Maggio 2018

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MARITTIMA SPED. IN ABB. POSTALE - D.L. 353/03 (CONV. IN L. ART. 1 COMMA 1 N° 46 DEL 27/02/04) - PERIODICO MENSILE 6,00 €

MENSILE DELLA MARINA MILITARE DAL 1868

E

* RIVISTA MARITTIMA *

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RIVISTA

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MAGGIO 2018 - Anno CLI

MAGGIO 2018

All’interno: PRIMO PIANO

L’Italia di fronte a un mondo sempre più instabile Germano Dottori

Riflessioni sul concetto di interessi strategici nazionali Paolo Casardi

Lo strumento navale 5

Ferdinando Sanfelice di Monteforte


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Sommario PRIMO PIANO

6 L’Italia di fronte a un mondo sempre più instabile Germano Dottori

64 Milioni di gocce costituiscono un oceano: la modellizzazione navale del Life Cycle Cost Carlo Aliberti - Paolo Tresca SP

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EC

Riflessioni sul concetto di interessi strategici nazionali

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Paolo Casardi

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SAGGISTICA E DOCUMENTAZIONE

72 Navi in cemento Mario Veronesi

STORIA E CULTURA MILITARE

28 Lo strumento navale

78 Invergordon: la «Potemkin» britannica

Ferdinando Sanfelice di Monteforte

Giovanni Armillotta

38 La «Programmation militaire» 2019-2025 Renato Giocondo

46 Intervenire, ma soprattutto prevenire: il nuovo Codice della Protezione civile Mauro Casinghini

PANORAMICA TECNICO-PROFESSIONALE

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Alla Spezia la sesta edizione di SeaFuture, manifestazione sul futuro del mare

Claudio Boccalatte LE

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TU

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Rivista Marittima Maggio 2018

RUBRICHE

86 Osservatorio internazionale 95 Marine militari 106 Marine mercantili 108 Scienza e tecnica 110 Nautica da diporto 118 Storie di mare 119 Che cosa scrivono gli altri 123 Recensioni e segnalazioni 1


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RIVISTA

MARITTIMA

Mensile della Marina dal 1868

EDITORE

UFFICIO PUBBLICA INFORMAZIONE E COMUNICAZIONE DELLA MARINA MILITARE DIREZIONE E REDAZIONE della Rivista Marittima Via Taormina, 4 - 00135 Roma Tel.: 06 3680 7248-54 Telefax: 06 3680 7249 Internet: www.marina.difesa.it/conosciamoci/ editoria/marivista/Pagine/default.aspx e-mail redazione: rivistamarittima@marina.difesa.it DIRETTORE RESPONSABILE

Il sommergibile SCIRÈ, classe «U212A - Todaro», distintivo ottico S 527, impegnato nell’esercitazione MARE APERTO con un elicottero AB212 della Marina Militare.

A questo numero hanno collaborato

Professor Germano Dottori Ambasciatore Paolo Casardi Ammiraglio di squadra (aus) Ferdinando Sanfelice di Monteforte Dottor Renato Giocondo

Capitano di vascello Daniele Sapienza

Dottor Mauro Casinghini

CAPO REDATTORE

Contrammiraglio (arq) Claudio Boccalatte

Capitano di fregata Giovanni Melle

Capitano di vascello Carlo Aliberti

REDAZIONE

Dottor Mario Veronesi

Raffaella Angelino Gianlorenzo Pesola

Dottor Giovanni Armillotta

SEGRETERIA DI REDAZIONE

Contrammiraglio (ris) Michele Cosentino

Massimo De Rosa Gaetano Lanzo

Ammiraglio Ispettore (aus) Pietro Verna

Capitano di corvetta Paolo Tresca

Dottor Enrico Magnani

Dottor Daniele Antonio Tunno UFFICIO ABBONAMENTI E SERVIZIO CLIENTI

Contrammiraglio (ris) Stéphan Jules Buchet

Carmelo Sciortino Giovanni Bontade

Ammiraglio di Divisione (ca) Giampaolo Falciai

Tel.: 06 3680 7251-48 e-mail abbonamenti: rivista.abbonamenti@marina.difesa.it SEGRETERIA AMMINISTRATIVA

Tel.: 06 3680 7254 Codice fiscale: 80234970582 Partita IVA: 02135411003

Contrammiraglio (ris) Ezio Ferrante Dottor Enrico Cernuschi Dottoressa Adriana Ricca Capitano di fregata Gianlorenzo Capano Contrammiraglio (ca) Giuliano Manzari Rivista Marittima Maggio 2018


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E D I TO R IALE

I

l controllo del mare, da un punto di vista economico, commerciale e militare, esercitato sugli spazi marittimi e sui territori in esso contenuti è stato storicamente definito con il termine di talassocrazia (dal greco mare e potere) e normalmente associato con riferimento alle grandi potenze che lo esercitarono nell’epoca classica: Atene, Cartagine, Roma. Nel corso dei secoli, ulteriori esempi di talassocrazia sono state la Repubblica di Venezia, la Lega anseatica (sull’Europa settentrionale e sul mar Baltico), sicuramente l’impero britannico per tutto il XIX secolo mentre, in tempi recenti, il termine è stato associato al potere marittimo degli Stati Uniti che hanno diviso l’intero planisfero per aree di competenza delle diverse Flotte, basate sulla potenza dei «carrier strike groups». Il termine «talassocrazia» è stato spesso associato, in termini negativi, a quello di «imperialismo» in quanto alcune peculiarità dei due concetti erano spesso considerate sovrapponibili. Al giorno d’oggi, per sgombrare il campo da speculazioni ideologiche e vivendo un periodo storico completamente diverso si ritiene più opportuno coniare il termine di «talassopolitica» da affiancare a quello di geopolitica. Sebbene per la geopolitica manchi ancora una definizione univoca e condivisa, si potrebbe, per trasposizione delle descrizioni di quest’ultima che vengono fornite da importanti dizionari, definire la «talassopolitica» come il complesso di rapporti e interazioni tra geografia marittima, relazioni internazionali, posizioni spaziali degli Stati, accessibilità al mare, accessibilità e disponibilità di risorse, presenza di mercati marittimi, linee di trasporto e infrastrutture marittime e relative propensioni terrestri, unitamente allo sviluppo di temi che riguardano i più complessi fenomeni di influenza nel mondo globale: in sintesi, dispiegare sul mare la volontà politica di uno Stato. Come ben sappiamo il nostro Paese vive di una economia principalmente di trasformazione, è fortemente dipendente dagli approvvigionamenti energetici, dalla sicurezza delle vie di comunicazioni marittime, dal commercio e dallo scambio internazionale allargato di beni e servizi. Il nostro paese ha quindi una stringente necessità di sviluppare la propria politica del mare, la «talassopolitica»: quale rinascimento moderno e contestualizzato di «potere marittimo», non già come una forma di predominio, ma come elemento funzionale agli interessi vitali della nazione sul mare o dal mare derivanti e, nello stesso tempo, sfruttare e ricavare dal mare le enormi potenzialità in esso contenute in termini di risorse, di sviluppo, di opportunità di crescita e progresso assicurandone la necessaria protezione e tutela. D’altronde, come evidenzia il Professor Dottori nel suo articolo, la trasformazione degli equilibri geopolitici mondiali sta portando a un nuovo bi-

