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ISSUE #10 FEB/MAR 2010 text: italian/english - www.picamemag.com
INDEX
04. ILLUSTRATION / oscar llorens 12. ILLUSTRATION / darren hopes 18. ILLUSTRATION/ eleonora marton 24. TYPE AREA/ come de bouchony + happycentro 30. PÌC MY PIC / paolo pagani 38. AROUND YOU / ivan cazzola 44. DESIGN CANDIES / j+ 48. MUMBLE MUMBLE / inspirations from the net STAVO PENSANDO DI PRESENTARVI QUESTA NUOVA USCITA DI PÌCAME MAG CON UNO SPROLOQUIO SUL NUMERO 10, SUL FATTO CHE È IL NUMERO DEI VINCENTI, CHE È CONSIDERATO UN TRAGUARDO ED ALTRI EDIFICANTI SIGNIFICATI. MA DATO CHE NON VOGLIO GIOCARMI LA VOSTRA STIMA MI LIMITERÒ A DIRVI CHE QUELLA CHE VI APPRESTATE A LEGGERE È UNA ISSUE MOLTO MADE IN ITALY E ANCOR PIÙ RICCA DI CONTENUTI RISPETTO AL SOLITO. LA NOSTRA “FAMIGLIA” DIFATTI VA SEMPRE PIÙ ALLARGANDOSI E ACCOGLIE TRA LE SUE FILA I COLLEGHI DI TYPOJUNGLE CHE, GRAZIE ALLA LORO ESPERIENZA, ANDRANNO A COLMARE UNA LACUNA CHE TANTI DI VOI CI HANNO FATTO NOTARE NEI MESI SCORSI: LA MANCANZA DI UNA RUBRICA DEDICATA AL TYPE DESIGN. IL RESTO VE LO SVELERANNO LE IMMAGINI CHE SEGUONO. BUONA LETTURA. ANDREA BERRETTA CREATIVE DIRECTOR
I HAVE THOUGHT ABOUT PRESENTING THE NEW ISSUE OF PÌCAME MAG WITH A RAMBLING TALK ABOUT THE NUMBER 10 THAT IS CONSIDERED THE NUMBER OF THE WINNERS, A GOAL AND SOME OTHER IMPORTANT MEANINGS. BUT AT THE END I HAVE DECIDED NOT TO LOSE YOUR ESTEEM TELLING YOU ONLY THAT THE ISSUE YOU ARE GOING TO READ IS REALLY MADE IN ITALY FOCUSED WITH NEW CONTENTS. OUR STAFF HAS GROWN AND THE FRIENDS OF TYPOJUNGLE HAVE REACHED US WITH THEIR EXPERINCES FILLING WITH THEIR KNOWLEDGES AN EMPTY SPACE THAT YOU HAVE UNDERLINED SEVERAL TIMES: THE LACK OF A COLUMN ABOUT TYPE DESIGN. THE IMAGES THAT FOLLOW WILL DISCLOSE YOU THE REST. ENJOY.
50. CONTAMINATION / the knife 54. credits 56. translations
ISSUE #10 FEB/MAR 2010
oscar llorens Designer e un illustratore di Madrid. Dopo alcuni anni nelle agenzie pubblicitarie ha deciso di dedicarsi ai suoi lavori ma senza trascurare il design. www.ollorens.com
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darren hopes Illustratore/pittore, artista. Ha sentito l’esigenza di sperimentare attraverso la fotografia e ciò lo ha portato alla creazione di un alter ego legato al mondo delle immagini costruite, caratterizzato da un’anima ed un’estetica fotografica abbinata all’illustrazione. www.darrenhopes.com ISSUE 10 / 13
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eleonora marton Illustratrice freelance e parte dello staff di Ox Studio. Utilizza diverse tecniche per esprimere le sue idee come il disegno, l’autoproduzione di libri e t-shirt e l’animazione. I suoi lavori traggono ispirazione dal mondo della musica, dai sogni e dalla magia del quotidiano. www.eleonoramarton.com
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Happycentro nasce nel 1998 nella romantica città di Romeo e Giulietta, Verona. L’approccio al design è sempre guidato da una forte passione e attenta ricerca di stile sia per piccoli che grandi progetti di comunicazione. Lo studio negli anni lavora al fianco di diversi clienti, piccole e grosse agenzie sia in ambito italiano che internazionale. Il vero punto di forza nei progetti di Happycentro è PAPER OBJECTS
by www.typojungle.net ISSUE 10 / 25
CRASH BLOSSOMS HAPPY HORN
WE ARE READY
la contaminazione tra differenti discipline creative, un vivace mix di forme, colori e materiali che spaziano tra poster, lavori tipografici, visual art, illustrazione e motion graphics. Happycentro è formato da: Federico Galvani, Roberto Solieri, Giulio Grigollo, Andrea Manzati e dal fotografo Federico Padovani. www.happycentro.it
MOZAMBIQUE
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SÈRIE MUSIQUE / LARYTTA ANORAK & DRAGIBUS LA SURPRISE
