureato in scienze politiche presso lÊUniversità di Padova, ha conseguito a Parigi il dottorato di ricerca in sociologia (EHESS) e il dottorato di ricerca in storia moderna (Université de Paris-Sorbonne). Ha collaborato tenendo corsi di storia sociale con lÊUniversità di Roma La Sapienza e a livello internazionale ha svolto seminari di storia militare (professeur invité) alla Sorbona di Parigi (Paris IV e Paris I) e di storia marittima (Visiting Professor) allÊUniversity of Malta. ˚ stato analista di politica militare al Centro Militare di Studi Strategici. Autore di sei libri e di una settantina fra articoli e saggi è membro della Commission Française dÊHistoire Militaire (CFHM). Attualmente Visiting Professor all'International Institute for Baroque Studies, University of Malta. 64
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L’affondamento dell’HMS Bonaventure STORIA E CULTURA MILITARE
L’incrociatore leggero britannico HMS BONAVENTURE in navigazione ad alta velocità (Fonte: Collezione Fulvio Petronio).
L’azione del 31 marzo 1941 del sommergibile Ambra e l’inedito scambio epistolare fra il comandante Arillo e un ufficiale britannico (1)
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Marco Gemignani (*)
ario Arillo nacque alla Spezia il 25 marzo 1912 e il 10 ottobre 1927 divenne allievo ufficiale del corpo dello Stato Maggiore nella Regia Accademia Navale. Il 1o luglio 1932 ebbe il grado di guardiamarina e quattro settimane dopo si imbarcò sul moderno incrociatore pesante Trieste, sul quale avrebbe prestato servizio in tre periodi distinti della sua carriera (2). Dopo altre destinazioni a bordo di unità navali e aver seguito il Corso Superiore, Arillo il 30 aprile 1936 per la prima volta prestò servizio a bordo di un sommergibile, l’H 2 risalente alla Grande Guerra. Circa una settimana dopo egli si sposò alla Spezia con Maria Agnese, che gli avrebbe dato due figlie, Maria Cristina e Maria Francesca, e proseguì la sua carriera imbarcan-
dosi su varie unità fino al 18 luglio 1938 quando fu mandato nella Regia Accademia Navale in qualità di segretario agli studi, svolgendo nel suo primo anno accademico presso l’istituto livornese anche l’incarico di conferenziere di «Comunicazione» per gli allievi della prima e della seconda classe e per gli aspiranti della terza, mentre nel secondo anno fece parte pure del Consiglio di istruzione (3). Proprio a Livorno lo colse l’ingresso dell’Italia nella Seconda guerra mondiale il 10 giugno 1940 e il 5 settembre successivo Arillo venne destinato alla Scuola sommergibilisti di Pola risultando imbarcato sull’Ettore Fieramosca, che lasciò il 18 gennaio 1941 per assumere il comando dell’Ambra, battello al quale avrebbe legato indissolubilmente il proprio nome.
(*) Nato a Viareggio (Lucca) nel 1966, si è laureato con la lode presso lÊUniversità di Pisa con una tesi in ÿStoria e tecnica militareŸ. Ha poi svolto con successo il Dottorato di ricerca in ÿStoria militareŸ presso lÊUniversità di Padova e infine il Post-dottorato di ricerca in ÿScienze storiche e filosoficheŸ presso lÊUniversità di Pisa. Già cultore della materia dal 1994 al 1998 presso questÊultimo Ateneo, da circa venti anni è docente di ÿStoria navaleŸ allÊAccademia Navale di Livorno. ˚ autore di oltre centoventi pubblicazioni scientifiche in Italia e allÊestero e nel 2011 è stato nominato ufficialmente consigliere dello Stato Maggiore della Marina per la pubblicistica navale. Attualmente sta completando un volume sulla biografia dellÊammiraglio Carlo Bergamini. 74
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Osservatorio internazionale RUBRICHE
Aprile 2017
Gli altri peacekeepers
Burundi: la crisi militare (e politica)
Nel mese di marzo, l’ONU ha reso pubblico lo Strategic Outlook per il 2017 dell’Ufficio dello Stato di diritto e Istituzioni di Sicurezza (OROLSI, Office of Rule of Law and Security Institutions), ...