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lanciamento degli assetti politici, economici e finanziari mondiali, a una maggiore fluidità degli allineamenti internazionali. Questo crea una maggiore vulnerabilità alle offese provenienti dal mare e sul mare e una maggiore permeabilità all’insorgere di crisi in ambito marittimo o da queste fortemente influenzate che necessitano un attento monitoraggio e un possibile attivo intervento e coinvolgimento allo scopo di tutelare gli interessi nazionali al di là delle frontiere. Concetto ben introdotto dall’ambasciatore Casardi nel suo articolo, dove pone la dimensione di tali interessi nei vari baricentri strategici mondiali, geografici, politici ed economici. Il risultato è una disamina concreta delle varie esigenze, nei suoi vari elementi costituenti con particolare riguardo alla marittimità. Ed ecco il bisogno di approfondire le diverse comprensioni dei problemi, l’esame delle priorità da assegnare agli obiettivi di politica estera, l’importanza relativa da attribuire alle varie organizzazioni internazionali di cui l’Italia fa parte e anche il valore da assegnare alle opportunità di un’economia e di una geopolitica dai confini geografici marittimi sempre più ampi e allargati. Da un punto di vista navale, la conseguenza diretta di tutto ciò, come evidenzia l’ammiraglio Sanfelice di Monteforte, è la necessità di avere uno strumento navale adeguato per fronteggiare con flessibilità e prontezza il maggior numero di sfide ipotizzabili. Uno strumento moderno, multiruolo e ad alto contenuto tecnologico, espressione delle capacità industriali e tecnologiche nazionali. Dagli articoli in primo piano di questo numero, tre elementi emergono quindi quali elementi imprescindibili per una compiuta talassopolitica nazionale: la necessità di ridisegnare i rapporti sul mare conseguenti alle scelte delle grandi potenze, necessità di individuare le priorità da assegnare agli obiettivi di politica estera e la definizione degli interessi marittimi strategici, l’esigenza di definire uno strumento navale militare nazionale moderno, flessibile e ad alto contenuto tecnologico, in grado di rispondere alle esigenze complesse del teatro marittimo globale. Questi elementi possono essere considerati i nodi embrionali, in sintesi, di una possibile strategia marittima nazionale. Nei prossimi numeri proveremo a individuarne altri con l’aiuto degli esperti che ci pregiano di voler condividere con noi il loro pensiero. In questo solco, manifestazioni internazionali come SEAFUTURE 2018 vanno nella direzione del voler affrontare uniti, come sistema Paese, le sfide marittime future nella piena comprensione che sviluppare e mantenere una solida base scientifica, tecnologica e industriale è fattore di garanzia per la tutela degli interessi nazionali. Vale quindi certamente riflettere sulla natura, gli obiettivi e gli scopi di questa prossima iniziativa che incrementeranno le sinergie, arricchiranno la conoscenza, la comprensione reciproca e la cooperazione anche con altre Marine alleate e amiche che con la loro presenza contribuiranno a dare risalto e prestigio all’evento. In tale ambito, innovazioni tecnologiche, proposte industriali, approfondimenti tematici in varie e diversificate specificità marittime e anche cooperazione internazionale strutturata, saranno tutti temi volti a incrementare lo sviluppo, la crescita e la conoscenza. Daniele Sapienza


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PRIMO PIANO

L’ITALIA

di fronte a un mondo sempre più instabile Il quadro geopolitico di riferimento per l’individuazione dei rischi e la definizione degli interessi nazionali

Germano Dottori (*)

Al centro del sistema internazionale una superpotenza più riluttante È in pieno svolgimento una trasformazione degli equilibri geopolitici mondiali che si ripercuote anche nelle regioni di maggior interesse specifico del nostro paese. Alla sua radice si collocano almeno quattro grandi fenomeni, innescati o accelerati trent’anni fa dal crollo dell’ordine bipolare che aveva contrassegnato la Guerra Fredda. Il primo di cui occorre tener conto è costituito dall’evidente cambiamento della postura internazionale degli Stati Uniti, prima potenza del pianeta, nella direzione di una minor propensità a intervenire militarmente nei teatri di crisi di scarsa rilevanza immediata per gli interessi nazionali americani. Non è una conseguenza dell’avvento di Donald Trump alla Casa Bianca, che però dovrebbe accelerarlo e approfondirlo nel corso del suo mandato. L’esito del voto dell’8 novembre 2016, in effetti, non ha (*) Docente di Studi Strategici alla Luiss, consigliere scientifico di Limes e autore di numerosi articoli e saggi.

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casardi_Layout 1 01/06/2018 09:07 Pagina 16

PRIMO PIANO

Riflessioni sul concetto di

interessi strategici nazionali

Paolo Casardi (*)

Il patrimonio italiano oltre i confini nazionali e le garanzie di sicurezza a sua protezione

(*) Ambasciatore, entra per concorso nella Carriera diplomatica, prestando servizio nelle sedi di Parigi, Maputo, Londra, Bruxelles, New York e Santiago. Conclude la carriera a Roma prima come Direttore dellÊUnità per le autorizzazioni allÊesportazione degli armamenti e infine come Ispettore Generale del Ministero e degli uffici allÊestero. Dal 2014 è socio del Circolo di Studi Diplomatici di cui è Vice Presidente.