Côme de Bouchony è un giovane graphic designer e art director proveniente da Parigi. Inizia la carriera di designer nel 2007, dopo la fine del corso presso Esag Penninghendi Parigi e un anno intero alla Willem de Kooning Acadademie a Rotterdam. Principalmente Côme lavora su una gran varietà di progetti: musica, cultura, media, book & magazine. I suoi lavori sono caratterizzati da un design moderno, full of colours e da una tipografia decisamente ricercata. Ha lavorato e lavora tutt'ora con grandi clienti e gallerie come Kemistry Gallery, New York Times, Wad Magazine, Lacoste, Conde Nast France, Arte, La surprise, Domino Records, Galerie Super. SÈRIE MUSIQUE / UNDER ARREST
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www.comedebouchony.com ISSUE 10 / 29
Cosa ti ha portato ad essere la persona che sei? La volontà di fare un lavoro che fosse esattamente ciò che volevo che fosse a costo di pericolose decisioni a volte, con l’aiuto di una grande tenacia, e fortuna in alcuni casi. Non è bello occupare tutta la vita facendo un lavoro indesiderato.
pubblicità (perchè ancora si disegnava!) poi a trenta ho scoperto la fotografia e ho deciso di fare il fotografo. Oggi valorizzo le cose imparate prima, ma nello stesso tempo ne prendo le distanze, preferisco essere sempre “nuovo” davanti al prossimo lavoro. Odio suonare il solito repertorio.
Cosa ti ha portato ad essere il creativo che sei? Da piccolo disegnavo in continuazione, a ventitre anni lavoravo come art director in
Come descriveresti le tue foto? Come ti dicevo il mio lavoro nasce da un progetto-idea creativo dunque le mie foto sono
PÌC MY PIC / PAOLO PAGANI Quanti anni hai, da dove vieni e dove vai... 47, dal paese alla città, ora con la mia nuova iniziativa online (www.diggermag.com) giro molto a caccia di artisti un pò ovunque. Se ti chiedono che lavoro fai cosa rispondi? Risponderei creativo ma spesso bisogna aggiungere dell’altro per far capire cosa faccio. Così semplifico con fotografo che è la parte finale del mio lavoro, tutto il resto che sta prima è immaginazione. www.paolopagani.com
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lo svolgimento di questo approccio che è spesso mutevole nello stile. In questo periodo con i miei servizi per Digger Mag mi sento molto surreal-minimal-idealfuturistic-impressionante. Che tipo di macchina fotografica usi? Ti fai aiutare dal computer? Canon Mark II DS, si lo uso. ISSUE 10 / 33
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AROUND YOU / IVAN CAZZOLA Avevo gia sentito parlare di lui anni fa ma non ci eravamo mai incontrati. Poi dopo aver letto di un suo nuovo progetto su Glamour, ci siamo messi in contatto e da quel giorno non ci siamo più fermati tra fotoshoots, video installazioni, abbigliamento, interviste e chi più ne ha più ne metta. Ivan Cazzola è il personaggio di questo numero: regista, fotografo, art director, ex titolare di un concept store, papà. Tutto per voi. www.ivancazzola.co.uk
Come ci siamo conosciuti, ti ricordi? Ti vedevo spesso su internet (cazzo sei ovunque), blog, Facebook… allora un giorno ti ho scritto o telefonato, non ricordo bene, e ti ho chiesto di fare delle foto. Da allora siamo diventati amici. Prima di fare il fotografo hai creato LovDurden, raccontaci. Principalmente ero l’art director del concept-store LovDurden. Mi occupavo della programmazione della galleria, cominciai con un’installazione di Blu, poi ho portato i ragazzi di Surface To Air, anche loro con un‘installazione grandiosa (una Lamborghini schiantata su una colonna della galleria). 38 / ISSUE 10