Da due anni, la rinnovata crisi del Burundi mostra pochi segni di risoluzione. La polarizzazione politica ed etnica sta ora lacerando l’integrità e la neutralità delle forze armate, ...
La crisi yemenita continua a peggiorare nel silenzio mediatico. Le operazioni si stanno concentrando nell’area centromeridionale dello Yemen. Ora le forze della coalizione a guida saudita ...
La regione a cavallo dello stretto di Bab-el Mandeb vede il crescente interesse di molti paesi, vicini e lontani. Dopo la Francia, Gran Bretagna e Italia, protagonisti dell’era coloniale, vi si sono alternati ...
Guerra umanitaria nello Yemen?
Il silenzio è d’oro
Spesso il non detto conta di più di quello apertamente citato. Quello che il segretario della Difesa statunitense Jim Mattis non ha detto sta echeggiando in tutto il Medio Oriente. Il 22 aprile, Mattis ...
Ora basta
Avanti un altro
Un nodo gordiano
Come è diventato normale in tempi confusi come i presenti vi sono tendenze contrastanti e alleanze difficili da definire. Il Medio Oriente e le regioni circonvicine vedono una proliferazione ...
Una nuova primavera
Il Presidente turco Recep Tayyip Erdoğan confortato (sic) dal voto del referendum che gli assegna enormi poteri esecutivi e legislativi, ha alzato nuovamente il tono contro il crescente aiuto americano ...
Le cose sembrano andare male per la famiglia regnante saudita. Un movimento di opposizione che si fa chiamare «Movimento del 21 aprile», aveva chiamato i cittadini del regno a scendere in piazza ...
La NATO sta prendendo in considerazione di aumentare in termini numerici la sua forza militare in Afghanistan, dove sta aiutando le truppe locali nella lotta contro gli insorti islamisti....
FOCUS: Pirateria Marittima: il rischio nel Corno d’Africa rimane alto. L’allarme dalle Nazioni Unite
Una guerra senza fine?
La Russia si espande (ancora) nell’Artico
L’espansione e il rafforzamento militare russo negli scacchieri settentrionali, subartici e artici, sembra inesauribile. Giornalisti sono stati invitati alla base Alakurtti, che si trova a 400 chilometri ...
Enrico Magnani
Il recente dirottamento di una petroliera a opera di pirati, avvenuto il 13 marzo 2017 al largo della costa della Somalia (1), seguito poi da altri casi sempre nei confronti di imbarcazioni in navigazione ... Francesco Chiappetta
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Marine militari RUBRICHE
AUSTRALIA Completate le prove a mare della MV Sycamore CINA Varo della prima portaerei «Made in China» EGITTO Arrivo del primo «Tipo 209/1400»
FINLANDIA Assegnato il contratto per il programma «Squadron 2020» FRANCIA Consegnata la fregata Auvergne (D 654)
Assegnato il contratto per il programma FTI
GIAPPONE Radiazione del caccia Kurama (DDH 144)
Entrata in servizio dell’unità MCM Awaji (304)
GRAN BRETAGNA Battezzato il primo OPV seconda serie …
Varo del quarto SSN classe «Astute» …
… assegnato il contratto per la sesta unità Nuovi sistemi missilistici e supporto
ITALIA Consegnata la fregata Luigi Rizzo (F 595)
Varato il troncone prodiero dell’LSS Vulcano
Nave Carabiniere (F 593) partecipa a LIMA 2017
Nave Vespucci parte per la campagna d’istruzione 2017
RUSSIA Ultime prove per la fregata Admiral Gorshkov
SINGAPORE Ritiro dal servizio dell’unità Independence (87)
STATI UNITI La portaerei Ford (CVN 78) completa le prove a mare Ai lavori le unità addestrative dell’Accademia
Marine mercantili
… taglio lamiera per l’ultimo della classe
RUBRICHE
Luca Peruzzi
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Via libera alla disciplina europea dei servizi portuali
ssp.) (16) può configurare l’ipotesi di inquinamento ambientale di cui all’articolo 452-bis ...
La Corte di Cassazione «in soccorso» delle Oloturie
La Corte Cassazione ha condiviso la tesi del Tribunale del riesame, incentrata essenzialmente sulla relazione del C.N.R. - Istituto per l’Ambiente Marino ...