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sanfelice_Layout 1 01/06/2018 09:12 Pagina 28

PRIMO PIANO

Lo strumento navale Compiti, ruoli e capacità necessarie di un moderno strumento navale integrato nello strumento militare nazionale

Ferdinando Sanfelice di Monteforte (*)

Cos’è uno strumento militare Una tra le attività più complicate, nel campo della strategia militare, è quella di applicare i concetti strategici, frutto di un’elaborazione intellettuale basata su teorie, per costruire uno strumento che possa poi operare in modo efficace, consentendo il raggiungimento di quei fini che i leader politici hanno stabilito. Questa attività, la «Strategia dei mezzi» è resa oggi ancora più complicata dal contesto internazionale di oggi, in cui vi sono avversari e amici, con questi ultimi, spesso, da tenere a bada più dei primi. I motivi di questa difficoltà sono, essenzialmente tre: — a parte pochi casi nella storia, nessuno strumento militare viene costruito partendo da zero. Chi deve svolgere il compito di pianificare le forze, aggiunge o sostituisce qualcosa ai mezzi e ai reparti esistenti e a volte viene costretto a toglierne qualcuno, senza sostituzione. Vi saranno quindi sempre mezzi e reparti superati, insieme ad altri nuovi. I primi, se ben concepiti a suo tempo, potranno comunque svolgere compiti secondari, per intenderci quelli che qualcuno ha definito propri delle «api operaie», mentre agli altri sarà richiesto di svolgere quelli più impegnativi; — le risorse finanziarie sono sempre insufficienti ri-

spetto ai compiti e alle ambizioni, e quindi vengono contese con accanimento dai responsabili di una o dell’altra componente. Troppo spesso, in Occidente, si è verificato che i più abili nel perorare la propria causa settoriale abbiano ottenuto di più rispetto agli altri, anche a scapito del bene comune; — ogni nuovo mezzo richiede anni per essere completato ed essere inserito in quella che viene chiamata «la linea operativa», alias le forze pronte. Dato che il tempo che intercorre tra la concezione iniziale e l’entrata in linea di un mezzo varia tra i cinque e i quindici anni, a

(*) Ammiraglio di squadra della riserva, docente di Studi Strategici allÊUniversità di Trieste (Polo di Gorizia). ˚ membro dellÊAcadémie de Marine e della giuria del Premio di strategia Amiral Daveluy ed è consulente dellÊEuropean Defence Agency. Ha pubblicato i libri Strategy and Peace, I Savoia e il Mare, La Strategia, Guerra e mare e Due secoli di Stabilizzazione, oltre a numerosi saggi di storia e di strategia per riviste italiane, americane e francesi.

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GIOCONDO_Layout 1 01/06/2018 09:17 Pagina 38

PRIMO PIANO

La «Programmation militaire»

2019-2025

La strategia pluriennale francese Renato Giocondo (*)

D

al luglio 2017, due mesi dopo la sua elezione a Presidente della Repubblica Francese, il 14 maggio, Emmanuel Macron sta operando profondi cambiamenti nel campo della sicurezza e difesa della Francia (e dell’Europa), da cui cogliere il senso e la direzione dei «semi del futuro». Il 27 marzo

2018 l’Assemblée Nationale ha approvato quasi all’unanimità il disegno di legge del precedente 8 febbraio relativo alla «Programmation militaire 2019-2025», ovvero il documento programmatico pluriennale di investimento per le Forze Armate francesi. Il processo decisionale che ha portato alla Loi de Programmation Militaire (LPM) è iniziato il 13 luglio 2017 con la rinnovata intesa franco-tedesca stretta a Parigi, un ambizioso patto che, oltre a rilevanti iniziative in materia di difesa europea, prevede una serie di pro-

(*) Analista politico-militare presso lÊUfficio dellÊAddetto Navale Italiano in Parigi dal 1968 al 2003, collabora con la Rivista Marittima dal 2006.

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casinghini_Layout 1 01/06/2018 10:28 Pagina 46

PRIMO PIANO

Intervenire, ma soprattutto PREVENIRE: il nuovo Codice della Protezione civile Mauro Casinghini (*)

L

a Marina Militare, nella sua storia, oltre a occuparsi della sua primaria missione di difesa, ha sempre assicurato un ruolo fondamentale alle attività di soccorso, a seguito di grandi calamità, sia in Italia che all’estero. Solo per citarne alcune, il

terremoto di Messina e Reggio Calabria del 1908, l’eruzione dello Stromboli e il conseguente tsunami nel 2002, fino al terremoto nel 2010, ad Haiti, dove venne mobilitata per ben due mesi la nuovissima portaerei Cavour con la sua straordinaria capacità sanitaria. Anche la pianificazione di intervento su scenari emergenziali di grande rilievo, come l’area vesuviana

(*) Direttore Nazionale del Corpo Italiano di Soccorso dellÊOrdine di Malta (CISOM), Capitano di Corvetta della Riserva Selezionata della Marina Militare, quale esperto di Protezione civile.