Inoltre gestivo il marchio di abbigliamento che distribuivamo a Parigi da Colette, a Tokyo, Londra, N.Y… è stata una bella esperienza. LovDurden è stata la prima galleria d’arte a proporre artisti “street” in italia, abbiamo fatto da apripista a molte situazioni che sono seguite. La fotografia è sempre stata una passione oppure la vera passione è un altra? Già da piccolo mi divertivo, da poco ho ritrovato delle Polaroid che scattavo a mia mamma, alcune veramente belle; lei in costume maculato, con cappello di paglia enorme, seduta su quelle sedie di bambù che andavano tanto ISSUE ISSUE109 / 39
negli anni ‘70. All’epoca aveva 25/26 anni era molto figa. Ho avuto la fortuna di avere sempre macchine fotografiche in casa, mio padre amava molto la fotografia. Non nascondiamo che oltre a fotografo sei anche un regista... Cosa viene prima? La cosa importante per me è lavorare con le immagini, quindi non mi sento più una cosa che l’altra, mi diverto sempre e la cosa più eccitante per me è stare su un set. Cosa pensi ti differenzi dagli altri nel tuo lavoro? Boh non so, sai ci sono talmente tante possibilità oggi, sicuramente non sono uno di quelli che ama la post-produzione o perdere troppo tempo con le luci. Mi piace girare con la mia Leica e con un flash, cercando di mettere a proprio agio chi sto fotografando. Il personaggio che hai fotografato che ti ha più emozionato. Beh lo scorso 31 dicembre ho fotografato Jiuliette Lewis. Sapendo che ha lavorato con grandi registi come Stone, Scorsese e Allen è stato molto divertente “dirigerla” e anche emozionante se vogliamo. Il manager mi aveva dato 5 minuti per farle le foto, poi è arrivata lei, si è presa bene e non voleva più andarsene. 40 / ISSUE 10
Cè qualcosa nella tua vita che non hai ancora fatto e che vorresti fare? Beh tutti snobbano la pubblicità io invece vorrei farne, è una cosa che adoro. Trenta secondi per dire tutto. Mi racconti che cosa è Phoenix? Phoenix è nuovo progetto, tu mi sa che ne sai qualcosa. Non so ancora che strada prenderà di preciso, sarà tante cose, un po’ magazine, un po’ agenzia pubblicitaria, un po’ galleria d’arte. Vorrei curare la comunicazione di alcuni brand, cercando nuove soluzioni, sperimentando tantissimo, continuerò anche a produrre e distribuire le mie t-shirt, voglio divertirmi proponendo sempre cose nuove. Come è iniziato il progetto di ritratti che vediamo sul sito? Dopo anni mi sono reso conto che i visi delle persone sono la cosa più figa al mondo da fotografare; è una cosa molto semplice ma ci sono arrivato dopo un po’. Ti da modo di incontrare sempre persone nuove. Dopo averle fotografate mi sembra di conoscerle meglio, si crea un’intimità, qualcosa di speciale. Bello no? 42 / ISSUE 10
Quali sono le novita per il 2010? Devo girare alcuni video clip, un documentario sul cinema porno, collaborazioni con molte riviste. Ogni giorno mi scrivono dagli States, dall’Inghilterra, dal Giappone e mi chiedono collaborazioni, progetti. Con internet è diventato tutto più semplice. E’ un periodo meraviglioso per chi fa il mio lavoro, tutto è possibile. ISSUE 10 / 43
DESIGN CANDIES / J+ Creativi, giovani e con quel pizzico che a noi di Pìcame piace tanto! Sono i ragazzi del brand JPlus che incontriamo per questo numero di Design Candies. www.jplusvision.com
Ciao Ragazzi, innanzitutto benvenuti su Pìcame. Anche se siete delle nostre vecchie conoscenze (Il Fluo party di Padova al quale abbiamo partecipato assieme a Diesel e Moroso) presentatevi brevemente ai nostri lettori. J+ nasce nel novembre 2008 dai fondatori Alessandro Martire e Andrea Toller che hanno dato vita ad un collettivo di design la cui filosofia progettuale ha creato un brand attraverso il quale far fluire pensieri e passioni, legate non ad un singolo prodotto ma ad un sistema. J+ crede nella forza delle persone ed è aperto a stimoli che vengano da tutto il Mondo e che trasformino l’identità del brand in un “social manifesto”. Il mondo della beat generation e della musica. 3 grandi miti della musica, John Lennon, Jimi Hendrix e Janis Joplin come fonte di ispirazione per la vostra prima collezione. Da cosa na-
