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COVER DI LAURA LEPRI

SPECIALE

ASSOSISTEMA CONFINDUSTRIA AI TEMPI DEL COVID-19 A COLLOQUIO CON MARCO MARCHETTI, PRESIDENTE DI ASSOSISTEMA CONFINDUSTRIA ◗ Presidente Marchetti, Assosistema Confindustria rappresenta un settore molto importante per il nostro Paese. Quali effetti ha avuto il Covid-19?

L’Associazione rappresenta in Confindustria un settore molto importante per la nostra economia e per la società italiana: quello delle imprese di servizi di noleggio, sanificazione e sterilizzazione dei dispositivi tessili e medici utilizzati in ospedali, case di cura, cliniche private, hotel, ristoranti, nonché le imprese di produzione, distribuzione, manutenzione di dispositivi di protezione individuale e collettiva. Un settore che conta un fatturato annuale pari a circa 1,3 miliardi di euro, 1.000 imprese, per un totale di occupati che si aggira intorno ai 30.000 lavoratori, compresi gli stagionali. Il nostro è, quindi, un servizio indispensabile per il funzionamento delle strutture sanitarie e turistico-ricettive, nonchè per l’industria italiana. L’impatto del Covid-19 sulle no-

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stre imprese ha avuto effetti diversi e di intensità differente, a seconda del comparto interessato dall’attività aziendale. Per quanto riguarda le aziende che operano sul versante della sanità, il loro impegno è ovviamente concentrato, in questo particolare periodo di emergenza, nel supporto alle terapie intensive e ai pronto intervento. Tali imprese lavorano, infatti, notte e giorno per garantire approvvigionamenti e il relativo servizio di sanificazione di tutta la biancheria per gli ospedali, divise per medici ed infermieri, dispositivi medici per la sala operatoria e materasseria, sterilizzazione di kit e strumentari chirurgici e DPI. Queste industrie stanno contribuendo ad assicurare alla sanità tutto ciò che è necessario per affrontare la sfida al Coronavirus e per rendere operativi in tempi record i campi allestiti per i degenti colpiti dalla pandemia. Le lavanderie industriali operanti nel settore turistico-alberghiero, invece, stanno vivendo una forte riduzione della propria attività in relazione ad un calo drastico, avvenuto nel giro di pochi giorni, di turisti internazionali ed italiani e di un altrettanto vistoso fermo della clientela professionale e commerciale legata al business degli eventi, dei meeting e delle manifestazioni fieristiche. Le aziende che svolgono il servizio di sanificazione e manutenzione degli abiti e uniformi da lavoro per tutti i settori produttivi stanno seguendo il trend dell’andamento dell’industria, con picchi maggiori nelle zone più colpite dal Covid-19. Infine, la sezione Safety dell’Associazione che è composta dai produttori e distributori dei Dpi, Dispositivi di Protezione Individuale (FFP3, FFP2, maschere di protezione respiratoria, guanti, occhiali,

visiere, indumenti di protezione), è chiamata ad uno sforzo produttivo notevole per far fronte alla forte richiesta di prodotti di questo periodo.

“QUELLO DELLE

ghiere e della ristorazione utilizzati per la vestizione della camera, del bagno, del ristorante e del personale. Si tratta, inoltre, di un’induÈ UNO DEI PRINCIPALI stria che fornisce un servizio SERVIZI CONNESSI distribuito su tutto il territorio na◗ Come hanno risposto le zionale. Ma in Italia manca ancora ALL’ATTIVITÀ aziende alle difficoltà che si sono una conoscenza e una consapevoALBERGHIERA” presentate in modo così poco prevelezza del valore del turismo come driver dibile e soprattutto improvviso? fondamentale del nostro Paese in tutte le sue Devo dire che in 30 anni di attività nel settore non ho componenti della filiera, servizi inclusi. mai avuto esperienza di una situazione del genere ed è la prima volta che assisto a un blocco della produ- ◗ Cosa si può fare di più? zione così improvviso e inaspettato. Le aziende chia- E’ importante che il Governo stabilisca nei prossimi mate in prima linea nella fornitura e nella sanificazione provvedimenti delle misure per le aziende, commisudei dispositivi medici in ambito sanitario hanno gestito rate al danno subito dal settore e dalla sua filiera. prontamente la fase di aumento dei volumi, le nuove Serve liquidità alle imprese non solo sotto forma di modalità di erogazione e i nuovi prodotti richiesti dalla prestito a medio-lungo termine, con un costo limitacommittenza che, come accennato prima, è al mo- tissimo e prefissato per le aziende, ma, contemporamento concentrata più sulle attività di terapia intensiva neamente, anche una parte a fondo perduto (o credito e di pronto soccorso, rispetto alla programmazione e d’imposta e dei versamenti pluriennale) per coprire le alla gestione ordinarie degli interventi sanitari. Mentre perdite che si preannunciano pesantissime non solo le aziende della filiera dei servizi al turismo, dopo una per l’anno in corso ma anche per il successivo, pur prima reazione di incredulità, hanno cominciato a ra- sperando in un contenimento delle stesse grazie ad gionare sulla fase di ripartenza, per salvaguardare una ripresa più marcata del turismo. Si tratta di due l’azienda e i propri dipendenti. La pandemia avrà come semplici macro-misure per il settore utili in questo conseguenza alcuni cambiamenti nelle aspettative dei momento per far sì che le aziende che ora hanno turisti e le nostre aziende sono molte attente a cogliere chiuso possano resistere, riaprire ed essere da subito ed anticipare le esigenze implicite ed esplicite che si operative rispondendo a quelle che saranno le nuove manifesteranno. esigenze del settore turistico. Auspichiamo, quindi, che il governo nei prossimi provvedimenti tenga come ri◗ I provvedimenti governativi per fronteggiare ferimento non singole realtà produttive ma la filiera l’emergenza sono stati adeguati alle aspettative di nella sua interezza, naturalmente comprese le lavanAssosistema Confindustria? derie industriali. Inoltre, a livello di coscienza collettiva, Il Governo non era ovviamente preparato per gestire dovremmo cominciare ad apprezzare i prodotti riutiun’emergenza di così grandi proporzioni. Mi sembra lizzabili. Mi colpisce quanti carichi stanno arrivando che i nostri politici hanno alternato azioni impulsive e dalla Cina pieni di materiali monouso che riempiranno frenetiche, considerato il momento, con atteggiamenti le nostre discariche e i nostri inceneritori. Non stiamo più riflessivi e lungimiranti. Devo dire che al momento considerando il problema dello smaltimento di questi non siamo soddisfatti dei provvedimenti governativi in rifiuti, mentre dovremmo apprezzare l’attività di induquanto nei primi interventi fatti il nostro settore non è strie che lavorano con prodotti riutilizzabili a salvaguarstato considerato come componente essenziale della dia dell’ambiente. filiera turistica, non rientrando, quindi, nelle misure “tampone” dello spostamento dei versamenti contri- ◗ Fondamentale sarà organizzare al meglio la riparbutivi previdenziali e assistenziali al prossimo 31 mag- tenza. Quali le strategie e le proposte che metterà in gio. Quello delle lavanderie industriali è uno dei atto il settore? principali servizi connessi all’attività alberghiera poichè Bisognerà innanzitutto dotare i lavoratori delle nostre forniscono l’indispensabile servizio di noleggio e la sa- imprese di tutti i dispositivi di protezione individuale nenificazione dei dispositivi tessili per le strutture alber- cessari, sperando che nel frattempo siano resi fruibili