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BOCCALATTE SEA FUTURE_Layout 1 01/06/2018 09:32 Pagina 56

PANORAMICA TECNICO-PROFESSIONALE

Alla Spezia, sesta edizione di

SeaFuture

manifestazione sul futuro del mare

Claudio Boccalatte (*)

D

al 19 al 23 giugno 2018 si svolge alla Spezia, all’interno della base navale, la sesta edizione della manifestazione SeaFuture, organizzata da Italian Blue Growth S.r.l., insieme ai partner strategici Blue Hub, Azienda Speciale della CCIAA Riviere di Liguria, Marina Militare, Camera di Commercio Riviere di Liguria, Distretto Ligure delle Tecnologie Marine

(DLTM), Consorzio Tecnomar, European Institute for Eurasian Dialogue (EIEAD), Istituto nazionale per il Commercio Estero (ICE), Federazione delle aziende italiane per l’aerospazio, la difesa e la sicurezza (AIAD), Associazione italiana di Tecnica Navale (ATENA) e CNA (Confederazione Nazionale Artigiani). Hanno concesso il proprio patrocinio alla manifestazione i Ministeri

(*) Contrammiraglio del Genio Navale, dopo aver ricoperto lÊincarico di Direttore del CISAM di Pisa è attualmente nella posizione di aspettativa per riduzione di quadri. Entra nellÊAccademia Navale di Livorno nel 1975 e consegue con lode la Laurea in Ingegneria Navale e Meccanica presso lÊUniversità degli Studi di Genova. Collabora con varie riviste, e in particolare con la Rivista Marittima dal 1992; dal 2006 cura la Rubrica Scienza e Tecnica. ˚ Fellow della Royal Institution of Naval Architects e Presidente della Sezione della Spezia dellÊATENA (Associazione di Tecnica Navale).

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ALIBERTI-TRESCA LIFE CYCLE COST_Layout 1 01/06/2018 09:36 Pagina 64

PANORAMICA TECNICO-PROFESSIONALE

Milioni di gocce costituiscono un oceano: la modellizzazione navale del

Life Cycle Cost

Uno strumento innovativo per la valutazione della sostenibilità della Flotta

Negli ultimi anni ha acquisto sempre maggior importanza il riuscire a prevedere, fin dalla fase di progettazione, la sostenibilità di un sistema complesso durante l’intero arco di vita. Il Comando Logistico della Marina Militare italiana ha sviluppato delle capacità innovative per la valutazione del «costo del ciclo di vita» dello strumento navale Carlo Aliberti (*) - Paolo Tresca (**)

(*) Capitano di vascello laureatosi in Ingegneria Navale nel 1995 e, dopo circa 10 anni di imbarco su sommergibili e Unità di superficie, si è specializzato Ingegneria Logistica. Dal 2007 al 2011 ha prestato servizio presso lÊOCCAR Central Office di Bonn come ILS Officer, dove ha ottenuto diversi riconoscimenti per le attività innovative portate avanti nel Through Life Management. Attualmente riveste lÊincarico di Capo Ufficio Logistica Integrata presso il Comando Logistico della Marina Militare. (**) Capitano di corvetta laureatosi in Ingegneria delle Telecomunicazioni nel 2005 e, dopo circa 6 anni di imbarco, si è specializzato in System Engineering and Project Management. Attualmente è in servizio presso il Comando Logistico della Marina Militare italiana in qualità di Capo Sezione Ingegneria Logistica dove si occupa della gestione del Supporto Logistico Integrato durante le fasi del ciclo di vita delle Unità Navali.

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VERONESI - navi di cemento_Layout 1 29/05/2018 16:44 Pagina 72

SAGGISTICA E DOCUMENTAZIONE

Navi

in cemento

Mario Veronesi (*)

A

metà dell’800 appare nella costruzione navale un innovativo materiale, nato dall’inventiva di un agricoltore francese, che lo applicò per primo nella costruzione di barche: il cemento armato. Durante la Prima guerra mondiale, per la necessità di ridurre l’impiego di materiali ferrosi, furono costruite

numerose navi con scafo totalmente o parzialmente in cemento armato; in seguito, quando si normalizzò il mercato dei materiali siderurgici, tale tipo di struttura declinò per essere ripresa, nella Seconda guerra mondiale, e in tempi più recenti con criteri moderni. Joseph-Louis Lambot (1814-1887), è l’inventore

(*) Pavese classe 1949, è docente allÊUNITRE di Pavia. Collabora con i mensili Marinai dÊItalia, Lega Navale e Rivista Militare, con il quotidiano La Provincia Pavese, e il settimanale Il Ticino di Pavia. Vincitore del premio giornalistico ÿCronache di Storia 2011Ÿ, con lÊarticolo ÿDalla crisi delle città marinare italiane agli imperi mercantiliŸ. Ultimi libri pubblicati: Samurai sul Pacifico, la Marina imperiale giapponese dalle origini alla Seconda Guerra Mondiale - Dagli Zar ai Soviet, La Marina russa dal 1600 al 1939. ˚ collaboratore della Rivista Marittima dal 2005. 72

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armillotta_Layout 1 01/06/2018 10:03 Pagina 78

STORIA E CULTURA MILITARE

La baia di Invergordon (elaborazione autore).

Invergordon la «Potëmkin» britannica L’ammutinamento della Flotta Atlantica nel 1931 «Disorders in British Navy Follow Economy Pay Cut; Manoeuvers are canceled. Unrest in Army Feared. 500 Seamen, After Meeting Ashore, Sing and Dance in Warship. Older Men First Disobey. Admiralty Takes Up Grievances. Officer Files to London to Report on the TroubleNations Shocked by News».

The New York Times, September 16, 1931 78

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osservatorio_aprile_Layout 1 29/05/2018 16:52 Pagina 86

RUBRICHE

Osservatorio internazionale Aprile 2018

Stati Uniti e Turchia: F-35, nubi all’orizzonte? Tre senatori degli Stati Uniti (i repubblicani James Lankford e Thom Tillis e la democratica Jeanne Shaheen) hanno chiesto, con una proposta legislativa, di bloccare il trasferimento della tecnologia e sospendere la cooperazione per il programma Lockheed Martin F-35 Joint Strike Fighter «Lightining» II verso la Turchia, un alleato della NATO e una delle molte nazioni partners coinvolte nella produzione e acquisto del velivolo (Australia: RAAF, RAN, Corea del Sud, Danimarca, Giappone, Israele, Italia: AMI, MM, Norvegia, Paesi Bassi, Regno Unito: RAF, Royal Navy, Stati Uniti: USAF, US Navy, Marines, Singapore). Germania, Spagna: EdA, Armada, Belgio e Grecia sarebbero ugualmente interessate. La proposta arriva in un momento di pesante deterioramento delle relazioni tra gli Stati Uniti, NATO ed Europa con la Turchia, che, mentre si dichiara contro l’IS, in realtà si avvicina alla Russia e attacca le formazioni curdo-siriane, che proprio l’IS hanno contribuito a sconfiggere, liberando Raqqa dalle sue bandiere nere e dalle sue efferate violenze. I tre senatori hanno sottolineato che il presidente turco Tayyip Erdogan aveva intrapreso un «percorso

Immagine di un F35 in volo (Fonte: difesaonline.it).