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sce questa idea? J+ vuole essere prima di tutto una visione, una ricerca appassionata e sincera di uno stile che trova le sue radici negli anni a cavallo tra il 1968 e il 1970, un’epoca dove trovano posto, riprendendo le parole di Gregory Corso, “qualunque uomo o donna che rompa il sentiero stabilito per seguire il sentiero destinato”. La Beat Generation incarna tutta una serie di valori che, in un tempo di illusioni come il nostro, rappresentano una contaminazione ideale per creare un prodotto, o meglio, un sistema di prodotti slegati dagli schemi commerciali attuali. La nostra idea è una visione alternativa dell’oggi. Niente è stato creato per la funzione del prodotto in sé, quanto per sviluppare un sistema (prodotto, packaging, comunicazione, web). Si è inoltre data un'attenzione reale ai materiali, non per un fatto morale ma per una reale esigenza di questo tempo.
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La produzione di un occhiale unbranded in un mercato come quello Italiano saturo di marche è una bella sfida. A che pubblico vi rivolgete? Non ci piace far rientrare J+ all’interno di definizioni proprie del marketing. Certo l’occhiale è stato studiato in modo tale che i dettagli (dall’intarsio passante allo studio sul packaging ecosostenibile) siano apprezzati da un pubblico attento e sensibile al mondo della progettazione, ma crediamo che J+ abbia un DNA contagioso e trasversale a più pubblici di riferimento. 46 / ISSUE 10
Vogliamo che la gente sia rilassata quando compra un nostro prodotto. Produciamo tutto in Italia da Aziende riconosciute nel settore tra le migliori in Europa per industrializzazione e artigianalità ed i nostri prodotti sono limited edition. Il prezzo è accessibile, coerentemente con il nostro spirito, anche se pensiamo che la selezione la faccia il prodotto e non il prezzo. C’è chi è attratto dal prodotto, chi dalla comunicazione dal sapore food del packaging, chi dalla pezzuola ergonomica; J+ è un cocktail che ad ogni sorso
lascia in bocca un sapore diverso e conquista sempre più persone anche molto diverse tra di loro per passioni e stili di vita. Jplus non è solo un prodotto ma un mondo di energia, musica che incontra il suo pubblico in occasioni di eventi, feste, party. Insomma vi piace divertirvi. Quali sono i prossimi appuntamenti? Il nostro prodotto è pensato per uscire dalle logiche distributive odierne, quindi abbiamo pensato di portarlo in mezzo
alla gente, nelle piazze e nei luoghi di incontro delle città o in concomitanza con eventi di grande rilievo quali il Salone del Mobile di Milano o la Mostra del Cinema di Venezia. Quando presentiamo le collezioni, prima ancora che ai negozi o ai distributori, le presentiamo alla gente. Non vogliamo avere filtri o condizionamenti. Per il futuro prossimo saremo sicuramente al Fuori Salone 2010 per la nostra nuova collezione ispirata al mondo del cinema e vi assicuriamo fin da ora che non lo faremo in modo ordinario. ISSUE 10 / 47
www.helpineedhelp.com
www.hafsteinnjuliusson.com
www.bookcoverarchive.com
Everyone has problems, quindi sentitevi liberi di frignare “Help, i’ve cut myself!“. Questi plurilodati packaging offrono il rimedio ai piccoli infortuni quotidiani, dalla ferita al dito all’insonnia. Ma la parte del sito che loderei maggiormente è quella relativa agli appelli di aiuto per i più svariati problemi dell’umanità, da “Help i want to be dominated“ a “Help i’m involved in a gang“.
Un curioso esempio di gioielleria sperimentale, del designer islandese Hafsteinn Juliusson. Monili da portare con cura affinchè possano “crescere” assieme a chi li indossa.
