COVER DI LAURA LEPRI
FAVORIRE LA SOSTENIBILITÀ AMBIENTALE AI TEMPI DEL COVID-19 CON DPI E DM RIUTILIZZABILI
INTERVISTA A MATTEO NEVI, SEGRETARIO GENERALE DI ASSOSISTEMA CONFINDUSTRIA L’emendamento contenuto nell’art. 229 bis del DL Rilancio, approvato il 16 luglio 2020, prevede al comma 4-bis: “Al fine di favorire la sostenibilità ambientale e ridurre l’inquinamento causato dalla diffusione di dispositivi di protezione individuale monouso, entro sessanta giorni dalla data di entrata in vigore della presente disposizione, il Ministro dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare, sentito il Ministro della salute, definisce con proprio decreto i criteri ambientali minimi, ai sensi dell’articolo 34 del decreto legi-
(8)
slativo 18 aprile 2016, n. 50, relativi alle mascherine filtranti e, ove possibile, ai dispositivi di protezione individuale e ai dispositivi medici, allo scopo di promuovere, conformemente ai parametri di sicurezza dei lavoratori e di tutela della salute definiti dalle disposizioni normative vigenti, una filiera di prodotti riutilizzabili più volte e confezionati, per quanto possibile, con materiali idonei al riciclo o biodegradabili”. L’emendamento, fortemente sollecitato da Assosistema Confindustria, vede l’indirizzo dei Ministeri dell’Ambiente e della Salute favorevoli alla promozione di dispositivi riutilizzabili (ad. es. i camici nel settore sanitario) per ridurre concretamente l’impatto ambientale dei monouso. Una presa di posizione innovativa e opposta rispetto alla tendenza che, in questi ultimi mesi, a causa dell’emergenza Covid-19, ha portato ad un utilizzo estremo di prodotti monouso e al conseguente problema del loro smaltimento. Come nel caso del ricorso generalizzato alle mascherine ma anche ai camici monouso dei sanitari che, a differenza di quelli riutilizzabili, hanno un costo ambientale e sociale estremamente rilevante. Nel
solo ambito sanitario, in un solo anno, i dispositivi riutilizzabili permettono un risparmio pari a 300 tonnellate di rifiuti e 220 tonnellate di CO2, che con i prodotti monouso costituirebbero importanti costi di smaltimento per la collettività. Assosistema Confindustria è da sempre attenta a sollecitare le istituzioni sulle positive conseguenze di un inserimento decisivo di tessili riutilizzabili, nei servizi, al fine di ottimizzare la performance ambientale e sociale di tutti gli apparati di accoglienza e sanitari. Ne parliamo con il Segretario Generale Matteo Nevi. ◗ Direttore Nevi, l'emendamento sul riutilizzabile contenuto nel DL Rilancio è molto importante per il settore rappresentato da Assosistema Confindustria. Quali i prossimi step? L’emendamento contenuto nel DL Rilancio rappresenta un importante cambio di paradigma da parte del governo che ha chiesto un lavoro congiunto tra Ministero della Salute e dell’Ambiente per definire con un decreto uno specifico Cam, Criterio Ambientale Minimo, incentrato sul tema del riutilizzabile. L’emendamento non è importante solamente per il tema del riutilizzabile ma anche perché dimostra che i due ministeri si confrontano su un argomento molto importante, ovvero che si può fare prevenzione, attività, vigilanza sanitaria anche in modo ambientale superando, laddove possibile, l’inutile logica dell’usa e getta. Questo dialogo interministeriale sul tema ambientale spero che arrivi anche a far dialogare altri due ministeri ovvero quello dei Beni culturali e del Turismo con il ministero dell’Ambiente, perché è impensabile organizzare un’accoglienza turistica senza tenere presenti gli
elementi ambientali legati al riutilizzabile, come ad esempio, nel settore della ristorazione. Tornando al tema del Dl Rilancio, occorre sottolineare lo sforzo fatto da Assosistema Confindustria per raccontare ai giornali, ai media, alla stessa Protezione Civile, come il riutilizzabile, in particolar modo mi riferisco ai camici sanitari in TTR, Tessuto Tecnico Riutilizzabile, era ed è la soluzione migliore dal punto di vista ambientale ma allo stesso tempo anche a livello di disponibilità di materiale, cosa che è mancata soprattutto durante i primi mesi della pandemia del Covid-19. Se avessimo avuto una maggiore diffusione ed utilizzo del TTR nelle strutture sanitarie avremmo sicuramente avuto più disponibilità di dispositivi, basti pensare che un camice può essere riutilizzato per circa 70 volte quindi è facile immaginare che livello di stock sarebbe stato disponibile sul nostro territorio, senza dover importare prodotti scadenti dal punto di vista della qualità e della sicurezza altrove e lasciando scoperti e sprovvisti di protezione gli operatori sanitari. ◗ Su quali temi e proposte al governo sta lavorando Assosistema Confindustria in questo periodo autunnale? Rimanendo in ambito ambientale, il tema principale è evidente: nonostante l’esperienza avuta nella fase acuta del dal Covid-19 nel periodo di febbraio – maggio scorsi, ancora non abbiamo trovato il giusto modo per approcciare la “gestione” della pandemia a livello di Dispositivi di protezione individuale o di Dispositivi medici necessari. Ancora non c’è una programmazione: tutto è lasciato, infatti, alla libera iniziativa di
“FAVORIRE LA SOSTENIBILITÀ AMBIENTALE E RIDURRE L’INQUINAMENTO CAUSATO DALLA DIFFUSIONE DI DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE MONOUSO”
(9)