LAVANDERIE INDUSTRIALI

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i test sierologici per evitare che gli asintomatici possano diffondere il virus inconsapevolmente. Gli ospedali e le strutture sanitarie dovranno ri-progettare il loro funzionamento per riprendere la loro regolare attività. Anche le strutture turistiche stanno pensando a ripensare i propri modelli di ospitalità. Per quanto riguarda nello specifico le strategie che il comparto turistico dovrà mettere in atto, la sicurezza igienica dei tessili (la biancheria per gli alberghi e il tovagliato per i ristoranti) sarà sicuramente in primo piano. Le lavanderie industriali continueranno a garantire e a rafforzare l’attenzione all’igiene dei prodotti e del servizio offerto che viene curata dal momento della prima consegna al cliente, al ritiro, ai trattamenti di sanificazione, al ricondizionamento e alla riconsegna. Tutto ciò con la garanzia di una carica batterica entro i limiti bassi prestabiliti dalle Linee Guida di Assosistema e certificati dalla norma UNI EN 14065. L’Associazione intende incrementare la collaborazione con le altre Associazioni di settore affini per stabilire i migliori protocolli di utilizzo degli articoli tessili all’interno delle strutture ricettive e le loro migliori modalità di impiego per salvaguardarne l’igienicità. Focus particolare sul tessile sanificato ma anche sull’intero circuito del tessile da ricondizionare perché l’igiene opera a 360° senza punti di discontinuità. Obiettivo è poter assicurare all’utente finale (il turista), la sicurezza e la tranquillità di poter essere a contatto con biancheria confortevole per tutta la durata del soggiorno.

◗ In ogni fase negativa ci può essere uno spunto di riflessione per impedire il replicarsi di tali eventi dannosi per tutti. Quali osservazioni si sente di fare a proposito? Non possiamo di certo impedire il replicarsi di eventi simili ma sicuramente possiamo essere più preparati. Dobbiamo essere coscienti che queste situazioni si potranno anche ripresentare perché la natura ha il sopravvento rispetto all’uomo e alle sue tecnologie. Ciò che dobbiamo fare è mantenere alti i livelli igienici e la cultura della sicurezza in tutte le iniziative che comportano attività di socializzazione a livello globale. Inoltre, importante è anche essere pronti a sostenere i livelli di igiene in termini di costi. Non potremmo più, ad esempio, accettare che primo, per la Spendind Review del momento mettiamo a rischio la qualità della nostra sanità secondo, che la sanità stessa resti concentrata nell’assistenza acuta piuttosto che anche in quella domiciliare oppure che per sofddisfare un turismo low cost vengano penalizzati i servizi di garanza igienica o semplicemente vengano considerati come opzionali. L’igiene è e sarà un requisito imprescindibile della nostra vita. Ce ne eravamo dimenticati in buona compagnia del servizio sanitario nazionale. Per questo spazio alle imprese serie che possono offrire i servizi necessari per godere di un soggiorno turistico o di usufruire delle srutture sanitarie nella massima igiene e sicurezza. Infine, sarebbe opportuno riportare alcune produzioni strategiche in Italia ed avere un’Europa più unita di quella che abbiamo per affrontare meglio situazioni così difficili e complicate.

POSITION PAPER

SANITARIO E DEL TURISMO SILI UTILIZZATI NEL SETTORE TES DEI A NIC IGIE ZZA URE QUALITA’ e SIC tati in lavanderia RABC Assosistema “Tessili trat da Gui e Line e 65 140 EN I Certificazione UN contaminazione” Sistema di controllo della bio

L’industria della sanificazione dei tessili eroga, tra gli altri, servizi di noleggio, sanificazione e logistica di dispositivi tessili (lenzuola, asciugamani, tovaglie, etc,), connessi e indispensabili alle attività delle strutture sanitarie e alberghiere e della ristorazione su tutto il territorio nazionale. Ciò avviene grazie ad aziende altamente specializzate che si sono dotate volontariamente di una certificazione per il controllo microbiologico dei tessili trattati - la Norma UNI EN 14065 secondo le Linee Guida Assosistema - che costituisce un pre-requisito essenziale per assicurare alla Sanità pubblica e privata e alle strutture ricettive la fornitura di biancheria qualitativamente e igienicamente sicura dal punto di vista del controllo della sua biocontaminazione. In altre parole, per prevenire la diffusione di malattie trasmissibili da agenti patogeni, il processo industriale di sanificazione dei tessili - oltre alla pulizia sensoriale e al comfort - deve garantirne la qualità e la sicurezza igieniche, ottenute proprio tramite la Norma

tecnica UNI EN 14065:2016 basata su un sistema di controllo RABC (Risk Analisys Biocontamination Control), secondo le Linee Guida Assosistema. In tal senso, la UNI EN 14065 garantisce l’implementazione di un sistema di gestione aziendale che assicura ai tessili trattati la qualità microbiologica appropriata secondo il loro specifico utilizzo (sanità, turismo, ristorazione, industria). L’analisi microbiologica riguarda tutte le fasi del processo a cui sono sottoposti i tessili trattati in un’industria di lavanderia, dal ricevimento della biancheria sporca fino alla consegna al cliente, attraverso: cernita, smistamento, classificazione, lavaggio, idroestrazione, essiccazione, finissaggio, piegatura e imballaggio. Da sottolineare che la norma UNI EN 14065 si sofferma, non solo sull’importanza di sanificare e decontaminare i dispositivi tessili, ma anche sulla necessità di proteggere gli stessi da una potenziale ri-contaminazione attraverso misure di analisi e prevenzione dei rischi, implementate sull’intero ciclo produttivo, fino al

momento in cui i prodotti sono riconsegnati per il loro riutilizzo. Il processo industriale prevede una componente termica in quanto, non solo il lavaggio è effettuato ad alte temperature, ma la successiva fase di asciugatura/stiraggio raggiunge temperature ancora più elevate. C’è poi la parte di trattamento chimico che avviene mediante l’utilizzo di prodotti detergenti e disinfettanti con capacità battericide, virucide e fungicide che garantiscono perfetta igienizzazione e sicurezza di utilizzo. Il Sistema RABC comprende anche azioni di monitoraggio e sanificazione delle superfici, dei macchinari, dei mezzi di trasporto e degli operatori. La 14065 garantisce una vera e propria analisi dei rischi di biocontaminazione che esamina, per ogni fase del processo di trattamento dei tessili, quale può essere il potenziale rischio microbiologico, la sua potenziale causa, il metodo di controllo attuato nonché l’identificazione delle misure di intervento messe in atto al fine di ripristinare la conformità del processo nel caso di rilevamento di eventuali scostamenti e anomalie.