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sconsiderato di governance e di disprezzo per lo stato di diritto». Bisogna aggiungere, che negli ultimi mesi, gruppi di lobbisti armeni e greci negli Stati Uniti d’America hanno richiamato l’attenzione sull’attitudine sempre più antioccidentale della Turchia, sintetizzata nella volontà di acquistare i sistemi di difesa antiaerea, di produzione russa S-400 «Triumph» (nome in codice NATO SA-21 «Growler»). Tuttavia, è troppo presto per giudicare se tale proposta sarà presa in considerazione dal Congresso. Infatti l’esclusione della Turchia — un alleato NATO e socio fondatore del programma F-35 — oltre a devastanti conseguenze politiche, porterebbe ancora più lontano Ankara dal sistema occidentale e avrebbe anche importanti ripercussioni sul programma industriale, in quanto Ankara ha la responsabilità del servizio di supporto della motoristica e di revisione del «Lightining» II in Europa.

Arabia saudita: droni da gioco o da guerra? I media occidentali hanno praticamente ignorato le vicende che sarebbero avvenute intorno al palazzo del principe ereditario Mohammad Bin Salman (MBS) nella notte tra il 21 e il 22 aprile a Ryiahd, la capitale saudita. Fonti ufficiose hanno riportato che il complesso, già in stato di allerta da mesi (come tutti i siti sensibili sauditi) per i continui lanci di missili terraterra proveniente dal non così lontano Yemen, sarebbe stato attaccato da droni armati e che il principe sia fortunosamente scampato all’attacco. L’attacco, ammesso che vi sia stato, sarebbe stato compiuto da una mezza dozzina di droni (tutti abbattuti dalla guardia personale del principe, formata da contractors stranieri e non da

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Rivista Marittima Maggio 2018


Marine_militari_Layout 1 29/05/2018 16:54 Pagina 95

RUBRICHE

Marine militari ALGERIA Imminente la consegna di un quinto sottomarino classe «Kilo Improved» Il 12 aprile sono giunti a San Pietroburgo il rimorchiatore d’altura El Moussanid e il sottomarino Akram Pacha (classe «Kilo Improved/Project 636»), destinati a scortare dalla Russia in Algeria un nuovo battello — anche classe «Kilo Improved/Project 636» — d’imminente ingresso in linea nella Marina algerina. Tale battello è il quinto di questa classe e sarà seguito da un sesto esemplare, tuttora in allestimento in Russia e di prevista consegna nell’estate di quest’anno. La decisione di acquisire queste due unità era maturata nel 2013, mentre nell’ottica della sostituzione dei battelli della precedente generazione classe «Kilo/Project 877» è prevedibile che la Marina algerina stipuli un contratto finalizzato alla costruzione per altri due battelli, da consegnare nel periodo 2020-2022. In ogni caso, grazie alla disponibilità di sei battelli classe «Kilo Improved» la Marina algerina schiererà una flotta subacquea di tutto rispetto da impiegare in Mediterraneo.

ARABIA SAUDITA Corvette spagnole per la Marina saudita Arabia Saudita e Spagna hanno siglato un accordo quadro che formalizza la costruzione, a cura della società cantieristica Navantia, di cinque corvette tipo «Avante 2200» per la Marina saudita. L’accordo, stipulato a Madrid durante una visita ufficiale del principe ereditario Mohammed bin Salman, ha un valore di circa 2,2 miliardi di euro e comprende anche il progetto per la costruzione in Arabia Saudita di un cantiere navale. Nell’ambito dell’accordo quadro, è stata creata una joint venture fra Navantia e l’ente statale saudita SAMI (Saudi Arabian Military Industries) per la realizzazione e l’integrazione dei sistemi d’arma e dei sensori — al momento non definiti — da installare sulle corvette, il cui progetto è basato su una classe di pattugliatori d’altura costruita in Spagna per la Marina ve-

Rivista Marittima Maggio 2018

nezuelana. Secondo Navantia, le unità tipo «Avante 2200» sono lunghe 98,9 metri, hanno un dislocamento di 2.500 tonnellate e sono dotate di un equipaggio di 92 uomini: le corvette possono essere equipaggiate con un elicottero da 10 tonnellate e con due gommoni veloci a chiglia rigida da 5,5, metri ciascuno. Da ricordare che le corvette «Avante 2200» — ottimizzate per il pattugliamento e la sorveglianza della zona economica esclusiva, ricerca e soccorso e protezione del traffico mercantile — rientrano nella prima fase di un programma di potenziamento navale saudita: essa sarà seguita da una seconda fase che prevede la costruzione di cinque unità note come «Multi-Mission Surface Combatant» e basate sulle Littoral Combat Ship statunitensi classe «Freedom».

AUSTRALIA Test sulle capacità d’ingaggio cooperativo I due cacciatorpediniere lanciamissili della Marina australiana Hobart e Brisbane sono diventate le prime unità non statunitensi a testare con successo la capacità d’ingaggio cooperativo, nota come «Cooperative Engagement Capability, CEC» e concepita per condividere le informazioni nell’ambito di un’architettura

I due cacciatorpediniere lanciamissili HOBART (in primo piano) e BRISBANE, impegnati con successo nelle prove di ingaggio cooperativo svolte dalla Marina australiana lungo le coste meridionali del continente (Fonte: Royal Australian Navy).

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RUBRICHE

Marine mercantili Riquadro 1

CODICE DELLA NAUTICA DA DIPORTO E TUTELA DELL’AMBIENTE Il nuovo codice della nautica da diporto tutela anche l’ecosistema marino. È quanto emerge dal decreto legislativo 3 novembre 2017, n. 229 (Revisione ed integrazione del decreto legislativo 18 luglio 2005, n. 171, recante codice della nautica da diporto), emanato ai sensi dell’articolo 1 della legge 7 ottobre 2015, n. 167 (Delega al Governo per la riforma del codice della nautica da diporto). Disposizione, quest’ultima, che delegava l’Esecutivo a disciplinare le procedure per l’approvazione e l’installazione di sistemi di alimentazione alternativi (gas di petrolio liquefatto, metano ed energia elettrica) su unità da diporto, ad adottare criteri per la gestione dei campi di ormeggio nelle aree marine protette, nelle zone di riserva generale — zone B e di riserva parziale — zone C (Riquadro 1), a rivedere la disciplina sanzionatoria, «in relazione alla gravità e al pregiudizio arrecato alla tutela degli interessi pubblici» e a semplificare gli adempimenti burocratici posti a carico dell’utenza.