The Book Cover Archive è un fantastica riserva on-line delle migliori copertine nonchè dei migliori designers. Come non bastasse, è anche un blog. Cosa si può desiderare di più?
www.beverlyhsu.com
www.diesel.com/be-stupid
www.youworkforthem.com
Se proprio non riuscite a rinunciare all’Helvetica nemmeno a colazione, questi stampi fanno per voi. Del designer Beverly Hsu.
La nuova campagna di Diesel è tutta incentrata sulla stupidità, non più intesa come limite ma come fonte di creatività. Andate a vedervi i poster ce ne sono tantissimi, uno più geniale dell’altro. Smart critiques, stupid creates!
Quelli di Youworkforthem in fatto di font la sanno lunga. Eccola la classifica dei più apprezzati (e venduti) del 2009.
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CONTAMINATION / THE KNIFE
TOMORROW IN A YEAR 1 Marzo 2010 è la data di uscita prevista per il nuovo album dei The Knife, in versione doppio CD. Il duo svedese è reduce dall’esperienza teatrale con la compagnia danese “Hotel Pro Forma”. Tomorrow in a year è la registrazione in studio delle musiche composte per l’opera omonima ispirata a Darwin e al suo libro “L’origine delle
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specie”. Il primo singolo estratto è “Colouring of Pigeons”, un brano non sicuramente categorizzabile nel target “easy listening”, ma che dimostra quanto i fratelli di Stoccolma si dedichino alle nuove sperimentazioni musicali. Lo stesso Olof Dreijer ha dichiarato di aver trascorso del tempo in Amazzonia alla ricerca di nuovi suoni.
Mai prima d’ora i The Knife si erano confrontati con il mondo della lirica e del melodramma, una ritmica ben diversa dal singolo synth “We share our mother’s health” del 2006, ma è proprio la capacità di rinnovarsi e confrontarsi con altre atmosfere musicali che ci permette di apprezzare il loro talento e arricchisce la loro carriera di artisti.
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I The Knife sono un gruppo elettropop formato da Olof Dreijer e Karin Dreijer Andersson, fratello e sorella nativi di Stoccolma. Allergici alla notorietà (si fanno fotografare quasi sempre mascherati) ed estranei alle logiche dello showbiz, iniziano a fare musica nel 1999, guadagnandosi già con il primo album, l’omonimo “The Knife” (2001), un coro di consensi favorevoli da parte delle critica e un buon riscontro tra il pubblico. Il loro modo del tutto originale di mescolare elettronica e pop, synth e atmosfere notturne e glaciali, sempre in bilico tra sperimentalismo colto e melodia, non ci mette molto a farli diventare delle star di culto in madrepatria, nonostante non si esibiscano mai dal vivo. Con il secondo album, “Deep Cuts”, un lavoro più marcatamente house ma ugualmente osannato dalla critica, il duo si aggiudica un Grammis (la versione svedese dei Grammy Award) come miglior gruppo pop nel 2003, ma manda a ritirare il premio due rappresentanti del gruppo artistico Unfucked Pussys travestite da gorilla per prote-
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stare contro lo strapotere degli uomini nell’industria musicale. Olof nel frattempo, sotto lo pseudonimo DJ Coolof, si guadagna una certa notorietà suonando nei più importanti club europei. La loro fama cresce ulteriormente nel corso del 2005 grazie alla fortunata cover in versione acustica di uno dei loro pezzi, “Heartbeats”, realizzata dal songwriter svedese José González. Sempre nello stesso anno Karin presta la sua voce al singolo dei Röyksopp “What Else Is There?”, altra hit che scala le classifiche. L’attesissimo ritorno del duo arriva a inizio 2006 con la pubblicazione dell’album “Silent Shout”: più cupo e meno diretto di “Deep Cuts”, non tarda a riscuotere anch’esso critiche entusiastiche, ponendoli definitivamente come una delle realtà più apprezzate all’interno della scena elettronica di questo inizio millennio. I The Knife decidono d’intraprendere il loro primo tour in carriera, che dalla natia Svezia approda nel resto d’Europa. www.theknife.net ISSUE 10 / 53
PÌCAME MAG ISSUE #9 FEB/MAR 2010 FREE
CREATIVE DIRECTOR ANDREA BERRETTA info@picamemag.com EDITOR ALBERTO FERRARI web@picamemag.com PR MICHELA BADO press@picamemag.com MARKETING FABIO PERUGINI brand@picamemag.com COLUMNS AROUND YOU / ELEONORA CARISI CONTAMINATION / ALBERTO FERRARI DESIGN CANDIES / MICHELA BADO ILLUSTRATION / ANDREA BERRETTA - ROBERTA ZETA MUMBLE MUMBLE / ANDREA BERRETTA - ROBERTA ZETA PÌC MY PIC / ANDREA BERRETTA - GIOVANNI BARBERIS TYPE AREA / STEFANO BUFFONI - BEPPE ZIZZA GRAPHIC DESIGN ANDREA BERRETTA WEB AND APPLICATIONS ALBERTO FERRARI TRANSLATIONS MICHELA BADO
COPYRIGHT ©2010 ALL RIGHTS RESERVED. NO PORTION OF THIS DOCUMENT MAY BE REPRODUCED WITHOUT PERMISSION FROM PÌCAME. ALL THE CONTENTS ARE PROPERTY OF THEIR RESPECTIVE OWNERS.