A COLLOQUIO CON MATTEO NEVI, SEGRETARIO GENERALE DI ASSOSISTEMA CONFINDUSTRIA ◗ Direttore Nevi, come ha coordinato la fase di crisi dovuta al Covid-19?

Dal primo caso scoppiato in Italia del 18 febbraio 2020 a Codogno, l’Associazione è stata travolta in poche settimane da qualcosa di inaspettato che ha radicalmente cambiato sia il modo di lavorare sia i programmi fino ad allora ipotizzati per l’anno 2020 dalla presidenza e dal consiglio generale. Da più parti siamo stati chiamati a dare risposte celeri come associazione sia agli associati ma anche alle stesse istituzioni per cercare di mettere in campo tutte le misure possibili per fermare l’avanzata del Covid-19. Le istituzioni, in primis il Ministero della Salute e la Protezione Civile, hanno interessato continuamente l’associazione e la sezione safety in merito al problema della produzione e dell’approvvigionamento di DPI utili al contenimento del Covid-19, mentre, al tempo stesso, le nostre aziende sono state interessate in vario modo dalla diffusione del virus vivendo situazioni diverse. Come prima cosa, ho chiesto ai colleghi uno sforzo e la massima disponibilità perché quello che l’Associazione si apprestava a fronteggiare rappresentava una delle più grandi crisi economiche e sociali dal dopo guerra in poi. La vera sfida per l’associazione è stata la tempestività nel dare risposte ed orientamenti puntuali su tutti i provvedimenti che man mano uscivano, alle ore più disparate, dalla Presidenza del Consiglio dei ministri. Per questo abbiamo attivato anche un sistema veloce ed incisivo per raggiungere quanto prima tutti, ovvero le chat whatsapp per le sezioni di Assosistema Confindustria. Da ultimo, ma non secondario,

tutto questo lavoro è stato fatto in totale smart working quindi da remoto introducendo strumenti nuovi di meeting molto apprezzati dai soci, modelli che sicuramente saranno implementati e perfezionati anche per il post Covid-19. Posso comunque affermare che anche grazie all’impegno dei colleghi che hanno sempre dato la loro piena disponibilità, il lavoro che è stato fatto fin qui è stato di grande livello. QUANDO RIUSCIREMO A FERMARCI GUARDANDO INDIETRO, FORSE CAPIREMO MEGLIO IL VALORE MESSO IN CAMPO DALL’ASSOCIAZIONE. ◗ Quali risposte e supporto ha dato l’Associazione alle proprie aziende? Dal 23 febbraio al 10 aprile 2020 sono stati emanati ben 10 DPCM, 3 decreti legge (il quarto previsto a fine aprile ancora è in discussione), diverse ordinanze della Protezione Civile e circolari del Ministero della salute. Davanti a una mole di provvedimenti normativi e dispositivi d’urgenza, il ruolo dell’associazione è stato fondamentale e tempestivo per dare ai soci tutte le indicazioni del caso in maniera chiara e puntuale. Faccio solo qualche esempio: sul DPCM relativo alle chiusure delle attività dopo poche ore, preciso solo ore notturne, avevamo già predisposto il format per richiedere alle prefetture le autorizzazioni a circolare, oppure, in riferimento all’ordinanza della protezione civile sul blocco alle esportazioni e sulle requisizioni nell’import ripreso poi nel DL Cura Italia, è stata fornita subito assistenza alle aziende per assicurare l’approvvigionamento dei dispositivi. Aggiungo che la tempestività dell’intervento dell’associazione è stata fondamentale anche per indirizzare i provvedimenti del governo, ricordo la “lunga notte dei codici”, se cosi si può chiamare, dove avevamo fuori, ad esempio, anche molte aziende della sezione safety che in questo momento stanno svolgendo insieme al settore sanitario delle nostre lavanderie un servizio fondamentale. ◗ Che tipo di coordinamento avete messo in atto all’interno del sistema e quali sinergie avete sviluppato con le associazioni affini al vostro settore? Assosistema sin dal 18 febbraio 2020 è diventata un punto di chiave soprattutto per il sistema Con-

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findustria essendo stata chiamata da subito nella task force per l’emergenza e ha lavorato in stretto contatto, anche per affinare alcune linee d’indirizzo, con il gruppo del Programma Gestione Emergenze di Confindustria. Naturalmente la collaborazione è stata trasversale su diversi aspetti con l’intero settore confindustriale dal manifatturiero a quello dei servizi nonché con tutte le territoriali di confindustria con le quali si è rafforzato un rapporto che potremmo approfondire sicuramente in occasione del post Covid-19. Proprio sulla fase di gestione del post Covid si è intensificata la collaborazione e l’intesa con Confindustria Alberghi per lavorare insieme sul tema della qualità igienica nel settore turistico alberghiero. ◗ Quale ripartenza immagina per il nostro Paese? Immagino una ripartenza lenta in particolar modo per alcuni settori, per il mondo dei servizi la ripresa sarà graduale e con molte incognite, mentre per quelli che si sono fermati, nonostante avessero ancora ingenti ordini da evadere, mi riferisco in particolar modo al settore manifatturiero, dovrebbe essere più fluida. La mobilità turistica sarà necessariamente incentrata sul Paese che investirà di più in tema di sicurezza igienica e di conseguenza la scelta di strutture per l’alloggio o per il trascorrere le vacanze saranno orientate in base alla perce-

“tutto questo lavoro è stato fatto in totale SMART WORKING quindi da remoto introducendo strumenti nuovi di meeting molto apprezzati dai soci, modelli che sicuramente saranno implementati e perfezionati anche per il

POST COVID-19.”