La completa integrazione dei porti in catene di trasporto e logistiche ininterrotte è necessaria per contribuire alla crescita e a un utilizzo e funzionamento ...
La pesca indiscriminata delle oloturie (Holothuria
Rivista Marittima Maggio 2017
La sentenza
Pietro Verna
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Marine mercantili RUBRICHE
Mai più equipaggi abbandonati a se stessi
In vista della 104a sessione del Legal Committee dell’IMO di fine aprile, i Segretariati di tale organizzazione internazionale e dell’ILO hanno ...
Valletta Declaration
Ricercare ed estrarre idrocarburi in mare è un «affare di Stato»
Nella sentenza n. 39 depositata il 24 febbraio scorso, la Corte costituzionale ha avuto modo di rimarcare come spetti allo Stato, in via esclusiva, assumere le determinazioni in materia di prospezione, ricerca e coltivazione di idrocarburi ...
Scienza e tecnica
È arrivata pure la «benedizione» di Niels Smedegaard, attuale presidente dell’ECSA, sulla Dichiarazione che i Ministri dei trasporti europei ...
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RUBRICHE
I GRANDI TECNICI DELLA MARINA MILITARE: IL PROFESSOR UGO TIBERIO, IDEATORE DEL RADAR ITALIANO Negli scorsi numeri di questa rubrica abbiamo iniziato una serie di articoli dedicati ai grandi tecnici e scienziati della Marina Militare, trattando le figure di Benedetto Brin (1), Giancarlo Vallauri (2), Giuseppe Rota (3), Domenico Chiodo (4), Umberto Pugliese (5), Vittorio Emanuele Cuniberti (6) e Edoardo Masdea (7).
Nautica da RUBRICHE
Eugenio Tatulli
Questi personaggi possono essere inquadrati in diversi filoni, corrispondenti ad altrettanti aspetti tecnologici d’interesse della Marina. La maggior parte dei nostri ...
Claudio Boccalatte Il Professor Ugo Tiberio in divisa da uffi-
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ciale delle Armi Navali (Fonte: archivio storico del CSSN/ITE).
diporto
NUOVO RECORD DI CIRCUMNAVIGAZIONE A VELA IN SOLITARIO
Il giorno di Natale, Thomas Coville, al timone del maxi-trimrano Sodebo Ultim’, ha tagliato il traguardo al termine del suo quinto e fruttuoso tentativo per stabilire il record di circumnavigazione a vela in solitario. Partito il 6 novembre da Ouessant (Francia), vi è ritornato dopo 49 giorni, 3 ore, 7 minuti e 38 secondi di dura navigazione manovrando un gigante di 31 m...
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Stéphan Jules Buchet
Rivista Marittima Maggioo 2017
C he cosa scrivono gli altri «Arabia (non solo) Saudita»
«Imperi a distanza» e «La fine dell’epoca atlantica»
ASPENIA, N. 75, 2016 · FOREIGN AFFAIRS, JANUARY/ FEBRUARY 2017
LIMES RIVISTA ITALIANA DI GEOPOLITICA N. 3/2017
«I fantasmi del 1917» LA REPUBBLICA, 2 FEBBRAIO 2017
Ezio Ferrante
Recensioni e segnalazioni continua a leggere ... RUBRICHE
Sergio Romano
Guerre, debiti e democrazia Breve storia da Bismarck a oggi
Nazario Sauro Storia di un marinaio
Editori Laterza, Bari-Roma 2017, Pagg. 117, Euro 14,00
La Musa Talìa Venezia 2016, Pagg. 512, Euro 18,00
Cosimo Risi Alfredo Rizzo
Federico Gennaccari Salvatore Grillo
LÊEuropa della Sicurezza e della Difesa Editoriale Scientifica 2016, Pagg. 336, Euro 22,00 Rivista Marittima Maggio 2017
Romano Sauro con Francesco Sauro
100 Personaggi della storia del volo Pionieri - Eroi Costruttori Marina - Esercito Aeronautica dalla mongolfiera allo spazio Fergen Editore Giugno 2016, Pagg. 240, Euro 15,00
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