For advertising please contact: brand@picamemag.com
TRANSLATIONS
PAG. 4 / OSCAR LLORENS He is a designer and illustrator from Madrid. After years working on some Advertising agencies, now he focuses his work on Illustration, without forgetting design. PAG. 12 / DAREN HOPES As his illustrations headed in an ever more painterly direction he felt the need to indulge his photographic interests and this has led to the creation of an alter ego who deals with the constructed image with a very photographic aesthethic and is home to perhaps his most personal bodies of work. PAG. 18 / ELEONORA MARTON
the romantic city of Romeo and Juliet. In recent years we have worked with both large and small clients, for local agencies and major international companies. Our approach to design is always the same: designing a logo, an advertising page, a wall or directing a commercial offers the same opportunity to deal with a problem. With time we have become quite good at solving problems. Mixing complexity, order and fatigue is our formula for beauty. Always, in addition to the commissioned work, we spend plenty of energy in research and testing. Visual art, typography, graphic design, illustration, animation, film direction and music. We like contamination between creative disciplines and diversity in general. We don’t like to do the same thing twice and prefer to go beyond what we are already able to do. It is tiring but satisfied. Happycentro are: Federico Galvani, Roberto Solieri, Giulio Grigollo, Andrea Manzati and the photographer Federico Padovani.
She is a freelance illustrator and a member of oxstudio. She uses a variety of approaches to express her ideas, including drawing, self published books, designing t-shirts, as well as simple animations. Her work takes inspiration from music, dreams, and the magic of the everyday. PAG. 28 / CÔME DE BOUCHONY
Côme de Bouchony is a freelance graPAG. 24 / HAPPYCENTRO phic designer and art director born in 1984, who lives and works in Paris. The studio began in 1998 in Verona, He set up his graphic design partice 56 / ISSUE 10
in 2007 after graduating with highest honours from Esag Penninghen in Paris (France) and spending almost a full year at Willem de Kooning Acadademie in Rotterdam (Netherlands). He works on an eclectic range of projects mostly in music, cultural and media areas, on identities, books, magazines, video, animations and websites among others. He has worked with the likes of Kemistry Gallery, New York Times, Wad Magazine, Lacoste, Conde Nast France, Arte, La surprise, Domino Records, Galerie Super. PAG. 30 / PAOLO PAGANI - How old are you, where do you come from and where do you go... 47, from country to town and now with a new project online (www.diggermag.com). I travel a lot in search of artists. - If they ask you what’s your job which is your answer? I will answer creative but it’s always necessary to add something more. I usually simplify saying that I’m a photographer that it’s the final stage of my work, all that lays behind is the immagination. - What contributed in creating the person you are today? The will to do a job that suits perfectly what I would like to do also paying a high bill sometimes, helped by a strong constancy and chance. It’s terrible to do a job that you don’t like. - What contributed in creating the
creative you are today? When I was young I drew all the time while when I was twenty-three I was art director in an advertising agency (It was still required to draw at that time!). Then at thirty I realized I would like to be a photographer. Now I recognize the value of the things I learned before but at the same time I separate because I prefer to experience always something new. I hate to play always the same. - How would you describe your pictures? As I said before my work born from a creative project-idea approach so my photos are the result of this process, changeable in their style most of the time. In this period with my projects for Digger Mag I feel very surrela-minimal-ideal-futurist-impressive. - What kind of camera you use? Are your pictures modified by computer? Canon Mark II DS. Yes I use it PAG. 38 / IVAN CAZZOLA I have already heard about him a couple of years ago but we have never met. Then, after having read of a new project on Glamour I put in contact with him and from then we haven’t stop sending pictures, video setting, clothes collections, interviews and more. Ivan Cazzola is the protagonist of this month: video maker, photographer, art director, former owner of a concept store, dad. Here he is. - How didi we meet, do you rememISSUE 10 / 57