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zione del “pulito”, dell’igiene, quindi lo sforzo principale sarà comunicare la “sicurezza”. Per questo auspico che ci sia almeno una cabina di regia, mi riferisco ad esempio al comparto turistico, all’interno del Mibact con il supporto eventuale del Ministero della Salute e dell’ISS, per cercare di evitare di applicare come sempre il modello “italiano” ovvero la nascita di 200 protocolli diversi tra loro per gestire la fase post Covid-19 e relative linee guida. Noi di Assosistema per la parte della sanificazione del tessile ci siamo, abbiamo già presentato diversi documenti tecnici con il supporto di autorevoli professori di igiene e biologi sui quali stiamo ancora lavorando per aggiornarli ma che rappresentano la base dalla quale partire. Aggiungo solo una cosa : a dover essere nuovamente ridisegnato e ripensato non è solamente il settore del turismo ma anche quello sanitario. La pandemia, infatti, ha fatto vedere i difetti principali di un sistema che dopo tre interventi di Spending Review e troppi tagli alla sanità, anche in sede di aggiudicazioni di gare, sta facendo i miracoli per sostenersi. I contratti del noleggio e lavaggio dei dispositivi tessili, inoltre, andranno rivisti oltre che per un dovere etico nei confronti del nostro Paese anche per evitare che le aziende che oggi stanno facendo sforzi assurdi per garantire la continuità del servizio si trovino domani a non rientrare nelle spese sostenute.

PERMANENZA DEL COVID-19 SULLA BIANCHERIA ED EFFICACIA DEI PROCESSI DI LAVAGGIO E SANIFICAZIONE NELLE LAVANDERIE INDUSTRIALI La recente epidemia di COVID-19, dovuta a un virus della famiglia Coronaviridae, ha raggiunto un livello di contagio globale e suscita numerose domande a cui, ad oggi, non è ancora possibile rispondere in modo preciso. Il virus è stato isolato solo recentemente e i ricercatori sono al lavoro per definirne caratteristiche, resistenza, modalità di infezione. Non potendo ancora disporre di letteratura specifica in merito all’infezione di COVID-19, è possibile a oggi comparare alcuni dati relativi a modalità di trasmissione e resistenza in ambiente con Virus simili molto studiati come quello della SARS-CoV. A oggi gli scienziati ritengono che il nuovo Coronavirus sia fratello di quello che ha provocato la SARS (SARS-CoVs), da qui il nome scelto di SARS-CoV-2. Su SARSCoVs sono stati condotti numerosi studi e i dati raccolti danno evidenza di una discreta capacità del virus di resistere in ambiente anche per alcuni giorni. Rabenau, HF, Cinatl, J, Morgenstern, B et al. nel 2004 hanno pubblicato un lavoro sulla stabilità e inattivazione del SARS Coronavirus.

Nel lavoro non viene messa in discussione la modalità predominante di contagio attraverso gli aerosol respiratori emessi dai contagiati, ma vengono analizzate anche altre possibili forme di contagio. Questa indagine si è resa necessaria in quanto in alcuni casi di SARS non è stato possibile risalire alla catena di contagio. Dal lavoro emerge una discreta resistenza del virus a Temperatura ambiente. Lo studio arriva a valutare attività virale fino a 9 giorni di permanenza in condizioni favorevoli. Il virus può essere presente nella biancheria sporca e più lo sporco organico è presente più è probabile che il virus trovi nicchie di sopravvivenza. Va sottolineato che queste nicchie non possono consentire al virus di riprodursi e di aumentare di numero. Qualsiasi sia la superficie contaminata il decadimento della carica virale nel tempo è inesorabile. Altrettanto non si può dire per i batteri che invece hanno nelle medesime condizioni capacità di moltiplicazione. Lo studio sopra citato ha valutato la sopravvivenza di SARS sia in presenza di agenti disinfettanti sia a temperature più elevate di quella ambiente.

Anche nelle condizioni più favorevoli alla sopravvivenza, il virus viene inattivato a 60°C in 30 minuti e viene inattivato in 30 secondi a Temperatura ambiente in presenza di etanolo 78%. Ne consegue che la combinazione di Temperatura e agenti disinfettanti utilizzati in lavanderia industriale sono efficaci per la distruzione del virus. Peraltro la successiva asciugatura prevista nei mangani o negli essaccatoi a Temperature superiori ai 100°C riducono il pericolo a un livello accettabile. Il rispetto delle prescrizioni dettate dalla norma UNI EN 14065 e dalle Linee Guida Assosistema Confindustria - quali la divisione dei locali in area sporca e area pulita, la destinazione del personale a ogni singola area e la validazione dei cicli di lavaggio con la combinazione di temperatura e agenti detergenti e disinfettanti - forniscono un discreto supporto per evitare la contaminazione da virus. L’applicazione dell’analisi dei pericoli legata alla contaminazione batterica riportata nella norma UNI EN 14065 e nelle Linee Guida Assosistema si può ragionevolmente trasportare anche in ambito virale.

PERMANENZA DEL COVID-19 SULLE SUPERFICI In mancanza al momento di studi specifici al riguardo, riportiamo quanto indicato dal Ministero della Salute: Gli esperti affermano che il virus possa sopravvivere alcune ore (ancora in fase di studio). Di certo c’è che semplici disinfettanti - per esempio quelli contenenti alcol (etanolo) al 75% o a base di cloro all’1% (candeggina) - sono in grado di uccidere il virus, annullando la sua capacità di infettare le persone. E’ buona norma disinfettare sempre gli oggetti che usi frequentemente (telefoni, cellulari, auricolari, microfoni ecc.) con un panno inumidito usando prodotti a base di alcol o candeggina (tenere conto delle indicazioni fornite dal produttore). (Fonte ISS)

EFFICACIA ED ELIMINAZIONE DEL COVID-19 CON LAVAGGIO E SANIFICAZIONE DELLA BIANCHERIA ESEGUITI DA UNO STABILIMENTO CERTIFICATO “UNI EN 14065” La detergenza/lavaggio, oltre a consentire la rimozione di sporco, macchie e odori sgradevoli, riduce i microrganismi presenti sul tessuto. In questo modo si ottiene il necessario livello di sicurezza e idoneità appropriati per la specifica destinazione d'uso. Il processo di detergenza/lavaggio è influenzato dai seguenti fattori: tempo, temperatura, meccanica e chimica, che agiscono insieme per rimuovere e uccidere le cellule microbiche. A questo proposito, i composti ossidanti, come il cloro o la candeggina con ossigeno attivato, il pH e la temperatura, svolgono un ruolo essenziale al fine di garantire un'efficace azione antimicrobico-virale. La temperatura ha varie funzioni: influisce sulla riduzione microbica dei capi per inattivazione termica, integra l'azione di additivi chimici come la candeggina, e facilita la rimozione meccanica delle macchie. È raccomandato il lavaggio in lavatrice con acqua calda a 60°- 90° con detergente per bucato. Le temperature di 60°- 90° sono note per inattivare i microrganismi e quindi garantire un elevato livello di igienizzazione e pertanto sono largamente utilizzate per la biancheria del settore sanitario. Per risparmio energetico, si possono utilizzare temperature più basse, tuttavia, al fine di mantenere le prestazioni antimicrobiche del processo di lavaggio/detergenza, la diminuzione della temperatura deve essere compensata dall'aumento di una o più delle altre variabili di un processo validato e documentabile nell’ambito della certificazione secondo la Norma “UNI EN 14065 e le Linee guida Assosistema”. Il sistema di gestione descritto nella norma UNI EN 14065:2016 “Tessili trattati in lavanderia - Sistema di controllo della biocontaminazione” ha l'obiettivo di migliorare la prevenzione delle contaminazioni microbiche su persone e dispositivi tessili nell'ambito del processo di lavaggio e stiratura e nel ciclo di utilizzo per assicurare una qualità microbiologica definita del tessile. In questo standard non sono definite le soglie per le contaminazioni microbiologiche, quindi è necessaria una validazione per tutte le aree igienicamente critiche. Le “LINEE GUIDA RABC di Assosistema” sono un manuale pratico per l’applicazione della norma “UNI EN 14065:2016” e definiscono i limiti di azione e i livelli di obiettivo che non devono essere superati al fine di garantire la qualità microbiologica dei tessili in funzione della tipologia della sua destinazione d’uso. – Al contrario della carica batterica, quella virale in ambiente non può aumentare dal momento che non ci sono ospiti per poter far replicare i virus. Si ritiene che il sistema con il processo di lavaggio impostato e validato per ottenere l'abbattimento microbico sulla biancheria, certificato secondo la norma “UNI EN 14065:2016 e Linee guida Assosistema”, sia efficace anche per eliminare eventuali cariche virali.

