Rivista Marittima - marzo 2021

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PRIMO PIANO

La politica di sicurezza e difesa comune dell’Unione europea in Libia

La missione EUBAM e l’operazione EUNAVFOR MED IRINI Matteo Bressan La possibilità per l’Unione europea di avviare missioni all’esterno dei suoi confini è stata introdotta alla fine di un lungo percorso concretizzatosi solo negli anni Novanta e che ha visto progressivamente ampliarsi la base giuridica per la sua azione sulla scena internazionale. Secondo l’articolo 42 del TUE (Tratto Unione Europea), l’Unione europea può avviare missioni civili o militari, all’esterno del suo territorio «per garantire il mantenimento della pace, la prevenzione dei conflitti e il rafforzamento della sicurezza internazionale», conformemente ai principi della Carta delle Nazioni unite. Attraverso missioni e operazioni militari, l’UE può svolgere una serie di compiti che vanno dalle missioni umanitarie al peacekeeping, dalle missioni di addestramento delle Forze armate alla lotta al terrorismo. La Politica di Sicurezza e Difesa Comune (PSDC) consente all’Unione di assumere un ruolo guida nelle operazioni di mantenimento della pace, nella prevenzione dei conflitti e nel rafforzamento della sicurezza internazionale. La PSDC è parte integrante dell’approccio globale dell’UE alla gestione delle crisi e si avvale di risorse civili e militari. Docente di Relazioni internazionali e studi strategici presso la LUMSA e la Link Campus University. Analista del NATO Defense College Foundation.

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