Aree marine protette Le aree marine protette sono costituite da tre zone di riserva (A, B e C). Nella Zona A (riserva integrale) sono vietate tutte le attività che possano arrecare danno o disturbo all’ambiente marino (accesso, ancoraggio, pesca, balneazione, attività subacquee ecc..). Nella Zona B (riserva generale) sono consentite attività che hanno un impatto limitato sull’ambiente marino: navigazione a vela, a remi, a pedali o con propulsori elettrici; navigazione a motore a velocità non superiore ai 5 nodi, entro la distanza di 300 metri dalla costa, e a velocità non superiore ai 10 nodi, oltre la distanza di 300 metri dalla costa. Nella Zona C (riserva parziale) sono consentite le attività svolte nelle Zone A e B e altre attività di modesto impatto ambientale.

Di qui le disposizioni «green» quali gli articoli 19bis (compartimenti motori e motori alimentati con combustibili alternativi), 49-decies (campi di ormeggio attrezzati), 55-bis (sanzioni per danno ambientale) e 60

La spiaggia rosa di Budelli, nell’arcipelago della Maddalena, riserva integrale (Fonte: wikipedia.it).

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tunno - cristoforo colombo_Layout 1 29/05/2018 16:58 Pagina 1

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Scienza e tecnica IL TRANSATLANTICO CRISTOFORO COLOMBO IN UN DOCUMENTO DEL 1956

Mondo» — stampato dalle Cartiere di Ceprano e Atina e riportante materiale fotografico concesso dalla «Italia – Società di Navigazione di Genova» (costruttrice del Il Transatlantico Cristoforo Colombo è stata una fatransatlantico stesso e che è stata la compagnia di banmosa nave della «Italia – Società di Navigazione» diera nell’ambito della navigazione), descrive come utilizzata per il servizio passeggeri tra l’Italia e gli Turbonave. Il documento citato non indica espressaStati Uniti durante la metà del secolo scorso. mente una data di pubblicazione, ma è comunque riEra dotata di avanzati strumenti nautici e ha rapportabile al 1956: questo anno si desume dal fatto che presentato un vanto nell’ambito dell’industria naula nave in questione (entrata in servizio proprio in queltica italiana del secondo dopo guerra. l’anno e smantellata a Sono sempre stato afTaiwan nel 1982), viene fascinato dai viaggi in descritta, assieme alla nave e in particolare gemella Andrea Doria, dalle lunghissime attracome entrambi ancora versate sull’Atlantico operative: quest’ultima che permettevano (visto — a seguito di una colche questi — almeno inlisione — affondò protesi come servizio di prio nel 1956. linea — non esistono più La Cristoforo Codalla metà degli anni lombo viene presentata Settanta), di collegare il come una nave a doppia vecchio continente con elica, con una stazza di l’America. circa 30.000 t, una lunAncora nella metà ghezza massima fuori del secolo scorso erano tutto di 213,59 m e una questi colossi del mare immersione media a che — dopo settimane pieno carico di 9,15 m. di navigazione — daLa nave venne covano la possibilità di struita sotto la sorveviaggiare tra le due glianza speciale e per le sponde dell’Oceano: Nave CRISTOFORO COLOMBO (Fonte: Italia - Società di navigazione). più alte classi del Regiparliamo dei transatlanstro Italiano Navale, dell’American Bureau of Shipping tici. Passerà ancora del tempo prima che l’aereo si im(Stati Uniti) e del Llyd’s Register of Shipping (Inghilponga come mezzo di trasporto per arrivare nel terra) che fanno parte dell’Associazione Internazionale continente americano, mettendo così fuori gioco il tradelle Società di Classificazione, IACS), alla quale adesporto passeggeri via mare. Oggi quella modalità di trariscono — tra le altre — il Bureau Veritas (Francia) e sporto sembra così lontana pensando che in «appena» il Det Norske Veritas (Norvegia). La dotazione di stru10 ore si può volare da Milano a New York o Miami. menti nautici e di apparecchiature ausiliarie della naTra queste grandi navi spiccava la Cristoforo Covigazione era la più ricca e la più progredita che si lombo che, un documento dal titolo «Le Flotte nel

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nautica - livorno_Layout 1 01/06/2018 09:43 Pagina 110

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Nautica da diporto SETTIMANA VELICA INTERNAZIONALE – 2018 Dal 22 aprile all’1o maggio scorso si è svolta a Livorno la «Settimana Velica Internazionale – Accademia Navale e Città di Livorno», organizzata dall’Accademia Navale e dal Comune di Livorno, insieme a otto Circoli nautici dell’area labronica (1). Per la prima volta i Circoli velici della città toscana si sono costituiti in Comitato per meglio interagire con le Autorità cittadine e l’Accademia Navale nell’organizzazione dell’evento. Questa seconda edizione ha visto la partecipazione di circa 1.000 atleti, la metà dei quali giovanissimi (età compresa fra 8 e 14 anni), che hanno partecipato alle

prove in mare a bordo di circa 600 barche a vela di 13 classi differenti, cui vanno aggiunte due classi di modellini dinamici (2). Anche in questa edizione, come d’altronde eravamo abituati anche durante la manifestazione velica di primavera «Trofeo Accademia Navale e Città di Livorno», l’organizzazione dell’evento ha posto particolare attenzione ai giovani e al solidale, con regate dedicate ed eventi a terra. Quest’anno la kermesse del mare si è arricchita di due novità particolarmente gradite come il ritorno delle «vele d’epoca» e la Regata dell’Accademia Navale. Classi e Regate J 24 La sezione di Livorno della Lega Navale Italiana ha organizzato la regata che fa parte del Circuito Nazionale della classe monotipo J24. Anche quest’anno l’imbarcazione La Superba, del Centro Velico della Marina Militare di Napoli, si è classificata al primo posto dopo 8 regate. Al contrario di quanto avvenuto nella precedente edizione, l’equipaggio de La Superba ha dovuto lottare parecchio prima di avere ragione del secondo classificato Notifyme-Pilgrim. (vedasi Tabella 1) Anche per la terza posizione c’è stata una bella lotta tra Five for fifhting (terza) e Jamaica (argento nel 2017). Tabella 1

Classe J24 29 aprile-1o maggio cl. n. vel.

yacht

skipper

Circolo

p.