IGIENIZZAZIONE BIANCHERIA INTIMA E/O ABBIGLIAMENTO DELL’OSPITE CHE NON POSSONO ESSERE TRATTATI NÉ CON IPOCLORITO NÉ CON TEMPERATURE ELEVATE Qualora i materiali tessili provenienti dalle strutture assistenziali non sopportino alte temperature o al fine di migliorare la sostenibilità ambientale risparmiando energia, la diminuzione calorica deve essere compensata dall'aumento di una o più delle altre variabili (tempo, meccanica, chimica) nel processo di lavaggio che deve essere validato e documentabile nell’ambito della certificazione secondo la “Norma UNI EN 14065 e le Linee Guida Assosistema”. Documento tecnico realizzato da Assosistema Confindustria con il supporto scientifico dei biologi Livio Marossi e Stefano Santanchè


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A COLLOQUIO CON CLAUDIO GALBIATI, PRESIDENTE DELLA SEZIONE SAFETY DI ASSOSISTEMA CONFINDUSTRIA

genza e che il settore dei Dpi ha scontato per anni rimanendo, spesso, nell’angolo rispetto ad altre priorità in tema di salute e sicurezza.

◗ Presidente Galbiati, l’emergenza Covid-19 ha riportato in modo repentino l’attenzione sul tema della sicurezza sul lavoro e in particolare sull’utilizzo dei DPI, Dispositivi di protezione individuale. Cosa è cambiato nella percezione dell’argomento a livello istituzionale e collettivo? Sicuramente la richiesta di maggiore utilizzo di questi prodotti ha reso il Dispositivo di protezione individuale molto più conosciuto, anche dai non addetti ai lavori. Ormai, infatti, tutti sappiamo cos’è la sigla FFP2 ed FFP3 di un facciale filtrante ed abbiamo imparato la differenza tra un Dpi ed una mascherina medicale. Questa emergenza ci porterà sicuramente una maggiore consapevolezza nell’uso e nell’utilità del dispositivo di protezione individuale. Mi aspetto ora che i lavoratori siano più pronti ad utilizzare i Dpi rispetto al passato, in quanto le aziende che prima non avevano sensibilità all’uso dei Dpi oggi, viceversa, li ritengono essenziali ed indispensabili ed i lavoratori stessi non lavorano senza. Mi ha stupito molto il fatto che i lavoratori hanno proposto uno sciopero perchè non avevano a disposizione i dispositivi di protezione adeguati per lavorare quando, solo fino a qualche tempo fa, i dispositivi di protezione individuale erano considerati soltanto come una cosa scomoda e obbligatoria e voluta solo dal datore di lavoro; oggi con questa emergenza si sta sviluppando una coscienza nell’ utilizzo dei Dpi che sicuramente sarà positiva quando questa emergenza stessa finirà. A livello istituzionale, inoltre, si è posta l'attenzione sul tema dei Dpi non visti più come l'ultima spiaggia ma come elemento essenziale della catena della sicurezza. Questo è sicuramente un altro aspetto positivo che ci lascerà questa emer-

◗ Su quali aspetti si è concentrata maggiormente l’attenzione e su quali altri ce ne è ancora bisogno? Sicuramente all'inizio ci si è concentrati molto sulla mancanza di dispositivi di protezione individuale, sulle criticità nelle forniture, perché le richieste sono state circa 100 volte rispetto alla richiesta normale dei dispositivi di protezione.Ciò ha puntato l’attenzione molto sulla criticità di fornitura piuttosto che sull’indicazione del corretto dispositivo e del corretto utilizzo del dispositivo stesso ed ha portato sicuramente a una certa confusione che ci stiamo portando dietro ancora oggi. Questo fenomeno della mancanza di mascherine ha portato anche ad avere un mercato di fatto non chiaro soprattutto perché questi dispositivi sono stati richiesti dalla popolazione in generale e non dagli addetti ai lavori; i nostri associati hanno sempre lavorato con aziende e con professionisti e la filiera non aveva mai preso in considerazione la vendita al pubblico, molti si sono rivolti alle farmacie le quali non erano pronte. Ora grazie al decreto Cura Italia si è fatta un po’ di chiarezza sulla possibilità di mettere a disposizione anche Dpi non marcati CE e questo allenterà la pressione sul mercato; ora è il momento di spostare l’attenzione sui criteri di uso, soprattutto per non far mancare i Dpi alle aziende. ◗ Le aziende della sezione Safety sono state chiamate subito a rispondere ad una richiesta chiaramente straordinaria di DPI. Come si sono organizzate per farne fronte? Le aziende si sono sin da subito messe a disposizione del comitato di emergenza, con un dialogo continuo e reciproco sono state raccolte le richieste straordinarie ed attivate tutte le modalità possibili per aumentare il livello di produzione dei Dpi convolti nell’emergenza; i produttori hanno iniziato a lavorare su tre turni fin da subito e molti hanno aggiunto linee di produzione. Ma questo non è comunque sufficiente e servirà uno sforzo ancora maggiore per permettere di avere prodotti in numero sufficiente quando la produzione ripartirà, per questo abbiamo dato la nostra disponibilità a collaborare, da una parte ad un protocollo per il riutilizzo di alcuni prodotti, dall’altra a valutare

