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COVER DI LAURA LEPRI

INTERVISTA ALL’ AVVOCATO MARIANGELA DI GIANDOMENICO, PARTNER EVERSHEDS SUTHERLAND

preponderante dei contratti pubblici, superando i contratti di lavori in termini di numero di procedure e volume di affidamenti. Ma d’altra parte, è chiaro che in una situazione emergenziale le norme ordinarie non sono sufficienti. In realtà, ed è qui la complessità della risposta, le carenze del Codice Appalti, anche in situazioni ordinarie, erano già note, tanto che, ancor prima della pandemia, il legislatore era intervenuto, con il decreto c.d. sblocca cantieri, a modificare alcune norme, consapevole che il quadro regolatorio, nella sua concreta applicazione, non fosse idoneo al raggiungimento dei risultati promessi. Quindi una esigenza che nasce da lontano e che la pandemia ha solo acuito.

Si badi bene, il problema non è solo normativo. Non ci illudiamo; non basta modificare una norma per superare ogni problema. Occorre cambiare approccio, riequilibrare i rapporti pubblico-privato e stabilire un rapporto di reciproca fiducia, ragionare nell’ottica del favor partecipationis, guardare agli obiettivi primari della normativa,

IL CODICE APPALTI, IN PARTICOLAR MODO PER IL COMPARTO DEI SERVIZI, SUPERA LA PROVA DELLE PROBLEMATICHE LEGATE PRIMA ALLA PANDEMIA DEL COVID POI A QUELLE DOVUTE AI RINCARI DEL GAS E DELL’ENERGIA?

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Bisogna introdurre meccanismi di verifica dei requisiti che non diano luogo ad incertezze e che non impongano all’operatore economico di fornire dichiarazioni frontare l’emergenza. Nel settore dei servizi, peraltro, soprattutto quelli che riguardano l’ambito sanitario, colpito fortemente dall’emergenza Covid, sono mancate da parte del legislatore misure ad hoc, necessarie per tener conto della particolare situazione generata dalla pandemia, intervenendo anche sui contratti in corso per un riequilibrio degli stessi. Nemmeno la crisi energetica e l’incremento dei prezzi dell’energia e delle materie prime, causato dalla pandemia e dalla guerra in corso, hanno portato il legislatore a considerare con attenzione un settore, quello dei servizi che, in realtà, subisce fortemente queste situazioni. E ciò, nonostante i “servizi” costituiscono la parte

complesse e spesso fonte di errori; al contempo occorre puntare maggiormente sui controlli nella fase di esecuzione e gestione del contratto, introducendo un sistema di regole e di indici, fin dalla fase di gara, che consenta di monitorare effettivamente l’efficienza e la qualità del

La risposta a questa domanda è complessa e allo stesso tempo semplice. Da una parte, appare semplice perché le numerose riforme del quadro regolatorio degli appalti, che si sono succedute in questi anni di pandemia e, da ultimo, anche a seguito della crisi dovuta alla guerra, dimostrano che il Codice degli appalti non era “pronto” e adeguato a far fronte a situazioni straordinarie e impreviste, come quelle che abbiamo di fronte. Sono state difatti necessarie misure derogatorie o temporanee, di accelerazione, di sospensione di alcune disposizioni del Codice, di ampliamento e semplificazione degli affidamenti sotto soglia, previste dai vari decreti semplificazioni e, da ultimo, interventi sulla revisione dei prezzi, per af-

ossia realizzare il miglior servizio, la migliore opera.

servizio e della gestione, e il rispetto di quanto offerto in gara, rendendo trasparenti e conoscibili gli esiti del controllo medesimo a beneficio delle stazioni appaltanti e anche degli operatori economici.

Dunque, ritornando alla domanda, questa crisi, pandemica ed energetica, dei prezzi, ci spinge a concentrarci su ciò che è effettivamente essenziale per l’interesse pubblico e per lo sviluppo dell’economia. La stagione delle riforme in corso, che investirà tutta la normativa degli appalti, con la Legge delega che detta i principi di riferimento per la riforma del Codice, è un’occasione unica per adottare un’ottica nuova e per far “sentire” questa volta “la voce dei Servizi”.

IL LEGISLATORE AD OGGI, NONOSTANTE I NUMEROSI EMENDAMENTI PRESENTATI DALL’ASSOCIAZIONE, È INTERVENUTO SOLO SULLA REVISIONE DEI PREZZI DEL COMPARTO DEI LAVORI, LASCIANDO INDIETRO SIA IL SETTORE DEI SERVIZI CHE DELLE FORNITURE. POSSIAMO CONSIDERARLO QUASI COME UNA DISCRIMINAZIONE? Probabilmente la mancata estensione ai servizi e forniture delle previsioni sulla revisione prezzi produce una sostanziale discriminazione delle imprese che operano nel settore dei servizi rispetto a quello dei lavori. Gli sforzi dell’Associazione sono stati meritori e, anche se non hanno portato ad una modifica normativa, hanno segnalato la questione ai più alti livelli. In questo caso, si potrebbe ipotizzare una violazione delle norme costituzionali che sanciscono la libertà di impresa e il principio di eguaglianza, laddove situazioni identiche vengono trattate ingiustamente in maniera differente, colpendo il caro energia e il caro prezzi, in generale, sia le imprese che operano nei lavori, sia quelle che operano nei servizi. Ma si tratta di argomento delicato e complesso, che richiederebbe maggiore approfondimento. Sicuramente vi è poca sensibilità e abitudine a considerare con la dovuta attenzione le problematiche degli appalti di servizi e forniture. Il tema della revisione prezzi non può e non deve riguardare solo i lavori, certo duramente colpiti dal caro materiali e dal caro energia; ma non di meno sono stati colpiti i servizi e le forniture da

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