1 ITA 416 La Superba Bonanno Ignazio CVMM Napoli 14 2 ITA 498 Notifyme-Pilgrim Mazzoni Fabio Flotta del Lario 16 3 ITA 304 Five for Fighting De Giacomo Eugenia CCR Lauria 25

J70

Allocazione dei campi di regata della SVI (Fonte: settimanavelicainternazionale.it).

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Il Circolo Velico Antignano è stato il responsabile dell’organizzazione delle regate della prima tappa di selezione del Campionato Italiano per Club 2018 della Lega Italiana Vela (3). Dodici i circoli che hanno par-

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master_Layout 1 29/05/2018 17:01 Pagina 1

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Storie di mare IL SOMMERGIBILE ROSA Quando negli anni Sessanta, lasciato il Giada, sono imbarcato sul Torricelli, correva una leggenda, ero arrivato a bordo del sommergibile rosa. La leggenda nacque dopo il primo carenamento quando, sulla pancia del sommergibile, con sorpresa generale, apparve un tratto di pittura rosa. Al nostromo di bordo, uomo di grande cultura cinematografica, venne subito in mente il film Operazione sottoveste. Interrogata la Marina statunitense emerse che il Torricelli, ex Lizardfish, proveniente dalle Hawai, apparteneva alla classe di sommergibili protagonista di quel film. Penso che tutti l’abbiano visto o almeno sentito parlare, una commedia brillante, mirabilmente interpretata da Gary Grant e Tony Curtis costretti a convivere a bordo con tante belle infermiere. Una storia che non era solo una finzione cinematografica, infatti nel 1942 alcune infermiere dell’esercito, evacuate da Corregidor in Australia, vennero imbarcate su un sommergibile. Come pure è reale la storia del camion affondato, infatti nel 1944 durante un attacco a Minami Daito, il sottomarino Bowfin colpì per errore il molo facendo saltare in aria un autobus parcheggiato nel porto. Infine è vera anche la lettera inviata dal Comandante del gemello USS Skipjack al dipartimento della

Il sommergibile TORRICELLI ex USS LIZARDFISH nel 1960 (Fonte: wikipedia.it).

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Marina sulla inspiegabile mancanza di carta igienica sui sommergibili. Questa è la leggenda e a bordo ci credevamo, tanto che, avendo scoperto in uno stipetto un sacchetto di iuta, ci frugavamo dentro immaginando di trovare qualche indumento femminile, ma non l’abbiamo mai trovato. Però la fantasia correva libera e qualcuno sosteneva di sentire ancora a bordo il profumo di donna. Oggi tutto questo farà sorridere le sette sommergibiliste operative nella nostra Marina. Infatti nel 2015 l’Ufficiale di Stato Maggiore, Erica La locandina del film Operazione Benevento, chiese di diSottoveste (Fonte: wikipedia.it). ventare sommergibilista e da allora la Marina ha aperto la strada dei sommergibili alle donne. Lungi da me essere maschilista, ma questo giusto riconoscimento alle donne qualcosa può aver cambiato nella fantasia dei sommergibilisti. Durante le lunghe immersioni o i noiosi agguati in attesa del rumore dell’elica pesante o delle emissioni sonar del presunto nemico, il pensiero correva spesso verso le donne che immaginavamo attenderci a terra avvenenti e accoglienti. Si dirà che questo è un pensiero infantile e immaturo ma ci distraeva e ci metteva di buon umore. Ora che le donne le trovi al tuo fianco a bordo forse la fantasia si esaurisce e dobbiamo rassegnarci ad altri pensieri più profondi. Però mi dovete consentire una curiosità. Se a bordo di un sommergibile ci fossero solo donne quali fantasie avrebbero per passare il tempo? Ma so che le donne sono più mature degli uomini e di certo avranno qualcosa di meglio e di più interessante da pensare.

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Giampaolo Falciai

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MAGGIO_Layout 1 29/05/2018 17:02 Pagina 119

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C he cosa scrivono gli altri «In tema di storia e strategia navale» NAVAL WAR COLLEGE REVIEW, VOLUME 71, N. 1, WINTER 2018

Il quadrimestrale in parola ci presenta una panoplia di articoli particolarmente interessante, fra storia e attualità. In un ventaglio tematico estremamente variegato, l’attenzione critica del lettore può infatti spaziare, tra l’altro, dalla storia del potere marittimo nella Guerra del Peloponneso, la guerra epocale dell’antichità classica (431-404 a.C.) (John Nash, «Sea Power in the Peloponnesian War»), tema studiatissimo, ricordiamo, anche sulle pagine della Rivista Marittima, alla politica e strategia francese tra il Secondo Impero e la Terza Repubblica, nel periodo compreso cioè tra il 1852 e il 1914 (Hugues Canuel, «From a Prestige Fleet to the Jeune École»). In un dibattito politico e strategico che invero presenta straordinarie analogie con quanto, nel contempo, avveniva in Italia con la vexata quaestio degli indirizzi della politica delle costruzioni navali militari, anche se gli esiti saranno completamente diversi, con la vittoria in Italia delle «grandi unità corazzate», mentre in Francia prevarrà la dottrina delle «piccole navi» con la sua precettistica della guerriglia navale predicata dall’ammiraglio Aube. Dalla storia quindi alle tematiche più attuali, come l’importanza delle navi portaerei nella dottrina navale indiana (di Ben Wan Beng Ho del S. Rajaratnam School of International Studies di Singapore) alle riflessioni del Commander (Royal Navy) Kevin Rowlands sul «Riverine Warfare» (http://www.cjoscoe.org/images/Riverine_Concept. pdf), in cui si esordisce commentando il noto pregiudizio secondo il quale: «There was usually too much water for the soldiers, but not enough for the sailors».