tecnicamente le soluzioni di prodotti provenienti da altri mercati. La catena distributiva non si è mai fermata, neanche nei momenti più critici dell’emergenza, garantendo la fornitura di Dpi a molti servizi essenziali (alimentare, utilities, etc..), senza il loro lavoro non avremmo potuto contare sulla continuità di molti servizi. ◗ Che tipo di coordinamento avete avviato con la Federazione europea ESF? La European Safety Federation è stata al nostro fianco sin dall’inizio dell’emergenza e grazie alla sua collaborazione abbiamo dialogato con la Commissione Europea e contribuito ad evitare il più possibile barriere doganali intra-UE; il lavoro di coordinamento con le associazioni da altri paesi ha altresì permesso di risolvere problematiche di esportazione/importazione ed avere un quadro più generale del mercato, turbato da questa emergenza.ESF ha un ruolo fondamentale per la sorveglianza di mercato, abbiamo infatti aperto una specifica linea di azione ed un sito dedicato, dove raccogliamo le segnalazioni di prodotti non conformi o certificati sospetti, per aiutare le aziende a valutare la miriade di offerte che stanno ricevendo da tutto il mondo. Basti pensare che la sezione dedicata del sito ha avuto oltre 100.000 click nel giro di pochissimi giorni dall’apertura.

◗ Come sta cambiando e come cambierà il mercato dei Dpi? Il mondo dei DPI sta cambiando velocemente, nel giro di poche settimane abbiamo vissuto uno stravolgimento delle logiche di mercato e ricevuto sul mercato prodotti sconosciuti sino a qualche mese fa; l’attività di sorveglianza del mercato è diventato uno degli obiettivi fondamentali dell’associazione, che deve essere uno degli attori protagonisti per questa tematica. La filiera distributiva si vede sempre più minacciata da importatori di prodotto asiatico, che dialogano con l’utilizzatore finale. A mio avviso, sarà necessario una rifocalizzazione verso la fornitura di servizi assieme alla fornitura di prodotti, per differenziarsi. La “giungla” di prodotti che stiamo vivendo renderà un valore aggiunto notevole alla capacità di supportare gli utilizzatori finali nella scelta corretta e nel fornirgli gli strumenti per la gestione corretta dei DPI. Sono altresì convinto che avremo nuovi attori sul mercato e nella nostra associazione e la maggior coscienza che ognuno di noi ormai ha sulle tematiche di igiene e sicurezza sarà un elemento positivo per la crescita del mercato e soprattutto per portare tutti a lavorare ancora più sicuri, anche grazie all’aiuto delle aziende associate ad Assosistema.

DPI: FACCIALI FILTRANTI FFP2 ED FFP3 CON VALVOLA E SENZA VALVOLA

Produzione, Distribuzione e Manutenzione di DPI

Il livello di protezione minimo consigliato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità è un FFP2, ma possono essere usate anche le FFP3.

FFP2 ha un efficienza filtrante ≥ 94%

FFP3 ha un efficienza filtrante ≥ 99%

NOTA: a seguito dell’Attuazione art.15 comma 3 decreto-legge 17 marzo 2020, n.18 Validazione straordinaria dei dispositivi di protezione individuale, sono utilizzabili prodotti marcati N95 o KN95, che devono essere validati da INAIL.

FFP2 e FFP3 CON VALVOLA

FFP2 e FFP3 SENZA VALVOLA

ADATTI A PROTEGGERE CHI LE INDOSSA DALL’AMBIENTE ESTERNO

ADATTI A PROTEGGERE CHI LE INDOSSA DALL’AMBIENTE ESTERNO

NON PROTEGGONO L’AMBIENTE CIRCOSTANTE DA EVENTUALI PARTICELLE ESPULSE (AEROSOL) DA CHI LE INDOSSA

PROTEGGONO L’AMBIENTE CIRCOSTANTE TRATTENENDO EVENTUALI PARTICELLE (AEROSOL) DI CHI LE INDOSSA

Comfort maggiore: ideali nel reparto malattie infettive o terapia intensiva dove sono presenti pazienti affetti da Covid-19.

In ospedale, nelle case di riposo, ideali nelle attività di assistenza e cura dei pazienti infetti o potenzialmente infetti da Covid-19.

(1) Fonte: OMS - Rational use of personal protective equipment for coronavirus disease 2019 (COVID-19) -Interim guidance 27 February 2020; Advice on the use of masks in the community, during home care, and in health care settings in the context of COVID-19. Interim guidance 19 March 2020. Nota: La protezione respiratoria deve essere abbinata all’uso di altri DPI ove necessario


MASCHERE DI PROTEZIONE Le tipologie di mascherine maggiormente utilizzate:

MASCHERA CHIRURGICA Protezione verso l’esterno:

Trattiene le sole particelle emesse da chi la indossa. Non ha la funzione di proteggere il portatore da agenti patogeni esterni; Viene utilizzata per evitare che chi la indossi propaghi il virus attraverso starnuti e colpi di tosse; E’ più comoda dato che veste in maniera più larga sul volto;

FFP2/FFP3 Protezione verso chi le indossa:

Filtrano l’aria inspirata proteggendo chi le indossa ed alcune tipologie filtrano anche l’aria espirata (protezione verso l’esterno); Livelli raccomandati dall’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità). Le FFP2 filtrano oltre il 92% delle particelle in sospensione, le FFP3 arrivano a valori pari o superiori al 98%;

A COLLOQUIO CON MARCO CHIARI, COORDINATORE DEL GRUPPO GIOVANI IMPRENDITORI DI ASSOSISTEMA CONFINDUSTRIA ◗ Da chi è composto il Gruppo dei Giovani Imprenditori di Assosistema Confindustria e qual è il comparto maggiormente rappresentato

Devono aderire al volto ed essere indossate correttamente (vedere istruzioni);

SMART WORKING

Può essere indossata dai cittadini; Si trova di frequente presso le farmacie.

Vanno indossate prevalentemente dal personale sanitario come da indicazione OMS Si trovano presso rivenditori specializzati.