ber it? I often saw you on internet (incredible you are everywhere) blog, facebook and then once I wrote you or phoned you, I don’t remember and I asked you to take some pictures. From then on we became friend. - Before being a photographer you created LovDurden, tell us a bit of it Basically I was the art director of the concept-store LovDurden. I managed the scheduling of the gallery, beginning with an event by Blu and then with the guys of Surface to Air with which I realized a wonderful exhibition setting (a Lamborghini crashed on a gallery’s column). I managed the brand that we distributed by Colette in Paris, Tokyo, London and N.Y. It was a great experience. LovDurden has been the first art gallery to suggest “street” artist in Italy giving rise to a trend. - Photography has always been a passion or the true passion is another one? When I was young I enjoyed taking pictures, I found some old Polaroid I took to my mum and some are really good; she was wearing a speckled bathing suit with a huge straw hat sited on a bamboo chair, a real must in the 70’s. When she was 25/26 she was really cool. I had the chance to find always cameras at home, my father loved photography. - Beyond being a photographer you are also a video maker. What comes before? The most important thing for me is working with the images so there is no such thing that comes before or 58 / ISSUE 10
after. The most exciting aspect for me is to be on the set. - What do you think is the characterizing aspect of your work? Well I don’t know, there can be different possibilities today. For sure I don’t like losing time in post-production or with the light settings. I love to go around with my Leica with flash trying to put at owns ease the people I photograph. - The person you photographed that has mostly thrilled you? Last 31st December I took some pictures to Juliette Lewis. She worked with great directors as Stone, Scorsese and Allen. I had a lot of fun suggesting her what to do. Her manager gave me 5 minutes but when she arrived she liked so much and she didn’’t want to stop. - There is something in your life that you have never done and that you will like to do? Well, a lot of people cold-shoulder talking about advertising but I will really like to do it. Thirty seconds to say all. - Tell me about Phoenix. What is it? Phoenix is a new project and you know something about it. I have no idea where it will go, is a kind of magazine, an advertising agency, an art gallery. I would like to manage the communication for some brands finding new experimental ways. I will keep on producing my t-shirts and have fun doing new things. - When is it started the portraits projects on the website? After a couple of years I found that people’s faces are the most intere-
sting thing in the world: it’s a very easy reasoning but I realized it after a while. It gives you the chance to meet always different people. After the photographs it seems to me to know them better, a special link, a kind of intimacy comes out. Wonderful, isn’t it? - Which are the new projects for 2010? I have to produce some video clip, a documentary about the porn cinema and I have a couple of collaboration with magazines. Everyday I receive mail from the States, United Kingdom and Japan asking me collaborations. With internet everything is easier. It’s a wonderful period for people who does my job, everything is possible. PAG. 44 / J+ Creative, young and with that special pinch that Pìcame really likes! They are the staff of the brand JPlus interviewed for this issue of Design Candies. - Hi guys first of all welcome andl also if we have already met (The Fluo Party in Padua where we have take part together with Diesel and Moroso) please quick introduce yourselves. JPlus born in November 2008 from an idea of the founders Alessandro Martire and Andrea Toller that have created a design team and a brand characterized by the free movement of passions and thoughts not linked to a single products but to an entire system. Jplus believes in the power
of people and likes contamination from all over the world able to open and change the identity of the brand in a social manifesto. - The world of music and the beat generation. 3 unforgivable stars as John Lennon, Jimi Hendrix and Janis Joplin as source of inspiration of the first collection. What is the origin of this idea? Jplus is first of all a vision, a passionate research of a style that finds its roots in the ages between 1968 and 1970 where find place, citing the words of Gregory Corso “every man or woman able to break the path established for following the way of its own destiny” The Beat Generation embodies a series of values that, in a time of illusions as the one in which we are living, represent the perfect contamination for the creation of a product, or better of a system far from the commercial dynamics of nowadays. Nothing as being created only regarding the function of the product but in order to develop a system (product, packaging, communication, web). Materials have a core rola not only from a moral point of view but for a real need detachable these days. - The production of an unbranded glasses for the italian market full of brands is a great challenge. Which is the public to which you are referring to? We don’t like to define JPlus according to marketing schemes. For sure the collection has been creating with an extreme care and attention to details (from the interlay to the eco-suISSUE 10 / 59