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Né potevano mancare, visti gli interessi specifici mostrati sempre dal periodico, approfondimenti sulle «problematiche cinesi», presenti anche in questo numero con due articoli: «Getting Serious about Strategy in the South China Sea» (Hal Brands & Zack Cooper) e «Antiaccess Warfare as Strategy» (di Sam J. Tangredi, docente allo stesso NWC). Nel primo contributo, nell’analisi della cornice geostrategica e geopolitica delle petizioni di principio cinesi sul Mar Cinese Meridionale avanzate con la «9 (ovvero 10 dal 2013) Dashed Line» e i conseguenti rapporti «altalenanti» con gli Stati del relativo Rimland (cioè Taiwan, Vietnam, Filippine, Malaysia, Brunei e, più recentemente, Indonesia). Rapporti di cui si ripercorrono i momenti critici più salienti, prima di approfondire quali possano essere, in un tale contesto, le «opzioni» della strategia statunitense. In particolare, a seconda dei singoli casi di specie presi in esame: «containing or offsetting Chinese actions in the South China Sea» in difesa dei propri alleati e della libertà di navigazione, in un mare dove il valore del commercio in transito assomma, secondo le ultime stime, a ben U.S. $3.4 all’anno. Nel secondo contributo si analizza puntualmente quali in effetti possano produrre, in tempo di crisi, gli strumenti in mano agli strateghi di Pechino nell’applicazione strategica della dottrina che in Occidente si chiama A2AD, cioè AntiAccess and Area Denial. Un numero dunque particolarmente ricco che si chiude con ben undici recensioni su temi vari di storia e politica navale. E sempre sul «tasto cinese» da segnalare pure l’ultima pubblicazione monografica (n. 14, gennaio 2018, 129 pp.), edita dal NWC - China Maritime Studies Institute e intitolata China ‘s Evolving Surface Fleet, a firma di Peter

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Recensioni-MAGGIOweb_Layout 1 05/06/2018 09:31 Pagina 123

RUBRICHE

Recensioni e segnalazioni AA.VV.

Filippo Caburlotto

Geopolitica del mare Dieci interventi sugli interessi nazionali e il futuro marittimo dellÊItalia

Di nuovo rugge il leone: Venezia, DÊAnnunzio e la Prima guerra mondiale

Mursia Milano 2018, Pagg. 212, Euro 25,00

Ed. La Toletta Venezia 2015, Pagg. 215, Euro 18

Una rondine non fa primavera. Ma quando se ne avvista in volo uno stormo è legittimo chiedersi se non sia arrivata, finalmente, la buona stagione. L’agile e scorrevole antologia...

La prima incursione aerea su Venezia, durante la Grande Guerra, avvenne il 24 maggio 1915, a poco più di quattro ore dall’inizio delle ostilità. Ma la Serenissima, già da tempo, si stava preparando al conflitto.

Enrico Cernuschi

Gianlorenzo Capano

Paolo Ganz

Claudio Sicolo

La Grecia di isola in isola Orizzonti di mare sulle tracce di Ulisse

Il dirigibile „Italia‰ La sfida della radio al Polo Nord Dai sogni letterari di Gabriele dÊAnnunzio allÊimpresa di Umberto Nobile

Ediciclo Editore Venezia 2017, Pagg. 189, Euro 15,00

I libri del Borghese Roma 2018, Pagg. 247, Euro 19

Eccentrico uomo di mare, Paolo Ganz è l’autore che ti aspetti.Dopo aver letto e recensito il suo Piccolo Taccuino Adriatico ero in attesa di essere trasportata...

L’Autore è già noto ai lettori della Rivista per aver pubblicato, nel luglio-agosto 2017, l’articolo sull’introduzione della radiotelegrafia a onde corte nella Regia Marina...

Adriana Ricca

Giuliano Manzari

Pietro Palloni

Conchiglie di memoria

In sessant’anni di vela, ne accadono di cose, se ne incontrano di persone, per terra e per mare. Poi arriva il momento in cui si sente la necessità di mettere nero su bianco questi ricordi: è quello che è successo a Pietro Palloni...

Mare di Carta Venezia 2016, Pagg. 146, Euro 20,00

Raffaella Angelino

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RIVISTA

MARITTIMA MENSILE DELLA MARINA MILITARE DAL 1868

nel prossimo numero di giugno «Cina, la nuova Via della Seta»

MAGGIO 2018 - anno CLI REGISTRAZIONE TRIBUNALE CIVILE DI ROMA N. 267 31 LUGLIO 1948

Chiuso in redazione il 31 maggio 2018

Fotolito e Stampa STR PRESS S.r.l. PIAZZA COLA DI RIENZO, 85 00192 ROMA Tel. 06 36004142 Fax 06 36790133 info@essetr.it

La collaborazione alla Rivista è aperta a tutti. Il pensiero e le idee riportate negli articoli sono di diretta responsabilità degli Autori e non riflettono il pensiero ufficiale della Forza Armata. Rimaniamo a disposizione dei titolari dei copyright che non siamo riusciti a raggiungere. Gli elaborati non dovranno superare la lunghezza di 12 cartelle e dovranno pervenire in duplice copia dattiloscritta e su supporto informatico (qualsiasi sistema di videoscrittura). Gli interessati possono chiedere alla Direzione le relative norme di dettaglio oppure acquisirle direttamente dal sito Marina all’indirizzo http://www.marina.difesa.it/conosciamoci/editoria/marivista/Pagine/Normeperlacollaborazione.aspx. È vietata la riproduzione anche parziale, senza autorizzazione, del contenuto della Rivista. 128

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MAGGIO 2018

All’interno: PRIMO PIANO

L’Italia di fronte a un mondo sempre più instabile Germano Dottori

Riflessioni sul concetto di interessi strategici nazionali Paolo Casardi

Lo strumento navale 5

Ferdinando Sanfelice di Monteforte


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