POSITION PAPER

ICO TEZIONE DAL RISCHIO BIOLOG DELLE VIE RESPIRATORIE: PRO DISPOSITIVI DI PROTEZIONE

I dispositivi di protezione individuale (DPI) sono attrezzature destinate ad essere indossate e tenute dal lavoratore allo scopo di proteggerlo contro uno o più rischi suscettibili di minacciarne la sicurezza o la salute durante il lavoro, nonché ogni complemento o accessorio destinato a tale scopo. A livello comunitario, il Regolamento 425/2016/EU stabilisce le condizioni di immissione sul mercato, nonché i requisiti essenziali di sicurezza che i DPI devono osservare per preservare la salute e garantire la incolumità degli utilizzatori. In particolare, detta Direttiva prevede che debbano considerarsi idonei e possano, dunque, essere immessi nel mercato quei DPI che recano la c.d. marcatura CE. Tra i dispositivi di protezione delle vie respiratorie, vi sono le maschere di protezione respiratoria. Questi DPI devono essere impiegati se nelle lavorazioni con esposizione a materiale aerodisperso, in forma di particelle (polveri, fibre, fumi, nebbie), i rischi connessi con l’esposizione non possono essere evitati o sufficientemente limitati. In questi casi, si utilizzano generalmente respiratori a filtro denominati “antipolvere”: si tratta di respiratori in cui l’aria ambiente attraversa un filtro in grado di trattenere il materiale in sospensione, rendendo l’aria adatta alla respirazione. Tra le differenti tipologie, si annoverano le semimaschere filtranti antipolvere: si tratta di dispositivi che coprono il naso, la bocca e il mento, costituiti interamente o in larga parte da materiale filtrante e idonei a proteggere contro gli aerosol sia solidi sia liquidi. Tali caratteristiche tecniche ren-

Dispositivi di protezione individuale, anche se questo è un problema che ha riguardato gran parte dei settori industriali e produttivi in questo periodo. Inoltre, l’attività legislativa a volte è stata troppo compulsiva ed è stato difficile avere informazioni chiare e complete da poter comunicare tempestivamente ai dipendenti. Infine, l’adeguamento della produzione alle normative imposte comporta il non utilizzo al 100% dei nostri macchinari, con le conseguenze che ne derivano in termini di redditività degli investimenti fatti.

dono le semimaschere filtranti antipolvere particolarmente diffuse nelle strutture sanitarie, anche per prevenire il contagio del personale medico e paramedico da agenti infettivi, e rappresentano un mezzo importante di protezione contro il rischio biologico. Il Comitato europeo di normazione (CEN) - ente che ha lo scopo di armonizzare e produrre norme tecniche a livello europeo - con la norma EN 149:2009) ha stabilito i requisiti minimi per i facciali filtranti contro il particolato solido e liquido utilizzati come dispositivi di protezione delle vie respiratorie. Tale norma tecnica è stata recepita, in lingua italiana, sotto la competenza della Commissione Tecnica 2 UNI e, con la ratifica dal Presidente dell’UNI è entrata a far parte del corpo normativo nazionale italiano nel 2001 ed è stata aggiornata il 26 marzo 2009. Allo stato attuale, dunque, la norma armonizzata UNI EN 149:2009 costituisce la normativa di riferimento anche per la certificazione contro il rischio biologico delle semimaschere filtranti antipolvere come anche affermato dal Ministero del Lavoro, con la circolare n. 15/2012. Ed inoltre, come evidenziato dal medesimo Dicastero, l’uso di DPI per le vie respiratorie conformi alla norma europea armonizzata UNI EN 149:2009 è da ritenersi idoneo anche per la protezione da agenti biologici aerodispersi (così come riconosciuto in numerosi documenti dalle principali Autorità del settore sanitario e previdenziale sia nazionali, quali, ad esempio, il Ministero della Salute e l’ISPESL, sia internazionali, quali, ad esempio, l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) e lo statunitense

National Institute for Occupational Safety and Health (NIOSH) e non ultimo l’ente di normazione italiano (UNI). Quindi, i facciali filtranti certificati in conformità alla norma EN 149 (classe FFP2 o FFP3) sono sufficienti a garantire la prevenzione dai rischi biologici aereodispersi, in molte situazioni lavorative in ambito sanitario; per situazioni più complesse possono essere utilizzati anche DPI con caratteristiche diverse. E’ doveroso distinguere le maschere di protezione respiratorie dalle mascherine chirurgiche. Queste ultime sono dispositivi medici e nascono con lo scopo di proteggere il paziente in situazioni specifiche (es: sala operatoria) e non il personale sanitario, dal momento che non presentano un bordo di tenuta sul volto ed uno specifico sistema filtrante per aerosol solidi e liquidi, a differenza dei DPI. Le maschere chirurgiche possono riportare la marcatura CE (che attesta la rispondenza a quanto disposto dalla Direttiva 93/42/CEE in ambito di dispositivi medici) e possono essere conformi alla norma armonizzata EN 14683, che descrive le prove utili a verificare che l’idoneità a proteggere il paziente da ciò che viene espirato da chi le indossa. Quando è necessaria la protezione del personale sanitario si deve utilizzare un DPI ed indossarlo correttamente, avendo cura di seguire le istruzioni del fabbricante e verificando la tenuta della maschera al volto dell’operatore. Questo è fondamentale per garantire la protezione, dato che anche il dispositivo più sofisticato indossato in maniera non corretta, non serve a nulla.

Come avete organizzato la vostra attività a livello di Gruppo in questo periodo? Il Gruppo è formato, ad oggi, dall’adesione spontanea di 30 giovani provenienti da 21 aziende associate ad Assosistema con un’età media di 30 anni. Tutti gli iscritti sono giovani molto dinamici con una grande esperienza già maturata in azienda, soprattutto nel comparto turistico (alberghiero e della ristorazione). Grazie alla vivacità che contraddistingue le nuove generazioni, il Gruppo costituisce un laboratorio di idee e sperimentazioni per lo sviluppo del settore sulle diverse tematiche, ancor più attivo in questo periodo in cui occorre essere propositivi e fattivi. ◗ Quali ripercussioni sulla vostra attività ha avuto il Covid-19? L’emergenza dovuta al Covid- 19 è stata per il nostro settore ancora più pesante in quanto le lavanderie industriali non sono state ricomprese nelle agevolazioni fiscali previste dal DL Cura Italia. Ciò è dovuto, come sottolineava anche il presidente Marchetti, dal mancato riconoscimento del nostro settore all’interno della filiera dei servizi al turismo. Come registrato dall’Osservatorio di Assosistema, i nostri stabilimenti, in conseguenza della crisi, hanno subito una sospensione totale (o quasi) dell’attività. Alcune lavanderie svolgono anche il servizio per le Rsa, Residenze sanitarie assistite e per le misericordie, ma si tratta di una percentuale del 5-10% sul fatturato totale. A livello, poi, di gestione interna delle nostre aziende, abbiamo riscontrato molte difficoltà nel reperire i

In questo periodo di “forzato isolamento”, le chat su watsapp sono state fondamentali per sentirci uniti e tenerci informati l’uno con l’altro su quanto stava succedendo e su come ognuno di noi stava affrontando la situazione. Inoltre, lo strumento delle video conferenze si è rivelato molto efficace per confrontarci sulle proposte di rilancio del settore e su come coordinare i lavori. Fondamentale è stato anche il coordinamento fatto da Assosistema che ci ha fornito aggiorn a m e n t i p u n t u a l i e v e i co l a t o messaggi utili sullo stato di crisi in cui versa il settore che noi tutti abbiamo replicato sui nostri territori, attraverso i canali d’informazione e di stampa. ◗ Cosa avete programmato per fronteggiare questa fase di emergenza? Ritengo che oggi più che mai dobbiamo considerare l’importanza della sicurezza igienica che le nostre aziende hanno sempre messo al primo posto nella propria attività, per questo motivo lavoreremo su tutte le attività di comunicazione utili a veder riconosciuto il valore fondamentale che riveste nella filiera del turismo il nostro settore. I concetti di garanzia igienica e importanza della certificazione UNI EN 14065 secondo le linee guida Assosistema per la biancheria e il tovagliato noi li conosciamo bene e ci auguriamo che anche il turista di domani saprà apprezzarli in occasione del proprio soggiorno in hotel o al ristorante.