stainable packaging) hoping to meet the interest and the agreement of a public design-oriented also if we believe that the Jplus DNA could be appreciate by different people. We produce all in Italy with the contribution of companies leader in Europe for their processes and handmade care. Our collection is a limited edition one. The price is not high and matches the idea that the selection is made by the product and not by the price. There are people attract by the product, by the communication, from the food-like packaging, form the ergonic cleaning tissue; Jplus is like a cocktail that leaves different tastes every sip able to mismerize people with different passion and lifestyle. - Jplus is not only a product but a source of energy, music that meet its public during parties and events. You like to have fun. Which are the next appointmets? Our product is concieved to be distributed far from the traditional distribution dynamics that’s why we have decided to bring it among the people, in the cities on the occasion of important events as the Milan Design Week or the Film Festival of Venice. When we present the collection first of all we involve the public than the retailers. We don’t want obstacles or external inflences. In the next months we will take part for sure at the Milan Design Week with our new collection inspired by the cinema and for sure we will do it with our peculiar style. 60 / ISSUE 10
PAG. 48 / MUMBLE MUMBLE A peculiar example of experimental jewelry by the designer Hafsteinn Juliusson. Jewels to wear with care that grows with you. The Book Cover Archive is a wonderful on-line archive of the best covers and best designers. There is also a blog. What else? If you can’t resist without Helvetica neither at breakfast these moulds are perfect for you. Designed by Beverly Hsu. The new adv campain by Diesel is all about stupidity that has to be meant not as a limit but a source of inspiration. Let’s have a look at the posters there are really a lot. Smart critiques, stupid creates! Those of Youworkforthem are very experienced on font matters. Here is the chart of the ones they like the most (and the best sold) of 2009. PAG. 50 / THE KNIFE The 1st March 2010 is the day scheduled for the new album of The Knife in a double CD edition. The swedish duo has just finished a theatre experience with the danish group “Hotel Pro Forma”. Tomorrow in a year is the studio recording of the homonymous work inspired by Darwin and his book “The origin of Species”.
The first single is “Colouring of Pigeons”. A track that can’t be defined easy listening but that demonstrates how the brothers from Stoccolma dedicate to experimentation. Olof Dreijer has declared that he has spent time in Amazzoni a in search of new sounds. Never before the Knife faced the lyric world and the melodrama one, a rhythm completely different from the synth single “We share our mother’s health” in 2006 but it’s the skill to renew and face different musical atmosphere that characterize them and enhance their talent and their artistic expression.
the power of the musical industries. Olof in the meanwhile with the nik of DJ Coolof become famous playing in the most important european clubs. The become more and more famous and during 2005 thanks to the acoustic cover of one of their track “Heartbeats” realized by the swedish songwriter José González. During the same year Karin sings the single Röyksopp “What Else Is There?” another hit on the top of the charts. In 2006 the duo publishes “Silent Shout” darker and less direct than “Deep Cuts”, that meets the favors of the critics establishing them as one of the most appreciated realities of electronic music of the millennium. The Knife begins their first tour from The Knife are an electro pop duo from Sweden all around Europe. Sweden consist of siblings Karin Dreijer and Olof Dreijer from Stockholm. They don’t like fame (most of the time they wear masks) and are away from the showbiz processes. They began to make music in 1999 with an homonymous album entitled “The Knife” (2001) that meet the public and critics favors mixing electronic and pop, synth with night and cold atmospheres between vanguard experimentation and melody. In a little time they become stars in their motherland, Great Britain but they never perform live. With the second album “Deep Cuts”, a more house cd they win a Grammis (the swedish version of the Grammy Award) as best pop group in 2003 but they don’t go to collect the award sending two representative of the Unfucked Pussys dressed ads muscle men symbolizing ISSUE 10 / 61
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