TURISMO RINCARI ENERGIA E MATERIE PRIME, LE CONSEGUENZE PER LA FILIERA Le lavanderie industriali stanno fronteggiando l’aumento del costo dell’energia e delle materie prime. Per superare queste criticità servirà l’impegno di tutti gli attori della filiera L’attività delle lavanderie industriali è uno dei principali servizi connessi e indispensabili all’attività turistico alberghiera, come confermano i numeri: a prestare servizio a tutta l’attività turistico-alberghiera e ristorativa italiana sono circa 300 lavanderie industriali che, nel 2019, hanno registrato un fatturato di 660 milioni di euro e impiegato 8.000 lavoratori, dei quali il 65% sono donne.
LE DIFFICOLTÀ ATTUALI I numeri del 2019 sono naturalmente molto lontani da quelli attuali: anche Assosistema, l’associazione che rappresenta, tra le altre, le imprese di servizi di noleggio, sanificazione e sterilizzazione dei dispositivi tessili e medici utilizzati in hotel, ristoranti, bar e strutture turistiche, sta facendo fronte alle conseguenze del periodo della pandemia. Lo spiega Aldo Confalonieri, presidente della sezione Servizi Turistici Integrati di Assosistema: “L’emergenza sanitaria ha messo a dura prova il comparto turistico alberghiero e della ristorazione con una pesante ricaduta sul settore delle
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lavanderie industriali che, con notevoli sforzi e risorse proprie, sono rimaste attive sul mercato a garanzia e continuità del servizio ai propri clienti”. Alla pandemia e all’incertezza sul piano sanitario si sono però aggiunte da settembre altre criticità, rappresentate dall’aumento dei costi dell’energia e delle materie prime ed è necessario prendere delle contromisure per fronteggiare questa si¬tuazione straordinaria.
POSSIBILI CONTROMISURE Sommando le singole componenti determinate in precedenza, emerge che il rincaro dei fattori produttivi, genera nel complesso un aumento di costo sul bilancio-tipo di un’azienda del comparto, pari ad un range compreso tra il +15,5% ed il +21%, tenendo conto della diversità dei periodi di esercizio presi a riferimento e delle politiche di imputazione contabile attuate dalle singole imprese. “È indispensabile per l’intero settore delle lavanderie industriali - spiega infatti Confalonieri - che ogni azienda provveda a sensibilizzare e dimostrare ai propri clienti che le condizioni in atto non coprono gli attuali costi ed è pertanto costretta ad adeguare, al più presto, il prezzo per il servizio di noleggio e sanificazione della biancheria”.
LA RIPRESA FUTURA Per quanto riguarda l’andamento futuro degli aumenti dell’energia e delle materie prime è impossibile fare previsioni. A influenzarli sono troppe variabili, dalla pandemia non ancora superata alla situazione politica internazionale, dal finanziamento delle nuove fonti energetiche ai costi della logistica e dei trasporti, fino ad arrivare all’inflazione prevista al 4%. “Sicuramente assisteremo ad alti e bassi del mercato ma ritengo che la gran parte di questi aumenti diventeranno strutturali e dovrebbero consolidarsi nel secondo semestre del 2022; le aziende associate potranno comunque contare sull’analisi dei costi aggiornata dal nostro centro Studi” continua
Aldo Confalonieri, che sottolinea il valore delle competenze del settore che Assosistema rappresenta: “Sono certo che appena le condizioni sanitarie lo permetteranno, i flussi turistici in Italia torneranno a livelli consistenti e il settore turistico alberghiero avrà bisogno della competenza e della professionalità che le aziende certificate del nostro settore sono in grado di esprimere. Il nostro settore merita un maggior riconoscimento a tutti i livelli in quanto fortemente industriale, non delocalizzabile e molto avanzato da un punto di vista informatico e tecnologico con assunzioni stabili per la maggior parte femminile”.
I DATI DEL CENTRO STUDI DI ASSOSISTEMA CONFINDUSTRIA Il Centro Studi di Assosistema Confindustria ha analizzato l’impatto dei rincari sull’intero settore e confrontato l’incidenza degli aumenti sul bilancio dell’esercizio corrente sia in relazione all’anno 2019 sia all’anno 2020, misurando le ricadute economiche sul costo del servizio che le aziende stanno affrontando. Per il gas metano, le rilevazioni di novembre pubblicate sul database pubblico World Bank, limitatamente all’area Europa, fanno registrare un aumento medio del prezzo della materia energetica (da gennaio a novembre 2021) pari al +153% rispetto al valore del 2019 e al +286 % sul 2020, che si concretizzano rispettivamente sul bilancio 2021 in un incremento di costo del +5,5% rispetto al 2019 e +7,7% rispetto al 2020. Per l’energia elettrica, dall’analisi dell’andamento dell’indice PUN (consultabile pubblicamente dal sito GME), si ravvisa un incremento medio del costo della materia energetica (da gennaio al mese corrente), pari al +112% rispetto al dato dell’intero periodo 2019 e al +185% rispetto al 2020. Da ciò deriva, nel primo caso, un aumento di oneri pari al +3,25% sul totale di costi iscritto al bilancio nel 2021, che risulta, invece, circa del +4,2% nel secondo, Per le sostanze chimiche e i detergenti, fondamentali per una corretta sanificazione dei prodotti tessili, l’Osservatorio Prezzi della Camera di Commercio di Milano, da inizio anno a novembre 2021, registra un aumento medio dei prezzi all’ingrosso, pari al +57% sui dati del 2019 e al +72% su quelli 2020. La ricaduta dell’incremento sul totale dei costi sostenuti nel 2021 è pari, dunque, ad un incremento del +1,7% nel confronto con il 2019 e del +2,1% rispetto allo scorso anno. Per il polietilene, largamente utilizzato in formato di pellicola per l’imballaggio del prodotto tessile sanificato, i dati della Camera di Commercio di Milano, invece, consentono di stimare, un aumento del prezzo medio all’ingrosso, pari al +41% rispetto alle statistiche del 2019 e del +80% sui valori 2020. La variazione percentuale della voce nel bilancio 2021, risulta dunque in aumento rispettivamente del +0.4% e del +0,65 %. Per quanto riguarda il tessile, la quotazione del cotone si è assestata, nelle ultime mensilità, ad un valore più elevato rispetto ai periodi esaminati. Sui valori medi del 2019, il database World Bank registra un rincaro del prezzo d’acquisto medio nel 2021 pari al +17.50%, valore che sale al +30% nel confronto con il dato 2020.
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