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L’OSSERVATORIO DI ASSOSISTEMA CONFINDUSTRIA SULLA CRISI DEL SETTORE TURISTICO-ALBERGHIERO Dalla seconda metà di febbraio, le imprese di lavanderia industriale che operano per il settore turistico-alberghiero hanno iniziato ad intravedere segnali di crisi connessi al calo di commesse derivanti dal minor flusso di turisti e di meeting e manifestazioni su tutto il territorio nazionale, in particolare nelle città d’arte. A questo iniziale calo di commesse, si è affiancato il contagio del Covid-19 nel territorio italiano a partire dal 23 febbraio, in particolare in Lombardia, che ha determinato dei cali molto più significativi rispetto a quelli intravisti precedentemente. Calo che, con il blocco del turismo, la chiusura di hotel, bar e ristoranti, nel giro di poche settimane, ha portato le lavanderie industriali a sospendere interamente la propria attività lavorativa.

SETTORE ALBERGHIERO Il calo nella settimana 13 – 19 aprile, in altre regioni è stato il seguente:

PIEMONTE

UMBRIA

97%

100%

VALLE D’AOSTA

100%

MARCHE

CAMPANIA

98%

100%

EMILIA ROMAGNA

SICILIA

91%

88%

EMILIA ROMAGNA

SICILIA

SETTORE RISTORAZIONE Il calo nella settimana 13 – 19 aprile, in altre regioni è stato il seguente:

PIEMONTE

UMBRIA

97%

100%

VALLE D’AOSTA

100%

MARCHE

CAMPANIA

98%

100%

91%

88%

SITUAZIONE ATTUALE I dati che vanno dal 17 febbraio 2020 al 15 marzo 2020 mostrano un crescente calo dell’attività produttiva. Successivamente al 15 marzo, dai dati raccolti risulta che l’attività delle lavanderie industriali operanti per il settore turisticoalberghiero ha subito una sospensione totale (o quasi) dell’attività produttiva. Una riduzione o sospensione non più differenziata per area geografica, bensì presente in forma equivalente in tutto il territorio nazionale. Le uniche imprese che riescono a mantenere piccola parte dell’attività ancora attiva sono quelle che offrono servizio anche al sistema sanitario pubblico o privato (RSA, Case di cura, ecc.). Il settore turistico, di cui vivono centinaia di aziende, è invece attualmente fermo.

IL RICORSO ALLA CASSA INTEGRAZIONE Alla sospensione dell’attività produttiva per mancanza di commesse, è susseguito il ricorso alla cassa integrazione ordinaria. Anche in questo caso, le richieste di accesso alla CIGO hanno seguito lo stesso corso del fatturato. Prima dell’uscita del decreto-legge n. 18/2020 il ricorso alla cassa integrazione, su un campione di 40 aziende oggetto dell’indagine, risultava pari all’85%. Con l’uscita del decreto-legge n. 18/2020, che ha introdotto la cassa integrazione “emergenza Covid-19”, tutte le imprese con prevalenza della propria attività nel settore turistico alberghiero hanno fatto richiesta di accesso alla cassa integrazione. Le imprese industriali che operano in questo settore (come le Lavanderie Industriali) contano un fatturato annuale complessivo pari a circa 700 milioni di euro, 300 imprese, per un totale di occupati che si aggira intorno a 8500 lavoratori, compresi gli stagionali. Dalle stime dell’Osservatorio, con indagini condotte sia tra gli Associati che non, risulta un utilizzo della cassa integrazione riferito alla scorsa e a questa settimana pari al 95%.

I LAVORATORI STAGIONALI Il settore delle lavanderie industriali è caratterizzato da picchi di attività durante determinati periodi dell’anno in cui la forza lavoro stabile non è sufficiente. Solitamente, nella ricorrenza delle festività pasquali e durante la stagione primaverile-estiva, le aziende assumono lavoratori stagionali per coprire il picco di attività che ogni anno si presenta. Si tratta di circa 3.000 lavoratori, in gran parte persone che svolgono annualmente la loro attività nelle lavanderie sia per il diritto di precedenza che hanno verso terzi sia per la fiducia creatasi nell’arco degli anni, a cui vanno aggiunti i lavoratori a tempo determinato e quelli somministrati nei limiti quantitativi previsti dalla legge e dalla contrattazione collettiva. Tali categorie, congiuntamente, formano quella forza lavoro di cui necessitano le lavanderie industriali cui la loro attività è strettamente connessa con quella dei loro clienti operanti nel turismo e nella ristorazione. Migliaia di lavoratori che, secondo l’indagine svolta nelle aziende associate, non verranno assunti, nemmeno in quantità inferiore.

COVID-19 il Fondo sanitario FASIIL ha adottato una copertura assicurativa straordinaria per sostenere i casi di contagio nel settore delle lavanderie industriali. Le prestazioni ulteriori, con effetto dal 1 marzo al 31 dicembre 2020, non prevedono costi aggiuntivi per le aziende e per i lavoratori FASIIL - il Fondo di assistenza sanitaria integrativa del sistema industriale integrato di beni e servizi tessili e medici affini, costituito tra la parte datoriale Assosistema Confindustria e le Organizzazioni Sindacali Femca Cisl, Filctem Cgil e Uiltec Uil - ha integrato i Piani Sanitari già attivi con una copertura assicurativa straordinaria per fronteggiare l’emergenza da COVID-19. La decisione, presa per proteggere la salute dei propri iscritti (lavoratori e familiari), prevede prestazioni ulteriori in caso di contagio da Covid-19 senza alcun costo aggiuntivo per le aziende e per i lavoratori. La garanzia, che ha effetto dal 1° marzo al 31 dicembre 2020, coprirà tutti i dipendenti iscritti al Fondo FASIIL, inclusi quelli in Cassa Integrazione o che dovessero terminare il contratto di lavoro. QUESTE LE PRESTAZIONI PREVISTE: • indennità da quarantena obbligatoria di 350 euro; • diaria da ricovero per accertamenti e cure di 30 euro al giorno, per massimo 30 giorni; • indennità da convalescenza post-terapia intensiva di 2.000 euro; • indennità da convalescenza post terapia sub-intensiva di 1.000 euro. La documentazione informativa è disponibile su www.fasiil.it.


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